1. Larry ha detto che è outrageous, quell'altra (che sarebbe la mia Junior Senator) qualche settimana fa si è permessa di chiamarli idiots, ma non fa alcuna differenza. Da quando mondo è mondo, se dai sussidi pubblici a delle aziende, chi ci guadagna prima di tutti sono i dipendenti di quelle aziende e, fra i dipendenti, chi ci guadagna di gran lunga prima e più di tutti sono i dirigenti, soprattutto quelli di alto livello. Non vedo cosa ci sia da sorprendersi che i bancari continuino a pagarsi stipendi multimilionari con i nostri soldi. Non solo è un fatto che lo fanno da un decennio circa (i profitti erano finti, le perdite si vedono ora, i bonuses erano quindi ingiustificati) ma è la logica implicazione del fatto che continuiamo a dare loro soldi, invece di cacciarli a pedate, perché pensiamo - "pensiamo" qui è in onore al principio politically correct (Aldo direbbe "behavioral") secondo cui, se il mio governo "pensa" qualcosa, allora pensa anche per me ... - che siano highly talented people withouth whom the financial system could not operate. Ovviamente tutte le dichiarazioni populistiche dell'amministrazione durante il fine settimana sono solo fumo sugli occhi: il piano è di dare loro soldi ad libitum, ed il piano continuerà ad essere eseguito. Si tratta solo di tenere tranquilli i gonzi (altrimenti noti come pubblica opinione) che non riescono a capire perché degli incompetenti che hanno fatto fallire alla grande le loro aziende debbano essere mantenuti al loro posto di lavoro ed anche premiati. Ma lo stesso Larry che è "outraged" ha anche detto che Geithner è un grande e saggio uomo che sa quel che fa. Quindi, adelante amigos: chocolate para todos!
2. Ovviamente il G-20 di Aprile non servirà a nulla come non è servito a nulla l'incontro di questo fine settimana fra i ministri economici ed i banchieri centrali. Ma, almeno, ha reso chiaro uno dei corni del dilemma e, questa volta, in via di principio io sto con la vecchia Europa contro gli USA. Dico in via di principio, perché i dettagli di cosa Merkel e Sarkozy (i due alfieri, sembra, della posizione europea: com'è che il NYTimes e tutti gli altri giornali che ho letto non menzionano GT e la sua squadra di geni al lavoro?) abbiano in mente quando dicono che occorre riformare la regolazione dei mercati finanziari non li conosco, e potrebbero essere orrendi, i dettagli. Ma, in via di principio, gli amerikani hanno torto da vendere. La loro scelta è chiara: occorre spingere la spesa pubblica ovunque ed ai livelli più alti possibile, perché il problema è di domanda e non di offerta (di credito) alla medesima. Della cosa ho discusso così tanto che non ho voglia di ritornarci: trattasi del frutto di un'analisi erronea la cui consumazione (del frutto, ossia delle politiche che seguono dall'analisi erronea) sta facendo perdurare la crisi oltremodo. Questo era il senso dell'articolo di John Taylor che qualcuno ha ricordato la settimana scorsa, questo è quello che credo anche io. A partire dalle inutili ed angosciate riduzioni dei tassi nel 2007 per "stabilizzare i mercati" (ora fa ridere, no?) sino ai vari TARP ed ai due stimoli (non scordatevi che uno stimolino l'ha fatto anche Bush), è stato un errore (soprattutto amerikano) dietro all'altro. I governi europei ora (nel rifiutarsi d'accrescere il debito pubblico per aumentare la spesa) e prima (con la resistenza della BCE ad accettare il principio infantile secondo cui il taglio dei tassi è la cura di tutte le "bue", un po' come i bacini della mammma ...) almeno hanno messo il dito sulla piaga. Non credo il problema siano gli hedge funds per se (la parola "hedge fund" in Europa sembra essere diventata sinonimo di "diavolo" o "peste"), né che, di per se, ci voglia un qualche "super IMF" a controllare il sistema finanziario mondialmente (se c'è una missione impossibile, questa lo è) ma è certo, io credo, che occorra riscrivere molte regole sia nazionali che internazionali. E che, negli USA, occorra intervenire alcune grandi banche per poi riprivatizzarle rapidamente una volta siano state ripulite.
