Una brutta giornata su nFA?

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Ieri è sembrata essere una brutta giornata su nFA, o forse no.

A parte l'annuncio per la cena in onore di David Cass, ieri abbiamo messo due posts sul sito.

Uno di Giorgio che commentava esterrefatto la decisione del (vice) ministro delle finanze uscente di rendere pubbliche ed accessibili in modo anonimo, via web, tutte le dichiarazioni dei redditi degli italiani. Uno mio che voleva (e tuttora intende, la voglia non m'è passata) iniziare una riflessione sui miti che rendono oggi gli italiani e la loro classe dirigente incapace di intendere cosa gli sta succedendo, e cosa dovrebbero fare.

In entrambi i casi la discussione è degenerata, non tanto per qualche scambio di insulti ma per il contenuto e la natura dei commenti. Allo scambio di insulti, soprattutto in coda al post mio, ho contributo pure io e me ne pento solo parzialmente: ho già spiegato perché al lettore in questione, e non mi dilungo ulteriormente. La regola secondo cui prima di parlare bisogna documentarsi e prima di criticare occorre motivare, vale ancora e sempre varrà. Il punto non sono le parole "offensive" e i sintomi d'irritazione reciproca, il punto sono i contenuti dei commenti e la loro (quasi totale) biforcazione: Guelfi da un lato, Ghibellini dall'altro.

Partiamo dal post di Giorgio il quale, vivendo negli USA da un pezzo, si è abituato ad una certa nozione della privacy diffusa in molti posti del mondo (sembra che in Finlandia ed in Svezia non lo sia) a fronte della quale la decisione di VV sembra semplicemente folle. Dopo aver esposto la sua sorpresa, Giorgio concludeva il suo post dicendo:

 

La cosa è al di là del bene e del male, questo è chiaro, ma la domanda interessante è: perché l'ha fatto?

 

Esatto, perché l'ha fatto? A che serve che, una settimana prima di passare la mano, un ministro praticamente senza più alcun potere compia un atto del genere? Cosa cerca? Cui prodest?

Il dibattito che ne è seguito ha, con pochissimissime eccezioni, ignorato allegramente la questione posta da Giorgio concentrandosi su di un punto secondario: ha ragione (perché la legge glielo permette) vs ha torto (perché incita all'odio contro i ricchi/poveri/evasori). L'asse di divisione è banale, anche se a volte occultato da paludazioni ideologiche o pseudo tecniche. Se sei di "sinistra" vuoi che lo stato controlli tutto, VV ha fatto benissimo, i redditi di chiunque vanno resi pubblicissimi, lo stato ha il diritto e il potere di farlo, chi protesta è fondamentalmente un evasore fiscale. Se sei di "destra" vuoi che si condanni VV, che si riconosca in egli il vampiro che tutti sappiamo essere, eccetera. Insomma: reazioni, fatte poche eccezioni, pavloviane. Il dibattito continua ancora ma il contenuto analitico del medesimo è zero: ognuno difende la posizione della propria parte politica.

Il mio post ha avuto un destino persino peggiore: il primo commento (classificabile, forse arbitrariamente ma non credo, come di "destra") m'ha rimproverato di non aver messo all'indice il mito preferito (della parte avversa): la resistenza antifascista e la costituzione che questa ha generato. Lasciamo stare il lato ironico (la costituzione italiana io la gradisco poco, ed era uno dei miti pronti in lista; la resistenza, invece, la trovo un'ottima idea anche se di minoranza) e concentriamoci sulla reazione: pavloviana. A questa prima reazione pavloviana di "destra" segue subito una legittima difesa (di "sinistra") della resistenza che però immediatamente richiede io metta all'indice un altro mito, questa volta preferito dalla parte avversa a quella avversa: il mercato e la concorrenza. Lasciamo stare l'ovvio fatto secondo cui mercato e concorrenza sono oggi in Italia un "mito" nel senso che per vederli occorre sognarseli, e concentriamoci sulla richiesta: pavloviana. Poi è arrivato un altro, anche questo classificabile (forse arbitrariamente ma non irragionevolmente) come di "sinistra" ad incazzarsi perché ... non ho capito perché, ma credo fosse perché avevo detto "male" del sindacato. Non credo abbia capito l'argomento, né abbia un'idea precisa di come funziona la concertazione, né tantomeno di chi era Bruno Trentin (che invoca per ragioni oscure), ma tutto questo è secondario visto che ciò che conta è la reazione: pavloviana

Giorgio aveva suggerito un tema interessante: perché VV ha commesso una tale provocazione una settimana prima di dimettersi? Io avevo suggerito due temi (forse non interessanti): il mito del primato della politica e quello della centralità del sindacato e della concertazione sindacale. Avremmo potuto discutere di ognuno di questi tre temi. Invece cos'è successo? Si è riprodotta la follia della sinistra contro la destra, con noi in mezzo.

