I costi del federalismo secondo il circo mediatico italiano

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I maggiori giornali italiani, il Corriere della Sera e Repubblica, danno informazioni completamente sballate sui cosiddetti costi del federalismo. Chissà perché.

Nell'edizione di Repubblica del 14 maggio 2010 M.Giannini scrive:

 

COMMENTO
La bandiera strappata del federalismo
di MASSIMO GIANNINI

[...] C'è un vincolo "interno", che pesa come un macigno. È il debito degli enti locali sul versante sanitario, che a legislazione vigente impone ad almeno quattro regioni (Lazio, Campania, Calabria e Molise) di ripianarlo a colpi di inasprimenti fiscali. Ed è, più in generale, il costo stimato del federalismo tanto caro al Senatur. L'ultima stima, aggiornata sui bilanci delle regioni nel 2008, l'ha fornita la Commissione tecnica paritetica per il federalismo, nel rapporto curato da Luca Antonini e appena depositato in Parlamento. È una cifra scioccante: per assicurare il passaggio al federalismo nelle materie strategiche (cioè sanità, istruzione e assistenza sociale) occorrerebbero quasi 133 miliardi di euro calcolati in termini di spesa storica (caratterizzata da sprechi, iniquità e inefficienze di ogni genere). La riforma federale, com'è noto, ruota intorno al principio dei "costi standard" delle prestazioni, cioè quelli considerati ottimali secondo i livelli dei servizi raggiunti dalle regioni più efficienti. Ebbene, anche a voler dimezzare l'esborso necessario, nel passaggio dalla spesa storica a quella standard, il federalismo fiscale costerebbe allo Stato non meno di 60 miliardi. [...]

 

Un mese dopo, nel Corriere della Sera del 19 giugno 2010 M.Franco scrive:

 

LA NOTA
Scelta controversa che vuole coprire una riforma in bilico
Perplessità anche nel Pdl e l' opposizione sospetta uno scudo giudiziario
Massimo Franco

[...] E i leghisti esultano, perché vedono il federalismo fiscale più vicino: sebbene calcoli ufficiosi parlino di un costo di 130 miliardi di euro. [...]

 

Si tratta in entrambi i casi di vera e propria disinformazione (probabilmente indotta dalla volontà di fare propaganda contro il federalismo).  Le stime cui si riferiscono i giornalisti nei pezzi sopra riportati, senza peraltro offrire uno straccio di riferimento ai lettori, sono semplicemente le stime della commissione Antonini su quanto oggi spendono le Regioni italiane, circa 2200 Euro per cittadino italiano, primariamente per la Sanità. È ovvio anche per l'alfabetizzato più sprovveduto che questa cifra non ha nulla a che fare con gli eventuali costi aggiuntivi del federalismo.

L.Ricolfi fa delle ipotesi molto più ragionevoli e contenute sui costi del federalismo fiscale in discussione: 0.65 miliardi di Euro (~10 euro per italiano) se si usano i costi standard della regione virtuosa più spendacciona, la Toscana. Se vengono invece adottati i costi della regione virtuosa più efficiente, la Lombardia, ci sarebbero dei consistenti risparmi di spesa pubblica.

Ma se errare è umano, nel caso di M.Giannini, che sarebbe anche scusabile se avesse il coraggio di fare pubblica ammenda, quasi diabolico risulta l'errore di M.Franco un mese dopo, perchè il gigantesco abbaglio di Giannini su Repubblica era stato evidenziato (oltre che dalle repliche dei politici di maggioranza) anche da M.Bordignon su lavoce.info del 18/5/2010:

 

ATTUARE IL FEDERALISMO? NON HA PREZZO
di Massimo Bordignon 18.05.2010

Nei giorni scorsi anche un commentatore generalmente preparato e attento alle cose economiche come Massimo Giannini, nel tentativo di rispondere a questa domanda, ha preso fischi per fiaschi, confondendo la spesa attuale delle Regioni in sanità, istruzione e assistenza - stimata dalla commissione tecnica sulla attuazione del federalismo fiscale in circa 133 miliardi di euro - con la nuova spesa che si dovrebbe devolvere alle Regioni, dimenticando che se i 133 miliardi costituiscono la spesa attuale, vuole dire che tributi propri regionali e trasferimenti già la finanziano, e non c'è dunque nessuna necessità di nuovi finanziamenti in vista.

 

Davvero non si trovano modi migliori per fare propaganda contro il federalismo?

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Commenti

Ci sono 224 commenti

I giornali italiani sono notoriamente poco affidabili e questi sono ottimi esempi. Ma neanche la stima di Ricolfi è una stima dei costi del federalismo. E' una stima di quanto potrebbe costare la sanità se tutte le regioni spendessero la stessa somma per la stessa prestazione, scegliendo i costi minimi. Se si scegliessero quelli massimi (la Calabria?) la spesa aumenterebbe moltissimo. In ogni caso, tutto questo non c'entra col federalismo. E' anzi un esempio di statalismo centralista. Io, burocrate romano, decido che la prestazione X DEVE costare Y e se una regione non si adegua, cavoli suoi. Si trovi i soldi. Magari i costi aggiuntivi sono giustificabili. A Locri le garze costano di  più perchè i costi di trasporto sono maggiori, o scelgono garze di qualità migliore. In ogni caso, questi "risparmi" potrebbero essere ottenuti anche senza federalismo fiscale ed autonomia impositiva, almeno in teoria.

