BOOM!

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Ieri a Palazzo Chigi le si sono sparate grosse, molto grosse. I botti li abbiamo sentiti fin su a Bologna.

L'occasione è stata la firma del cosiddetto "accordo per il credito alle piccole e medie imprese", un bel tavolo stile anni trenta del 1900 (nel design non so, nella sostanza corporativa di certo) attorno al quale si sono seduti governo, banchieri, industriali, artigiani, costruttori, agricoltori, commercianti, e cooperative di ogni colore e consistenza. Ci mancavano solo i vescovi e i generali. (La lista completa dei convenuti, per gli amanti dei dettagli, la trovate a pagina 10 di questo documento).

Non è la prima volta che si ritrovano attorno al tavolo, ci mancherebbe. Come spiega il documento di cui sopra, l'accordo consiste nel rinnovo di una moratoria (che, se ho ben capito, è un allungamento delle scadenze a fronte di una rinegoziazione del tasso di interesse) sui debiti delle piccole e medie imprese verso le banche, in vigore dall'estate del 2009. Il termine per beneficiare della moratoria era scaduto il 31 gennaio, ed oggi è stato prorogato di sei mesi per le imprese che non ne abbiano ancora fatto uso. Per tutti quelli che ne hanno beneficiato, invece, è previsto l'allungamento fino a 3 anni del periodo di ammortamento dei mutui a tasso rinegoziato oppure invariato se la Cassa Depositi e Prestiti (sì, proprio lei) ci mette un po' di soldi -- e ce li metterà, vedrete.

La logica è che la crisi ha messo in ginocchio le imprese e quindi bisogna aiutarle a restare sul mercato allentando il loro vincolo di liquidità -- prendete nota. Chissà cos'avranno ricevuto in cambio le banche. Io un'idea ce l'ho. Ma non è di questo che voglio parlare, bensì delle pirotecnicissime, spettacolari sparate del fantasioso duo Berlusconi-Tremonti durante la conferenza stampa seguita alla firma dell'accordo.

Al momento non esiste una trascrizione della conferenza stampa, purtroppo. C'è questo racconto parziale del Sole 24 Ore. Altrimenti potete rivederla in versione integrale qui. Trascrivo qualcosina dall'audio quando non è riportata dai giornali.

Il primo botto lo fa partire Berlusconi, che finalmente ci spiega la ragione per cui l'Italia ha il tasso di disoccupazione "più basso di tutta Europa" (non è vero: in Gran Bretagna, Austria, Germania, Olanda, Svizzera e in tutti i paesi scandinavi ce l'hanno più basso di noi, ma facciamo finta che sia vero...):

Il nostro sistema è fatto di piccole e medie imprese e un imprenditore prima di mettere in cassa integrazione o di licenziare un suo collaboratore ci pensa tante volte. Questa è la differenza tra noi e altri sistemi come la Germania o altro: da noi l'imprenditore è un amico dei suoi dipendenti. È la persona che arriva in azienda prima, spegne le luci per ultimo alla sera. Questo ci ha dato la possibilità, oggi, di avere la minore disoccupazione di tutta Europa.

Come abbiamo fatto a non accorgercene prima! Ma quali riforme del mercato del lavoro! Qui dobbiamo sussidiare bocciofile aziendali, gite sociali, possibilmente anche scambi di coppia coi dipendenti (o di intera famiglia se il suddetto dipendente è marocchino e ha figlie dai 15 anni in su): tutti amici, fratelli, e compagni di merende. E allora sì che nessun imprenditore-amico licenzierà il dipendente-amico. Mica come quei buzzurri tedeschi lassù, che licenzierebbero anche la mamma! Per non parlare degli sporchi liberisti amerikani!

Ma lasciamo il nostro presidentone alla sua galoppante immaginazione: egli sta, evidentemente, già applicando la strategia processuale suggeritagli ieri sera in fretta e furia da Ghedini: "Passa per pazzo, dì che sei il fratello di latte di Mubarak, fatti prendere per semi-infermo mentale!"

Voltremont è quello che conta, e che conterà. E ci ricorda subito, ce ne fosse bisogno, la sua concezione della politica economica:

In questo momento uno può dire, mediante la Cassa depositi e prestiti, di avere lo stato come socio col fondo per le piccole e medie imprese, come finanziatore perché la Cassa funziona come banca, come garante e come partner per l'esportazione [...]. Questo per me è governare.

Ecco cosa significare governare per Voltremont: fare in modo che lo stato, per interposta persona giuridica rappresentata dalla Cassa, metta il naso in più banche e imprese possibile. Ovvero, iniettare nell'economia una bella dose di statalismo. Un momento, ma non è questo lo stesso fantasioso duo che appena 5 giorni fa ha annunciato una riforma costituzionale per realizzare la rivoluzione liberale dell'economia? Non ci capisco più niente! Andiamo avanti.

Poi Giulione nostro, che come il suo attuale capoufficio ha ben compreso i meccanismi della crescita economica, dichiara:

Noi cresciamo quest'anno all'1,1% [...]. È vero che cresciamo meno degli altri paesi, ma molti paesi negli ultimi 10 anni sono stato drogati dalla finanza e adesso stanno scendendo. Avranno una drastica riduzione del loro tenore di vita e del loro prodotto interno lordo, non più drogati dalla finanza privata.

Classicissimo Voltremont, non impressionatevi: non ha appena detto che cresciamo meno degli altri (che è vero)? Quindi gli altri salgono più rapidamente di noi. Quindi com'è possibile che loro stiano scendendo? Ma non è questa la chicca. La chicca è che si fa beffe di chi sarebbe cresciuto drogato dalla finanza privata (ossia l'abbondanza di credito, che allenta il vincolo di liquidità, recuperate la nota) appena dopo aver firmato un accordo che fornisce alle piccole e medie imprese italiane droga pubblica. La droga pubblica, signor Ministro, fa molto peggio di quella privata. Non solo la prima è pagata coi soldi dei contribuenti, ma in principio non ha limiti. La seconda, per lo meno, ha un limite nell'interesse privato dello spacciatore.