Io ho preso sberle (niente di cui preoccuparsi, le ho restituite con gli interessi) sia da destra che da sinistra mentre la domanda di Giorgio è stata ignorata allegramente mentre lui cercava con i suoi interventi, molto più pacati e accomodanti dei miei, di riportare il dibattito ad una dimensone minimamente razionale. A rileggere molti commenti (ripeto, non tutti: alcuni sono deliziosi ed insightful) uno ha la sensazione di essere alla guerra civile: la destra odia la sinistra e la sinistra disprezza la destra. Non c'è terreno di discussione, non c'è valore condiviso, non c'è rispetto. Soprattutto: non ci sono argomenti logici, fatti, dati, argomentazioni magari retoriche ma convincenti. C'è solo l'asserzione cieca dell'errore dell'altro e della giustezza della propria posizione e della propria parte. Non c'è mai, assolutamente mai, la minima probabilità che l'altro abbia ragione qualche volta ed io torto qualche volta, che alcune cose siano giuste da una parte ed altre giuste dall'altra. C'è una divisione netta, che suggerisce un odio profondo.

Sarà che la storia dell'Argentina mi ossessiona, ma quest'atmosfera non mi piace. Forse ieri è stato un giorno particolarmente sfigato ed anomalo, questo è senz'altro possibile. Ma se, ora che nFA è cresciuta, la natura dei commenti dice qualcosa sulla situazione italiana, io non la vedo per niente bene.

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Commenti

Ci sono 40 commenti

Argentina? Interessante paragone. Sto partecipando ad un convegno a Buenos Aires, e mi pare che la nostra situazone attuale abbia almeno altri due elementi in comune con la storia di questo paese: la disoccupazone intellettuale (misurata con il numero di laureati senza lavoro o sotto occupati), e la tentazione di peronismo economico (a proposito, è una distorsione dovuta al fatto che sono all'estero oppure c'è stata una assordante mancanza di pernacchie alla proposta di Fini e Berlusconi di cedere la proprietà di Alitalia tenedone la gestione?).

Entrambe sono il sintomo di un paese in crisi economica e pieno di paure.

L'odio di parte invece, secondo me, è un tratto storico che ci viene da un paese diviso in due blocchi ed è cresciuto dal 94 in poi per lo stile della competizione tra Berlusconi e Prodi. Ed ora è particolarmente alto a causa della campagna elettorale appena finita.

 

 

Argentina? Interessante paragone. Sto partecipando ad un convegno a

Buenos Aires, e mi pare che la nostra situazone attuale abbia almeno

altri due elementi in comune con la storia di questo paese: la

disoccupazone intellettuale (misurata con il numero di laureati senza

lavoro o sotto occupati), e la tentazione di peronismo economico (a

proposito, è una distorsione dovuta al fatto che sono all'estero oppure

c'è stata una assordante mancanza di pernacchie alla proposta di Fini e

Berlusconi di cedere la proprietà di Alitalia tenedone la gestione?).

 

ROTFL! Questa mi era sfuggita. Almeno avessimo il Tango Nuevo. Invece, Jovanotti.

 

Entrambe sono il sintomo di un paese in crisi economica e pieno di paure.

 

Sono appena tornato da una decina di giorni in Italia e la mia impressione e' proprio questa. Un paese invecchiato, confuso e insicuro, diviso sulla base delle differenti irrazionali paure: Rumeni e concorrenza dalla Cina da una parte, precarieta' e disoccupazione dall'altra. No Country for Young Men, e te lo dice uno che ha gia' 54 anni e la barba (quasi) bianca.

 

EH gia questa parte e' proprio vera:

 

Soprattutto: non ci sono argomenti logici, fatti, dati, argomentazioni

magari retoriche ma convincenti. C'è solo l'asserzione cieca

dell'errore dell'altro e della giustezza della propria posizione e

della propria parte. Non c'è mai, assolutamente mai, la minima

probabilità che l'altro abbia ragione qualche volta ed io torto qualche

volta, che alcune cose siano giuste da una parte ed altre giuste

dall'altra. C'è una divisione netta, che suggerisce un odio profondo.

 

Io ho 29 anni e quindi diciamo un'esposizione al dibattito politico non piu che decennale.  Onestamente non mi dichiaro ne' di destra ne' di sinistra, perche piu che alle ideologie bado piu ai fatti. Ho diverse compagnie di amici in Italia, nessuna politicamente attiva, ma una piu marcatamente destro-pensante e una piu marcatamente sinistro-pensante.  E io, discutendo di politica con loro, mi metto sempre dalla parte "critica", passando cosi da destrorso con i miei amici di sinistra e da comunista con i miei amici di destra.  Perche' faccio questo? non perche sono masochista, ma semplicemente perche' voglio capire quanto un'ideologia possa distorcere una visione piu' oggettiva del mondo.

 Beh, la mia poca esperienza conferma il tuo pensiero michele... In Italia, in ambito politico, non si pensa,  non si ragiona, non si bilancia... In Italia in politica si tifa! Eh si, come nel calcio. E quindi  se il colore preferito vince le elezioni si puo festeggiare facendo caroselli per le strado come il 9 Luglio 2006, si puo sfottere il "tifoso" del colore avversario per 5 anni (quando va bene, ossia mai), e si tende a difendere il partito del cuore anche quando fa errori madornali. In fondo al cuore non si comanda...

In un contesto simile, un dibattito basato su argomentazioni e fatti e' pura utopia. Quando ho portato questo argomento ad un mio amico di sinistra dopo le elezioni (ovviamente via email, dato che sono in usa, ecco quello che mi ha risposto:

 

Tu dici "la politica dovrebbe essere razionale e basata sui fatti".

