Divertimenti Privati, Pubblici Oneri (The Sultan of Swing)

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Quando è il Primo Ministro a frequentare le escort, il costo per i contribuenti rischia  di essere un po' salato, oltre mezzo miliardo di euro.

Picture of Harem

Le recenti polemiche sulla condotta privata del Primo Ministro non hanno messo a fuoco con sufficiente chiarezza un aspetto importante che riguarda tutti i cittadini: quello economico. Le vicende personali del Premier comportano infatti oneri pubblici di entità considerevole, a diversi livelli.

Innanzitutto, vi sono i costi diretti degli intrattenimenti, peraltro noti: gli onorari delle prestazioni, i costi di trasporto degli invitati alle feste e così via. A questi vanno sommate, se venissero accertate dall’ inchiesta pugliese, le somme elargite a mo’ di compenso, agli imprenditori della sanità coinvolti.

Più importanti sono però i costi di reputazione. Quando il comportamento privato di chi ha responsabilità istituzionali contraddice valori pubblicamente professati, e perciò viola il patto di fiducia con i cittadini, il prestigio delle istituzioni viene appannato (come insegna l’esperienza del caso Clinton - Lewinsky). In tempi di crisi, tale discredito può incidere in modo molto negativo sulla coesione nazionale (perché dovrei accettare sacrifici quando il Premier se la spassa?), e acuire la conflittualità ed i costi sociali della recessione. Inoltre, esso può minare l’autorevolezza del paese nei consessi internazionali, inibendo la difesa degli interessi economici, strategici e militari della nazione. Le conseguenze economiche di tale calo di prestigio sono verosimilmente elevate, ma difficili da stimare.

Esistono poi altri oneri indiretti di credibilità, sempre a carico dei contribuenti, potenzialmente molto cospicui. Infatti se peggiora il giudizio dei mercati finanziari sull’idoneità del Primo Ministro a ricoprire efficacemente il suo ruolo, e se per questa ragione sorgono dubbi sulla coesione e sulla stabilità del suo governo, si deteriora anche il giudizio sulla solvibilità dello Stato: il risultato è che potrebbero aumentare gli interessi sul debito pubblico. Poiché questo ha recentemente superato i 1,750 miliardi di euro, anche un modesto incremento dei rendimenti comporterebbe ingenti costi per l’erario.

Ma come valutare la (possibile) entità di questo effetto “Berlusconi” sugli spread dei titoli di stato? Nell’esercizio seguente si è provato a calcolarlo sulla base della curiosità suscitata dalle vicende del Premier, misurata dall’intensità con la quale, dall’inizio dell’anno, sono state compiute ricerche su Google contenenti alcune parole chiave: Berlusconi, Noemi, Veronica Lario, Tarantini, Topolanek, Palazzo Grazioli, Villa Certosa, D’Addario, Domande Repubblica. Google Trends permette di ottenere tali informazioni su base settimanale1. Nell’esercizio si è tenuto conto del fatto che i tassi di rendimento italiani risentono dell’andamento dei mercati internazionali, e che questi hanno recentemente manifestato una forte tendenza al ribasso2.

I risultati di questo esercizio vanno considerati con grande cautela, poiché verosimilmente risentono di errori nella misurazione della variabile “scandalo” (non tutte le recenti ricerche per “Berlusconi” hanno ha che fare con gli scandali), del numero limitato di osservazioni disponibili (29 osservazioni settimanali, dal 22/12/2008 al 23/7/2009), e della possibilità di una correlazione “spuria”3 (se, ad esempio gli studenti con capelli lunghi hanno voti migliori di quelli con i capelli corti, non necessariamente tagliandosi i capelli si riesce a migliorare il voto).

Ciò detto, i dati suggeriscono l’esistenza di una relazione positiva e statisticamente significativa tra il rendimento settimanale del debito pubblico a 10 anni (sulle ordinate nel grafico) e l’intensità di ricerca per “Berlusconi” (sulle ascisse)4.

Prese alla lettera, le stime suggeriscono che se l’aumento dei tassi di interesse attribuibile alla recente curiosità per il Primo Ministro dovesse estendersi all’intera struttura delle scadenze e quindi riguardare l’intero stock di debito in circolazione, l’onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato sarebbe di almeno 593 milioni di euro, poco più della metà dei fondi stanziati per la ricostruzione dell’Abruzzo nel 20095.