3. Una volta passata la buriana occorre assolutamente ricordarsi di usare internet ed archivi storici per fare le pulci ai mille messaggeri del disastro finale. Non è ancora ovvio che costoro (quelli fra loro che ci governano, intendo) non arrivino a peggiorare le cose nelle prossime settimane, ma siccome ci sarà di certo un "dopo", meglio guardare avanti. Nel dopo dovremmo chiederci seriamente quanto la diffusione del panico ad opera di questo e quell'altro esperto, oltre che dei governi USA, del Presidente della Fed e di alcuni altri personaggi chiave (tipo quello dell'IMF che continua a sognare che il mondo crolli così lui ha finalmente un ruolo ... graziaddio ci hanno pensato quelli dell'Est Europa a trovargli qualcosa da fare!) abbia cooperato ad aggravare la crisi. Poiché questo è un tasto che ho battuto sin dall'inizio, parlando di economia dell'orrore, mi fa piacere vedere che altri colleghi, come Taylor o come Chari per iscritto e molti altri a voce, condividano l'opinione [anche in Hawaii la vedevano così ... ma lì il sole picchia forte ...]. Non credo le masse impareranno nulla, sono prone al panico, alle affermazioni grandiose, alle teorizzazioni millenarie ed a tutto il resto del circo che abbiamo visto e stiamo vedendo. Ma, almeno a futura memoria, la cosa va detta e ridetta: quanti casini avremmo potuto evitarci se, politiche economiche erronee a parte, i proclami sulla fine del capitalismo fossero stati, come dire, leggermente meno roboanti? Se le previsioni dei guru fossero state meno amplificate dai vari media ansiosi di vendere pubblicità anche nel mezzo della crisi? Messa così sembra una cazzata, e lo è. Ma, almeno sul piano intellettuale, vale la pena di chiedersi: perché quando le cose van bene i media vendono solo le opinioni dei "super ottimisti" e dei predicatori del "nuovo paradigma", mentre quando le cose vanno male sbattono in prima pagina solo i profeti di sventura e gli annunciatori della fine del capitalismo? Noi mediocri "né qua né là" proprio non abbiamo alcuna chance d'essere ascoltati?
4. Bernanke deve essersi convinto, qualcuno forse gliel'ha finalmente spiegato, che terrorizzare i mercati annunciando l'utilizzo di grandi strumenti d'intervento non è cosa saggia e che, forse, è meglio predicare un po' di ottimismo. Stare zitti sembra non essere un'opzione. Quindi si dà da fare, sull'onda della ripresina dei mercati azionari avvenuta la settimana scorsa. I mercati asiatici questa mattina son partiti bene, quindi magari le borse hanno smesso, almeno temporalmente, l'avvitamento al ribasso che tra fine Febbraio ed inizio Marzo emanava un chiaro odore di panico. Ovviamente parlo pro domo mia, visto che ho comprato ed il 15% guadagnato al momento non mi dispiace ... compensa un pochino le perdite di prima! Avventure personali a parte, io ad inizio del mese mi stavo preoccupando. Gli equilibri che si autorealizzano esistono ed il mercato si era avvitato niente male. Se continuava così un altro mese o due ed arrivavano altre notizie nere dal settore bancario, avremmo potuto passare in direzione sud i livelli 5000 (DJ) e 500 (S&P) che ritengo personalmente cruciali. Non tanto perché abbia deciso di dedicarmi ad una qualche nuova religione di analisi tecnica o creda nella numerologia, ma perché credo sia estremamente improbabile che l'azienda media possa sopravvivere ed operare se la sua