In teoria potrei essere d'accordo. Io dico solo che nei fatti non è

così e non lo sarà mai, che la politica è qualcosa di profondamente

irrazionale che coinvolge sentimenti e tradizioni, perchè l'uomo non è

solo razionalità.

 

 Ovviamente non sono d'accordo con la parte finale (anche perche senno non studierei per diventare un economista), ma credo che se leggi i commenti della maggior parte degli italiani sulla politica quanto sopra non puo' che essere vero. Ed allora addio al dibattito di confronto che davvero manca al nostro paese.

 

 

 

In Italia, in ambito politico, non si pensa,  non si ragiona, non si

bilancia... In Italia in politica si tifa! Eh si, come nel calcio.

 

Non credo che nel resto del mondo sia tanto diverso; e', in politica, una conseguenza del bipolarismo che porta a credere che su qualsiasi argomento ci sia una posizione corretta (la mia) e una sbagliata (la tua): tertium non datur. E' una semplificazione che un po' dipende da come funziona il cervello a dire il vero. Una conseguenza di questo fatto, ad esempio, e' che se da una persona siamo abituati a sentire stupidate riterremo stupido tutto cio' che dice (il che di solito e' il caso ma non sempre). Vedi Grillo, ad esempio. Su dieci che ne spara 9 sono da manicomio ma poi quell'una che magari vale la pena perseguire viene attaccata a priori.

 

E' il motivo per cui trasmissioni tv come Fox news o il Tg4 in Italia o i giornali di partito o fortemente schierati come l'Unita', libero, ilGiornale... - alla gente piace sentirsi ripetere idee che gia' condividono, c'e' da far lavorare meno il cervello e ti da' sempre l'impressione di avere ragione.

 

Michele, non trarre inferenze precipitose: il primo commentatore al tuo post di ieri è stato da te correttamente identificato, sia pure non in senso anagrafico: un soggetto specializzato nel lanciare il sasso, pontificando, ritrarre la mano e mettersi a piangere quando viene contrastato dialetticamente. Fa così da tempo, e anche su altri blog. Riguardo la polarizzazione becera, io sono reduce da un'accusa (fattami da tifosi del cdx) di essere "maccartista alla rovescia", cioè "da sinistra verso destra" (?) per il solo fatto di aver dato ironicamente del comunista a Tremonti. Gian Luca Clementi è avvisato: dopo la sua recensione, avrà problemi a tornare in Italia. E sono anche stato definito "comunista" da un baronetto (inteso nel senso di "piccolo barone") che dal suo ufficio nell'Università di Pavia va a cercare il mio nome su Linkedin e scopre che lavoro per "i comunisti". Come ho già scritto, è una tribù che raglia, ci vuole pazienza. E' lo scotto che si deve pagare quando si diventa conosciuti in rete, e si mantengono aperti i commenti. La chiusura dei commenti o il "big stick" sono la terapia. Sono certo che voi tutti riuscirete a gestire benissimo anche un'eventuale "terza via" alla gestione dei commentatori.

 

La terza via sara' una forma di moderazione che immagino fatta da alcuni volontari fra i lettori piu' fedeli; tutto sara' visibile come prima, ma sara' piu' facile, per chi vuole, scremare o nascondere il noise dai commenti interessanti. Soluzioni di questo tipo funzionano solo se  fatte tecnicamente bene, percio' ci vorra' un po' di tempo per realizzarla, ma secondo me questa e' la strada.

 

mai sottovalutare poi la "maggioranza silenziosa", che legge con profitto articoli e interventi e spesso non commenta per non aggiungere inutile rumore ;-)

 

 

un piccolo intervento lo faccio anch'io. gia' ieri leggendo il tuo post, michele, volevo scrivere due righe. oggi non rinvio.

credo tu abbia ragione. non c'e' alcun senso di superiorita' nelle mie prossime parole, ma tanta amarezza: sono quasi dodici mesi che ho lasciato l'italia ed e' vero che, guardando il nostro paese dall'esterno (che non sono le spiagge del mar rosso dove si va in vacanza, ma il mondo del lavoro e dell'accademia fatta bene) ci si rende conto della trappola culturale e ideologica in cui la classe dirigente ha lasciato (per convenienza, dico io) il paese intero. se per una ragione o per l'altra (la sfiga piuttosto che la recente maggior popolarita' del sito) prevalgono le voci degli italiani di madre patria, si finisce nel siparietto televiso alla vespa, ci si interroga su chi sia VV e su chi non sia, su cosa sia di sx e cosa di dx.....ci sarebbe da discuterne per ore, ma non si puo'. triste aver dovuto parlare di italiani di madre patria due righe sopra, inutile giro di parole che introduce un distinguo pesante da digerire a 25 anni.

