Mentre sprecavo tempo girovagando nel sito del Governo, mi sono imbattuto in una delle tante istituzioni previdenziali istituite nel dopoguerra. Di questa, come di tante altre, ignoravo l'esistenza. Immagino che sia lo stesso per molti di voi. Si tratta dell'ENAM, o Ente Nazionale di Assistenza Magistrale. Dal sito www.enam.it, si evince che l'ENAM e' un Ente pubblico non economico con personalita' giuridica di diritto pubblico, ed e' posto sotto la vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione. Sono iscritti d'ufficio all'Ente gli insegnanti e i direttori didattici a tempo indeterminato nelle scuole elementari e materne statali. In un primo tempo, l'ENAM era stato inserito nella celeberrima lista degli enti inutili, ma nel 1991 qualche santo in parlamento ha provveduto a sottrarlo alla fine che indubbiamente si merita.
L'ENAM ha finalita' assistenziali e previdenziali a favore degli iscritti e dei loro familiari, orfani, vedove, e vedovi. Le attivita' includono: 1) l'assistenza climatico-termale, da realizzarsi attraverso l'utilizzo di case di soggiorno di proprieta' dell'Ente (site a Fano (PU), Farra di Soligo (TV), Fiuggi (FR), Lorica (CS), San Cristoforo al Lago (TN), Silvi Marina (PE) ) e convenzioni con strutture alberghiere, 2) l'assistenza sanitaria, 3) l'assistenza agli orfani, 4) contributi alle spese di formazione degli iscritti e alle spese scolastiche dei loro figli, 5) l'erogazione di prestiti agevolati, 6) l'assegnazione di assegni di solidarieta' a favore dei superstiti degli iscritti deceduti in attivita' di servizio e 7) l'integrazione del trattamento pensionistico.
Cio' che non si apprende dal sito e' che nel 2002 (le cifre provengono dal bilancio preventivo per quell'anno, riportato su www.camera.it), a fronte di 29,2 milioni di Euro impiegati in prestazioni istituzionali, l'Ente prevedeva di spendere 13,9 milioni in salari ed altri costi di gestione! Quindi l'overhead ammonterebbe ad un allucinante 47% delle elargizioni!!! Secondo il sindacato autonomo Gilda , (questi dati sono dal bilancio preventivo 2004) l'ente ha 82 dipendenti nella sede centrale romana, di cui due sono dirigenti a 104.000 Euro lordi. Ogni provincia ha il suo comitato, ovviamente dotato di personale. Il bilancio di previsione 2004 iscriveva 350.000 Euro alla voce spese postali, telegrafiche e telefoniche, 30.000 per spese di trasporto e facchinaggio, 75.000 per compensi ai tre revisori dei conti, 150.000 per l'organizzazione di incontri dei comitati provinciali, 14.000 Euro per l'acquisto di giornali!!!!!
Le entrate sono constituite per la quasi totalita' da contributi obbligatori pari allo 0.8% degli stipendi lordi degli iscritti. Secondo il Gilda, in media cio' si sostanzierebbe in 120 Euro l'anno.
Non ho mai compreso quale fosse la ratio di istituzioni di carattere corporativo quali l'ENAM. Mi pare che i fini (i fini dichiarati, non quelli reali) di questo come di tanti altri enti si possano ricondurre all'assicurazione di alcuni rischi (principalmente morte e malattia) e alla redistribuzione di risorse tra i membri della categoria. Per quanto riguarda l'assicurazione, non pare efficiente formare un pool di soggetti che, avendo preso decisioni simili, e' probabile affrontino eventi aleatori maggiormente correlati. Per quanto concerne la redistribuzione, non capisco perche' i maestri debbano essere trattati in maniera diversa da altre categorie. Inoltre e' chiaro che assoggettare il reddito da lavoro degli insegnanti ad un'addizionale dello 0.8% non va nella direzione di incentivare i giovani laureati ad intraprendere una carriera nella scuola elementare.
La conclusione pertanto deve essere che la vera finalita' dell'ente sta nella creazione di un'ulteriore opportunita' per i politici di sviluppare relazioni clientelari, attraverso l'assunzione di personale, l'attribuzione di appalti, l'affidamento di consulenze, e l'acquisto di altri beni e servizi. L'inefficienza dell'Ente e' clamorosa, per quanto certamente non sorprendente. E' ovvio che, se per una qualche ragione, lo Stato considera meritorio sussidiare le vacanze estive dei maestri in pensione, dovrebbe farlo fornendo agli stessi dei buoni spesa da spendere presso strutture private. Com'e' possibile che nel 2006 vi sia un ente pubblico che gestisce attivita' alberghiere?
Mantenere realta' come questa in attivita' e' criminale. Anche a questo proposito, la finanziaria 2007 e' un'altra occasione persa.
L'osservazione che Gian Luca fa mi sembra cogliere nel segno: visto che siamo cosi' alla frutta che aumentate le tasse a chiunque guadagni piu' di 55,000 Euro all'anno (e sia costretto a dichiararlo) vuol dire che ulteriori tagli alla spesa ed agli sprechi chiaramente non erano possibili. Giusto? Sbagliato. Gian Luca ci ha dato un esempio, io ne aggiungo un altro.
