Lo scellerato attacco e' stato perpetrato dal signor Fabio Garagnani da San Giovanni in Persiceto e dal suo collega Enzo Raisi da San Lazzaro di Savena. Il primo e' deputato in quota Forza Italia. Il secondo appartiene al gruppo di Alleanza Nazionale. I suddetti accusano Giacomo e Francesca (che sono coniugati) di aver ricevuto un trattamento preferenziale dall'Università di Bologna visto che il padre di Giacomo, Pier Ugo, ne e' rettore. Hanno perfino minacciato un'interrogazione al ministro Mussi. Una rassegna stampa e' disponibile sul sito dell'Università di Bologna. (Si vedano i contributi a partire dal 24/4, e in particolare quelli del primo di maggio).
Io ho la fortuna di conoscere Francesca e Giacomo da più di 15 anni. Siamo stati compagni di università. Non ho alcun dubbio circa la loro integrità morale e nutro grande stima per il loro lavoro di ricerca. E lo stesso pensano una lunga lista di colleghi, in università italiane ed estere. Circa 130 di questi si sono uniti a Jean Tirole - professore a Toulouse e MIT, e prolifico ricercatore nei campi dell'organizzazione industriale, finanza aziendale, e teoria dell'informazione - nel fornire sostegno incondizionato a Giacomo e Francesca. Questi ultimi hanno meriti acquisiti nelle attività di ricerca e di docenza che in un sistema di reclutamento civile darebbero loro facile accesso a una università come Bologna.
E' palese che nell'università italiana il nepotismo e la corruzione la facciano da padrone. Il problema e' che Garagnani e Raisi hanno completamente sbagliato bersaglio. D'altronde, se avessero veramente avuto intenzione di denunciare tali comportamenti deteriori, avrebbero iniziato con il leggere i rapporti preparati da Roberto Perotti. Il fatto e' che Garagnani e Raisi se la sono presa con Giacomo e Francesca per ben altri motivi, di bassa politica locale. Il loro e' un tentativo di danneggiare il padre di Giacomo, con un cui sono in acceso contrasto da tempo.
Come si suole in Italia, la vicenda ha avuto anche dei risvolti divertenti. Ecco un breve estratto dell'intervista che Cristiano Zecchi, giornalista del quotidiano bolognese "Il Domani," ha condotto con Raisi:
Zecchi: Il mondo universitario si e' pero' mosso in favore del rettore.
Raisi: Faccio presente che ho ricevuto almeno una decina di telefonate, da parte di professori universitari anche di economia, che si sono congratulati per la denuncia che ho fatto ( i nomi, Raisi? ndr). Nei confronti di Calzolari ho visto solo difese tiepide, da politici come Walter Vitali e professori che hanno qualche complicità e che si sono ridotti a difendere l'indifendibile.
Zecchi: Pero' si sono mossi anche dall'estero...
Raisi: Si, due persone che nessuno conosce.
Si noti che i 130 complici di Giacomo che si sono aggiunti a Tirole lavorano in 13 università Italiane e diverse straniere, tra cui Princeton, New York University, London School of Economics, e Cambridge. Tra questi vi sono ricercatori di fama mondiale e editors di prestigiose riviste scientifiche. Non si capisce quale vantaggio essi potrebbero trarre da complicita' con chiccessia. Assolutamente ridicolo. Altrettanto ridicolo e' poi il fatto che tale Raisi si permetta di dire che nessuno conosce Tirole...
Il Senatore Enriques (gruppo Ulivo), in una lettera a Repubblica apparsa il 3 maggio, afferma giustamente che a Raisi e Garegnani sarebbe bastato controllare il numero di voci legate a Giacomo e Francesca su Google Scholar. Immagino che, leggendo la lettera, i due deputati si saranno chiesti: "google che?".
Che aggiungere? Sicuramente di si e' trattato di un ulteriore esempio di malcostume da parte di soggetti che, come parlamentari, dovrebbero dare esempio di probità. Ci siamo abituati, direte voi... Un'ulteriore semplice considerazione si impone. Se si permettesse alle università di competere tra loro. Se si abolissero i concorsi, permettendo alle università stesse di assumere chiunque vogliano, come nel mondo civilizzato, non saremmo stati costretti ad assistere a questo episodio. Questo perché, a tali condizioni, l'Universita' di Bologna non avrebbe assunto Giacomo e Francesca se la loro nomina non fosse stata coerente con gli obiettivi di primeggiare in termini di qualità della ricerca e della didattica. Vabbe', se la mia nonnina avesse le ruote...
Date per scontate le qualifiche di Giacomo e Francesca, se non fossero
stati imparentati con il Rettore dell'Universita', sarebbero mai
riusciti ad avere quelle positions?
La mia risposta e': certamente si'. O si vuole credere davvero che tutti gli accademici in Italia siano diventati tali a forza di raccomandazioni?
Personalmente, conosco varie persone che nonostante le qualifiche
non sono mai riuscire a tornare in Italia senza una raccomandazione.