agli italiani che sono in italia direi non cadete nel teatrino che vi propinano tutti i santi giorni delle solite persone che dicono le solite cose, delle parlamentari indicate come star perche' siedono di fianco a BS e delle colleghe che curano il look il giorno di insediamento del parlamento. saperci curare, vestire, apprezzare il lusso o piu' semplicemente le cose belle e di gusto, la cornice romana o rinascimentale al percorso casa lavoro sono cose uniche dell'italia e degli italiani. ma non fermatevi li'. non cercate nei principi primi dei padri della filosofia (peraltro citati alla bell'e'meglio) e nell'ideologia politica le spiegazioni ai fatti del presente. lasciate riposare la storia. conoscerla e' si importante perche' rende piu' consapevoli, ma e' nell'oggi e nel domani che si gioca la vita. incazzatevi perche' l'italia e' il paese che cresce meno in europa. pretendete competenze e capacita'. incazzatevi pure perche' se i vostri figli un domani vorranno venire a giocarsela qui con americani e cinesi prenderanno delle legnate da fare paura (le stesse che sto prendendo io ora in un primo anno di phd) semplicemente perche' avranno studiato in un limbo di latino-greco prima e poi di diritto-matematica-marketing-aziendale-bilancio-finanza-storia-piu'tuttelepossibilieconomiedelmondo in un'universita' pubblica italiana. che non sara' la stessa universita' dove avranno studiato i figli dei vostri referenti politici. non esiste il paese perfetto, ma i pochi clusters di eccellenza di cui andiamo giustamente fieri non bastano a reggere l'economia di una nazione. e non saranno certo i morti ad aiutarci ne' la filosofia a renderci piu' felici. cm'on!

 

Amaro lo sfogo di Pd24 e condivisibilissimo.

purtroppo in giro non si può parlare tranquillamente, ci sono delle situazioni in cui non puoi dire con tranquillità quello che pensi, perchè per forza di cose devi essere o di destra o di sinistra...

 

E' stato detto più o meno tutto io non ho nulla da aggiungere. il mio primo posto quì, ma non sarà l'ultima. (questa è una minaccia :P).

 

 

Buon fine settimana lungo a tutti. 

 

Concordo completamente con il contenuto di questo post. Davvero l'aria ormai è pesante, e da un bel po di tempo. Sinceramente, l'acrimonia è la stessa delle discussioni Romanisti vs Laziali, o Interisti vs Juventini, e anche il contenuto delle polemiche. Con un presidente del consiglio che possiede il Milan, non ci si può aspettare niente di meno.

Secondo me l'acrimonia che certa gente mette nella polemica deriva dalla mancanza di giustizia sociale in italia. Dipendenti contro autonomi, è una vecchia guerra, ma ultimamente sta diventando una faida, perché i dipendenti si sono giustamente rotti le scatole degli evasori con il porsche, e gli autonomi si sono stancati delle vessazioni dello stato, che hanno il sapore delle ritorsioni nei confronti di una intera categoria. L'ingiustizia va avanti da così tanto tempo che le posizioni si sono fossilizzate, e le polemiche sempre più acrimoniose. 

Il paragone con l'argentina io lo faccio da parecchi anni ormai. Ho amici argentini, e confermano la mia impressione. Dopo tutto, metà della popolazione argentina ha sangue italiano, questo vorrà pur dire qualcosa, no?

E però vi prego di non sottovalutare mai la maggioranza silenziosa che lavora sodo e che non scrive commenti nei post. Di gente onesta e in gamba in Italia ce n'è ancora tanta, solo che non è abbastanza rappresentata. Speriamo non soccombano e non si trasformino anche loro in ultrà.

 

 

A che serve che, una settimana prima di passare la mano, un ministro

praticamente senza più alcun potere compia un atto del genere? Cosa

cerca? Cui prodest?

 

Ma non era "solo" VICE ministro (seppur con delega alle finanze)? Il tuo lapsus forse risponde all'interessante domanda che hai posto.

 Un saluto.

 

 

 

 

Ouch! Son certo che avevo scritto "(vice) ministro" ...

Mi sa che l'editor che ha approvato il pezzo (yes, nessuno va on line senza autorizzazione di almeno un altro) ha avuto lui il lapsus :-)

Comunque, la possibile risposta rimane ... e coincide con quella che altrove ho provato a suggerire. Ah, il carettere a volte fa brutti scherzi! Ne so qualcosa io ... 

 

 

Benvenuto, Michele, nella squallida normalità dei blogs "italiani scritti in Italia", pregni di tutte le peggiori caratteristiche della vis polemica da "curva sud", acriticamente indisponibile alla discussione civile, inesorabilmente dedita all'insulto di cui sentirsi fieramente orgogliosi (ah, come sono stato "figo": l'ho stroncato quel comunista/fascista/bianconero/nerazzurro/baciapile/miscredente .........).

Avevo già notato la storia che racconta Mario Seminerio - osservatore sempre interessante e puntuale - e la considero assolutamente sintomatica: temo proprio sia un difetto congenito ed è, esattamente, il motivo per il quale mi sono stancato di postare commenti su alcuni di essi e persino di perder tempo, ch'é sempre troppo poco, a leggerli.

Immagino sia, questo, il prezzo che state pagando per il rapido aumento di popolarità di nFA, con l'afflusso di lettori abituati a pensare unicamente in una logica di schieramento ed in cerca esclusivamente di conferme alle proprie posizioni.

Non so dare consigli per arginare il fenomeno, perché la censura non è mai un rimedio e cambiare il modo di ragionare (?) dei bipedi sapiens-sapiens (?) richiede tempi biblici e, forse, è un'impresa disperata ma, vi prego, cercate di mantenere alta quella qualità della discussione che ha sempre contraddistinto queste schermate.

Almeno fino ad ieri. 

