Sta facendo parecchio, il dottor Draghi Mario, senza dubbio alcuno. Ed i complimenti non mi vengon facili, per nessuno.
Siccome mai m'accontento, dico ch'egli potrebbe fare ancor di piu'. Come? Forse a suo detrimento, ma certo per il bene del paese, mi piacerebbe prendesse la leadership del dibattito di politica economica. Mi rendo conto di chiedere forse l'impossibile: fa il Governatore della banca centrale, e' uomo pacato e riservato per natura, e forse vuole anche fare delle altre cose dopo la Banca d'Italia. Pero' - visto che di sicuro non ci legge e sentito lo smarrimento del popolo lavoratore tutto a fronte del convulso dibattito sulla finanziaria - io m'arrischio suggerirgli una scossuccia alla baracca ...
Interventi come questo sono un gran bene. Cosa pensi della finanziaria e' chiaro dall'audizione parlamentare, durante la quale ha insistito su tagli alle spese e liberalizzazioni. Che ora insista per far capire che la ripresa ciclica e' irrilevante e che cio' che conta e' il trend di lungo periodo, e' ancor meglio. Anche perche', senza entrare in questioni tecniche noiose, di "ripresa ciclica" nel senso vero non si tratta: questi sono singhiozzi di breve durata attorno ad un trend quasi piatto. Non c'e' piu' "recessione ciclica" in Italia da un pezzo, e non c'e' piu' "ripresa ciclica" di conseguenza; quindi Draghi ha ragione a ripetere che un temporaneo 2% di crescita invece dell'anemico 1% usuale non fa nessuna differenza e che entusiasmarsi e' futile.
Fa anche bene ad insistere sul capitale umano come antidoto alla precarieta' del lavoro, ci mancherebbe! Per ovvio e banale che sembri, e' l'unico ritornello valido oltre alla liberalizzazione di tutto e del mercato del lavoro in primis. Magari anche questo dira', fra un po' di tempo. Magari lo ha gia' detto, seppur con cautela, ed io non l'ho notato ...
Non e' questo il punto della mia riflessione: gia' ha detto cose sagge e ne dira' delle altre, va bene. Il punto e' un altro: dato il prestigio di cui egli gode in Italia, e data anche l'indipendenza attribuita tutt'ora alla Banca d'Italia, credo Mario Draghi possa rendere al paese un servizio almeno altrettanto utile che il dire certe verita'. Puo' "far dire" di piu', far uscire e girare proposte di riforma, farle rendere tecnicamente coerenti, esplicite ed applicabili. Non e' che deve dirle tutte lui le cose: io ai Super-Mario non ci ho mai creduto e credo che neanche lui ci creda. Cerco di spiegarmi meglio, altrimenti sembro criptico come un politico italiano.
Io sono convinto che il problema italiano sia non solo politico, ovvero di interessi sociali contrapposti e che si elidono l'uno con l'altro. Certo: i sindacati dei dipendenti pubblici, e le lobbies dei farmacisti, ed i rivoluzionari da salotto, ed i tassisti, ed i pensionati di finta invalidita', son tutte cose che bloccano il cambiamento, riducono l'efficienza e fanno crescere la spesa. Ed a queste cose il dottor Draghi Mario non puo' certo porci rimedio. Ne' puo' porre rimedio alla natura contorta del minuetto parlamentare romano. Ed a tante altre cose non puo' porre rimedio, non v'e' dubbio alcuno: i poteri del Governatore della Banca d'Italia son limitati, e, con la BCE in funzione, ancor piu' limitati d'un tempo essi sono. Pero' c'e' una cosa in cui hanno (lui e la Banca) un vantaggio comparato: possono cercare d'elevare il livello tecnico del dibattito di politica economica.
In Italia non solo i parlamentari sono d'una ignoranza abissale, non solo i sindacalisti ed i confindustriali pure lo sono, non solo la grande maggioranza degli alti funzionari dei ministeri romani lo sono (lodevoli eccezioni, qui e altrove, fanno poca differenza, perche' pochissime sono), ma lo sono anche i membri di questo governo e quelli del precedente, che all'opposizione molto-poco-di-sua-maesta' ora si dedicano. E questo e' un problema grave, e ad esso Mario Draghi puo' provare a porre rimedio. Tutto da solo non puo' fare, ma la via per certo la puo' indicare.
Occorre che il livello tecnico del dibattito si elevi, altrimenti questi - e con loro il popolo che lavora e vota, del cui smarrimento le sorelline mi parlavano - nemmeno capiscono come la crescita si ottiene, come si fanno le politiche fiscali - Boldrin statti zitto! ... va bene, faccio il fioretto ... stavo per proferir sconcezze su scritti recentissimi, postati altrove, d'accademici italiani di certa visibilita' - altrimenti, dicevo, questi non capiscono da dove viene la famosa TFP che cresce al 3% annuo, cos'e' l'innovazione, cos'e' la mobilita' del lavoro, qual e' il ruolo che una vera politica della concorrenza puo' avere e come si puo' fare, perche' i tagli di spesa contano e le tasse vanno rimodellate e ridotte, e via sciorinando i soliti temi che saran soliti per noi ma non per "loro". Davvero: nemmeno gli addetti ai lavori sembrano capir le cose.
