Da una nota di Repubblica.it delle 21:09: "È stato ripugnante vedere nel telegiornale tossici e terroristi alla Sapienza per festeggiare la rinuncia del Papa" dice Maurizio Gasparri (AN). "È gente da mandare in galera insieme ai professori che li hanno guidati. I loro nomi vanno divulgati affinchè l'Italia sappia chi è nemico della libertà e promotore dell'odio e del terrore".
Ora: vorrei ricordare a Gasparri che i promotori di odio e terrore (!) da dar in pasto alla folla e mandare in gattabuia non si sono mai nascosti ed i loro nomi sono pubblici da mesi. Trattasi dei 60 e più docenti de La Sapienza firmatari di una lettera datata 23 Novembre 2007 in cui, in maniera del tutto civile e democratica, si faceva notare come la visita in pompa magna di Joseph Ratzinger (che in un primo momento avrebbe dovuto addirittura tenere una lectio magistralis) fosse inadeguata alla luce delle sue arcinote posizioni sulla scienza. I firmatari appartengono quasi tutti alla Facolta’ di Scienze e fra loro vi e’ anche Giorgio Parisi, fisico teorico insignito da vari riconosciementi e fra i piu’ attivi e conosciuti a livello internazionale.
A Gasparri fa eco, in maniera meno urlata e volgare, il nostro amatissimo ministro degli esteri.
Da una nota di Repubblica.it delle 20:37:"Il clima di tensione - ha detto il vicepremier - è stato creato da atteggiamenti e prese di posizione estremistiche che non rappresentano affatto la grande maggioranza degli italiani e non fanno onore alla coscienza civile e democratica del paese che trova le sue espressioni più qualificanti proprio nel rispetto delle opinioni e nell'assoluta garanzia della libera manifestazione del pensiero".
Si puo’ concordare o meno nel merito della lettera, caro D’Alema, ma certo non si puo’ tacciare di estremismo una pubblica manifestazione di dissenso del corpo docente rispetto all’operato del proprio rettore. Antidemocratico e’ semmai censurare i comportamenti di questo tipo.
Entrando nel merito poi, la linea più volte espressa del papato di Benedetto XVI (si veda tra l’altro la sua lectio magistralis di Ratisbona di cui abbiamo già discusso qui su nFA) si basa sulla tesi che la spartizione delle rispettive sfere di competenza fra scienza e fede non sia più valida, e su una concezione delle scienze come ambiti parziali di una conoscenza più vasta alla quale dovrebbero essere subordinate. Su questo punto è molto chiaro Marcello Cini, autore della lettera aperta al Manifesto a cui ha poi fatto seguito la levata di scudi dei docenti della Sapienza. Una linea che chiaramente inquieta non poco la comunità scientifica e che, appunto, rendeva se non altro inadeguata una visita con tutti gli onori del caso di Ratzinger a La Sapienza.
Purtroppo però i nostri politici non sono interessati al perché del dissenso e nemmeno al metodo con cui è stato manifestato. Quello che conta è non perdere una buona occasione per rabbonire Ratzinger e strizzare l’occhiolino a quei cattolici preoccupati dall’astio espresso da docenti e discenti verso il Santo Padre. Che disgusto appunto.
Marcello Cini .
Va be ma un poco chissene di cosa diceva Cini 40 anni fa o l'altra settimana. La questione (*) e': trovi questo papa ospite gradito e opportuno il giorno d'apertura dell'anno accademico? Per una volta, non si puo' rispondere semplicemente SI o NO senza tirare in ballo la solita destra / sinistra, liberta' di parola / censura?
(*) Che poi: magari! di fatto neanche ci si e' arrivati a quel livello di discussione: piuttosto e' diventato "hanno diritto Cini e i suoi amici di dirsi non d'accordo alla visita"? Chi risponde "no, non ne hanno diritto perche' sarebbero censori" fa piangere Aristotele, ovviamente.
Appunto, chissene di cosa abbia scritto Marcello Cini 40 anni fa, e se siano di destra di sinistra o di centro i 70 della lettera?
la domanda qui e’: i docenti di una universita’ hanno o meno il dritto di criticare l’operato del loro rettore? hanno o meno il diritto di esprimere il dissenso verso un invito ufficiale fatto a chicchessia? hanno o meno il diritto a “manifestare le proprie opinioni”, per usare un’espressione cara a D’Alema?
e ancora: e’ o non e’ disgustoso che la liberta’ di opinione di questi docenti venga messa in discussione da politicanti di destra e di sinistra che sembrano costante impegnati a sfidarsi al “chi lecca meglio il culo al Santo Padre”? e’ o non e’ disgustoso che ministri ed ex-ministri trattino come pericolosi criminali chi esercita semplicemente i propri diritti (assumendo tra l'altro una posizione che e', per lo meno a mio avviso, comprensibilissima alla luce delle posizioni di Benedetto XVI)?