 

Piccolo commento da un giovane diciottenne: almeno qualcuno, delle generazioni passate, parla di politica. Oggigiorno i miei coetanei mi evitano quando cerco di spiegare certe cose. Ecco perchè sono veramente preoccupato del destino del Bel Paese.

Comunque credo che quello successo ieri sia stato semplicemente un cattivo giorno, può succedere a tutti i siti. Per fortuna ci sono redattori (corretto chiamarli così?) che richiamano subito all'ordine.

 

Buon lavoro ;)

 

Non stupirti.

Purtroppo cosa aspettarsi da un paese in cui mitologia narra che fu fondato da un tipo che, per il potere, fece fuori il fratello, tale Remo, il paese dei Guelfi e Ghibellini, il paese dei comuni, del calcio come fede, delle assemblee condominiali che sembrano bolgie dell'inferno.

Credo l'unico paese al mondo dove esistono ancora centinaia di migliaia di persone che inneggiano alla lotta di classe.

Qui tutto diventa estremistico, tutto filtrato dall'ideologia quando non dai gruppuscoli di appartenenza. La stessa scuola, o università ragiona più in termini di schieramento che non di serena discussione delle posizioni.

Tutto questo, in un periodo nel quale i migliori a causa dell'ignoranza del popolo bue (perché questa è purtroppo la visione di molti) vengono messi all'opposizione, o addirittura fuori dal parlamento

E naturalmente la democrazia spesso strombazzata in questo caso è malata.

E quindi hanno dentro di se la rabbia sorda dei migliori incompresi.

Questo è il paese del tifo da stadio.

E il tifo da stadio da noi non prevede pietà per l'avversario.

Io nel mio piccolo sul mio blog, a parte qualche stupidata provocatoria ho cercato di dare una mia piccola idea , e ho letto il post (non avevo e non ho letto i commenti) proprio in quel senso: perché?

Secondo me per il discorso lotta di classe.

Tornando alla giornata a tutti capita di avere commentatori poco piacevoli, a me spesso scrivono  "va a lavorare invece di sparare cazzate sul blog" o semplicemente "va a lavorare" (come se chi fa il mio mestiere non lavorasse). E qualcuno è arrivato a mandarmi mail (anonime) con pallottole "alla BR" virtuali o dicendo sconcezze sulla mia famiglia.

Ma ho sempre considerato queste cose uno sfrido del fatto di avere un blog (di piccolo o grande successo) aperto alla discussione.

E con questo ho sempre fatto la scelta di avere liberi commenti perché mi ostino a credere nel confronto.

E che in mezzo a decine di Guelfi e  Ghibellini a volte mi può capitare di avere contatti con persone interessanti capaci di fornire una loro visione delle cose senza preconcetti.

Ascoltando (perché questo è quello che quasi tutti non fanno).

E che il mondo sia pieno di stupidi lo considero un'opportunità per chi non lo è. 

 

Cari redattori di nFa ho 20 anni e sono alle prime armi con gli studi in economia, aspiro in futuro ad abbandonare questo paese che per quanto mi sforzi non riesco proprio a capire. Seguo quasi quotidianamente il vostro blog, vi sono capitato un po per caso(ricordo cercavo di documentarmi su "mechanism desig" accenatoci da un professore in una lezione), quello che mi ha colpito è stata la competenza,la chiarezza e le l elevata qualita dei post e delle discussioni(cosa rara in un paese che vive di slogan e ipocrisia). Ho iniziato a seguirvi con interesse cercando di comprendere anche i temi piu tecnici, leggendo i link via via propost nei vostri articoli (non sapete che fatica per chi quel poco di inglese che sa lo deve ai testi delle canzoni e ad internet), cercando ogni volta di documentarmi e di approfondire la mia conoscenza sugli argomenti trattati; anche se rarissimamente ho lasciato commenti (sono consapevole della mia ignoranza) penso di potermi ritenere intellettalmente patecipe delle vostre discussioni. Volevo ringarziarvi per il vostro lavoro, poichè attraverso questo blog ho imparato a guardare la realtà con occhi piu attenti, a documentarmi prima di azzardare un'analisi o di intraprendere una discussione; non avete idea di quanto possano essere importanti per noi giovani (quanto si abusa di questa parola!!) persone come voi che al di la delle idee ci insegnano a PENSARE(mica facile in un paese in cui il pensiero è una colpa e la maggior parte dei nostri coetanei aspira esclusivamente a partecipare a reality show per approdare a Buona Domenica e diventare vip decerebrati!!).

Grazie per quello che fate e non consentite che i soliti "italianucci facinorosi" degradino le discussioni del blog.

PS altrimenti iniziate a pubblicare in inglese(lo dico contro il mio interesse) che in genere è totalmente sconosciuto all italiano medio.

 

 

penso che michele boldrin parlando dei miei post alcuni non li legga e altri li legga con occhiali un po troppo incasellanti. detto questo aspetto il suo secondo articolo sui miti da buttare. per quanto riguarda il primo ho già espresso la mia opinione (è una risposta in un blog, non un saggio) in merito non nella risposta a cumino (quella è un'altra storia) ma in un altro post, uno tra gli ultimi mi pare. per quanto riguarda la gente che si fa trascinare non creda di tirarsene fuori. per quanto riguarda i riflessi condizionati pure.

per quanto riguarda invece la sua sensazione da guerra civile in qualche modo concordo.

per il post su VV: non mi pare ci fosse così tanta gente pro visco sul blog. anzi è vero il contrario.

cordialità.