Prendete nota anche dell'oracolo: gli altri paesi (quali? Vabbé, non importa, presumo i paesi OECD più vicini a noi economicamente) avranno una drastica riduzione del loro tenore di vita per colpa della droga privata, mentre noi prospereremo grazie alla droga pubblica. La riduzione del tenore di vita di costoro avrà da essere drastica parecchio, signor Ministro, affinché ci raggiungano quaggiù dove la competenza economica del Suo governo ci ha fatto rimanere negli ultimi dieci anni. Cosa voglio dire? Le riporto una figura dall'ultima edizione dell'opera che le abbiamo dedicato, Signor Ministro, eccola qua. È un indice del PIL reale pro-capite, un'appropriata misura dell'andamento del tenore di vita. Non si agiti, se prendiamo i livelli a parità di potere d'acquisto (stiamo parlando di tenore di vita, no?) siamo sotto a tutti gli altri lo stesso.

indice PIL reale pro-capite 2000-2012

Ma non tutta l'Italia è uguale. Continua Tremonti:

Noi abbiamo 1,1% (di crescita) e sappiamo che dobbiamo e vogliamo crescere. Però l'Italia è un paese duale. Il nord Italia, in base alle ultime statistiche europee, è la regione più ricca d'Europa, come patrimonio e come ricchezza (reddito, n.d.r.) pro-capite. Ergo, è la regione più ricca del mondo.

Boom! Questo è un bel botto, eh? Il nord Italia è la regione più ricca del mondo. Oh stolti mestrini, milanesi, veneziani, vicentini, e financo papozzani: ma cosa siete emigrati a fare là nel mondo povero! Tornate qua dove si prospera! Dai, adesso faccio il serio per un attimo. Tremonti parla di reddito ma anche ricchezza nel senso dei patrimoni. Può darsi che abbia ragione (tranne che nella ridicola parte ergo) ma non posso verificare visto che come sempre non cita la fonte dei propri dati. Ma anche se così fosse cosa dovremmo dedurne? Leggere o rileggere il post di Sandro per convincersi che potremmo dedurne ben poco.

Poi va sul tecnico e il concetto del paese duale ce lo spiega sfoggiando un po' di teoria statistica:

Quando guardi quell'1,1% devi sapere che la media non è mediana, che le medie italiane sono quelle in cui uno mangia due polli e uno non mangia neppure un pezzettino del pollo.

Nell'esempio scelto, purtroppo, la media e la mediana coincidono. Vabbé, basta, che a forza di sentir parlare di polli mi è venuta fame. Vado a concludere.

Per concludere, appunto, meritano attenzione le dichiarazioni a margine della firma dell'accordo del presidente dell'ABI e del Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari. Che dichiara:

Vogliamo svolgere il nostro ruolo insieme alle parti sociali per aiutare il Paese a crescere.

Ma che bravi, ma che buoni, i banchieri italiani. Loro pensano al bene del paese, mica come quei perfidi bankers stranieri che pensano solo ai bonus e alle stock options! Noi abbiamo i banchieri umanisti, loro i banchieri della tecnofinanza (infatti se ascoltate bene l'audio della conferenza stampa a un certo punto Voltremont dice piu' o meno: "la diagnosi e' che la crisi e il male (sic!) stanno nelle banche degli altri paesi"!). Ha proprio ragione, sig. Giuseppe. Mi ha aperto gli occhi: da Siena, dove volevamo invitarLa a discutere con noi le gesta del Ministro Tremonti da noi descritte in questo libello, mi hanno informato che nessuno dal Monte dei Paschi vuol venire a parlare con chi parla male di Voltremont. Fate bene, fate benissimo. Ora l'ho capito!

Ah, dimenticavo. Ad inizio conferenza stampa Tremonti ha chiesto un favore ai giornalisti:

La preghiera è di prendere in considerazione le cose che cerchiamo di dire e di aiutarci nell'interesse del paese a rappresentarle nel modo più corretto.

Vede che in fondo le voglio bene, Ministro? Ho esaudito esattamente la Sua preghiera, nell'interesse del paese. Che anch'io son patriota, a modo mio. Viva l'Italia.

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Commenti

Ci sono 155 commenti

mi hanno informato che nessuno dal Monte dei Paschi vuol venire a parlare con chi parla male di Voltremont. Fate bene, fate benissimo. Ora l'ho capito!

Se non lo sai te lo dico io : Il MPS è alla canna del gas, anche grazie alle decisioni di D'Alema di fargli ingoiare Banca121 e Antonveneta, difatti il MPS ha richiesto il maggior valore di Tremonti bonds: 1,9 Mld di euro.

Sta emettendo obbligazioni al 3% e sull'interbancario è tiratissimo, inoltre le circolari interne MPS prevedono 0 aumenti di fido fino al 31 maggio: le direttive sono di tirare per le lunghe, questi dipendono dal Tesoro e da Banca d'Italia anche per la carta igienica. Glissano, certo che glissano, che vuoi che facciano ?

 

 

In che senso emettere obbligazioni al 3% sarebbe prova di "esser tirati"? A seconda delle caratteristiche dell'emissione potrebbe anche essere una figata, dal punto di vista della banca. L'ultima emissione loro che mi è passata davanti, tipo 3 febbraio, era un covered bond a 7 anni con rendimento equivalente al tasso mid-swap di pari scadenza più uno spread di 185 bps (>5%). Mi sembra che il loro problema sia sul fronte patrimoniale, ovvero mettersi per tempo in regola con basel 3 e questo perché la fondazione nn può ricapitalizzare, nn ha abb. soldi, ma nn vuole essere diluita. Per questo stanno facendo i salti mortali con operazioni di capital mgment nn sempre trasparenti, come l'ultima sugli immobili. Forse è a questa cartolarizzazione che ti riferisci col 3%? Sul fronte delle scadenze e della liquidità, ad uno sguardo cursorio ai 9m 2010, nn mi sembrano messi malissimo, un loan to deposit sotto l'unità, 9mld come collaterale bce (in proporzione alle dimensioni della banca, ad occhio in linea con molti peer italiani e non). Un cost of risk relativamente contenuto rispetto ai peer italiani: la qualità degli attivi nn è poi così male, insomma. 

 

Ecco cosa significare governare per Voltremont: fare in modo che lo stato, per interposta persona giuridica rappresentata dalla Cassa, metta il naso in più banche e imprese possibile. Ovvero, iniettare nell'economia una bella dose di statalismo. Un momento, ma non è questo lo stesso fantasioso duo che appena 5 giorni fa ha annunciato una riforma costituzionale per realizzare la rivoluzione liberale dell'economia?

 

Purtroppo non e' una novita' per il Belpaese, e questa concezione social-statalista dell'economia "liberale" risale ad ancor prima degli anni '30. Gia' nel 1891, Vilfredo Pareto aveva capito bene l'andazzo (e ne aveva tracciato l'origine alla crescente influenza culturale della Germania guglielmina, in particolare di Bismarck, sul giovane stato italiano):

Le comte de Cavour avait donné au gouvernement une impulsion libérale dont les effets
continuèrent à se faire sentir quelque temps après sa mort. Admirateur sincère des libertés
anglaise et du self-government, il n'en perdit jamais de vue les principes, même quand il était
absorbé par son oeuvre capitale : la création du royaume d'Italie. Le prestige de sa haute
intelligence et le succès qui avait couronné ses efforts entraînèrent ses collaborateurs à le
suivre dans la voie qu'il avait tracée et les y retinrent quand il eut disparu. Mais bientôt une
lente désagrégation s'opéra dans leurs rangs. Un fort petit nombre des membres de la droite
demeura fidèle aux principes libéraux ; le plus grand nombre pencha peu à peu vers la
centralisation, l'exagération des attributions de l'État et une partie en arriva à un socialisme
d'État plus ou moins déguisé.