 I veri risparmi (o costi) dovrebbero essere risconstrati a livello macro, sulla percentuale spese=entrate/PIL. Non credo cambi molto a livello nazionale se la pressione fiscale totale, invece di essere 50% statale è 30% statale e 20% regionale (o forse cambia molto se ci sono diverse propensioni all'imprenditoria nel Sud e nel Nord etc. - ma qui si entra in un terreno scivoloso). Questi costi aggiuntivi (o i risparmi) dipendono in sostanza dalla possibilità di trasferire personale insieme alle funzioni da Roma alle varie regioni. E non ho ancora sentito parlare delle necessarie deportazioni. Salvo le (spero) battute di Bossi sulla necessità di trasferire interi ministeri nelle varie regioni del Nord. 

 

Ma neanche la stima di Ricolfi è una stima dei costi del federalismo. E' una stima di quanto potrebbe costare la sanità se tutte le regioni spendessero la stessa somma per la stessa prestazione, scegliendo i costi minimi. Se si scegliessero quelli massimi (la Calabria?) la spesa aumenterebbe moltissimo. In ogni caso, tutto questo non c'entra col federalismo. E' anzi un esempio di statalismo centralista.

 

Effettivamente "i costi del federalismo" sono qualcosa di estremamente vago. In generale si puo' sostenere a maggior ragione che ci sono semmai dei risparmi, perche' per Stati comparabili all'Italia la spesa pubblica e' in media inferiore in quelli federali (gli esempi piu' vicini e comparabili sono Francia e Germania).

Tuttavia gli articoli menzionati si riferiscono ad un aspetto relativamente circoscritto del federalismo, e cioe' le norme in preparazione sul cosiddetto federalismo fiscale che completerebbero la Costituzione cosiddetta federale italiana vigente dal 2001. Come notato da M.Bordignon su lavoce.info, il c.d. federalismo fiscale non riguarda la devoluzione delle competenze, ma solo come finanziare la spesa locale corrente, secondo uno schema peraltro estremamente statalista e centralista come anche io ho sottolineato in passato. Per questo aspetto circoscritto e italiano del federalismo le stime di L.Ricolfi non appaiono fuori luogo, infatti le norme in preparazione appaiono essere incardinate sui famosi costi standard, che per l'80% e oltre riguardano la sola sanita'. Ricolfi stesso ha studiato approfonditamente questo tema ed e' arrivato alla conclusione che in Italia esistono Regioni diversamente virtuose (che danno buoni servizi sanitari) e diversamente efficienti sui costi.  In Italia tutto e' possibile, ovviamente, ma appare poco plausibile che un governo almeno in apparenza nordista prenda come riferimento nazionale proprio una delle Regioni meno virtuose e meno efficienti come la Calabria, mentre appare piu' plausibile che venga presa come riferimento una delle Regioni virtuose del centro-nord.

Rimane peraltro vero che le Regioni oggi sprecone potrebbero decidere autonomamente di imporre tasse locali ai propri cittadini per coprire i costi che lo Stato centrale decidesse di non finanziare piu', in un lontano asintotico futuro in cui il c.d. federalismo fiscale andrebbe a regime. Questo significa che la spesa pubblica non diminuirebbe, ma almeno gli extra-costi degli sprechi ricadrebbero localmente sugli elettori delle amministrazioni sprecone, e non dovrebbero essere pagati da tutti gli italiani, anche quelli delle Regioni (relativamente) virtuose ed efficienti.  Il mio pregiudizio personale poi e' che le Regioni che oggi sprecano lo fanno solo perche' Roma ripiana i loro sprechi a spese di tutti gli italiani, e non appena gli sprechi almeno rispetto alla media italiana dovessero essere addebitati ai residenti, verrebbero seriamente riconsiderati e ridotti.

 

In ogni caso, questi "risparmi" potrebbero essere ottenuti anche senza federalismo fiscale ed autonomia impositiva, almeno in teoria.

 

E' vero. Infatti cosi' avverrebbe anche con le norme in preparazione, a dispetto del nome.  Un federalismo sano e genuino opererebbe in maniera completamente diversa, rendendo le Regioni sostanzialmente responsabili sia di decidere la propria spesa locale, sia di trovare le necessarie risorse tassando localmente, altro che "costi standard" stabiliti a Roma.  Ma questa rimane fantascienza, in Italia.

 

Questi costi aggiuntivi (o i risparmi) dipendono in sostanza dalla possibilità di trasferire personale insieme alle funzioni da Roma alle varie regioni.

 

Anche questo e' vero in generale, ma nel caso particolare in questione non e' per quanto mi risulta materia di discussione, il c.d. federalismo fiscale non modifica la devoluzione presente delle competenze e quindi nemmeno l'inquadramento dei dipendenti pubblici.

Sul Corriere di domenica scorsa 20/6 c'era anche questo articolo  di Mario Sensini:

 

<em>

Dossier sul federalismo fiscale Regioni, autonomia impositiva ma una stretta sulle spese

<em>

 

ROMA - Umberto Bossi e Roberto Calderoli hanno in serbo una sorpresa per il popolo della Lega. Dopo aver incassato il federalismo demaniale, sul pratone di Pontida i due ministri oggi potranno sventolare il testo di ben cinque attesissimi decreti legislativi per l' attuazione del federalismo fiscale. Già definiti assieme al ministro dell' Economia, Giulio Tremonti, e ad Aldo Brancher, oggi ministro del Federalismo e fino a ieri sottosegretario alle Riforme, i decreti sono pronti per il via libera del Consiglio dei ministri, che dovrebbe esaminarli il 2 o il 9 luglio prossimi.........  

Federalismo a costo zero Secondo il Tesoro, infatti, l' attuazione del federalismo fiscale non costerà neanche un euro. Tutt' altro. La devolution, spiegano i tecnici che stanno lavorando alla messa a punto del documento, porterà un bel risparmio sulla spesa pubblica. Si parla di almeno una decina di miliardi di euro, metà dei quali solo nel settore della sanità.

 

 

Bossi non ne ha proprio parlato a Pontida e veramente non si riesce a capire la motivazione di questa falsa anticipazione. Riempire il giornale ?

