La causa contro S&P

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Sul New York Times c'è un articolo (uno degli autori è Andrew Ross Sorkin, che ha coperto molto bene la crisi finanziaria) sulla causa intentata dal Department of Justice contro Standard and Poor. Visto che a tanti è venuta in mente la procura di Trani, faccio alcune osservazioni 

1) La causa si riferisce al rating dato a strumenti finanziari privati, non al debito pubblico statunitense (il cui rating è stato abbassato nel frattempo). 

2) L'accusa è di aver dato ratings troppo alti, inducendo il pubblico in errore e convincedoli a comprare titoli rischiosi credendoli sicuri. Il problema per il governo è mostrare l'intento fraudolento di S&P, non di mostrare che S&P si è sbagliata (cosa a questo punto ovvia). Ossia, il governo deve mostrare che S&P si è messa d'accordo con gli emissori per raccontare balle e far incassare agli emissori un prezzo più alto, presumibilmente in cambio di una contropartita monetaria. 

3) Le accuse che vengono fatte alle agenzie di rating sul debito italiano sono di natura esattamente opposta. Ossia, le agenzie vengono accusate di dare al debito pubblico italiano un rating troppo basso. Perché mai dovrebbero volerlo fare? Non si capisce.

4) La stampa italiana sta dando molta più importanza alla cosa di quella statunitense, non mi è ben chiaro perché. Inoltre l'articolo del Corriere parla di ''almeno 5 miliardi di dollari'', una cifra che non si capisce da dove esca. Il New York Times afferma che il Departmento of Justice era pronto a raggoiungere un accordo su una multa di un miliardo di dollari, ma che il vero nodo del contendere è l'ammissione di colpevolezza da parte di S&P.

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Commenti

Ci sono 8 commenti

il buon articolo di Scacciavillani in merito:

 

www.fermareildeclino.it/articolo/standard-poors-rischia-la-f

 

Mi piacerebbe avere dei chiarimenti sulla parte delle cartolarizzazioni, a cui Scacciavillani fa riferimento in parte nell'articolo. Se è possibile verificare che ci sia un reale fondamento in merito.

è questo che vuoi approfondire? qua trovi  un buon compendio, a mio parere.

il reale fondamento c'è, nel senso che è un modo come un altro di gestire mutui. ma forse non ho capito bene la domanda.

aggiungo che i rating degli stati sono non richiesti, insomma opinioni.quelli per cui S&P è accusata, avvengono su commissione del cliente che è l'emittente stesso. Già in partenza conflitto d'interessi enorme.

Caro Sandro, dopo aver premesso che la Procura di Trani, a cui non sono bastate le lezioni sul 'signoraggio',  fornisce un cattivo servizio alla magistratura italiana, volevo farti notare che il punto 3) che hai evidenziato mostra una piccola falla logica.

Infatti in un mondo in cui gli operatori sono abituati a gestire sia posizioni lunghe che corte un rating troppo alto ha la stessa significatività di uno troppo basso. In astratto si può guadagnare in entrambe le situazioni.

Un rating alto è logicamente associabile alle commissioni percepite da S&P, che avrebbe gonfiato i rating per fare più business: se tieni alti i rating avrai un maggior numero di cartolarizzazioni da esaminare  ovvero un volume di commissioni maggiore. Questo perchè mentre nel caso delle società che emettono  bond l'universo dei soggetti da esaminare è limitato, nel caso delle cartolarizzazioni l'universo delle emissioni è potenzialmente illimitato e anche S&P ha contribuito ad alimentare l'inflazione di emissioni attribuendo rating elevati che rendevano più appetibili i titoli.  L'entità delle emissioni è un dato assodato, così come i rating assegnati e le commissioni percepite. Ma questo è il caso in esame presso le procure americane.

Per la procura pugliese invece il problema della 'prove' è assai più complicato. Non ci sono commissioni: infatti i rating sovrani sono 'unsolicited' ovvero sono attribuiti dalle società senza che l'emittente ne faccia richiesta (quindi l'emittente non paga commissioni). I PM dovrebbero sostanzialmente dimostrare che i responsabili del rating italiano presso S&P (oppure S&P stessa!) hanno guadagnato oppure hanno ricevuto gentili retrocessioni da coloro che hanno guadagnato vendendo allo scoperto i titoli italiani prima del 'downgrade'. Direi che farebbero meglio a dedicarsi ad altre attività oppure fare una domanda di trasferimento presso la procura di Milano dove di solito si occupano di questi problemi. Perfidamente si potrebbe proprio notare come mai i loro colleghi di Milano in tutto questo tempo non si sono mai accorti di nulla...(la sede italiana di S&P è,  guarda caso,  a Milano).

 

Anche in Amerika tuttavia, c'è un problema subdolo nell'accusa: i clienti (quelli che pagano le commissioni) delle agenzie di rating sono gli emittenti  e non gli investitori, quindi se qs ultimi non hanno pagato il servizio perchè dovrebbero avere titolo per chiedere un risarcimento ? E' assai probabile che l'Amerika non voglia discutere fino in fondo della questione (e quindi che alla fine si punti ad un accordo che salvi l'esistenza di S&P) perchè altrimenti emergerebbe con chiarezza che i rating sono diventati così importanti perchè i cosiddetti 'Regulators' dei mercati li hanno ufficialmente adottati. Non credo che la cosa sia mai dispiaciuta ai sigg.  Standard and Poors però il problema rimane.

 

Naturalmente concordo al 100% con te quando fai notare che la stampa italiana su questi temi prende spesso fischi per fiaschi.

la competenza della procura di trani più o meno su tutto, viene costruita assieme all'adusbef. quest' ultima presenta da tempo esposti-fotocopia contemporaneamente in in tutta italia, nell'interesse di certi loro clienti locali interessati: per i derivati alle imprese, alcuni imprenditori coinvolti, per il rating sull'italia, un paio di risparmiatori che hanno venduto bot in perdita! trani è sempre la più lesta a metterci il cappello sopra, in chiaro concerto coi proponenti che si scelgono così il foro giudicante.

i motivi di tale spregiudicato attivismo, paiono essere anche strapaesani: trani e la sua scuola giuridica erano importanti fin dal medioevo, una piccola atene pugliese, gia sede di corte d'appello e edesso manco provincia! gloria allora alla procura che fa di nuovo tremare i potenti del mondo. amen