L'Allemagne avait vaincu. On ne parlait que de la vertu, de la morale, de la science
allemande. Et encore fallait-il distinguer. Vertu, morale, science ne pouvaient se dire vraiment
allemandes qu’autant qu’elles étaient agréées par le tout-puissant chancelier. L’économiste
Schulze-Delitzch, par exemple, était bien Allemand, mais sa science ne plaisait pas, ou,
pour parler plus exactement, ne plaisait plus au prince de Bismarck. Elle était infectée des
doctrines de l’école de Manchester et ne méritait nulle attention. La bonne, la vraie science
économique allemande était celle que les socialistes de la chaire avaient tirée de leur propre
fond, et c’était seulement dans leurs écrits qu’elle brillait de toute sa gloire.

 

Ho ascoltato la conferenza stampa. Trascrivere le farneticazioni è fastidioso, ma i contnuti sono davvero allucinanti e ci garantiscono che non abbiamo speranza in nulla se non nell'uso improprio di Cassa Depositi e Prestiti. Oh! rilevante è anche la piaggeria succube e servile di passanti con la penna in mano che si definivano giornalisti. Non c'è limite alle cazzate che ascoltano e riportano diligentemente e poi pubblicano. Lo farebbero anche se se ne rendessero conto.

 

rilevante è anche la piaggeria succube e servile di passanti con la penna in mano che si definivano giornalisti.

Assolutamente: con una platea cosi' addomesticata non c'e' speranza che l'informazione possa funzionare in questo paese come funziona in una normale democrazia.

L'unico giornalista che ha fatto una domanda seria a Tremonti (un giovane con la barba, molto professionale) e' stato sbeffeggiato dal ministro in maniera indegna -- gli ha detto qualcosa come "vede, lei pensa al contrario" -- e il merito della domanda eluso.

Guarda, le cazzate della conferenza di ieri le ho viste stamattina al TG1 e la sensazione che mi hanno dato è stata quella di un intervento studiato ad hoc per lavare con la candeggina il Cav. dalla merda alzata dal caso Ruby & co.

Credo che la funzione sia solo quella, per il resto mi sembrano provvedimenti da amministrazione ordinaria, non certo riforme straordinarie.

E' solo un lavoro di immagine per ripulire SB, vedrai fra breve ripartirà con i viaggi in Abruzzo e a Napoli oppure con la nuova emergenza degli immigrati a Lampedusa, perfetta per un set cinematografico dell'Istituto Luce che metterà in evidenza le eroiche gesta del nostro formidabile condottiero che sta trasformando l'Italia nella 2^ potenza economica mondiale. Non sto facendo una parodia è quello che prevedo accadrà nelle prossime settimane. 

Sempre pronti ad accusare voi di NFA, e non pensate mai alle difficoltà del duo comico, che hanno meno potere di un qualsiasi usciere di un ministero. Loro vorrebbero essere liberisti (hanno comprato il kit liberisti in un giorno alla standa), solo che l'articolo 41 della costituzione li obbliga a fare gli statalisti. Abbiate un po' di pazienza, quella decina di anni per modificare l'articolo della costituzione e poi vedrete.

Nel frattempo dieci anni di risate assicurate!

 

Il problema vero (imho) è che crescere attraverso il pubblico (droga pubblica) è un ottimo spot elettorale per tutti i governi (almeno qui in Italia): si creano posti di lavoro, la disoccupazione diminuisce, il governo pubblicizza questo e gli elettori lo rivotano..peccato che poi sia tutta uan crescita temporanea e fasulla, ma questo non viene detto. Per il politico ciò che conta è il breve termine..e su questo aspetto, la droga pubblica è perfetta..

dopo la crisi tremonti e company hanno iniziato a giocare (indubbiamente bene) sui termini "nuovi" (almeno per l'uomo comune) che la crisi ci ha lasciato, come finanza creativa, speculazione etc etc...partendo da questo, una volta indottrinati per bene i cittadini, iniziano l'offensiva: gli altri paesi crescono di più per via della finanza etc etc, mentre noi no.

 

Peccato che nessun giornalista (e nemmeno i politici dell'opposizione) facciano notare che il nostro problema è causato dalla droga pubblica degli ultimi 30 anni e che, questo governo, pensa di risolvere il tutto con...altra droga pubblica...

 

Una domanda a quelli che abitano all'estero: è normale che il PdC ed un Ministro del Tesoro tengano conferenze stampa facendo continui riferimenti e confronti con i paesi stranieri? Oltretutto per sottolineare quanto siam bravi noi e fessi loro? Fan così anche Zapatero, la Merkel ed i loro pari ruolo?

Mi sembra una cosa di una "provincialità" assoluta, oltre che cafona!

PS

Oltre che inutile, come diceva la mamma: "Se il tuo amico si butta nel pozzo che fai? Ti ci butti anche tu?"

 

Ma come potrebbero che "noi siamo i migliori"

Farebbero brutta figura , non sono masochisti spero!

 

Oltre che inutile, come diceva la mamma: "Se il tuo amico si butta nel pozzo che fai? Ti ci butti anche tu?"

 

Lo diceva sempre anche la mia, davvero!

Provo a fare l'uomo medio.

Di economia non so niente, sono mediamente bravo nel mio lavoro, ho famiglia ecc...

Quando Tremonti, che mi sembra uno tosto, parla di economia e massimi sistemi gli credo.

Ma come cavolo posso credergli quando dice "il nord italia è la regione più ricca del mondo!?!"

Come posso credergli se tutte le volte che l'amico torna da un viaggio all'estero (in qualsiasi posto all'estero) i commenti che faccio sono "là sì che le cose funzionano altro che italia" oppure "oh ma là sì che girano dei soldi"!?!? Sembro quasi un politico, che si contraddice a giorni alterni.

Quale cacchio di uomo comune si può bere l'idiozia che in Svizzera siano mediamente più poveri di noi!?!

Epporcaputtana!

 

Non si può  vivere troppo a lungo con dissonanze cognitive, specie se il sistema istituzionale, giornalistico e le relazioni di lavoro inducono a rimanere dentro al recinto.

Ergo si preferisce credere alle stronzate che citi. 

Ad ora dalle parti di Giannino e sodali tutto tace.

A me quello che sembra (vorrei dire sconvolgente, ma ormai non mi sconvolge quasi più nulla) incosciente da parte di questa classe di-reggenti è che non si rendono conto della gravità della loro stupidità.