 

 

Bossi non ne ha proprio parlato a Pontida e veramente non si riesce a capire la motivazione di questa falsa anticipazione. Riempire il giornale ?

 

Purtroppo questo e' troppo spesso il circo mediatico italiano: disinformazione, propaganda, non-notizie spacciate per notizie.

 

 

Invece il corriere di oggi riporta (i costi sono sconosciuti):

 

 

 

 

 

http://www.corriere.it/economia/10_giugno_23/le_regioni_e_le_spese_pazze_per_178_sedi_nel_mondo_sergio_rizzo_3ca5e014-7e88-11df-b520-00144f02aabe.shtml

 La Regione Marche ha 9 presenze all’estero, di cui ben quattro in Cina

Le Regioni e la «diplomazia fai-da-te» Spese pazze per 178 sedi nel mondo

Veneto, Lombardia e Piemonte al top della classifica.

Mi risulta che si tratti di disinformazione, come ha evidenziato DoktorFranz

www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1904

 

come ogni argomento politicizzato e di bandiera, ognuno spara le sue (repubblica inclusa) in maniera grossolana.

La realtà, è che deve essere il governo a fornire le cifre, ed una volta fatto ci si ragiona sopra.

Il fatto che finora se ne guarda bene dal farlo la dice tutta...

Vero.

Però, altro effetto socialmente positivo della concorrenza, nel tentativo di sputtanarsi l'un con l'altro i due campi si affrettano ad aggiungere evidenza che prova, fuori d'ogni dubbio, lo spreco insensato di denaro pubblico a cui la casta d'ogni colore, dimensione, funzione ed appartenenza si dedica.

Alla faccia di GT, che predica l'inizio d'una nuova epoca di frugalità pubblica e poi non taglia uno che sia uno fra gli sperperi della casta, queste mitragliate incrociate di notizie strumentali rivelano una sola cosa: c'è così tanta spesa pubblica da tagliare in Italia che mi sembra persino possibile essere ottimista! Nel senso che, se riuscissimo a tagliare i tentacoli della piovra, il paese di suo forse riuscirebbe a radrizzarsi e riprenderebbe a correre.

Di fatto ci sono vari modi di fare un federalismo (e vari federalismi) ma sono pochi quelli in grado di tagliare i tentacoli della piovra a cui si riferisce Michele.

Mi pare che questo federalismo sia abbastanza impotente, su questo fronte, e rischia di generare nuovi e ulteriori costi senza tagliare gli altri. Se il rischio è vero, indicarlo non è sbagliato. Solo che la stampa lo fa in modo strumentale, perché sostanzialmente del federalismo non interessa nulla, se non come argomento per riempire le pagine.

Ho sempre sostenuto che invece, al di là delle strumentalizzazioni DX-SX, un progetto di federalismo è una cosa seria e complessa, da portare avanti con rigore. Stando bene attenti alla pericolosa fase di transizione. È come passare da una sponda all'altra di un torrente. Il guado, quando si è in mezzo, è la posizione più pericolosa. E rischia di durare troppo, tra spinte a tornare indietro e andare avanti, si rischia di stare in mezzo alla corrente per anni e prima poi una piena (una crisi economca, per esempio) arriva.

Altro rischio è la tendenza italiana al compromesso, che porta a soluzioni italiane che non sono ne carne ne pesce. E se c'è una cosa che non puo' trovare un compromesso è la scelta tra federalismo e centralismo. Ci sono nazioni federali che sono potenze economiche ed altrettante nazioni centralizzate (come la Francia) che sono messe bene. È un po' come dire che si puo' gareggiare e vincere nella competizione internazionale sia con una F1 a 4 ruote sia con una Moto GP, a 2. Sono due soluzioni tecniche diverse e competitive. Ma un incrocio compromissorio all'italiana (il classico ape car a tre ruote) non corre e non compete. Se va troppo forte si ribalta alla prima curva.

Francesco

 

 

Di fatto ci sono vari modi di fare un federalismo (e vari federalismi) ma sono pochi quelli in grado di tagliare i tentacoli della piovra a cui si riferisce Michele.

Mi pare che questo federalismo sia abbastanza impotente, su questo fronte, e rischia di generare nuovi e ulteriori costi senza tagliare gli altri. Se il rischio è vero, indicarlo non è sbagliato. Solo che la stampa lo fa in modo strumentale, perché sostanzialmente del federalismo non interessa nulla, se non come argomento per riempire le pagine.

 

Il c.d. federalismo italiano previsto dalla Costituzione del 2001 e' un federalismo estremamente scadente

  • perche' non ripartisce nettamente quali sono le competenze di spesa e di imposizione fiscale ma prevede tendenzialmente sempre la competenza concorrente di spesa e la competenza centrale di imposizione fiscale per pagare sia la spesa centrale che quella locale
  • e perche' non associa strettamente le competenze di spesa a quelle di corrispondente imposizione fiscale ma stabilisce come principio costituzionale nemmeno il concetto di perequazione ma addirittura lo strumento tecnico con cui deve venire realizzata, il fondo perequativo.

Con un federalismo costituzionalizzato del genere non si risolve nulla, rimangono tutte le disfunzioni del centralismo.  Le norme cui lavora Calderoli non cambiano per nulla questa scadente versione di federalismo all'italiana (e non potrebbero, ci vorrebbe una revisione costituzionale) ma si limitano a fare alcune precisazioni riguardo a come viene finanziata, ancora primariamente dallo Stato centrale, la spesa locale la cui competenza e' regionale.  Entro questi vincoli esiste, ne va dato atto, il tentativo di razionalizzare la spesa statale, con metodi comunque estremamente statalisti, centralisti e dirigisti, secondo peraltro le linee dettate dalla Costituzione vigente e coerentemente con la mentalita' politica italiana prevalente.

