Ognuno di noi adopera frasi ricorrenti per esprimere un concetto, un’idea, un problema, o forse solo una questione che ci angustia come il mal di denti.
Piero Fassino usa con frequenza questo proverbio cinese:
Quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito.
Già nel lontano anno 2000, quando era Ministro di grazia e giustizia, così si esprimeva:
Ricorda quel proverbio che dice "Quando una mano indica la luna, lo sciocco guarda il dito"? Beh, io voglio puntare già al dopo Sassari, perché quell’episodio per me ripropone in modo drammatico l'emergenza carceri.
Poi nel 2001
Fassino invita quindi a non compiere l'errore "dello sciocco che guarda il dito che indica la luna anziché la luna.
Troviamo una sorprendente evoluzione del proverbio anche se con ogni probabilità, e più banalmente, si tratta di un errore di trascrizione del giornalista.
Successivamente, nel 2008:
Io non sono come gli sciocchi che quando qualcuno indica la luna, guarda il dito.
Stavolta non si tratta di un errore di trascrizione ma di un genuino anacoluto.
Nella sua dichiarazione più recente, 7 luglio 2009, così risponde al giornalista che gli chiede di D’Alema:
So bene che D'Alema è una personalità politica che ha dato molto alla sinistra ma a lui e ai tanti che hanno la nostra storia e esperienza, ricordo un proverbio cinese: quando la mano indica la luna non si guarda il dito.
Nell’ultima versione, come si può osservare, è caduto il riferimento allo sciocco.
Se ha ragione Derrida nel sostenere che la filosofia può essere considerata come una cartolina postale che è stata scritta con l'intenzione di arrivare a destinazione ma che in realtà non lo fa, si comprende perché Fassino, filosoficamente parlando s’intende, pur avendone una gran voglia si trattiene dal dare dello sciocco a D’Alema.
Grazie al filosofo francese si disvela qualcosa di più, e di più profondo, del percorso evolutivo del linguaggio di Fassino: la rappresentazione stessa del Partito Democratico. Un Partito che pur avendone l’intenzione non va da nessuna parte.
Forse io sono più sciocco di altri perchè oltre a non vedere la luna, non mi è parso di vedere neanche la mano che la indica.
Dopo un anno di governo sembra che la decisione sia stata presa:
La differenza che passa tra il "vogliamo farla" e un poco futuribile "la facciamo" è solo debolezza politica o coglie una certa dimensione tragica (dello stoico elettore)?