Dai dati del The Economist suggeriti, per restare in tema di PIL, è sconvolgente la seguente classificazione:

2010: Su 58 paesi, Italia ha avuto un PIL (+1.1%) più alto solo di 9 paesi (Grecia, Spagna, Ungheria, Norvegia, Venezuela, Islanda, Irlanda, Lattonia, Lituania).

2011: Questi 9 si assottigliano a 6 secondo le previsioni; Norvegia, Ungheria, Lattonia e Lituania avrebbero una crescita maggiore, ma il Portogallo più bassa (da notare che con tutto il parlare durante il 2010 del Portogallo in crisi, Portogallo qui...lì..alla fine il Portogallo ha registrato una crescita maggiore (+1.3%) di quella italiana)

Quando si dice la coda bassa!!

Purtroppo il problema di Tremonti, Berlusconi & Co. non é di cattiva informazione o scarse conoscenze economiche. E' un problema psicologico di dissonanza cognitiva.

http://mgiannini.blogspot.com/2009/12/cognitive-dissonance-case-of-italy.html

Come tale l'unico modo per "sopravvivere" é mediante fallacie:

http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_fallacies

http://it.wikipedia.org/wiki/Classificazione_delle_fallacie

Se ci fate caso l'unico sistema che hanno quando parlano é di raccontare scemate facendo finta di ragionare, normalmente ab contrario. Salveranno gli alieni l'Italia?

 

Già il buon vecchio L. Festinger

Grazie. Evidenziare la follia e le contraddizioni del duo SB-GT è sempre opera meritoria.

 

Chissà cos'avranno ricevuto in cambio le banche. Io un'idea ce l'ho.

 

Ti va di rendere esplicito il tuo pensiero?

 

 

 

Chissà cos'avranno ricevuto in cambio le banche. Io un'idea ce l'ho.

Ti va di rendere esplicito il tuo pensiero?

 

Scusa, Luigi, mi sono accorto adesso di non aver mai risposto alla tua domanda.

Be', non si tratta di un pensiero molto profondo. Brevemente: per le banche italiane (che sono buone nelle intenzioni e nei bilanci, vuol dare a credere Tremonti), come per le altre banche in giro per il mondo (che sono cattive nelle intenzioni e nei bilanci, vuol dare a credere Tremonti) non e' esattamente un momento d'oro.

Potrebbero arrivare tempi peggiori, oppure da un momento all'altro potrebbe scoppiare qualche malcelato bubbone (vedi il commento di Marco, sopra, sulla situazione di MPS). A quel punto un bail-out pubblico (magari in forma soft, tipo la rinegoziazione dei Tremonti bonds, o una nuova iniezione degli stessi, oppure un bel prestito infruttifero dalla Cassa Depositi e Prestiti, e cosi' via) varrebbe parecchio, e Tremonti (da Via 20 settembre o da Piazza Colonna) non farebbe certo mancare il suo aiuto a chi gli ha permesso di stringere questo sacro patto con le PMI.

Tutto si tiene: una mano lava l'altra e insieme fottono in contribuente (e in particolare l'operaio di Pomigliano/Mirafiori, vedi l'illustrazione di Michele sotto).

Non c'è nulla di cui stuprisi sulle sparate di Voltremont che sono poi equivalenti alle pazzie patrimonialistiche di Uolter o dell'amico di Craxi. Per capire come funziona un'attuale democrazia suggerisco le seguenti letture, per me sono state davvero illuminanti e lo sono forse perchè testi piuttosto vecchi non ancora addomesticati dal conformomismo democratico. Merito in particolare di Cochin è stato tra l'altro quello di spiegare come si sia sviluppato così subdolamente ma pervasimante

J. Talmon "Le origini della democrazia totalitaria"

R Michel "Political parties: a sociological study of the olygarchical tendencies of modern democracies" (si trova persino online)

A. Cochin "Lo spirito del giacobinismo"

Quest'ultimo è molto utile per capire come si possibile che il sistema politico e i partiti voltino così sistematicamente le spalle alla realtà

 

ma dai ma sono masochisti nel PD... ma che hanno in testa...

http://www.repubblica.it/politica/2011/02/17/news/prodi_bindi-12556107/

Mi si perdoni l'ardire del distogliervi da Voltremont ma vorrei puntualizzare un paio di cose sull'accordo, visto che nell'articolo se ne parla. Premessa, sono con altri presenti qui uno degli zii dell'accordo.

E' stato comunque molto importante per molte PMI (190.000 ne hanno usufruito) nel momento peggiore della crisi, ma anche per le banche che in molti casi avrebbero avuto problemi ad avere rientri regolari con relativo possibile peggioramento dei bilanci per incagli.
L'allungamento del periodo di ammortamento permette di migliorare i flussi, se il calo del fatturato è stato forte, i flussi lo seguono, e non è detto che uno riesca a pagare la rata pre-crisi. Quindi questo è l'obiettivo.

La CdP interviene per "esplorare" la possibilità di "attenuare i costi di provvista" delle banche. Con 2000 distinguo tra l'altro.

Poi naturalmente uno può contestare la segmentazione della rappresentanza in Italia (anche se c'è chi lo ha guidato e chi lo ha semplicemente firmato, as usual).

Ma moltissime PMI lo chiedevano a gran voce. E lo si è fatto.

Purtroppo è un Tiff quindi non si copia ma chi lo volesse mi mandi una mail a renato.cifarelli at gmail e lo mando volentieri.
Tanto per parlare sui dati.

Se è per questo forse quell'accordo è arrivato addirittura in ritardo, quando una parte dei buoi era già crollata.

Ma il problema è l'intervento della CdP, foss'anche nei costi di provvista delle banche (in un commento sopra facevo notare che il MPS ha problemi da questo punto di vista), morta l'IRI la CdP ne sta prendendo il posto. E la Banca(rella) del Mezzogiorno pure nasce con intenti dirigisti assistenzialisti.

Infine è meritorio intervenire sulle PMi, ma proprio uno studio MPS evidenziava che le sofferenze e gli incagli erano in larga parte nelle Grandi Imprese, e nei contractors statatli, le PMi soffrivano di conseguenza, allungare le scadenze delle PMI per lo Stato Italiano ha significato anche evitare di pagare nei termini molti fornitori, e tener fintamente basso il deficit. Discorso lungo, ma GT non ha/aveva alcuna intenzione di "salvare il mercato", ma solo evitare una raffica mostruosa di decreti ingiuntivi alle Casse dello Stato.

Certo, Renato, il merito dell'accordo e' importante. Parliamone.