Io ho il sospetto che nessuna concorrenza tra le regioni federate può essere realizzata, ad esempio, nel campo del servizio sanitario se, contestualmente, non viene attuata una specie di segregazione: ad esempio, la regione Lombardia deve vietare ai cittadini extra-regionali di curarsi negli ospedali regionali lombardi (almeno, non gratis). Solo così il cittadino calabro si porrà la domanda sul perché nella sua regione natìa la sanità sia così inefficiente rispetto ai costi e quindi ne terrà conto alle successive elezioni regionali.

Tuttavia, oltre che abominevole, tale pratica mi sa tanto di essere anticostituzionale.

Sbaglio?

 

oltre che abominevole

 

Perché abominevole? Se io vado ad un Veteran Administration Hospital, a meno di un'emergency, mica mi curano. Se tu vai in Francia, a meno di un emergency, mica ti curano. Se un albanese va a Reggio, mica lo curano ... tutti abominevoli?

beh, gia' ora si sobbarcano i costi di trasferta, magari mitigati dormendo sul divano del cugino.Comunque non ci trovo nulla di abominevole nel mettere un ticket per chi viene da fuori regione, emergenze (vere) a parte.

 

Io ho il sospetto che nessuna concorrenza tra le regioni federate può essere realizzata, ad esempio, nel campo del servizio sanitario se, contestualmente, non viene attuata una specie di segregazione: ad esempio, la regione Lombardia deve vietare ai cittadini extra-regionali di curarsi negli ospedali regionali lombardi (almeno, non gratis). Solo così il cittadino calabro si porrà la domanda sul perché nella sua regione natìa la sanità sia così inefficiente rispetto ai costi e quindi ne terrà conto alle successive elezioni regionali.

Tuttavia, oltre che abominevole, tale pratica mi sa tanto di essere anticostituzionale.

 

Non c'e' nulla di abominevole nella segregazione, quasi ovunque nel mondo vieni curato limitatamente alle emergenze oppure ci deve essere qualcuno che paga, o la tua assicurazione o il tuo Stato o Regione di provenienza. Nada es gratis. Un sistema dove i costi non vengono addebitati a chi li genera e' un sistema (come l'Italia) destinato al fallimento e alla disfunzionalita'.

Riguardo alla concorrenza nel contesto italiano, puo' essere implementata in diversi modi, una possibile realizzazione prevede che il cittadino possa ricevere cure ovunque ma i costi relativi sono addebitati sempre ai contribuenti della sua Regione di provenienza.  Piu' o meno si tratta del sistema vigente, in cui pero' poi il conto delle singole Regioni viene pagato centralmente dallo Stato come si usa in Italia per meglio sprecare senza pagarne il conto. Una concorrenza reale imporrebbe di 1) addebitare il costo delle cure extra-regione ai contribuenti della Regione di provenienza 2) di finanziare da Roma solo servizi sanitari effettivamente prodotti e non stipendi di fannulloni e sprechi assortiti con ad es. per i costi per le protesi di Tarantini in cambio delle escort.

 

Perché  vietare? Basterebbe che la regione inviante pagasse le cure alla regione ricevente, come, mi risulta, accadeva tempo addietro (mi risulta che attualmente esista un “fondo di mobilità sanitaria” assegnato centralmente alle regioni riceventi) e come, suppongo, accada per i modelli E101 per l'estero. In caso la regione inviante non fosse in grado di pagare, potrebbe aumentare i tributi locali o essere comissariata.

Tanta è la confusione sui numeri che, credo, ci dobbiamo andare a rivedere cosa dice la "bozza di federalismo".

Sarà scelta una regione benchmark per "sanità, assistenza e istruzione" (art. 6 e 9).

Ma questa è una cavolata, la determinazione del "costo standard secondo le Regioni più virtuose " è qualcosa di fortemente stupido, visto che tecnicamente sono altri i costi standard in sanità, ovverossia i giornalisti saranno pure disinformati (non è una novità), ma i politici mentono sapendo di mentire quando parlano di "regioni virtuose", laddove invece i benchmark saranno molto più generici.

Poi c'è il problema del "trasferimento di personale alle Regioni" senza oneri per lo Stato. Se ci riuscite voi a convincere un travet romano a trasferirsi a Canicattì o a Mondovì...

Poi c'è il "fondo perequativo" (art. 7), che potrebbe anche essere un pozzo senza fondo, poi ci sono le regioni meridionali in cui, fatta eccezione la Puglia, comanda il PDL ed i cui voti sono essenziali per il Governo che chiedono "maggiori risorse", insomma se si volesse far tornare la quadra forse non basterebbero 200 miliardi di euro, visto che ai voracissimi piranhas romani si aggiungerebbero una marea di piranhas locali.

Saranno pure disinformati Giannini e Franco, non lo metto in dubbio, ma ho idea che il Governo al traino della Lega si sia infilato in un bel tunnel, difatti la "bozza" è del settmbre 2008, dava un anno di tempo per passare al federalismo, siamo praticamente a settembre 2010 (il Parlamento ha già altri provvedimenti da votare) e non ci sono nemmeno i decreti di attuazione. Forse gli estensori si erano preoccupati del "costo economico" dimenticandosi il "costo politico"?

Infine sono curioso (domanda già fatta): ma in USA il maestro di una scuola pubblica del Delaware prende gli stessi soldi di quello di Hollywood? Ha lo stesso stipendio garantito dall'Amministrazione di Washington ?

 

 

Infine sono curioso (domanda già fatta): ma in USA il maestro di una scuola pubblica del Delaware prende gli stessi soldi di quello di Hollywood? Ha lo stesso stipendio garantito dall'Amministrazione di Washington?