 

Caro Michele e cari tutti, a mio modesto avviso non è stata affatto una brutta giornata. La colpa non è del termometro, se misura febbre alta. In piccolo, io su Liberomercato ho pubblicato integralmente in una pagina intera l'articolo di Michele sui due miti da sfatare con un mio microcommentino, proprio perché la lettura di Michele era abrasiva. Con tanto di segnalazione ai miei lettori - "iperpartigiani", ma con qualche eccezione non poco diffusa - di prestare particolare attenzione alle considerazioni relative al "commercialista di Sondrio". Bene o male che sia non chiedetemelo, ma sul primo maggio abbiamo venduto dalle prim stime più di 150mila copie in edicola, e considero ogni volta che vi ripubblico con tanto di segnalazioen del sito un modesto contributo a rendere le idee di NfA ancora più incisive nel dibattito italiano.

Quanto alla domanda di Giorgio rimasta priva di risposte: l'intento era quello di riversare sulle spalle del governo entrante la decisione del passo indietro, è lo stesso entourage di VV ad averlo fatto trasparire ai media. Non si era messa in conto però la reazione infastidita e contraria die vertici del Pd e di Prodi stesso, dunque politicamente per VV è stata l'occasione per toccare con mano ulteriormente il proprio isolamento.

Personalmente, vivo al mio giornale la singolare condizione di un Feltri sparatissimo a favore dell'iniziativa di Visco e durissimo nei riguardi dell'Autorità garante della privacy: dunque in totale disallineamento rispetto a tutte le reazioni del centrodestra. Feltri ritiene innanzitutto inaccettabile che l'Agenzia delle entrate metta tutto prima in rete, per poi interrompere l'accessibilità quando tutti hanno scaricato su reti peer to peer, a seguito di un mero "invito" da parte dell'Autortà. Vi ravvisa un insopportabile limitazione della libertùà d'informazione, per di più in presenza di basi giuririche assai opinabili.

A me personalmente da liberale interessa soprattutto quest'ultimo aspetto. Visco ha provato nelle prime ore a dire "in tutto il mondo si fa così", fanfaluca allo stato puro per chi conosce l'Us Code e le rigidissime tutele alla privacy delle dichiarazioni all'IRS, nonché smentita dalle norme in vigore in Fr, D, e così via tranne Finlandia e pochisismi altri paesi. Ma quel che mi colpisce è l'assenza di un presupposto giuridico certo. Le norme in materia di pubblicità delle dichiarazioni richiamate dal direttore dell'Agenzia delle entrate nel suo provvedimento - datato 55 giorni prima della messa in rete - si rifanno a un principio generale introdotto nell'ordinamento nel 1973, la "pubblicità" delle dichiarazioni. Ma per tutti coloro che non abbiano un'infarinatura almeno generale del diritto, ricordo che la "pubblicità" è un principio le cui modalità attuative sono coessenziali, e rigorosamente normate in materia di dati personali. Perché un conto era la pubblicità che nel nostro ordinamento fiscale risale addirittura all'imposta sulle famiglie - eredità del testatico che a Italia unita si decise di far affiggere negli albri pretori dei Comuni, per poi passare a procedure scritte di richiesta dei dati, ed era il modo in cui la stampa poteva risalire alle iposte pagate dai cotnribuenti piùricchi, ma lasciando tracce "sensibili" delle proprie richieste. Altro sono i due pareri rilasciati dall'Autorità nei primi anni 2000, anch'essi richiomati come presupposto giuridico nel provvedimento del direttore dell'Agenzia delle Entrate: essi si riferiscono in un caso a eccezioni alle modalità seguite per dare pubblicità ai dati di persone che ricoprono incarichi istituzionali come quelli parlamentari e di governo, disposti nelle tre ultime legislature; e in un altro caso a eccezioni sollevate da contribuenti in metrito alle graduatorie dei contribuenti più ricchi che venivano regolarmente elaborati e resi noti alla stampa ogni anno da parte dell'amministrazione fiscale. Altro conto è decidere che modalità sin qui invalse solo per contirbuenti ai quali per la loro notorietà o per veste pubblica ricoperta si appllica secondo le leggi italiane il pieno diritto di cronaca, siano altrettanto valide invece per la gneralità di oltre 40 milioni di contribuenti, con accesso illimitato da tutti e senza lasciare traccia sensibile. La rete è un orizzonte totalmente diverso da quello cartaceo: ma a Visco non è sembrato importare nulla, di ciò che a me non pare proprio una pinzellacchera per giuristi maniaci. Anche perchè Visco è lo stesso che due anni fa come prima cosa, appena assunto l'incarico di governo, dispose l'inchiesta amministrativa su chi e come si era permesso di dare un'occhiata ai redditi di prodi e famiglia: che, ripeto, ricadono comunque sotto un'altra categoria, in termini di tutele e procedure disposte dall'ordinamento.

