In una serie di incontri di citta’ (town hall meetings, reali e virtuali) i cittadini statunitensi hanno espresso con toni a volte vivaci la loro opinione sul piano di riforma del sistema di assistenza medica. Il risultato di questo movimento informale e’ che la proposta originale e’ probabilmente morta, e che sara’ trasformata profondamente. L’ esperienza e’ importante perche’ dimostra che lo spirito dell’ America di Tocqueville e’ vivo e vegeto: si elegge un uomo nuovo, ma non ci si sogna nemmeno di lasciare le redini del comando al leader carismatico.
Siamo piu’ precisi, perche’ c’e’ sempre tempo per imparare come fare.
Primo: su una questione di vitale importanza, in pieno agosto, un gran numero di persone ha fatto lo sforzo di informarsi abbastanza da formarsi una opinione, esprimere posizioni coerenti, e di andarle a riferire in pubblico.
Secondo: Questo e’ lo stesso elettorato che aveva eletto, con una maggioranza ampia, un presidente nero con una piattaforma che diceva chiaramente che il sistema sanitario sarebbe stato riformato. Quindi e’ un elettorato che non era avverso al cambiamento, e che aveva abbastaza altruismo e lungimiranza da essere disposto a considerare un cambiamento che andava a vantaggio di altri (ci sono al massimo 48 milioni di persone che non hanno assistenza medica, una minoranza). Certo che poi magari, appunto leggendo per informarsi, hanno capito che per esempio proprio 48 milioni non sono, e che la cifra è più vicina ai 12 milioni, e che quindi il piano forse non è quello che si dice che sia..
Terzo: La classe politica americana (questa volta sono i democratici) reagisce male a queste manifestazioni, perché sa bene che impediscono di fare di soppiatto grandi manovre. La casta dunque non e’ un privilegio dell’ Italia: la tentazione di gestire i soldi degli altri e’ troppo forte per non manifestarsi ovunque. Noi abbiamo Berlusconi, loro hanno la Pelosi. Quello che e’ diverso e’ lo spirito del pubblico. Per fare town hall meetings non ci vuole molto: forse le discussioni sulla "casta'' rischiano di mettere in secondo piano che la casta fa quello che vuole se la si lascia fare.
Morale: Proviamo a immaginare. Se sulla questione che ha una importanza simile in italia si cominciasse a fare lo stesso? Per esempio, i dibattiti recenti sul partito del sud, sulle gabbie salariali, sono in realtà discussioni sul federalismo. Perché non fare di una di tali questioni il centro di un dibattito? Avvicinandosi il centocinquantenario dell’ unità, sarebbe un modo per celebrarlo adeguadamente. Avremmo cosi’ finalmente fatto gli italiani.
Ho qualche dubbio.
In comparative politics, l'america viene solitamente classificata come strong society/weak state. La Francia, per capirci, è strong state/weak society. Non so dove sia l'italia, perchè oltre al lavoro di Putnam, nessuno la ha mai studiata. Di sicuro, se la Germania è strong state/strong society, l'Italia è probabilmente all'opposto weak state/weak society.
Dico questo perchè l'associazionismo americano, e la vivacità della partecipazione individuale alla cosa pubblica, non sono altro che il prodotto del rapporto tra stato e società che esiste in America. Specularmente, l'evasione fiscale, il mancato rispetto della legge, la politica affaristica, e lo scarso interesse per la res publica che constatiamo in Italia, sono il prodotto dello sbilenco rapporto che si è sviluppato tra la formazione del nostro Stato e la nostra società.
Con il tuo ragionamento, noi dovremmo cercare di partire dall'effetto (dibattito pubblico), per ottenere la causa (stato e politica efficiente). Non credo che funzioni. E ad essere sincero, ho proprio qualche dubbio sul fatto che, in tempi brevi e senza schock/minacce esterne, il rapporto tra il nostro stato e la nostra società possa essere riformato in maniera efficace.
La francia è weak society?