 

Ovviamente no, gli stipendi dei dipendenti pubblici USA sono calcolati sulle medie per professioni equivalenti nel mercato locale, che sono generalmente diverse. Poi se non erro i maestri di scuola USA sono dipendenti locali, credo del comune o al massimo della contea. Scommetto che se si vanno ad esaminare gli Stati OCSE quasi solo l'Italia mantiene il principio che i dipendenti pubblici debbano avere lo stesso salario pur in presenza di mercati del lavoro e costi della vita diversificati sul territorio.

Quello che so e' che il maestro di Hollywood puo' essere licenziato come un dipendente privato. Cmq non vedo il senso della domanda. Tanto vale chiedersi: il maestro italiano e' pagato come quello inglese?

 

 

 

ma per contestare i numeri di Giannini non avevate nessuno di piu' serio di Ricolfi? Io quando lo vedo citato cestino a vista

 

 

ma per contestare i numeri di Giannini non avevate nessuno di piu' serio di Ricolfi? Io quando lo vedo citato cestino a vista.

 

L.Ricolfi per quanto mi riguarda e' uno degli analisti e commentatori piu' attendibili sullo Stato italiano.

You certainly are a man of certainties. Lucky you. You must know things most people do not.

Non ti dispiacerà, suppongo, che altri (tipo: io) applichino la stessa reallyopenminded regola al nome "Eugenio Angelillo" in futuro, no?

 

Chiedo lumi, nei calcoli sui costi del federalismo bisognerà includere anche altri fattori oltre la sanità, o sbaglio? Se il federalismo diventa 'regionalismo', c'è da tener conto anche di tutte le materie che sono a legislazione non concorrente secondo il titolo V della Cost. Mi sa che il conto aumenterebbe.

PS: in Francia ci vivo. Curano le emergenze sempre, per il resto le prestazioni si pagano ma vengono rimborsate in percentuale molto alta con la normale assicurazione sanitaria, e quasi totalmente se si ha una polizza integrativa. Vengono rimborsati anche i farmaci. Sistema molto trasparente: vedi quanto incassa il docteur e vedi la quota di rimborso, risulta quindi evidente il rapporto costi/benefici della tua assicurazione. Il livello delle prestazioni direi che è uniforme in tutto il territorio nazionale, gli ospedali sono parecchio diffusi e farmacie ne trovo ad ogni angolo. È considerato il miglior sistema sanitario del mondo.
Tutto questo in uno stato molto centralista: che non ci sia bisogno del federalismo per avere un buon sistema sanitario?

 

in Francia ci vivo [...] È considerato il miglior sistema sanitario del mondo.
Tutto questo in uno stato molto centralista: che non ci sia bisogno del federalismo per avere un buon sistema sanitario?

 

La Francia avrebbe il miglior sistema sanitario del mondo? E' la stessa balla secondo la quale l'Italia sarebbe al secondo posto. Esistono tante classifiche, per esempio secondo Euro Health Consumer Index 2009 solo restando in Europa la Francia e' al 7 posto, superata da meta' degli Stati UE15 e ovviamente l'Italia e' piu' o meno all'ultimo posto tra gli UE15, dove ci si aspetta di trovarla:

CountryScore
The Netherlands863
Denmark819
Iceland811
Austria795
Switzerland788
Germany787
France778
Luxembourg777
Sweden762
Norway740
Belgium732
Finland721
Ireland701
UK682
Italy678
Slovenia668
Czech Republic667
Cyprus638
Estonia638
Hungary633
Portugal632
Spain630
Croatia627
Greece600
Macedonia576
Malta565
Slovakia560
Poland546
Albania542
Latvia512
Romania489
Bulgaria448

La Francia come l'Italia sono in cima ad una classifica molto particolare, quella dell'efficienza secondo il rapporto OMS 2000, che misura piu' o meno la vita media diviso il costo dei sistemi sanitari, una quantita' che ha molto, molto poco a che fare con la bonta' dei sistemi sanitari come mostra il fatto che Paesi come Portogallo e Oman avrebbero un sistema sanitario migliore di Olanda e Germania.

Da who.int:

 

Annex Table 10, Health system performance in all Member States, 
WHO indexes, estimates for 
PERFORMANCE ON HEALTH LEVEL (DALE) OVERALL PERFORMANCE

 
 

Rank

 
 

Uncertainty

 
 

State

 
 

Index

 
 

Uncertainty

 
 

 

 
 

1

 
 

1-5

 
 

France

 
 

0.994

 
 

0.982-1.000

 
 

 

 
 

2

 
 

1-5

 
 

Italy

 
 

0.991

 
 

0.978-1.000

 
 

 

 
 

3

 
 

1-6

 
 

San Marino

 
 

0.988

 
 

0.973-1.000

 
 

 

 
 

4

 
 

2-7

 
 

Andorra

 
 

0.982

 
 

0.966-0.997

 
 

 

 
 

5

 
 

3-7

 
 

Malta

 
 

0.978

 
 

0.965-0.993

 
 

 

 
 

6

 
 

2-11

 
 

Singapore

 
 

0.973

 
 

0.947-0.998

 
 

 

 
 

7

 
 

4-8

 
 

Spain

 
 

0.972

 
 

0.959-0.985

 
 

 

 
 

8

 
 

4-14

 
 

Oman

 
 

0.961

 
 

0.938-0.985

 
 

 

 
 

9

 
 

7-12

 
 

Austria

 
 

0.959

 
 

0.946-0.972

 
 

 

 
 

10

 
 

8-11

 
 

Japan

 
 

0.957

 
 

0.948-0.965

 
 

 

 
 

11

 
 

8-12

 
 

Norway

 
 

0.955

 
 

0.947-0.964

 
 

 

 
 

