C'è proprio tutto il repertorio dei peggiori luoghi comuni nel pezzo.
I giovani si drogano, mancano di rispetto ai vecchi e anche ''agli psicologi'' (o ai sociologi?). Non hanno modelli, guardano il Grande Fratello e ascoltano le canzonette. Non parlano, chattano (qualcuno manda ad Alberoni la traduzioni di ''to chat''?). Ed è tutta colpa del sessantotto, ma almeno quella era una generazione con degli ideali. Non sto scherzando, dice testualmente così:
La separazione fra il mondo giovanile e adulto è incominciato negli anni '60 del secolo scorso con i figli dei fiori, il movimento studentesco, la rivoluzione sessuale. Molti di questi giovani hanno avuto problemi, ma perlomeno avevano radici e ideali. La nuova generazione non ha radici, non ha fondamenti etici, non ha cultura né classica, né politica.
Fin qui la solita roba di bassissima lega. Vai in un qualsiasi bar e trovi gente che articola il ragionamento meglio, senza farsi pagare. Ma la parte veramente agghiacciante viene dopo. Alberoni ha una diagnosi molto semplice delle cause del problema: manca il ferreo controllo dei genitori. E la ragione risiede nella tecnologia della comunicazione. Anche qui, purtroppo, non sto scherzando.
Questi adolescenti quando sono a scuola, in casa, quando si trovano con gli adulti non ascoltano. Comunicano solo all'interno del loro universo adolescenziale con mezzi che gli adulti non possono controllare: sms, Internet, chat, YouTube, altre web-tribù. Si incontrano di notte, nelle discoteche e nelle feste. Coi genitori recitano, e questi non sanno nulla della loro vita reale.
Da tanto acuta analisi, quale soluzione può sortire? Ma è ovvio:
A volte mi domando se a questi adolescenti non farebbe bene un periodo di moratoria, in cui si chiudano loro YouTube, le chat, le discoteche, si limiti l'uso di Internet e dei cellulari per consentire loro di ricominciare a parlare, di riprendere contatto con le altre generazioni, con i giornali e i libri. Una moratoria periodica di due mesi l'anno, una cura disintossicante.
Veramente ripugnante. Lui arriva e decide come gli adolescenti devono passare il tempo. Non guardate YouTube, leggete libri e giornali. Magari i miei libri e i miei editoriali, tanto che ci siete. Così vi capisco meglio.
Neoluddismo delle vecchie classi dominanti, allo stato puro. Almeno i luddisti classici erano dei poveracci spinti dalla fame e dalla disperazione, che quando andavano a distruggere le macchine rischiavano del proprio. Questo invece è un anziano signorotto che se ne sta al caldo e chiede lo stato di polizia, che faccia per lui lo sporco lavoro di eliminare la concorrenza delle nuove tecnologie. Se questo è il meglio che sa esprimere la cosidetta borghesia liberale milanese, di cui si favoleggiava un tempo il Corriere fosse l'espressione, sono sempre più felice di essermene andato.
UPDATE
Grazie agli sforzi di Marco Boninu, ecco la mitica pagina di ''Cuore''. Cliccate sulla figura per ammirarla nella sua maestosità.
Ma sì: resta un giocoliere della parola. Nel frattempo riscuote una rendita al Corsera il quale può dirottargli una fetta degli aiuti di Stato.