Un brutto film per bambini

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Ho di recente rivisto, in compagnia di mio figlio di sei anni, la doppia trilogia di Guerre Stellari. Mi sono stupito di una serie di cose.

Titolo: Star Wars

Regista: George Lucas

Ci sono milioni di fan di Guerre Stellari e so per certo che alcuni sono presenti tra i partecipanti ad nFA.

Non me ne vogliano, ma questa è una recensione molto negativa di un film (anzi, di ben sei film) con cui sono cresciuto e che per tanto tempo ho amato. In un certo senso li amo ancora, come si amano i giocattoli della propria infanzia, ma la mia parte adulta ridacchia al solo pensiero.

Come tutti sanno, sono stati prima girati gli episodi 4, 5 e 6, a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80 e poi, a cavallo del nuovo millennio gli episodi 1, 2 e 3. Spesso gli appassionati tendono a disprezzare i nuovi episodi. Questo disprezzo viene giustificato in mille modi, alcuni piuttosto ragionevoli, altri meno (ho un amico che mi ha fatto notare come le astronavi negli episodi 1, 2 e 3 siano sempre pulite, mentre negli episodi 4, 5 e 6 erano sempre sporche...). Prendendo una media sul campione dei miei amici appassionati - un campione che non necessariamente rappresenta l'intera popolazione, ma è comunque un campione rispettabile numericamente - direi che il disprezzo per i nuovi episodi si può imputare alla mancanza di "poesia" che invece pervade gli episodi vecchi. Le virgolette ci vogliono, perché qui non stiamo parlando di Kubrick o De Sica, qui si ha a che fare con George Lucas.

I film (tutti e sei) mancano completamente di profondità, sono - e lo dico senza altre accezioni, negative o positive che possano essere, che quella letterale - intrattenimento puro, un po' come un concerto di Lady Gaga. Non bisogna pensare a Guerre Stellari come un'opera di fantascienza, perché da quel punto di vista lascia piuttosto a desiderare. Anni addietro, Stanislaw Lem faceva una distinzione tra buona e cattiva fantascienza sulla base di quanto fossero credibili le cose descritte - credibili nel senso di riuscire ad immaginare un futuro in cui la tecnologia potesse permettere le cose descritte. I grandi del genere, da Asimov a Clarke, decisamente rientravano nella fantascienza buona, così come vi rientrano i più contemporanei bravi scrittori del Cyber-Punk - nome orrendo per una corrente letteraria che ha al suo interno dei notevoli autori come Gibson e Stephenson (Neal, non Robert Louis). Guerre Stellari rientra nella fantascienza più brutta, con tanto di astronavi che sparano proiettili che fanno rumore nel vuoto, spade laser e quant'altro. Dal punto di vista della fantascienza è più credibile persino un film come Gli Incredibili (esplicitamente per bambini), sebbene, se usiamo come metro di misura la definizione data qui sopra, anche i superpoteri non siano un gran che.

Qual è un'ottica ragionevole allora con cui pensare al film? Decisamente rientra nel grande filone della lotta tra il bene e il male. E qui c'è una differenza non da poco tra i film vecchi e quelli nuovi. I film vecchi, ingenui come sono, rappresentano il bene e il male in modo assai superficiale, ma coerente. Darth Vader (uso i nomi della versione inglese, non credo di aver mai visto i film in italiano) è cattivo e basta, finché non viene mosso a compassione dalla sofferenza del figlio. L'imperatore è la cattiveria impersonificata. Tutto ciò rende questi film molto godibili per un bambino. Le distinzioni sono chiare. Il tutto viene, nella versione originale, aumentato dagli accenti: nei film di Hollywood, il copione medio detta che l'eroe non abbia un padre e che il cattivo abbia un accento inglese e non americano (forse un riferimento alla storia americana?!?). In Guerre Stellari, Darth Vader parla un inglese decisamente d'Albione (malgrado a doppiarlo sia James Earl Jones, americano). Nel momento in cui sta per morire e Luke gli leva il casco, c'è un altro attore (bianco, J.E.J. è nero!) che parla a Luke con un distinto accento d'oltre oceano. In buona sostanza il messaggio è molto chiaro, e vi assicuro che mio figlio, a sei anni, lo capisce fino in fondo.

Nei primi tre episodi, quelli girati in anni recenti, la musica cambia. I tre film narrano la storia di Darth Vader prima della sua conversione al "lato oscuro della forza", quando ancora si chiamava Anakin Skywalker. La lotta tra il bene e il male avviene tra uno stato democratico galattico iper burocratico ed inefficiente ed un senatore dello stato stesso. La democrazia è in apparenza federale: ogni stato elegge i propri leader ed i propri rappresentanti al senato galattico. Spesso i leader locali vengono chiamati re o regine (per un motivo oscuro, ma tralasciamo). La democrazia viene assicurata da una specie di setta pseudo-religiosa di fanatici chiamati Jedi. Costoro sono persone capaci di interagire costantemente con la "forza" - che, si spiega vagamente nei film più nuovi, è data da una sorta di micro-organismi chiamati midiclorians (o qualcosa del genere): questi sono persino responsabili della immacolata concezione della madre di Anakin!

Insomma da un punto di vista anche vagamente pseudo-scientifico la cosa fa ridere i polli. I jedi (non gli Jedi, come nel titolo dell'episodio 6, si vede che i traduttori non avevano visto gli episodi precedenti ed avevano pensato la J si pronunciasse come in Juventus, maledetti juventini!), dicevamo, sono una setta di esaltati che pensano di essere illuminati da qualche divinità per cui tengono la verità in mano (in realtà sono effettivamente illuminati dai midiclorians...). Vanno in giro per la galassia ad aggiustare torti arbitrariamente.

 

Abbiamo trovato fra gli articoli "in preparazione" questa recensione di Federico, mancato due anni fa. Aveva iniziato a scriverlo a dicembre 2012, pochi mesi prima di lasciarci e non ce ne eravamo sinora mai accorti. Anche se incompleta, è scritta con il suo stile pacato e intelligente e pensiamo che la sua pubblicazione possa essere gradita ai lettori. Alla famiglia, che ci ha permesso di pubblicarla, va un caro pensiero di ringraziamento e un abbraccio. --- La redazione.

 

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