La prima cosa che mi viene da chiedere e': qual e' il tasso di accettazione delle domande di moratoria? Se questo e' minore del 100% (come credo sia) chi e come decide se una PMI e' in difficolta' temporanea a causa della crisi oppure in difficolta' strutturale perche' ha fatto gli investimenti sbagliati, o e' fuori mercato, o e' gestita male?

Tecnicamente questo accordo permette alle PMI di fare una ristrutturazione/rinegoziazione dei propri debiti. Se questo e' anche nell'interesse delle banche, come suggerisci, perche' non si mettono d'accordo privatamente? Perche' devono entrarci il governo e tutte le associazioni di categoria? Dov'e' l'esternalita' che giustifica l'intervento pubblico?

Indubbiamente in questo modo si sono mantenute in vita molte PMI strutturalmente sane ma temporaneamente insolventi (assieme a tante altre che invece dovrebbero uscire dal mercato). Ma questa e' una cosa che il mercato del credito dovrebbe saper fare meglio di Tremonti, no?

 

Ma moltissime PMI lo chiedevano a gran voce. E lo si è fatto.

 

Anche gli operai di Pomigliano e Mirafiori chiedevano a gran voce sussidi pubblici alla FIAT, così da poter evitare certi turni di lavoro e certe regole di comportamento. Temporaneamente, almeno, finché durava la crisi, capisci?

Per LORO, Renato, non lo si è fatto!

Se stavi cercando di confermarmi che non solo questo è un governo di merda ma che i piccoli imprenditori italiani (almeno 190mila di loro) sono contentissimi di contribuire a mandare il paese a fare in culo più di quanto già non lo sia, purché ci possano ricavare in cambio qualche sussidio di breve periodo (pagato con le tasse dei lavoratori dipendenti ed i tagli alla ricerca) ci sei riuscito.

Complimenti, ottimo lavoro. Sono veramente fiero di Confindustria-PMI. Siete dei coraggiosi imprenditori. Guardate la concorrenza ed il mercato straight in the eye, e poi chiamate "Voltremont, Voltremont, ruba agli altri per dare a noi!". La disciplina del mercato, di cui ci riempiamo la bocca in ogni articolo de L'Imprenditore, che la si applichi agli altri. Noi mica votiamo PdL/Lega per niente, e che cavolo!

 


 

Tre grafici per supportare quanto dichiarato da GT 

 http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/GDP_at_regional_level

·         Il nord-est italiano è fra le regioni più ricche d’Europa (1° grafico) insieme all’area di Londra, Parigi, Belgio, Lussemburgo, Baviera, Austria..

·         Tutto il centro-nord italiano ha sottoperformato, nel 2007 rispetto al 2000, la crescita media UE di oltre il 10% (2°grafico), la peggior performance in tutta Europa

·         Delle 400 “regioni” nelle quali Eurostat suddivide l’Europa la Lombardia si posiziona al 60°, quindi non è la più ricca per reddito pro capite (3° grafico), ma è comunque nel 1°quartile

 NB: valori espressi in PPPs (purchasing power parities) al 2007


 

 

"Più ricca del mondo" non può essere interpretato. Vuol dire: più ricca del mondo.

Non "tra le più ricche d'Europa" o "nel primo quartile".

La Sampdoria l'anno scorso era "nel primo quartile" delle più forti squadre italiane, però non può dire "abbiamo vinto lo scudetto".

Siccome i signori non erano al bar, ma in una conferenza stampa ufficiale del governo italiano e, siccome non sono due pirla sprovveduti, si spera che sappiano la differenza e si suppone che abbiano detto deliberatamente una cosa falsa.

 

 

Grazie, Jacopo, questi dati sono molto utili.

Tremonti doveva pero' riferirsi ad altri dati perche' parlava di (patrimonio + reddito) pro-capite, non di solo reddito. O cosi' capisco io, almeno.

A parte questo, e oltre a quello che ti scrive Ruggero in risposta -- che e' sacrosanto -- c'e' il fatto che il mondo non coincide con l'Europa.

Dire che il nord e' la regione piu' ricca d'Europa ergo del mondo e' una cagata.

Sul sito dell'OCSE c'è una mappa interattiva regionale

Le regioni in giallo/ocra/arancione hanno GDP per capita ppp maggiore della Lombardia, che è praticamente uguale a quello del Kansas.

Avrei un grande curiosità: Tremonti quando partecipa ad incontri internazionali, che ca....cavolo racconta agli altri ministri? E' pensabile che racconti cose diverse dalle perle che ascoltiamo sistematicamente noi fortunati italioti?

sei certo che gli altri ministri siano migliori?

l'unica cosa positiva è che hanno staff decenti e consci dei loro limiti li capiscono ed ascoltano.

tremonti è lo staff di sè stesso

Non dimenticare poi che i vari paesi sono dei competitors e nessuno ha interesse ad informare un paese che il suo ministro è unfit.

Se in un piccolo paese ci sono due pannettieri ciascuno con un garzone per le consegne 

se il garzone di A combina solo pasticci , allontana i clienti e il suo datore di lavoro non se ne accorge pensi che B lo aiuti ad accorgersene?E' nel suo interesse?

 

E' pensabile oltre che confermato che nessuno lo ascolti più, come del resto non ascoltano più da un po' Berlusconi...o Frattini...

Un incoraggiamento generale, su! Tanto il peggio ha ancora da arrivare. Vedrete quando si approssima il 6 aprile, ovvero quando non verrà accolta qualche procedura dei difensori dello statista di Arcore. Ovvero quando dovesse succedere qualche casino sui mercati finanziari. O tutto insieme.

Il peggio sarebbe se venisse assolto.

Non ho capito bene se questo nuovo accordo è in linea con quanto promesso a Scilipoti in tema di banche e signoraggio: http://www.youtube.com/watch?v=YxfK-tpDKiU

Spero mi possiate aiutare, grazie.

Nel video si parla della creazione di un dipartimento interministeriale per il monitoraggio e la risoluzione dei contenziosi con le banche.  Mi sembra che voglia dire ben poco, visto che non si sa né quali ministeri saranno coinvolti né cosa questo dipartimento possa fare al fine di ripianare questi contenziosi.  Tirare fuori altri soldi pubblici?  A questo punto sono quasi tentato di approfittarne (almeno iscrivo anche all'attivo - e non più solo al passivo - questa politica economica).  Scherzi a parte, quanto promesso nel video mi sembra si riferisca solo a delle poltrone senza un reale potere: uno spreco di denaro ma senza troppe conseguenze a cascata (spero che oltre allo stipendio sicuramente a 6 cifre non gli diano anche un budget, a questi qui).

Non capisco però cosa c'entri il signoraggio, visto che si parla di soggetti che con il signoraggio non hanno nulla a che fare (tralasciando il fatto che parlare del problema del signoraggio in area euro mi sembra una sciocchezzuola, per non dire di peggio).