Amen, fine del pistolotto. ma era solo per ringraziarvi, ancora una volta+           

 

Michele: forse a St. Louis non c'e' Rai International (un giorno ci faccio un post, Rai International e' davvero uno specchio meraviglioso del paese) - ed e' per questo che tu e tua moglie occupate il tempo a riformare il sistema fiscale del paese mentre il cane dorme :) Ma noi a NY ieri sera abbiamo visto AnnoZero, trasmissione di Santoro: il tema era Beppe Grillo, ospiti principali Marco Travaglio e Vittorio Sgarbi. Altro che giornata no di nFa, avresti dovuto sentire la qualita' sostanziale e formale delle argomentazioni,... il turpiloquio era l'unica parte coerente e corretta delle argomentazioni. Se si parte da questo giornalismo...

 

Forse c'è, visti tutti i canali satellitari che la signora ha acquistato, o forse non c'è: ti dirò che non so. Io alla TV guardo solo e religiosamente the NBA Playoffs e praticamente nient'altro. Ho saltato persino i dibattiti presidenziali ...

Ma non dubito che il tuo report sia corretto, visti i soggetti partecipanti. Ora, il quesito ovviamente è: questo santoro non ha fama di essere il giornalista figo e finto-intellettualoide di sinistra? Se come tema sceglie grillo e lo fa dibattere da travaglio e sgarbi, nei programmi non intellettuali cosa fanno? Scambi di rutti e scoregge?

P.S. PRIVATO: Con tutto quello che avete a disposizione a niuyok per intratternervi, e con tutto quello che c'è da scrivere su nFA, voi alla sera davvero guardate le trasmissioni demenziali della TV italiana? Con sgarbi (un cognome, un programma di vita)? Ma allora è vero che volete farvi del male, ragazzi ...

 

E infatti puntuale come al solito e' arrivata la messa sotto accusa di Santoro .

Io rimango sempre piu' stupito dello stato in cui ci siamo ridotti.

L'Italia e' pervasa da uno spirito da guerra civile, e' vero. Non si puo' parlare senza essere incanalati in uno schieramento. Le persone capaci di discernimento sono oramai poche (almeno in televisione) e ogni trasmissione si trasforma in scontro.

Beppe Grillo conduce la sua crociata senza rendersi conto di quello che in realta' provoca (o forse se ne rende conto e ci sguazza). Istigare la ribellione, mandare a fare in c..o i giornali e i politici, piace anche a me, non lo nego, ma non risolve assolutamente niente. La societa' italiana e' percorsa a cadenza decennali da questi "smottamenti" e nulla cambia mai. Perche'? Perche' cavalcare la  protesta, istigarla, e' cosa ben diversa dal cercare di risolverne le cause. Tutti questi personaggi sono sempre e solo manovrati da un sistema che non vuole cambiare.

Ha ragione Michele: le due fazioni si lanciano accuse cosi' da scatenare un clima da guerra civile in cui nulla mai si risolve! La trasmissione di Santoro, il giornalismo di Travaglio , le sparate di BS, sono tutti aspetti di questo clima. C'e' chi si schiera con BS, chi con Santoro, ma in pochi si accorgono che fanno tutti lo stesso gioco. C'e' chi reputa Travaglio un gran giornalista (personalmente a me non piace. Tutte le volte che lo vedo non riesce mai a convincermi che le sue fonti siano attendibili: un bravo giornalista dovrebbe riuscirci!), chi si schiera con Feltri, chi incita all'evasione e chi vuole il controllo di tutti su tutti.

In tutto questo, la politica italiana e' pervasa da 20 anni dalle stesse idee. Oramai l'ideologia ha preso il sopravvento: in politica non si puo' MAI riconoscere la ragionevolezza di alcune idee degli altri, bisogna sempre e solo insultarsi e andare allo scontro. Le trasmissioni politiche assomigliano ad un talk-show condotto da Maria de Filippi.

Non so come o se ne usciremo, ma non sono ottimista.

 

 

Anche se non sembra molto dai commenti, nFA ha pure delle gentili lettrici. Solo che, invece di commentare, scrivono a me via email! :-)

Ricevo e copioincollo

 

 

In realta' l'unico che fa la rissa e Sgarbi, Travaglio e' calmissimo e

a me sta pure simpatico! Perche' scrivono rissa Sgarbi-Travaglio?


[...]

http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=7ee1140a-1830-11dd-a1a7-00144f02aabc

 

 

 

Interessante episodio. Ed ancora più interessante il sondaggio informale del Corriere, secondo il quale il 18% degli italiani ritiene non vi sia nulla di strano nell'uscita libica. Oh well ...

 

Si tratta sicuramente di compagni confusi, che non riescono a capire che possono stigmatizzare un'uscita completamente indebita e offensiva di un governo straniero particolarmente mongoloide e allo stesso tempo odiare un elemento (Calderoli) che si e' particolarmente distinto per nanismo intellettuale.

 

Michele, non a caso io ho chiamato il mio semisconosciuto blog "Antitifoso". Ho notato anche io dopo anni di insulti via mail con varie persone che non c'è dialogo. Siamo tutti un monologo (lo sono anche io e non mi vanto di essere "esterno" al sistema: nel tifo ci casco anche io), tutti abbiamo quell'atteggiamento da "io ho ragione tu va all'inferno" con cui Bernard Lewis chiudeva un suo magistrale articolo sull'interminabile conflitto Israele-Palestinesi.

