Nella stesura del decreto-legge n. 185 dello scorso 29 Novembre si scorge l'inconfondibile mano di Giulio Tremonti. Solo il genio, infatti, poteva battezzarlo “Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale”. A parte l'etichetta, anche il contenuto possiede gli inimitabili tratti della proverbiale acribia dell'estensore.
Un esempio? Basta dare un'occhiata all'articolo 2 del decreto, che riguarda i sottoscrittori di mutui a tasso variabile. Il testo dell'articolo é preceduto da uno spot pubblicitario di indubbia abilità comunicativa
Mutui prima casa: per i mutui in corso le rate variabili 2009 non possono superare il 4 per cento grazie all'accollo da parte dello Stato dell'eventuale eccedenza
Chiaro. Chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, nel 2009, pagherà una rata calcolata al tasso del 4%. Fidandosi di questo proclama Il Sole ha elaborato la seguente tabella
Il risparmio annuo, per ogni 100000 euro di mutuo, sarà di 144 euro nel caso di un tasso effettivo del 4,27% (prima riga della tabella)
Tuttavia, il comma 1 dello stesso articolo stabilisce che:
L'importo delle rate, a carico del mutuatario, dei mutui a tasso non fisso da corrispondere nel corso del 2009 e' calcolato con riferimento al maggiore tra il 4 per cento senza spread, spese varie o altro tipo di maggiorazione e il tasso contrattuale alla data di sottoscrizione del contratto. Tale criterio di calcolo non si applica nel caso in cui le condizioni contrattuali determinano una rata di importo inferiore.
Chiaro. Il tasso da applicare per determinare la rata a carico del mutuatario é il maggiore fra “il 4 per cento senza spread, spese varie o altro tipo di maggiorazione” e “il tasso contrattuale alla data di sottoscrizione del contratto”. Se, quando si é stipulato il mutuo, il tasso effettivo era maggiore del 4%, si continuerà tranquillamente a pagare la rata prevista dal contratto. Se invece risultasse essere stato inferiore, Giulio - bontà sua - non aumenterà la rata al mutuatario. Grazie ad un raffinato e complesso procedimento matematico - si forniscono ragguagli su richiesta - si può sostenere che il tasso da applicare all'esempio di prima è il 4,27% e non il 4%. L'ipotetico sottoscrittore di quel mutuo di 100000 euro pagherà, per la sua rata mensile, 623 e non 611 euro. Una banca che pubblicizzasse una proposta fuorviante come quella del proclama di Giulio, spacciandola come vantaggiosa, verrebbe giustamente condannata, in quattro e quattr’otto, per pubblicità ingannevole. Va però detto, per amor di verità, che le illuminanti creazioni di Giulio, - che i detrattori si ostinano a chiamare sotterfugi - non possono non deliziare le persone di cultura. La pratica quotidiana di Giulio e' debitrice, nelle sue più geniali intuizioni, del programma dadaista di Tristan Tzara. Sommo artista del '900, si interrogò sulla centrale questione "Si può ancora credere alle parole?", raggiungendo l'immortale conclusione, "il pensiero nasce in bocca".
Si può supporre che, in fase di conversione del decreto, l’improvvido aggettivo "maggiore" venga sostituito dal più sensato "minore". Secondo la tabella de Il Sole, il beneficio annuale per l'acquirente di una casa del valore di 600000 euro, che ha stipulato un mutuo a tasso variabile di 500000 euro (l’esempio è tratto dal recente articolo di Sabino sui notai), é compreso fra 720 e 2940 euro, a seconda dello spread. Per i mutui più recenti lo spread si attesta attorno all’1,8%; qui è possibile avere un’idea dei tassi e degli spread correnti. In questo caso il beneficio supererebbe i 3800 euro. Niente male: il triplo dei mille euro che otterrà una famiglia con handicappato a carico e reddito non superiore a 35000 euro (vedi l’articolo 1 dello stesso decreto). D’altra parte Giulio vuole “ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale”. Diamogliene atto: che c'entrano con quest'ambizioso progetto quei pezzenti che guadagnano meno di 35000 euro e sono così sfigati da avere anche un handicappato dentro casa?
Non ho capito il senso dell' articolo : mi sembra che la clausola di Tremonti dica semplicemente che chi ha sottoscritto un mutuo con tasso superiore al 4% già alla partenza, prima del 31/10/2008 ( chissà perchè questa data) se lo tiene.
E' la stessa logica con cui non sono stati toccati i mutui a tasso fisso : chi ha fatto un mutuo a tasso fisso sapeva già a cosa andava incontro e non ha diritto ad aiuti.
E' una logica che non tiene conto di eventuali perdite del posto di lavoro o di riduzione del reddito da lavoro del mutuatario. Naturalmente la norma in questione, come buona parte del decreto non darà grossi risultati, in quanto gli esperti prevedono che i tassi dei mutui nel 2009 saranno comunque sotto il 4% ( Euribor attuale a 1 mese è pari al 3,57% e sta scendendo).
Ah, chi ha fatto un mutuo a tasso variabile invece NON sapeva a cosa andava incontro? Vuol dire che esiste qualcuno che non conosce il significato della parola "variabile"?
E quelli invece che hanno fatto un mutuo a tasso variabile e sapevano benissimo a cosa andavano incontro? Gli facciamo un bel regalo, perchè no!
E uno che ha fatto il tasso fisso non potrebbe dire "ah, ma io non sapevo cosa stavo facendo, adesso che i tassi scendono al 3% perchè devo continuare a pagare il 6%?" Questi poveretti non li vogliamo aiutare?