La crisi sono due, come ripetiamo da quando abbiamo iniziato il blog più di tre anni fa (esempio a caso). Anzi, prima parlavamo solo della seconda, che era già in corso da quasi un decennio, poi è arrivata quella finanziaria ed allora le crisi son diventate due.
Quella "finanziaria"-USA è forse (temporaneamente) "finita", solo perché le amministrazioni, Bush prima ed Obama poi, hanno messo in conto alla collettività (USA, per il momento) i costi del salvataggio delle grandi istituzioni finanziarie. Istituzioni che ora "regolano" in un connubio basato su "obbedisci e ti garantisco che non fallirai, in cambio farai profitti da oligopolio". Questa storia non è certo finita, anzi ci sono da "gestire": quasi 3000 miliardi di dollari nello stato patrimoniale della Fed, un deficit pubblico al 10% del PIL USA, un debito che viaggia verso il 100%, un sistema finanziario che è profittevole perché sussidiato & oligopolistico ma che non genera credito a condizioni competitive. Ma non è questo il punto di cui voglio parlare ora.
Il punto che mi interessa è che c'è anche l'altra crisi, quella "reale"-mondiale che affligge tutte le economie occidentali, Italia compresa, non solo gli USA. Questa non solo continua, ma "comincia ora" nella misura in cui molta della produzione industriale (e di servizi vendibili, ma lì le PMI contano poco), evaporata di colpo nel periodo agosto 2008 - luglio 2009, potrebbe non tornare più là dov'era un paio di anni fa. Questo vale senz'altro per il manifatturiero italiano e, all'interno del medesimo, per la PMI particolarmente. Se così fosse, se la domanda andasse altrove e la produzione con essa, allora la fosca previsione di Morandini potrebbe avverarsi. Ed allora saranno veramente amari, amari come non sono stati per decenni.
Notate che Morandini, questa volta, squarcia con la sua diagnosi il velo dei racconti fantasiosi (vero BS!) secondo cui da noi la ripresa era cominciata alla grande e prima che altrove, ed erano le banche "cattive" l'unica fonte del problema: sono gli ordinativi che mancano, riconosce Morandini, prima ancora che il credito. Se gli ordinativi mancano, è perché probabilmente stanno andando alla concorrenza, alla quale fai fatica a tener testa. E se gli ordinativi non ce li hai, il credito a che serve?
Altro che IRAP, posto fisso, Banca del Sud ed economia sociale di mercato. Altro che "vada avanti Presidente". Ed altro che "T-Holding", caro Morandini: non saranno le misure finanziarie d'emergenza a salvarvi. Pensate in grande - quella è una vecchia lista della spesa: serve solo a dare l'idea di cosa intendo quando dico "in grande", non serve prenderla letteralmente ... anche se non guasterebbe - e fatelo presto.
Il decennio perso raccontandosi bugie e legiferando perché BS non andasse in galera comincia a passar fattura. Non so se sia già troppo tardi, ma certamente non è troppo presto per guardare in faccia la realtà che certi disfattisti vanno tristemente descrivendo e diagnosticando da anni.
P.S. A quella lista della spesa è proprio il caso d'aggiungere, al punto 13, la questione morale. Alla faccia di chi irride i "giustizialisti", della cui sanguinaria congrega faccio parte. Un'eccellente reiterazione del perché la questione morale non possa non essere al centro della rinascita nazionale l'ha offerta oggi Giovanni Guzzetta.
Nella realtà che vedo io ci sono ancora pochissimi disposti a mettersi in discussione e a smettere di fare le cose che hanno sempre fatto nel modo in cui le hanno fatte, nonostante il "livello" del fluido misterioso stia crescendo.
Il limite delle proposte che ho letto e della "rivoluzione liberale" di stampo gobettiano è che è sono sempre molto teoriche e verticistiche.