Non ho capito bene se questo nuovo accordo è in linea con quanto promesso a Scilipoti in tema di banche e signoraggio

Signoraggio hanno già risposto. Ma Scilipoti è magnifico. Magnifico solo per fare guardiania notturna in un parcheggio.

Cari amici, professori, appassionati di noisefromamerika,vi riporto le dichiarazioni di qualche minuto fa al G20 del nostro grande ministro dell'economia:

"In questo momento la discussione sulla speculazione sta avanzando. Le materie prime, tradotte in italiano sono il grano, il riso, il cibo, il petrolio. Due anni fa mi rispondevano che la speculazione non esisteva, che era il mercato a stabilire i prezzi giusti: adesso cominciano a capire che la speculazione può destabilizzare, pochissimi guadagnano moltissimo e moltissimi perdono tantissimo".

Tremonti ha ricordato che le rivolte in corso in questi giorni nel Nordafrica hanno fra le loro cause proprio il rincaro dei prezzi alimentari, e le ha chiamate "rivolte del pane". "Non è vero - ha ribadito - il mercato non fa i prezzi giusti. La giustizia impone anche di evitare la speculazione".

Non so voi, mai io rimango sempre più colpito dall'incompetenza di Tremonti!!!!

Maledizione, non si riesce a stargli dietro. Anche queste dichiarazioni meriterebbero un post sbugiardatore. La fortuna di Tremonti e di qualche altra dozzina di cialtroni di primo piano e' che la gente come noi ha da fare: c'e' da fare ricerca, da insegnare, da dedicare tempo alla famiglia. E non resta mai abbastanza tempo. Non fraintentedemi: non sto dicendo che io sono intelligente, solo che lui e quelle dozzine sono oltremodo stupidi rispetto alle responsabilita' che hanno.

effettivamente mi sembrava che al coro mancasse solo lui, ma puntualmente è arrivato!

e sempre col tono di quello a cui la storia dà ragione (contro ogni evidenza, ma vabbè...) e che ha precorso i tempi, in beata solitudine.

Rimane sempre il fatto che per dimostrare una tesi, compresa quella della speculazione, un minimo di dignitosa serietà imporrebbe di mostrare una analisi e dei dati a dimostrare l'asserto. Diversamente, sono chiacchiere da bar. e trattandosi di Tremonti è proprio questo il caso.

Al volo, per chiarire che mi sembra vi sia confusione su concetti elementari.

- La PA o altri clienti pagano in ritardo? Fargli causa, incazzarsi, cercarsi altri clienti e non accettare più ordini da chi non paga tempestivamente, eccetera. Non ho capito perché le garanzie di stato debbano essere la soluzione per i ritardi nei pagamenti! Ma che ragionamenti assurdi sono?

- Gli accordi fra sindacati (Confindustria tale è) NON sono accordi fra privati. Sono accordi fra sindacati, propri di uno paese ad economia corporativa, che essi rafforzano ed alimentano. Se davvero il mercato avesse funzionato, Intesa questi accordi poteva farli con le imprese direttamente, una per una, valutando quali fossero efficienti e quali no. Idem per le altre banche. Quello è il mercato. Un accordo fra due sindacati, Confindustria ed ABI, con il mercato c'entra come i cavoli a merenda.

- Se il governo ha solo voluto metterci un cappello inutile Confindustria ed ABI avrebbero potuto dire "Grazie, ma facciamo da soli". Il mercato si difende anche così, dicendo "no grazie" quando è ora. Hanno invece accettato il cappello, che probabilmente non era tanto inutile.

- Una garanzia ha valore economico, o no? Quindi è un sussidio. E delle due l'una: o di queste 190mila nessuna la userà mai (ed allora è inutile e qualcosa decisamente non funziona nel sistema bancario italiano) o qualcuna la usa (ed allora è un trasferimento, punto e fine). Mi sento un po' imbarazzato a dover spiegare perché una garanzia patrimoniale ha valore economico! Ci stiamo per caso prendendo in giro?

- Sull'accordo "quadro" ha già detto Giulio, ma visto che nessuno ha ammesso, lo ribadisco: a cosa serve l'accordo quadro? Certo non a sveltire la procedura (per quella basta un formulario standardizzato ed ogni banca può produrre il suo per i suoi clienti!). L'accordo quadro ha la stessa funzione, ma identica identica identica, del contratto nazionale di lavoro. Ora, devo forse essere io a spiegare a dei piccoli imprenditori italiani perché il contratto nazionale del lavoro fa male alle imprese, ed anche i lavoratori più produttivi?

- Ed infine, basta con questa menata che le banche non sanno fare più le banche!! Ma che cazzata è? Le banche rispondono ad incentivi ed in un paese come l'Italia dove il credito è gestito, controllato, sussidiato, regolato, deciso da governo e sindacati delle varie parti, le banche si adeguano! Com'è che le stesse banche sanno fare le banche in Germania o in Spagna o in USA e non lo sanno fare più in Italia e per questo ci vogliono gli accordi fra sindacati e le garanzie pelose di Tremonti?

- Ed infine, ribadisco, l'analogia con Pomigliano e Mirafiori ci sta tutta. Qui, attraverso la garanzia, si sussidiano imprese deboli e probabilmente non meritevoli di credito mettendole insieme con le buone. Li', SE fossero arrivati i sussidi, si sarebbero protetti quelli che non hanno voglia di lavorare mettendoli insieme con quelli che invece sì. Solo che questa volta un "grido d'aiuto" è stato ascoltato, e l'altro no.

P.S. Grazie Renato per il testo dell'accordo quadro, che è appunto un contratto nazionale ... di concessione credito.

 

più o meno gli stessi argomenti che stavo cercando, con fatica titanica, di ticchettare anch'io. decisamente meglio che lo abbia fatto tu, alla svelta. in effetti marco esposito non è stato brillante, non come al solito.

aggiungerei il ricordo dell'attività bancaria del passato, quando il cappello di criteri non aziendali  era ferreo. avere uno zio vescovo era assunzione certa, e credito facile senza tante storie. è questa la soggettività cui si vorrebbe tornare? il banco di napoli come  ha finito la sua storia secolare? i rating interni sono falliti miseramente  e tutti li stanno riscrivendo in affanno, ma la loro logica impersonale rimarrà un valore, specialmente in italia.

 mi sembra che si confonda anche il capitale di rischio col credito: solo quest'ultimo è pertinenza delle banche, che più di tanto non devono credere a business plan "quinquennali", bensì a garanzie patrimoniali. chi non le ha, ha bisogno di un socio.