12

 
 

10-15

 
 

Portugal

 
 

0.945

 
 

0.931-0.958

 
 

 

 
 

13

 
 

10-16

 
 

Monaco

 
 

0.943

 
 

0.929-0.957

 
 

 

 
 

14

 
 

13-19

 
 

Greece

 
 

0.933

 
 

0.921-0.945

 
 

 

 
 

15

 
 

12-20

 
 

Iceland

 
 

0.932

 
 

0.917-0.948

 
 

 

 
 

16

 
 

14-21

 
 

Luxembourg

 
 

0.928

 
 

0.914-0.942

 
 

 

 
 

17

 
 

14-21

 
 

Netherlands

 
 

0.928

 
 

0.914-0.942

 
 

 

 
 

18

 
 

16-21

 
 

United Kingdom

 
 

0.925

 
 

0.913-0.937

 
 

 

 
 

19

 
 

14-22

 
 

Ireland

 
 

0.924

 
 

0.909-0.939

 
 

 

 
 

20

 
 

17-24

 
 

Switzerland

 
 

0.916

 
 

0.903-0.930

 
 

 

 
 

21

 
 

18-24

 
 

Belgium

 
 

0.915

 
 

0.903-0.926

 
 

 

 
 

22

 
 

14-29

 
 

Colombia

 
 

0.910

 
 

0.881-0.939

 
 

 

 
 

23

 
 

20-26

 
 

Sweden

 
 

0.908

 
 

0.893-0.921

 
 

 

 
 

24

 
 

16-30

 
 

Cyprus

 
 

0.906

 
 

0.879-0.932

 
 

 

 
 

25

 
 

22-27

 
 

Germany

 
 

0.902

 
 

0.890-0.914

 
 

 

 
 

26

 
 

22-32

 
 

Saudi Arabia

 
 

0.894

 
 

0.872-0.916

 
 

 

 
 

27

 
 

23-33

 
 

United Arab Emirates

 
 

0.886

 
 

0.861-0.911

 
 

 

 
 

28

 
 

26-32

 
 

Israel

 
 

0.884

 
 

0.870-0.897

 
 

 

 
 

29

 
 

18-39

 
 

Morocco

 
 

0.882

 
 

0.834-0.925

 
 

 

 
 

30

 
 

27-32

 
 

Canada

 
 

0.881

 
 

0.868-0.894

 
 

 

 
 

31

 
 

27-33

 
 

Finland

 
 

0.881

 
 

0.866-0.895

 
 

 

 
 

32

 
 

28-34

 
 

Australia

 
 

0.876

 
 

0.861-0.891

 
 

 

 
 

33

 
 

22-43

 
 

Chile

 
 

0.870

 
 

0.816-0.918

 
 

 

 
 

34

 
 

32-36

 
 

Denmark

 
 

0.862

 
 

0.848-0.874

 
 

 

 
 

35

 
 

31-41

 
 

Dominica

 
 

0.854

 
 

0.824-0.883

 
 

 

 
 

36

 
 

33-40

 
 

Costa Rica

 
 

0.849

 
 

0.825-0.871

 
 

 

 
 

37

 
 

35-44

 
 

United States of America

 
 

0.838

 
 

0.817-0.859

 
 

 

 
 

38

 
 

34-46

 
 

Slovenia

 
 

0.838

 
 

0.813-0.859

 
 

 

 
 

39

 
 

36-44

 
 

Cuba

 
 

0.834

 
 

0.816-0.852

 
 

 

 
 

40

 
 

36-48

 
 

Brunei Darussalam

 
 

0.829

 
 

0.808-0.849

 
 

 

 
 

41

 
 

38-45

 
 

New Zealand

 
 

0.827

 
 

0.815-0.840

 
 

 

 
 

42

 
 

37-48

 
 

Bahrain

 
 

0.824

 
 

0.804-0.845

 
 

 

 
 

43

 
 

39-53

 
 

Croatia

 
 

0.812

 
 

0.782-0.837

 
 

 

 
 

44

 
 

41-51

 
 

Qatar

 
 

0.812

 
 

0.793-0.831

 
 

 

 
 

45

 
 

41-52

 
 

Kuwait

 
 

0.810

 
 

0.790-0.830

 
 

 

 
 

46

 
 

41-53

 
 

Barbados

 
 

0.808

 
 

0.779-0.834

 
 

 

 
 

47

 
 

36-59

 
 

Thailand

 
 

0.807

 
 

0.759-0.852

 
 

 

 
 

48

 
 

43-54

 
 

Czech Republic

 
 

0.805

 
 

0.781-0.825

 
 

 

 
 

49

 
 

42-55

 
 

Malaysia

 
 

0.802

 
 

0.772-0.830

 
 

 

 
 

50

 
 

45-59

 
 

Poland

 
 

0.793

 
 

0.762-0.819

 
 

 

 
 

51

 
 

38-67

 
 

Dominican Republic

 
 

0.789

 
 

0.735-0.845

 
 

 

 
 

52

 
 

41-67

 
 

Tunisia

 
 

0.785

 
 

0.741-0.832

 
 

 

 
 

53

 
 

47-62

 
 

Jamaica

 
 

0.782

 
 

0.754-0.809

 
 

 

 
 

54

 
 

50-64

 
 

Venezuela, Bolivarian Republic of

 
 

0.775

 
 

0.745-0.803

 
 

 

 
 

55

 
 

41-75

 
 

Albania

 
 

0.774

 
 

0.709-0.834

 
 

 

 

In tutto questo ragionamento sulla sanità non avete tenuto conto dell'intervento della politica nella gestione della sanità, dalla spesa alla nomina dei portantini, e delle inefficienze che questo comporta, anche nelle regioni dove la dsanità sembra dare le risposte migliori.