Non so se deve andare all'aria tutto. Molti invocano quella soluzione, ma ho la sensazione che in quel caso anzichè domandarsi perchè finiremmo per tirarci merda addosso fino a che non ne resterà solo uno. Che alla fine sarà quello che "aveva ragione".

Un mio amico a suo tempo aveva avuto l'idea del Rissodromo... non riesco a ritrovare il link, ahimè...

 

Michele, bando agli scoraggiamenti!

La presenza di gruppi in permanente lotta ideologica tra di loro, completamente incapaci di parlarsi ed ascoltarsi, si riscontra anche nel mondo della giustizia, dove i magistrati credono che gli avvocati siano una massa di azzeccagarbugli ed evasori fiscali, mentre gli avvocati pensano che i magistrati siano una massa di fannulloni arroganti ed ideologizzati. Entrambi fanno finta di vivere in universi paralleli scollegati tra di loro, cucinando la loro bassa cucina corporativa, mentre la giustizia (quella vera, che dovrebbe essere un servizio pubblico come le scuole o gli ospedali, continua ad affondare).

Tuttavia, questo tuo articolo scritto a seguito della frustrante esperienza della giornata di, va messo in relazione non solo con quei due post ma anche con quello di Topa (lettera al PD) e soprattutto, con quello di Andrea sull’iniziativa referendaria di Grillo. Negli ultimi anni stiamo assistendo al sempre più rapido declino del paese, caratterizzato dalla mediocrità delinquenziale della sua classe dirigente e dalla immaturità politica complessiva della popolazione. Nessuno ha capito che la festa è, definitivamente, finita. Io, come tanti altri, provavo un sempre più drammatico e frustrante senso di impotenza. Ciò considerato, in una replica ho scritto che, a me, Fiorello Laguardia, un po’ di coraggio negli ultimi mesi lo ha dato. Non si trattava di una battuta. Il 25 aprile, casualmente sono finito sulla trasmissione della 7 dove si discuteva dell’iniziativa di Grillo. A parte la presenza dei soliti giornalisti di regime, c’era un professore universitario che diceva che, il blog di Grillo, per quanto becero, è un fenomeno politico completamente nuovo. Questo è l’aspetto centrale. Non so dove, a un certo momento, discutevate del problema dell’accesso alla politica, filtrato dai partiti e della stampa di regime. Ecco, Grillo, ma anche e soprattutto nFA oppure il sito del collega Lima e tanti altri che non conosco ma che, spero, saranno sempre di più, spezzano questo meccanismo pervasivo di controllo, sono fuori dagli schemi, completamente incontrollabili, una variabile impazzita, pericolosissima per il regime! Questo determina un inevitabile e benefico terremoto ed, infatti, il fastidio dell’establishment è assolutamente tangibile. Si tratta dell’ultima speranza di aggregazione della parte migliore del paese, ed allora ben vengano le discussioni, anche tra sordi, forse prima o poi le orecchie si sturano. Più gente legge il sito, più si acquisiscono informazioni non filtrate da interessi rappresentati più o meno esplicitamente dalle cosiddette fonti di informazione neutrale, più la gente, forse, inizia a pensare con la propria testa ed a ribellarsi a questa situazione. Forse si riesce a far crescere dirigenti all’interno del PD o del PDL che fuoriescono dagli schemi e, finalmente, ragionano in termini di efficienza e modernità e non di interessi corporativi e clientelari, oppure, forse, si contribuisce a far nascere un’aggregazione completamente nuova; un’aggregazione che nasce dalla rete, non controllata dalla casta. Non ti montare la testa, non vi nascondo che la speranza è esile, diciamo, almeno per quanto mi riguarda dell’1%, ma è sempre meglio dello 0 che provavo fino a febbraio. Fondate, dunque, prima o poi il partito di nFA, fermo restando che ti devono vietare di occuparti di tasse, viste le cose che dici.

Infine un suggerimento in vista dell’ultimo articolo sui miti. Non ti dimenticare del mito più grande, quello del … mercato! (JM ha colpito ancora)J.

 

Axel, contrariamente a te non mi faccio molte illusioni sulla possibilità della rete - sia questo sito o altri similari - di aggregare da sola un movimento di massa e un partito di NfA temo farebbe una brutta fine.

Per quanto sempre più diffuso, l'uso "politico" della rete, nel senso di scambio e diffusione di opinioni idee e notizie fuori dagli schemi, rimane comunque un fenomeno di nicchia.

La rete, da sola, non è sufficiente a smuovere le masse e lo stesso fenomeno Grillo, non è figlio del suo blog, ma anche e soprattutto di anni e anni di spettacoli in carne ed ossa portati in giro per l'Italia.

Con questo non voglio dire che sia tutto inutile, ma che siti come questo o altri che abbiano anche idee differenti, possono e devono avere la legittima aspirazione di essere il lievito che può far crescere il movimento da te auspicato.

Insomma, come tu stesso dici,

 

 Forse si riesce a far crescere dirigenti all’interno del PD o del PDL che fuoriescono dagli schemi e, finalmente, ragionano in termini di efficienza e modernità e non di interessi corporativi e clientelari, oppure, forse, si contribuisce a far nascere un’aggregazione completamente nuova;

 

il che non mi  pare poca cosa.