La figura è questa, ed è tratta dal numero corrente dell'Economist. La figura mostra, per un gruppo selezionato di paesi OCSE, la variazione cumulata prevista (tra il 2011 e il 2013) del saldo primario pubblico (la differenza tra spesa ed entrate senza considerare gli interessi sul debito pubblico) in percentuale del Pil potenziale, distinguendo le due fonti di variazione: riduzione della spesa e aumento delle entrate.
Ignoriamo qui alcune tecnicalità come l'uso del Pil potenziale a denominatore ed assumiamo che le previsioni (cioè i piani dei governi) si realizzino. Guardiamo al fatto saliente. I paesi nei quali è più intensa la crisi delle finanze pubbliche sono costretti a un maggior sforzo di riduzione del deficit per poter stabilizzare il debito pubblico (il debito pubblico, in valore assoluto, smette di crescere quando c'è un avanzo primario sufficiente a coprire almeno la spesa per gli interessi).
In Spagna, Portogallo, Grecia, e Irlanda questo sforzo prende la forma prevalente di riduzione della spesa pubblica piuttosto che di aumento delle entrate: il rapporto è (circa) di 6:1 in Spagna, 4:1 in Portogallo e Irlanda, 19:1 in Grecia. In Italia, invece, il rapporto è invertito: i circa 5 punti di aumento dell'avanzo primario verranno prevalentemente mediante aumenti delle entrate, con la proporzione riduzione spesa:aumento entrate pari a crica 1:5. Questo aumento di entrate, naturalmente, è praticamente tutto maggiore pressione fiscale. E' utile ricordare che questa proporzione è stata fissata dal governo Berlusconi con la manovre dell'estate 2011 e confermata dal governo Monti con la manovra dell'autunno 2011. Se l'austerità fa male, l'austerità realizzata aumentando la pressione fiscale fa peggio.
Niente di nuovo rispetto a quello che già sappiamo. E' solo interessante notare come il particolarismo italiano si manifesti in ogni circostanza. Non dico che in materia di finanza pubblica dobbiamo confrontarci con la Germania, dove si nota un'interessante combinazione di riduzione della pressione fiscale e riduzione della spesa pubblica in identiche proporzioni, o con l'Inghilterra, dove i quasi 2,5 punti di riduzione del deficit sono quasi tutti riduzione di spesa. E neppure con la Grecia. Ma con la Spagna e la Francia si.
Il fatto saliente che è utile ricordare, dunque, è che in Italia c'è una precisa scelta politica che va in direzione opposta a quella di tutti gli altri paesi europei: da noi il consolidamento fiscale è aumento della pressione fiscale. La spesa pubblica non si tocca se non in modo marginale, per poter dire al popolo che, si, abbiamo tagliato 90 milioni di finanziamento ai partiti. Questa scelta politica è radicatissima. Sono ansioso di essere smentito dalla fase 3, il dopo spending review.
Non vorrei che questo commento fosse preso come una critica, ma piuttosto come un consiglio.
Mi rendo conto che tutto lo staff di nFa ha un lavoro, una famiglia e impegni vari e mi rendo anche conto che dal sito effettivamente non si ricava nulla (almeno in termini monetari, penso che qualche volta vengano meno anche le soddisfazioni), ma penso anche che sarebbe lecito, da parte di noi utenti, aspettarsi qualcosa di più di un grafico dell'Economist copiato e incollato.
Questo non lo dico perchè penso stiate gestendo male il blog, ma perchè, proprio perchè lo avete sempre gestito molto bene, siete diventati un punto di riferimento per me e per tutti gli altri utenti (oltre che per tutti gli opinionisti vari che si "dimenticano" sempre di citarvi) che ogni giorno vengono qua a cercare se è uscito un nuovo articolo.
Non so se dagli U.S.A. questo traspare, ma il livello medio dell'informazione economica in Italia è questo, (e, per non lasciare adito a dubbi, aggiungo che la varianza è molto bassa).
Dedicare più tempo al blog sarebbe forse chiedere troppo, ma credo basterebbe pubblicare più spesso i link alle varie notizie e ai vari blog che credo seguiate (un po' come le letture per il fine settimana) e lasciare ai commenti il resto.
In ogni caso grazie per l'ottimo lavoro che state facendo.
Christian Rollo
(qua il link, ho deo problemi con l'editor HTML www.facebook.com/photo.php)
Christian,
C'è post e post. Questo post fa parte della categoria "Passaparola", come vedi dalla grafica.
La guida al sito dice:
Ci sta quindi anche un semplice commento a un grafico dell'Economist. As long as it's informative (tu lo conoscevi?) we've done our job.