capitalizzazione si riduce, nello spazio di un anno e mezzo, ad un terzo di quanto era prima. Gli indici di indebitamento vanno alle stelle ed a quel punto non c'è banca generosa che tenga: il credito viene negato o per lo meno ristretto. Quando una situazione simile si generalizza e perdura per più di un anno i licenziamenti massicci (ma massicci davvero, altro che mezzo milione al mese) diventano possibili. Ed a quel punto lo scheletro "input output" che regge ogni sistema economico fa crac. Insomma: stavo per prendere paura circa dieci giorni fa ed avevo persino pensato che fosse il caso di considerare una "vacanza mondiale" dei mercati finanziari ... le cose si sono calmate, il che mi rallegra. Mi auguro ora (Bernanke continua a ripetere che ha capito che il problema sono le banche, non la domanda: agisse di conseguenza!) che specialmente qui negli USA si approfitti del momento per spingere gli interventi necessari. In fin dei conti Obama ha BISOGNO di un successo al G-20 del 4 Aprile e, viste le posizioni europee, qualcosa di nuovo per il settore finanziario dovrà inventarsi. Ma non sono ottimista: il gioco politico è quello che è, non ha favorito risposte serie sino ad ora, non v'è ragione di sperare che cominci a favorire risposte adeguate solo perché arriva la primavera. Obama proporrà aria fritta, temo. La nostra speranza - divertente no? - risiede ancora nei mercati e nelle residue capacità autoregolative del sistema: forse siamo arrivati al fondo della caduta nel sistema finanziario, e se così e' il resto poi si riprenderà nell'ordine di arrivo usuale.
5. La principale questione che rimane aperta è, comunque, quella degli equilibri nel sistema finanziario e bancario mondiale. La supremazia americana non mi sembra più possibile: le banche europee hanno preso delle buone batoste anch'esse, ma niente di paragonabile a quelle USA le cui grandi, con l'eccezione forse di JPMorgan, sono tenute in vita dall'ossigeno pubblico che fluisce abbondante. Una questione davvero chiave è la seguente: si permetterà ad una grande banca non-USA acquisire una grande banca USA? Si permetterà ad una grande banca non-UK acquisire una grande banca UK? Eccetera, cambiando il paese a seconda dei vostri gusti, in particolare con l'Italia ... La scelta italiana mi sembra chiara: no. Le due grandi banche italiane valgono uno sputo, ma guai a chi le tocca. Idem per Citi e Bank of America ...lasciamo il problema pendente, ma è uno dei grandi problemi. Il mondo ha bisogno, di fatto, che un improbabile evento avvenga: che si creino davvero banche trans-nazionali. Banche che possano essere relativamente piccole in ogni dato paese ma grandi mondialmente perché presenti in decine di paesi. Solo così il sistema bancario mondiale potrà essere, simultaneamente, stabile e regolabile. Capisco, sembra paradossale, ma così non è. L'instabilità è, in parte sia chiaro, dovuta alla presenza quasi ovunque di grandi banche nazionali tali che, se esse cadono, cade l'economia nazionale. Troppo rischioso, oltre che insensato visto il cambio tecnologico del settore. Occorre creare le condizioni perché un paese come l'Italia veda 30 grandi banche competere alla pari sul territorio nazionale, ed uno come gli USA ne veda 100 o forse più. Allora, forse, ci saranno le precondizioni per la stabilità e per lasciare tranquillamente che le banche falliscano quando devono fallire.