 

In liena teorica e di principio non si può che darti ragione. Rimane il fatto che non è una colpa fare affari con la PA e giusto o sbagliato che sia tante, troppe imprese si trovano ingabbiate da un committente pubblico che non paga modificando i cicli di cassa dell'impresa. Contestualmente le banche una stretta l'hanno fatta ed a questo proposito va detto che la troppa fiducia nel credit scoring avrebbe dovuto essere accompagnata da valutazioni che, non di rado secondo la mia modesta personale esperienza, molto personale bancario non è più in grado di fare. A ben rifletterci, quello che chiami contratto nazionale, oltre alle osservazioni puntuali che hai presentato, si presta ad essere considerato come una rinuncia delle banche a fare il loro mestiere.

Nessun litigio, ma vedo proprio che non riuscite o non volete capire. Ed è veramente significativo che, praticamente, vi sia unanimità su questo tema da parte dei piccoli imprenditori che commentano sul blog. Conferma, per l'ennesima volta, che il problema è drammaticamente culturale e che l'insufficienza delle elites italiane anche solo a comprendere dove siano le radici della crisi nazionale va ben al di là della casta politica.

La retorica sulla PA che non paga è, anzitutto, irrilevante per quanto concerne il dibattito sulla natura del "grande accordo delle corporazioni nazionali" sul rinnovo prestiti. Vogliamo accettare questo, o meno? Perché se non si riesce nemmeno a capire questo, allora davvero non vale la pena.

Tanto per mantenere e rinsaldare l'analogia con il metalmeccanico di Mirafiori o Pomigliano: in cambio delle abbondanti tasse che pagano lui e la sua famiglia ricevono servizi pubblici di merda, dall'assistenza sanitaria ai trasporti, passando per la scuola e l'università che (grazie all'evasione fiscale) loro pagano ma non ricevono, mentre altri ricevono anche i sussidi per il diritto allo studio in quanto dichiaranti di redditi falsamente bassi. Se volete continuo la lunga lista dei modi in cui lo stato e la PA fottono regolarmente il metalmeccanico medio italiano. Bene, non ho mai sentito nessun piccolo imprenditore o professionista sostenere che, per quelle ragioni, il metalmeccanico medio abbia il diritto di chiedere che l'azienda in cui lavora venga protetta in modo che lui possa lavorare meno e guadagnare di più della sua controparte serba o polacca. Vogliamo mettercela in testa questa banale verità, o no?

Vedo poi che mischiate regolarmente e sistematicamente i problemi, tutti. Non ho proprio voglia di stare qui a discutere di tutto, visto che il thread è specifico. Odio il benaltrismo del troll quasi tanto quanto quello dei miei amici piccolindustriali. Per cui, smettiamola di svicolare e guardiamo in faccia il fatto:

L'accordo è o non è un accordo da stato corporativo che offre denaro pubblico per sussidiare le parti contraenti (tutte, sia chiaro, banche e imprese)? Lo è, in modo plateale.

P.S. Franco, davvero: viste le condizioni in cui la borghesia italiana (di cui gli imprenditori associati a Confindustria sono parte fondamentale) è riuscita, praticando il suo sano "realismo", a ridurre il paese, io DAVVERO eviterei di prendere la strada predicatoria che sembri prendere nel tuo commento. È una pessima strada, credimi. Mi stupisce dover ricordare, nel 2011, che riempirsi la bocca di "realtà" a fronte di chi, come me suppongo, fa solo discorsi teorici, è operazione abbastanza ridicola visti, appunto, i reali risultati ottenuti ...

 

Conferma, per l'ennesima volta, che il problema è drammaticamente culturale e che l'insufficienza delle elites italiane anche solo a comprendere dove siano le radici della crisi nazionale va ben al di là della casta politica.

[...]

Odio il benaltrismo del troll quasi tanto quanto quello dei miei amici piccolindustriali.

 

Michele, è possibilissimo che ci siano difficoltà a comprendere le radici della crisi nazionale.

E' anche possibile che, pur capendole, in questo momento abbiamo problemi più pressanti (...urgenti, personali, risolvibili as opposed alla "crisi nazionale") da affrontare.

Saremo benaltristi, ma mi pare che nessuno ti abbia detto "l'accordo è ottimo, una figata liberista, così sì che si incentiva la libera competizione che premia i migliori".

Però non si può esaurire la questione in "non c'è miglior momento che qui e ora per iniziare a eliminare gli accordi corporativi che hanno causato gran parte del male in Italia e quindi dateci un taglio e rinunciate".

Michele sfondi una porta aperta.

Anche a me piacerebbe il liberismo corretto, le cose che funzionano, uno stato serio, persone che evadono le tasse in modo "normale" (non è che l'abbiamo solo in Italia l'evasione e dai vostri dati qui in Lombardia siamo allineati all'estero), una giustizia che funziona ecc.

Ma contemporaneamente, per il mestiere che faccio (facciamo) probabilmente mi tocca ogni giorno immergermi nel realismo e adeguarmi, in parte, alla situazione generale.

Come sai non lavoro pel la pubblica amministrazione (per scelta, non paga e non abbiamo fondi per oliare i meccansmi), lavoro per buona parte all'estero e non ho approfittato della moratoria (non abbiamo debiti).

Ma mi guardo in giro e vedo che spesso all'estero le aziende sono ben più sussidiate che da noi, dalla assicurazione crediti statali agli aiuti e detassazioni per chi investe, esporta ecc ecc.

Quindi se devo competere (già con la palla al piede delle inefficienze esterne) con i miei concorrenti e mi metto anche a fare lo schizzinoso e a essere un borghese illuminato e liberista mi metto a combattere con due braccia legate dietro alla schiena invece che una.

Forse per questo noi piccoli imprenditori interveniamo e diciamo che alla fine certi accordi corporativi sono utili ad aiutare un po' di aziende a tenere botta.

Poi sono d'accordo con te (e mi fa girare le palle) che è concorrenza sleale verso chi se la cava con le propri gambe. Ma probabilmente sono talmente tanti anni che sono in Confindustria che sono diventato corporativo senza neppure accorgermene.

Ma ripeto, mi pare che gli aiuti per l'auto li abbiano tirati fuori i governi di tutto il mondo, non solo l'Italia (anzi, forse in questo caso qui meno di altri).

 

L'accordo è o non è un accordo da stato corporativo che offre denaro pubblico per sussidiare le parti contraenti (tutte, sia chiaro, banche e imprese)? Lo è, in modo plateale.

 

 

Odio il benaltrismo del troll quasi tanto quanto quello dei miei amici piccolindustriali

 

L'accordo è un sussidio, un'ingerenza, una distorsione,uno schifo, non ho letto un commento in cui si sia detto che l'accordo è una figata.

