La ragione formale che viene addotta è che si tratta di un dovere elementare di cortesia e rispetto verso il nuovo presidente che verrà eletto da qui a poco. In base a tale argomento, sarebbe scorretto per un presidente a pochi giorni dalla fine del mandato esercitare uno dei poteri principali che gli vengono attribuiti, ossia l'assegnazione dell'incarico di formazione del governo.
È un argomento che non mi piace nemmeno un po'. È vero che formalmente è il presidente che assegna l'incarico, ed è altrettanto vero che non ha vincoli costituzionali nella scelta dell'incaricato. È però altrettanto chiaro che da almeno una decina d'anni l'elettorato ha finalmente acquisito il potere di indicare da chi desidera essere governato (come poi ha usato questo potere è altro discorso). In principio nel 2001 sarebbe stato possibile affidare l'incarico a qualcuno che non fosse Berlusconi, ma tutti lo avrebbero considerato un chiaro tradimento del mandato popolare. Allo stesso modo, oggi le elezioni le ha vinte Prodi, non importa se di misura, e a lui spetta formare il governo. Perché tergiversare? Sembra un modo surrettizio per riaffermare il potere di decisione del presidente della repubblica, un potere che si manifesterebbe contro l'opinione appena espressa dell'elettorato. Anche se costituzionalmente ineccepibile, la decisione di non dare l'incarico a un capo di coalizione che ha appena vinto le elezioni sarebbe disastrosa dal punto di vista politico.
Non c'è nessuna buona ragione per aspettare. Se ci sono dubbi sul fatto che Prodi sia capace di tenere assieme la sua maggioranza, meglio mandarlo avanti subito e vedere se ne è capace. Se invece si è convinti che Prodi possa formare un governo stabile, meglio partire subito perché c'è molto da fare. Perdere un mese per un presunto rispetto del nuovo papavero che si insedia al quirinale, o peggio ancora per ribadire il principio che la costituzione non obbliga il presidente a seguire il mandato popolare, è solo un inutile costo per il paese.
uno dei motivi concepibli e' semplicissimo.
l'attribuzione di incarico di primo ministro a Prodi e' un po' una patata bollente, nel senso che il mandato e' di strettamisura.
Parallelamente non ci dobbiamo scordare che, con tutti i difetti del caso, il "sistema" in italia e' un sistema parlamentare secco. Intendo: il "popolo" cosidetto elegge un parlamento e al momento il parlamento NON e' stato convocato. La prima cosa da fare, dopo la ocnvocazione, e' eleggere varie figureheads, capi di gruppo parlamentare, formazione di gruppo di parlamentare (chi non ricorda il famoso "gruppo misto"?), etc. ergo il presidente puo' nominare un primo ministro incaricato solo dopo e non prima che il parlamento si riunisca e faccia il suo mestiere.
semmai non e' affatto chiaro perche' il parlamento debba aver bisogno di tanto tempo.
Secondo me ti sbagli. Il presidente in carica e' Ciampi, ed e' sua prerogativa dare l'incarico a chiunque dopo le dimissioni presentate dal presidente del consiglio in carica. Se si vuole che il presidente resti in carica per 6 anni e 11 mesi, allora si cambi la Costituzione, altrimenti e' suo dovere usarli questi 7 anni. Semmai il problema e' la fiducia, che il parlamento attuale non darebbe. Ma questo e' proprio il motivo per cui Ciampi dovrebbe aver agito giorni fa: dall'incarico alla fiducia passano sempre giorni o settimane, durante le quali c'era tutto il tempo per convocare le camere, eleggere tutte le cariche, etc...