Se non si eliminano le ingerenze della politica, una sanità centrale o regionale sarà sempre fonte di sprechi e di conseguente disuguaglianza.

Intendevo anche questo quando ho scritto di 'criteri di reclutamento della P.A.' e di conseguenza qualità dei servizi offerti. Concordo sul fatto che se non si cambia questo aspetto, centrale o regionale poca differenza fa.

 

Allora, Raffaele Lombardo è favorevole al federalismo, purché sia un federalismo vero che superi il dualismo del paese. Per realizzare il federalismo vero, però,  gli devono giustamente essere assegnate le risorse necessarie. Sennò non è vero federalismo e non si supera il dualismo.

“Siamo pronti ad assumere nuove responsabilita' se ci saranno assegnate contestualmente le risorse necessarie.”

Del resto ha da compiere un atto di giustizia, ovvero stabilizzare tanti precari che prestano la loro opera nell’amministrazione regionale.

L’amministrazione regionale, che notoriamente soffre di cronica carenza di personale, è questa:

“Incredibile, ma vero, i siciliani sopportano un costo pari a quasi venti volte quello dei lombardi: 349 euro pro capite! Palazzo dei Normanni, del resto è generoso: per i 20 mila dipendenti della Regione, l’Assemblea stanzia la bellezza di 1,7 miliardi di euro l’anno. Una somma che non è poi tanto più bassa della spesa per il personale di tutte le Regioni italiane messe insieme, che è di quasi 2,4 miliardi di euro l’anno. Con una media di 42.500 euro di stipendio lordo, i dipendenti della Sicilia, aumentati di cinquemila unità tra il 2003 ed il 2008, guadagnano quasi il 40% in più dei ministeriali. Ma vanno in pensione molto prima e con assegni ben più consistenti, che la Corte dei Conti ha calcolato in 2.472 euro a testa. Il fatto che sia una Regione a statuto speciale c’entra poco: l’autonomia fa sì che la Sicilia abbia la titolarità delle funzioni, ma nei fatti non la esercita.”

 

Per i precari della scuola in Sicilia la Gelmini si è già impegnata a trovare risorse aggiuntive. Gli altri si arrangino.  Che basti chiedere con voce stentorea mentre si palleggiano vistosamente i voti di cui si dispone?

 

Raffaele Lombardo in un'intervista  che è una perla denuncia il complotto nordista (si ignora se anche masso-pluto-giudaico):  se non potesse depredare il Sud, e la Sicilia in particolare, il Nord colonialista sarebbe in ginocchio. Oops è in ginocchio in realtà. E allora come la mettiamo? Questa tesi complottista prende sempre più piede. Da soli se la caverebbero meglio? ciao...

"Presidente: la cacciata degli invasori?
Se quelli del Nord devono continuare a lamentarsi e a paventare la secessione, e allora che la facessero pure lasciandoci liberi e se ne andassero “al diavolo” ! Solo che la secessione la proclamano, la minacciano, ma non la fanno. Non gli conviene farla. Finirebbe lo sfruttamento di questo enorme mercato di consumatori e di braccia che è diventato il Sud.

Meglio soli insomma che male accompagnati?
Da soli ce la caveremmo molto meglio dopo avere conquistato e affermato livelli di efficienza e di capacità di sfruttamento delle nostre straordinarie risorse.

In che modo tutto questo ha influito nella sua azione di governo?
Il nostro governo, tra mille difficoltà, e mille aggressioni, vuole imboccare questa strada nonostante la catena degli ascari e dei loro padroni che si muove giorno per giorno contro di noi.

Cosa intende per “catena degli ascari”?
Le spiego il sistema: prima ci sono i Romani, poi gli Arabi e i Normanni fino ai Savoia e dopo i Savoia i governanti di Roma e le politiche nazionali dei grandi gruppi economici che sfruttano la Sicilia, che possiedono i giornali e ci fanno attaccare, che possiedono grandi scrittori e ci fanno sputtanare .E hanno le loro quinte colonne: sono gli ascari. Siciliani venduti al soldo dei padroni romani. Quelli che fanno carriera nell’economia, nella politica, diventano ministri. E siccome lo diventano perché sono i padroni romani o milanesi che glielo consentono, e siccome il frutto di questi premi ministeriali è la schiavitù e la sottomissione, e siccome il prezzo che si paga non è a carico delle loro tasche ma del popolo siciliano, difendono questo sistema con le unghie e con i denti.

E lei vuole spezzare questa catena.
Naturale! Se questo assetto saltasse , se dovessero guadagnarsi il consenso della gente piuttosto che fare i parlamentari o i ministri nominati, allora ci sarebbe da divertirsi. Per questo sono inviperiti e sono pronti ad azzannare e ad ammazzare.

Una lotta che sembra impari.
Ed infatti è difficilissima. La potremo spuntare solo quando una nuova consapevolezza di quello che siamo e dobbiamo essere farà giustizia di queste miserie e di questi miserabili.

Possiamo dire in quest’ottica che un ottimo alleato funzionale è la Lega?
La Lega ha preso la sua strada e se vuole fare la secessione la faccia pure così noi avremo acquisito la nostra indipendenza e la nostra libertà. Guardate Malta, realtà minima nel mare mediterraneo, territorio piccolo, 300.000 abitanti. Però ha 3 parlamentari europei, un commissario europeo, prima quello della pesca e ora quello della sanità, può fare la fiscalità di vantaggio, può abbassare le tasse quanto vuole. E attrae centinaia di operatori turistici siciliani che lì investono, lavorano, progrediscono.

o_O



 

 

Mi sbaglio o 1.700.000.000 di euro diviso 20.000 dipendenti fa 85.000 euro a testa e non 42.500?