Pur con le ricordate precauzioni, la domanda sorge spontanea: può il Paese permettersi un Presidente del Consiglio che rischia di essere così “caro”?


1. Recentemente Google Insights è stato impiegata per esempio da Hal Varian e Hyunyoung Choi, (2009), “Predicting The Present with Google Trends”.

2. Nell’esercizio il rendimento sui titoli italiani è spiegato dall’andamento dei tassi tedeschi ed americani (Benchmark Bonds 10 YR - Redemption yields, Fonte: Datastream), dal valore ritardato del rendimento italiano, da un trend lineare, e dalla variabile Google Trends ritardata di un periodo (settimana). Ringrazio Giulio Trigilia, Università di Bologna, per la disponibilità dei dati.

3. Per un analisi dettagliata, capace di escludere che la relazione risenta di “outliers” e rappresenti una relazione spuria, si veda qui. Il data set è disponibile qui.

4. Le altre parole chiave (Noemi, Villa Certosa, Tarantini, Topolanek, Palazzo Grazioli, Veronica Lario) non risultano invece significative. Per D'Addario e Domande Repubblica Google non ha sufficenti osservazioni

5. Per valutare gli oneri sulla finanza pubblica ho calcolato la differenza tra la media delle ricerche su Berlusconi nelle ultime 15 settimane rispetto alla media dall’inizio dell’anno = [DELTA Berlusconi] = [media berlusc(t>14) – media berlusc] = [1.698889-1.104095], e ho poi applicato il coefficiente più piccolo dell’intervallo di confidenza del parametro della variabile Berlusconi: emin = .0006077 . Quindi la stima effetto minimo di impatto è = emin x [DELTA Berlusconi] x debito = .0006077 *[media berlusc(t>14) – media berlusc]* 1750bill = .0006077 * [1.698889-1.104095] * 1750 miliardi =593 milioni

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Commenti

Ci sono 15 commenti

Scusate ma mi sembrano "seghe mentali"

Mah, seghe mentali? In realtà continuano ad apparire commenti ed editoriali sulla stampa estera, sopratutto quella business minded, che propongono analisi molto prossime a quelle avanzate da questo post. Si tralasci pure la vicenda o le vicende in sè stesse, e un approccio ad esse moralistico, ma il punto vero rimane: cosa dicono, del paese e delle sue istituzioni, queste vicende? Cosa lasciano trapelare di come funzionano i media? Del livello di corruzione generalizzato? Anche a volere dismettere i panni dell'austero moralista, che immagina i governanti che alla sera, dopo aver adempiuto al bene comune, cenano con il bicchiere di latte tiepido e un tozzo di pane raffermo, tutta la faccenda è comunque preoccupante.

Si, l'articolo è volutamente provocatorio. Però il punto è importante: non possiamo permetterci un calo di fiducia nel debito per il comportamento "disinvolto" del Premier. Anche pochi punti base costituiscono un onere enorme. Con tutta la buona volontà, non sono riuscito a distruggere la correlazione del modello di base (aggungendo nuove variabili, controllando per gli outliers, etc.: i tentativi e i dati sono dispoinibili dai  links).

 

Posso, empricamente, intuire che i comportamenti dei leader politici e dei governi incidano su aspettative e prospettive tenuto conto del valore che la 'reputazione' riveste in ambito finanziario. Ancor più nel caso di un presidente del consiglio vistoso, ingombrante ed immanente come quello che abbiamo. Certo è che la vicenda dell'ometto di Arcore non ha aiutato né la sua reputazione né quella del paese sullo scenario internazionale. quanto questo sia realisticamente calcolabile e come nella sua entità è discorso diverso.

luigi zoppoli

Potremmo quindi dire che più si alza l'asta del Presidente del Consiglio più si abbassa l'asticella della fiducia nei bond italiani..

E' opportuno valutare il comportamento del Presidente del Consiglio sul parametro della correlata convenienza, ma non in questo caso. Non tutto per forza deve essere giudicato sotto il profilo della convenienza; qualcosa starà ben fuori. Lo stile, per esempio. L'educazione, pure. Il buon gusto. Se pure fosse conveniente raccontare barzellette oscene al G8 per incrementare il PIL, sarei per non farlo. Se fosse pure conveniente fare la corte alla regina d'Inghilterra, chiederei al Presidente di non farlo. Anzi spererei che non gli venisse in mente.