Se spiegare perchè una parte, consistente, di Confindustria-PMI ha spinto per avere quell'accordo è benaltrismo non lo so, rivedrò i miei concetti, personalmente non mi piace il benaltrismo (che, secondo me, significa dire: il punto è un altro, e poi partire per la tangente dicendo che so, che la colpa è della speculazione internazionale), per cui non ho idea se mi sta andando a fuoco la coda di paglia, o no.

Mi stupisce dover ricordare, nel 2011, che riempirsi la bocca di "realtà" a fronte di chi, come me suppongo, fa solo discorsi teorici, è operazione abbastanza ridicola visti, appunto, i reali risultati ottenuti ...

E' irrilevante che lo dica, ma non sono un imprenditore. Mi occupo di consulenza di direzione. Nessuno, come conferma ed sserva Marco ti ha dato torto. Né tantomeno ha sostenuto che tu, Michele faccia discorsi teorici. La questione in discussione alla fine riguarda il chi deve e/o vuole cominciare ad opporsi nel concreto a certi meccanismi distorsivi essendo chiaro che per ottenere dei risultati sono inevitabili prezzi da pagare. Voglio prendere ad esempio la battaglia di Fidenato contro il ruolo di esattore che il meccanismo di sostituto d'imposta impone all'imprenditore. Al di là di solidarietà gradita ma solo formale si ritrova da solo e comunque di certo fa una valutazione di costi-benefici compatibile con le sue possibilità ed i suoi obiettivi. Nel caso che qui ci occupa non sono rai i casi nei quali l'assumere una posizione sana e corretta rischiava di significare puramente e semplicemente fallire. Intendo dire che è necessaria una base minima di consenso e condivisione di un certo numero di imprenditori disposti a combattere siffatte battaglie allo scopo di dare visibilità e forza. E per questo sarebbe il caso che le associazioni fossero costrette ad un mutamento genetico.

Ad un imprenditore del campo tecnologie e macchinari medici che istituzionalmente lavora con la sanità pubblica ed è fuori con cifre iperboliche da anni, francamente non mi sento di dar torto se si è avvalso dell'accordo.

Visto che è venuta fuori la questione della P.A. cattiva pagatrice, vorrei chiedere un consiglio ai lettori di questo blog, che probabilmente hanno competenze legali e gestionali migliori delle mie. Capisco perfettamente Renato Cifarelli. Nel mio caso, le librerie commissionarie che ci forniscono non è che hanno molti clienti al di fuori delle biblioteche universitarie, non possono cercarsi altri clienti o uscire dal mercato, e nel mio piccolo cerco di garantire pagamenti in tempi rapidi, al massimo dilazionandoli di una o due settimane per cumulare più fatture e far risparmiare il costo della commissione bancaria.

Però adesso è uscita la l. 136 sulla tracciabilità dei flussi finanziari per gli appalti pubblici, e tutti i sistemi bibliotecari delle università italiane si stanno dannando per capire come adempiere agli obblighi (CUP ecc.), perché le amministrazioni si sono ovviamente mosse "hamfisted and braindead in CYA*" (e uno li capisce pure, i segretari amministrativi pagano di tasca loro la responsabilità contabile) e ti chiedono la procedura anche per un ordine di 50 €, come è successo a me. Senonché, a un certo punto un bibliotecario comunale di una cittadina veneta scrive a un blog di segretari comunali e chiede: "La legge parla di APPALTI, che sono una obbligazione a fare, mentre quando compro i libri in pronta consegna è una COMPRAVENDITA, cioè una obbligazione a dare e quindi non dovrebbe appplicarsi la normativa". 

Qualcuno mi sa chiarire l'arcano? E più in generale: ma la legge non poteva spiegare meglio l'ambito di applicazione? Gli uffici legali delle università non potevano analizzare la legge e indiduarne l'esatta applicazione, fare quesiti al ministero e quant'altro? Poi noi funzionari ci facciamo la figura dei burocrati fannulloni...

*CYA: pararsi quella parte che SB avrebbe flaccida, in amerikano...

 

Marino caro,

premesso che personalmente quest'idea è istintivamente suonata come un delirio, ho posto la questione a un mio collega (un giurista che si occupa specificamente di appalti pubblici). Riporto qui sotto la sua risposta.

[Per quanto mi riguarda, ti dico che ho sempre trovato assurdo che le università lascino la gestione degli acquisti e di tutt l'intricata normativa a riguardo in balia di bibliotecari, amministrativi, docenti capi di dipartimento ecc.) invece che mettere a punto strumenti efficienti di gestione (centralizzazione, linee guida chiare, strumenti informatici ecc.). Sono convinto che ci sia spazio enorme per migliorare i prezzi d'acquisto, le condizioni di acquito, i processi di acquisto]

 

Premesso che in questo fantastico mondo si può sostenere tutto e il contrario di tutto… mi pare un’operazione alquanto ardita sostenere che gli acquisti di libri effettuati da un’università XXX non ricadono nell’ambito di applicazione della normativa sulla tracciabilità, in quanto la natura dell’obbligazione assunta (di dare e non di fare) escluderebbe la ricorrenza di un contratto di appalto pubblico quanto piuttosto di un contratto di compravendita.

A parte il fatto che non si capisce per quale motivo – seguendo per assurdo il ragionamento prospettato dal nostro amico  – al legislatore non interesserebbe tracciare i movimenti finanziari conseguenti a “contratti di compravendita”, esistono (ahinoi) anche gli appalti pubblici di forniture, ossia appalti pubblici aventi ad oggetto l’acquisto (ovvero la locazione finanziaria ovvero la locazione ovvero l’acquisto a riscatto) di prodotti.

Se si trattasse di un’Amministrazione di altra natura ad acquistare libri/pubblicazioni (ossia non un’università), si potrebbe forse provare a sostenere che tali acquisti rientrano nelle spese minute e di non rilevante entità, necessarie per sopperire con immediatezza ed urgenza ad esigenze funzionali dell’ente (non compatibili con gli indugi della contrattazione e l’emanazione di un provvedimento di approvazione), rispetto ai quali la normativa prevede la possibilità per il cassiere di utilizzare il fondo economale (in tal modo sottraendoli di fatto agli obblighi di tracciabilità). Come ci dice l’AVCP, la gestione di tali spese “avviene secondo modalità semplificate sia per quanto riguarda il pagamento (per pronta cassa), contestuale all’acquisto indifferibile del bene o servizio, sia per quanto concerne la documentazione giustificativa della spesa”. Tuttavia, nel caso di un’università XXX ho qualche dubbio che possano essere considerati alla stregua di acquisti di non rilevante entità…

Né può aiutare il tuo amico la tipologia di procedura adottata per affidare la fornitura di libri (sono soggetti agli obblighi di tracciabilità, infatti, anche i contratti in economia, compresi gli affidamenti diretti)

Forse è meglio se si attrezza per tempo a chiedere il CIG!!