6. In Italia, neanche a dirlo, la discussione è tutta da un'altra parte. L'imbonitore di gonzi che vi governa (i gonzi, nel caso non si fosse capito, sono coloro che si lasciano da lui governare) ha estratto dal cappello un altro rospo spacciandolo per un tonno: costruitevi le seconde case, ampliate le villette, ristrutturate il rudere di campagna, fatevi il condominio in cooperativa, vedrete che così passa tutto e con un po' di sforzo avrete tante ville come me (me=BS). Insomma, ora che c'è la crisi edilizia mondiale, andate in contro-tendenza italiani: il calcestruzzo ed i mattoni sono a buon mercato! L'uomo è bestiale, veramente bestiale. Comunque è in buona compagnia: basta leggersi i reports di cosa la Confcommercio, una mafietta che in Italia conta e come, discute a Cernobbio e di cosa i clowns di palazzo BS ivi raccontino (il PD, per chi non l'avesse notato, vive nella depandance, quindi D'Alema e Franceschini fan parte del gruppo di cui sopra) per capire che, alla fine, non è sotto media. Intanto gli industriali, invece di fare investimenti e pensare a come far soldi producendo qualcosa di utile e migliore di quello che producono gli altri, dicono che vogliono "soldi veri" (implicando che sino ad ora ne hanno avuti, ma erano falsi ... ). Probabilmente son pure favorevoli all'idea che i prefetti diventino i gestori dell'erogazione del credito alle aziende ed ai consumatori: in fin dei conti è più semplice corrompere un solo prefetto che decine di direttori di banca, no? Questa dei prefetti è una cosa così divertente che sembra me la sia inventata io per far sembrare questo governo ancor più clerico-fascista di quanto non sia: ricorda i podestà che fanno i piani per la battaglia del grano. Invece di irriderla per quello che è (il frutto ridicolo di una mente bacata) gli intellettuali del centro destra si inventano analogie con il dibattito fra Mises ed Eucken per poter dire che GT sa cosa fa, intende di cosa parla ed è un grande pensatore con una strategia ben disegnata anche se, forse, leggermente manchevole: ma per favore! Le cose devono andare veramente maluccio se anche Francesco Giavazzi (comunque la mente più lucida che scriva di economia nel bel paese) pubblica editoriali domenicali prodotto delle riflessioni del suo piede sinistro. Francesco: ma i giornali americani arrivano a Cambridge? Dall'Atlantic a Newsweek non fanno altro che straparlare del futuro del capitalismo, il "case for big government" e via enumerando titoloni ...
7. Visto che tutti fanno previsioni, faccio anche io la mia: a fine anno scopriremo che la riduzione dell'attività economica in Italia è stata peggiore che nel resto del mondo, USA inclusi. E quando la recessione mondiale finirà ed il mondo comincerà a crescere di nuovo, scopriremo che l'Italia non crescerà e che la "crisi", nel Bel Paese, aveva la prolunga ... Così GT avrà l'opportunità di dire che lui aveva visto giusto che la crisi era epocale e che ora occorre mettere i presidenti dei consigli di quartiere a controllare la gestione del credito nella locale agenzia della cassa di risparmio ...
8. P.S. Visto che ho sonno, vado a letto e tralascio una cosa seria. Però l'annoto. Una delle riforme vere che sarebbe il caso di mettere sul tavolo della discussione è quella, o quelle, che risolve(ono) la seguente questione, resa esplicita dalle modalità e dinamiche di questa crisi finanziaria. I seguenti tre elementi non sono compatibili e la loro compresenza genera pericolose crisi:
- le banche come società a responsabilità limitata (limited liability);
- gli alti dirigenti bancari come dipendenti stipendiati e non come banchieri proprietari delle medesime, banche s'intende;
- gli strumenti finanziari che ci siamo inventati post-1980 e, soprattutto, i contratti derivati con durata superiore ad uno o due anni commercializzati over the counter, ossia in accordi privati bilaterali.
Nessuna di queste tre cose, di per se, è un male. Son tutte buone, anzi ottime idee. Ma la mia personale opinione, dopo questi mesi, è che assieme non vanno bene e che almeno una di esse, probabilmente addirittura due di esse, deve(ono) essere tolta/e di mezzo o fortemente limitata/e se vogliamo un settore finanziario sano e meno prono alle mega crisi di quello che ora abbiamo. Questa è una cosa che un anno e mezzo fa non sapevamo, almeno io non lo sapevo, e che ora credo abbiamo imparato. Quale/i delle tre debba essere la vittima non lo so, però vale la pena pensarci.
spiace che il dottor Panebianco riesca neppure ad azzeccare lo spelling corretto....per Mont Pelerin society
dal succitato articolo di Panebianco
Mont Perelin Society (una celebre associazione di studiosi liberali) fra l'economista austriaco Ludwig vo
Dai, palma, magari è un errore di stampa... :=)