Come già ampiamente noto (e spiegato anche su NfA) le prossime elezioni, così come le precedenti, si svolgeranno con liste bloccate e decise dai partiti.
Per gli elettori si tratterà di "prendere o lasciare", senza avere la possibilità di scelta data dal meccanismo delle preferenze, che anche se in passato aveva generato abusi e distorisioni, almeno consentiva una sia pur minima selezione dei deputati.
Il Parlamento uscente, eletto col medesimo sistema, ha visto toccare probabilmente uno dei punti più bassi della storia repubblicana per quanto riguarda la qualità del ceto politico ed una lunga lista di inquisiti, condannati, vecchi boiardi, cocainomani puttanieri, amiche e amici degli amici ha affollato le aule e i corridoi di Senato e Camera dei Deputati.
I vari Grillo, Stella, Travaglio ed anche questo sito hanno abondantemente denunciato tale situazione e quindi è inutile ripetersi.
Poichè i politici sono relativamente abili a fiutare gli umori popolari, chi più chi meno si sono resi conto che le cose non possono più andare avanti in questa maniera ed è iniziata la corsa alla presentazione di facce nuove e pulite, anche se è bene tenere a mente che sempre di cooptati si tratta.
Con buon tempismo, WV ha fatto il bel gesto di cedere il posto di capolista a tre giovani, SB quando può manda avanti la ragazza immagine, Fini punta sulla Meloni e così via, ma comunque per una valutazione complessiva aspettiamo la presentazione delle liste.
Stando così le cose, diventa interessante valutare come si stanno muovendo i vari partiti e schieramenti per quanto riguarda la presenza in lista di condannati ed inquisiti, presenza che, per comune sentire, rappresentava la più macroscopica bruttura del parlamento uscente.
Ancora una volta il più lesto è stato Veltroni, che ha affermato che il PD non cadiderà condannati per "reati gravi".
Ora, cosa siano i reati gravi non è ben chiaro, ma credo che per un politico debba essere considerato grave qualsiasi reato di natura finanziaria o contro la pubblica amministrazione, sia pure punito con pena lieve, e non solo, ca va sans dire, reati di sangue e contro il patrimonio.
Insomma dovrebbero restar fuori solo i reati colposi e bagatellari, per i quali non mi sentirei di dare la croce addosso all'eventuale candidato, così come lascerei fuori i reati di opinione.
In attesa che il PD chiarisca, anche il PdL, dopo iniziali mal di pancia, ha fatto la sua mossa.
Berlusconi (o meglio il suo alter ego Bondi) ha annunciato che anche il Centro-destra rifiuterà il posto in lista non solo ai condannati, ma (wow) anche agli inquisiti, il che sarebbe un gran bel passo avanti verso una migliore politica.
SB ha però subito posto una eccezione, dato che dal divieto sono escluse le "vittime di processi politici".
Sebbene il termine processo politico a me faccia venire in mente i tribunali speciali, l'inquisizione e Beria, è ovvio che SB fa riferimento alla sua vicenda personale ed alla persecuzione giudiziaria che lui ritiene di aver subito.
Secondo la dottrina Berlusconi (ricavabile da un quindicennio di cronache giudiziarie) "si definisce processo politico qualsiasi indagine inziata contro Berlusconi e contro i suoi collaboratori"
Avendo questo termine di paragone, la novità del PdL perde molta della sua efficacia e diviene talmente vaga che chiude le liste solo a coloro che sono stati inquisiti e condannati dopo essere stati arrestati in flagranza di reato, con le banconote numerate in mano o con la droga nel portabagagli.
Per tutti gli altri scatta l'ipotesi persecutoria e quindi l'elezione e l'immunità parlamentare.
Detto in altri termini, prepariamoci a rivedere in Parlamento l'onorevole Dell'Utri e gente simile.
Casini, invece, molto coerentemente, fa appello alla Costituzione ed ha già detto che non avrà problemi a candidare anche condannati con sentenza non definitiva, perchè in Italia esiste la presunzione di innocenza sino all'ultimo grado di giudizio.
Sacrosanta la Costituzione, ma in realtà la scelta di Casini è dettata dalla necessità di avere Cuffaro in lista.
La gran parte delle speranze dell'UDC di entrare in Parlamento e di avere ancora un futuro politico, risiedono in un buon risultato al Sud ed in Sicilia in particolare, ergo, il buon Pier non può permettersi di perdere i voti di Cuffaro che quindi sarà in lista e probabilmente eletto.
Non so che intenzioni abbia l'UDC con Mele, ma il poveretto è stato preso proprio con le mani (metaforicamente) ancora sporche di farina, quindi mi sa che, almeno lui, non sarà della partita.
La scelta di Veltroni della capolista a Roma è una presa in giro. Perlomeno per come è stata presentata.
Da nullo.ilcannocchiale.it leggo che:
Perchè continuano ad usare a sproposito il termine economista?
Enrico Letta di economia non ne sa nulla. Questa di economia sicuramente ne sa di meno. Se volevano un economista nel PD potevano candidare Pier Carlo Padoan o Claudio De Vincenti.
Candidando persone che non sono né carne né pesce attribuendo capacità inesistenti, la gente si sente presa in giro e continua a preferire le calze della Brambilla!
a quanto pare non sono l'unico ad aver avuto questa reazione :-)
Ma De Vincenti non sarà candidato? In un articolo del Corriere di ieri di diceva che il prezzo che Visco aveva imposto a Veltroni per rinunciare alla sua (di Visco) candidatura era di mettere in lista Stefano Fassina (suo collaboratore a Nens) e Claudio De Vincenti .