 

se non potesse depredare il Sud, e la Sicilia in particolare, il Nord colonialista sarebbe in ginocchio. Oops è in ginocchio in realtà. E allora come la mettiamo? Questa tesi complottista prende sempre più piede

 

Vero! Si sta diffondedo in maniera incredibile con i seguenti capisaldi:

il Nord ha messo in ginocchio il Sud terra ricchissima e all'avanguardia tecnologia (data l'esistenza di una ferrovia in Campania), evidentemente il saccheggio è stato di proporzioni tali che il Sud non ha più potuto riprendersi. Anche il decantato "boom" del Nord Est è dovuto alle imprese degli emigrati meridionali in quanto si sa che i Veneti sono ignoranti chè abbandonano la scuola molto presto.

Stranamente, a parte Lombardo (anche lui solo a parole però), tutto questo ragionamento non porta alla richiesta di indipendenza o federalismo anzi i nordisti sono degli ingrati a chiederlo, insomma prima li hanno "inguaiati" ed adesso non vogliono più il matrimonio riparatore?

Cara Anxia, Lombardo e' meglio di molti altri. Sono molto peggio i difensori dello Stato centralista, che non ne capiscono i difetti e i danni prodotti negli ultimi 150 anni.

 

“Siamo pronti ad assumere nuove responsabilita' se ci saranno assegnate contestualmente le risorse necessarie.”

 

Sono completamente d'accordo per assegnare alla Sicilia tutte le risorse fiscali provenienti dalla Sicilia e anche qualcosa di piu'.  Con queste risorse poi la Sicilia deve gestire tutta l'attivita' dello Stato per i siciliani.

 

Presidente: la cacciata degli invasori?
Se quelli del Nord devono continuare a lamentarsi e a paventare la secessione, e allora che la facessero pure lasciandoci liberi e se ne andassero “al diavolo” ! Solo che la secessione la proclamano, la minacciano, ma non la fanno. Non gli conviene farla. Finirebbe lo sfruttamento di questo enorme mercato di consumatori e di braccia che è diventato il Sud.

Meglio soli insomma che male accompagnati?
Da soli ce la caveremmo molto meglio dopo avere conquistato e affermato livelli di efficienza e di capacità di sfruttamento delle nostre straordinarie risorse.

 

Qui Lombardo ha sostanzialmente ragione.  Alcuni nel Nord vogliono la secessione, altri no.  La maggioranza vota partiti che non vogliono assolutamente la secessione.  I grandi imprenditori del Nord attraverso i loro giornali e le loro associazioni sono assolutamente contrari alla secessione.

Se poi la secessione avvenisse, ritengo che Lombardo abbia ancora una volta ragione: per il Sud sarebbe un vantaggio anche superiore che per il Nord, come e' accaduto nella secessione tra Cechia e Slovacchia.  Del resto gia' ora Portogallo e Grecia hanno un PIL pro-capite superiore a quello del Sud.  Il Sud raggiunge i livelli di benessere greci-portoghesi solo con la spesa pubblica gonfiata dell'Italia, al prezzo pero' di aver desertificata la propria attivita' economica privata, particolarmente a livello di grandi imprese, e di avere la maggiore disoccupazione dell'intera UE.  Probabilmente per effetto dell'intervento pubblico italiano, uno dei piu' stupidi del mondo, il Sud Italia ha anche al suo interno la sperequazione di reddito maggiore di tutta Europa.

 


 

Viene  reso noto il dato aggregato - spiega il responsabile delle ricerche territoriali e strategiche di Unicredit, Zeno Rotondi - ma spacchettandolo e considerando solo quello relativo agli scambi tra regioni, si nota come quelle del nord, Lombardia in testa, hanno un saldo positivo perche’ esportano al sud. Senza il potere d’acquisto di questa parte del Paese, le imprese settentrionali crollerebbero”.

Per il responsabile del territorio per il Sud dell’istituto di credito, Felice Delle Femmine, “lo studio riconosce finalmente la funzione del Mezzogiorno, dal quale dipende il nord Italia. In questa ottica, e’ giusto pensare al federalismo, ma bisogna tenere conto di tutti i fenomeni economici, compreso questo”

 

http://www.economia-oggi.it/archives/00051982.html

No comment.

 

 

Viene  reso noto il dato aggregato - spiega il responsabile delle ricerche territoriali e strategiche di Unicredit, Zeno Rotondi - ma spacchettandolo e considerando solo quello relativo agli scambi tra regioni, si nota come quelle del nord, Lombardia in testa, hanno un saldo positivo perche’ esportano al sud. Senza il potere d’acquisto di questa parte del Paese, le imprese settentrionali crollerebbero”.

Per il responsabile del territorio per il Sud dell’istituto di credito, Felice Delle Femmine, “lo studio riconosce finalmente la funzione del Mezzogiorno, dal quale dipende il nord Italia. In questa ottica, e’ giusto pensare al federalismo, ma bisogna tenere conto di tutti i fenomeni economici, compreso questo”

http://www.economia-oggi.it/archives/00051982.html

No comment.

 

Grazie per questo esempio indicativo delle favole che si raccontano in Italia (e che gli elettori italiani si bevono).

 Forse dovrei postare il link a commento dell'articolo sul test PISA, ma mi pare più proprio qui dove fa il paio con il link di moreno b.

Ci sono molti modi di leggere e interpretare i dati, certo più o meno tendenziosi e disonesti...

<em>OCSE-PISA. L'Italia migliora grazie al Sud. Nord-Est in caduta libera<em>

Vorrei anche aggiungere che nella valutazione degli esiti del test occorrerebbe includere la composizione della popolazione studentesca e l'incidenza dei ragazzi immigrati (non nati in Italia) e che a casa non parlano in italiano. Quale parte d'Italia in misura preponderante deve farsi carico  della loro integrazione?