Il comune di Roma, che alla testa dei comuni d'Italia e' riuscito a far ridurre i tagli alla finanza locale per un ordine di grandezza vicino al miliardo di Euro, sponsorizza con grandi fasti e grandi spese una "Festa del Cinema", di cui sono ospiti geni e benefattori dell'umanita' del calibro del signorino Di Capra (ambientalista convinto, secondo le balle che il suo press agent gli ha detto di dire al popolino, di sinistra, osannante), la signorina Belloccia (la grande attrice ha finalmente incontrato la parte che alla sua personalita' s'addice, parole sue), il signor Scorese (ho appena visto il suo nuovo capolavoro comico: specialmente verso la fine vi sbellicate dalle risate per i colpi di scena, altro che Buster Keaton, Scorese e' chiaramente un genio) e via enumerando grandi artisti (se pensate che costoro vengano gratis in vacanza a Roma, perche' sono sinistri e ci piacciono Veltroni e la Melandri, ecco ripensateci). Il tutto, ovviamente, per la gioia dei proletari che pagano le tasse. Non so quanti milioni di Euro la festicciola per i ministri finti intellettuali di sinistra sia costata, ma di sicuro reddito per Roma o l'Italia non ne produce: ne trasferisce invece, via tasse dei lavoratori italiani, alle gia' gonfie tasche di dive e divetti oltre che a quelle dell'hotel Hassler (mai stati? neanche io ...).
Invito i lettori ad aggiungere esempi di altre spese tagliabili ma non tagliate. Siate generosi, non andate con le solite Alitalia, Poste e Telegrafi, eccetera: li' ci sono dei lavoratori che tengono famiglia che vanno difesi. Concentriamoci, come dire, sul non ovvio, sul celato. Il sito del Sole 24 Ore, e' un ottimo punto di partenza. Solo con la lettera "A" ho calcolato 687 milioni di spese inutili AGGIUNTIVE ...
Infatti, se il Timoniere ha un attimo di tempo, forse possiamo testare "La Fabbrica del Rumore" in questa occasione (e' la nostra arma segreta in costruzione). Facciamo l'elenco delle spese tagliabili prima di tassare chi lavora, ma non tagliate perche' utili agli amici o alle amiche di qualche politicante romano. Suono come Bossi vecchia maniera? Peccato per lui che ha smesso di esserlo.
Bossi vecchia maniera non era quello che voleva - con l'aiuto di un disegno di legge ideato da Tremonti - far mettere le mani ai partiti (mediante i loro rappresenanti negli enti locali) sulle fondazioni bancarie per poter assegnare i loro fondi a progetti scelti discrezionalmente dai partiti stessi? Mi sembra che costui si proponesse il contrario di quello che ti proponi tu. O forse quello era il nuovo Bossi?
Trovare altri esempi? Forse si fa prima ad escludere cosa non sarebbe da tagliare. In ogni caso, rimando a tre dossier:
1) Partecipazioni azionarie dei comuni. Uno studio dell'Istituto Bruno Leoni di alcuni mesi fa stimava in circa dieci miliardi (a valore di libro, non di mercato) le partecipazioni dei comuni di Torino, Roma, Milano, Brescia, Bologna, Siena, Genova. Solo vendendo tutta quella porcheria, again, a valore di libro, si fanno due finanziarie (considerando anche i comuni non analizzati nello studio).
2) Politica estera di comuni, regioni, paeselli, amici e parenti. Tutte le regioni aprono desk in giro per il mondo. Per incentivare il turismo nelle loro aree e per far conoscere la loro cultura. L'idea e' questa: uno parte da Los Angeles per andare a visitare l'Umbria. D'altronde tutti noi italiani andiamo in America per andare a visitare un solo paesello sperduto nel Kentucky. Uffici, trasferte, pasti, rappresentanze, stipendi, amministrazione. Moltiplicate venti regioni per il numero di stati (o regioni) in giro per il mondo e vi vengono i brividi. Poi le regioni piangono per i tagli in Finanziaria.
3) Istituti di Cultura: I PIU' GRANDI BARACCONI DELLA STORIA PATRIA. Questi istituti non fanno il loro lavoro semplicemente perche' il loro stesso fine e' tanto nobile quanto ambiguo. Cosa significa "promuovere la cultura italiana"? Tutto e niente. Fate un salto al piu' vicino istituto di cultura. Troverete un sacco di gente che ci lavora, strutture moderne e costose. E soprattutto mostre dal dubbio valore artistico. Ma cosa stupisce, e giustifica la mia asserzione, e' un altro dato: alla presentazione di queste mostre, semplicemente, non ci sono stranieri. Andate e verificate. Trovate il giornalista italiano in ciabatte che si crede ganzo, il manager alla ricerca di donnette, l'attore fallito alla ricerca di qualche bicchiere di vino gratis, piu' tutta la presunta elite italiana che si crede tale perche' partecipa agli eventi degli IIC. Insomma: gli italiani pagano perche' un gruppo di "prescelti" possa sentirsi tale quanto e' all'estero. Notevole.
In qualunque evento degli IIC ci sono due comuni denominatori: una bassissima partecipazione, e una ancor piu' ridotta partecipazione di stranieri (se in media ad un evento IIC partecipano 30 persone, gli stranieri sono due o tre). Insomma: gli IIC promuovono la cultura italiana agli italiani all'estero. Non c'e' che dire: ne sentivamo veramente il bisogno.
Poiche' l'uso delle armi atomiche e' proibito, io proporrei con la demolizione controllata di questi centri. Oppure con la loro dismissione qualora l'edificio sia stato acquistato dalla Repubblica italiana.
saluti, AG.