Temo che SB sia antropologicamente orientato a mettere tutto nel calderone della convenienza e vorrebbe che tutti gli italiani facessero altrettanto. Per questa ragione, accentuerei per l'analisi proposta il profilo burlesque.

Io non ho capito: visto che l'unica parola chiave che risulta correlata con il costo del debito e' "Berlusconi", mentre le altre che si riferiscono direttamente agli scandali non danno riscontri (nota 4 del post), come si fa a dedurre che gli scandali sono dannosi?

Se ho capito bene la tesi e' che le ricerche in rete su Berlusconi siano in qualche modo collegabili proporzionalmente all'aumento dei tassi di interesse e ad altri fattori che peggiorano i nostri conti: il fatto che queste ricerche portano piu' a materiale su gossip e scandali che a materiale su leggi e attivita' di governo peggiora le cose.

Pur essendo provocatorio, come indica lo stesso autore in un commento, l'articolo indica che una correlazione del genere esiste. C'e' anche nel sentire comune, ma quest'ultimo potrebbe essere illusorio. Poi che questa influenza sia di 100 milioni o 1 miliardo di euro, e' corretto chiedersi se questo costo per il Paese sia sostenibile.

 

 

infatti, e' l'attenzione sul personaggio che ha un effetto negativo sul corso dei titoli pubblici italiani. piu' se ne parla (qualunque sia il motivo) peggio e' per le finanze pubbliche. Cioe' il contrario di quello che normalmente dovrebbe essere (parlatene bene o male purche' se ne parli...). Poi se si va a guardare il motivo per cui se ne parla, e utilizzando sempre le ricerce su google trends e insights,  si puo' speculare che l'attenzione extra al personaggio sia collegata a Noemi & co. e alle foto pubblicate su el pais.

La cronaca di questi giorni ha riportato notizia del regalo di compleanno fatto da SB alla figlia. Bracciale di diamanti da 600 mila euro. E' abbastanza facile accontentare una figlia con un budget di 600 mila euro, più difficile di 60; ma non sono sicuro che questa ovvietà sia vera.

Ma il punto su cui invece raccolgo, a bordo piscina per la verità, opinioni più problematiche è il seguente: la capacità di manovrare un budget di questo livello per questa occasione famigliare è un indicatore che ci suggerisce una giusta sensibilità per affrontare in chiave collettiva il momento economico difficile ? Una tale patrimonio personale crea le giuste sensibilità per governare un paese più in una fase di sviluppo o anche in un momento difficile ? O è indifferente ?

Il punto, più seriamente, ha che fare con la rilevanza della "sobrietà" nella valutazione dei comportamenti dei leaders e dei cittadini. Ha qualche peso ? Non ne ha ? Su questo mi sembra difficile individuare occasioni di confronto.

 

Ma il punto su cui invece raccolgo, a bordo piscina per la verità, opinioni più problematiche è il seguente: la capacità di manovrare un budget di questo livello per questa occasione famigliare è un indicatore che ci suggerisce una giusta sensibilità per affrontare in chiave collettiva il momento economico difficile?

 

SB parte svantaggiato - causa la sua ricchezza - quanto a possibilita' di capire i problemi dell'italiano medio.  Di fatto pero' i suoi "concorrenti" sono membri della Casta ancora piu' lontani di lui dalla sensibilita' della gente comune con la quale SB ha un contatto molto piu' facile ed efficace (dietro c'e' ovviamente una precisa strategia, non si tratta di un risultato che viene per caso).  Oggi come oggi chi ha fatto il funzionario di partito e ha vissuto la politica italiana per 30 anni ha degli handicap di fatto insuperabili nel percepire e interpretare i problemi della gente comune: ci riesce piu' facilmente SB.  Ancora peggio sono alcuni tecnocrati come Padoa Schioppa che con la gente comune non si devono confrontare nemmeno nei comizi, e infatti fa affermazioni strampalate come quella sulla bellezza delle tasse (in Italia...).  Qualcuno dovrebbe spiegargli quale giudizio danno i contribuenti italiani sul bollo sulla patente, su quello sul passaporto, sui bolli sui conti correnti bancari e sugli estratti conto delle carte di credito e cosi' via. SB pur non risolvendo per nulla i problemi almeno e' capace di percepirli (per esempio con i suoi sondaggisti) e di parlarne in maniera elettoralmente convincente per il livello medio degli elettori italiani.