Leggete un po' in giro e vedrete che il livello tecnico del dibattito e' troppo basso. Leggete i "working papers" che si producono nei vari centri di ricerca sulla politica economica (romani e non solo romani), le cose che si dicono ai convegni "importanti", i documenti confindustriali e sindacali, i white papers che scrivono i consulenti governativi, si', anche molte delle cose che escono dal Centro Studi Bd'I - ecco che mi son tirato la zappa sui piedi! - leggeteli e scoprirete che il livello tecnico e' proprio insufficiente. O manca il coraggio intellettuale, o mancano le conoscenze adeguate, o un po' di entrambe le cose. Ma si puo' e si deve fare meglio, si possono impostare i temi di discussione in modo piu' esplicito e, soprattutto, si possono usare le conoscenze che su questi argomenti sono state accumulate durante gli ultimi 40 anni. Questa mancanza e' dannosa, molto piu' dannosa di quanto si pensi: alla fine, se il consulente (ascoltato) del partito o del ministro in questione e' uno che non sa, che ragiona male, che non conosce i dati ed i fatti mondiali, finira' per fare proposte sbagliate anche quando e' ben intenzionato. Per evitarlo occorre forzare un dibattito piu' esplicito, rigoroso, intellettualmente solido. Un dibattito che - se fosse pubblico, al di sopra delle parti politiche, e di alto livello intellettuale - forzerebbe le posizioni basate sull'ignoranza e l'approssimazione ad evaporare, a ritirarsi ... o almeno a "calar la cresta"!
Ed allora, caro il mio Professor Draghi Mario, visto che tu l'economia (matematica e non) se ben ricordo la sai, perche' non fare uno sforzo extra, uno sforzo paziente e discreto, capisco, ma coraggioso ed innovativo, per far si che il livello intellettuale del dibattito di politica economica si elevi progressivamente sino ad arrivare a quegli standards tecnici che la delicata situazione italiana certamente richiede? Io saro' il solito velleitario, nulla di nuovo qui, ... pero' non e' tanto velleitaria questa idea, e se vuoi credo che puoi.
Appello forse inutile, mi rendo conto ... nFA mica e' The Economist, ed il Governatore, di certo, ha ben altro da leggere di prima mattina o tarda sera.
Dico tanto per dire, cosa volete ... son gli effetti dello stare al telefono con le care sorelle che ancora vivono a Venezia, le quali ti raccontano che, da un lato, della finanziaria la gente non capisce nulla, e che, dall'altro, han letto che questo Draghi Mario dice che occorre migliorare l'istruzione e che i giovani sullo studio e la conoscenza debbono investire, e che loro, alle figlie, questo pure dicono da lungo tempo ...
Michele, giustamente scrivi "...se il consulente (ascoltato) del partito o del ministro in questione e' uno che non sa, che ragiona male, che non conosce i dati ed i fatti mondiali, finira' per fare proposte sbagliate anche quando e' ben intenzionato."
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze prevede un Consiglio degli Esperti, alle dipendenze dirette del Direttore Generale del Tesoro (che ora risponde al nome di Vittorio Grilli, PhD Rochester). Dal sito si evince che
Il Consiglio tecnico-scientifico degli esperti opera presso il Dipartimento del Tesoro ed ha il compito di svolgere le attività di elaborazione, di analisi e di studio nelle materie di competenza del Dipartimento. Il Consiglio è articolato in due distinti collegi: uno per la trattazione di problemi a carattere tecnico-scientifico, denominato collegio tecnico-scientifico, ed uno per le analisi dei problemi giuridici, economici e finanziari, denominato collegio degli esperti. I componenti sono nominati con decreto del Ministro, su proposta del capo del Dipartimento del Tesoro, e sono scelti tra docenti universitari e tra esperti dotati di una specifica e comprovata specializzazione professionale nelle discipline oggetto dell’attività istituzionale del Dipartimento.
I nomi dei componenti del Consiglio tecnico-scientifico sono elencati sul sito. Non sono riuscito, neppure con l'aiuto della rete, a determinare quali siano le competenze che ne hanno consigliato la nomina. Qualcuno mi aiuta?
Conosco (di nome) solo Geminello Alvi. E' un giornalista, che ha avuto qualche trascorso accademico (Ancona, Banca d'Italia). Fino al mese scorso scriveva sul Corriere Economia. Adesso è al Giornale. Ha scritto recentemente un libro "Una repubblica fondata sulle rendite", ma qualche anno fa aveva scritto un imperdibile (beh, io l'ho perso, però) "L'anima e l'economia". L'argomento del primo libro è ovvio dal titolo. Non saprei invece dirvi cosa ci sia scritto nel secondo libro. Forse palma ci potrebbe aiutare.
Uno dei componenti (lo scopro ora!) è stato mio compagno di universitá. Ha poco piú di 30 anni, si è laureato in tempo e con buoni voti in una delle migliori universitá italiane e, per quello che puó valere la mia opinione, è una persona in gamba ed un gran lavoratore.
Il problema è che è stato assunto per occuparsi di cartolarizzazioni (se qualcuno ha dimenticato di cosa era capace il precedente governo qui puó rinfrescare la sua memoria). Lavorava in una banca che a questo si dedicacava e, se ricordo bene, il duo Tremonti-Siniscalco aveva il problema di fare cassa. Per assumere in modo piú flessibile persone nuove in grado di capirci qualcosa (al contrario degli altri dipendenti del ministero...) era necessario farlo inserendoli nel consiglio di esperti.
La bottom line è che il Consiglio è composto (in parte) da persone che NON si occupano delle cose che il consiglio dovrebbe fare. Sorpresi, no?