I mille ministri del nuovo governo si stanno dedicando a fare progetti di politica fiscale, e sono interessanti.
Messo in soldoni, il difficile problema è il seguente.
(I) Devono riuscire a recuperare circa 1.5%, almeno, di PIL, tra tagli di spese ed aumenti di tasse, altrimenti sono dolori sia con la UE sia con i mercati finanziari. La prima forse si può ammorbidire a base di compromessi politici, ma i secondi sono ossi duri. Se l'Italia infila un altro paio d'anni con deficit di bilancio attorno, o superiori, al 3%, è molto probabile che il premio al rischio sul debito pubblico cresca, e cresca rapidamente. Notate che il periodo dei tassi reali quasi nulli sembra essere finito. Se, oltre alla crescita dei tassi cresce anche il premio al rischio la situazione precipita: il debito outstanding e' quasi il 110% del PIL il quale cresce, quando cresce, all'1.5-2%. Se i tassi reali vanno sopra al 2-3%,basta un pelino d'algebra per capire che sono %&@! amari - anche se "dinamicamente efficienti": certe implicazioni della teoria della tassazione ottima non vanno prese troppo sul serio, sembra. Qualche idea sui possibili scenari, voi esperti di financial markets?
(II) Nel programma elettorale hanno promesso una riduzione del cuneo fiscale sui redditi da lavoro pari al 5%. La frase è ambigua, ma credo voglia dire che ridurranno i contributi sociali prelevati sui salari. Poichè il bilancio dell'INPS è già in deficit e non hanno annunciato che taglieranno le pensioni, suppongo questo implichi una fiscalizzazione degli oneri sociali di pari entità. Insomma, non taglieranno la tassazione dei redditi da lavoro del 5%, figurarsi, ma trasferiranno carico fiscale da un lato all'altro. In ogni caso, questo implica, con due calcoli fatti a naso, una crescita di spesa a carico del bilancio dello stato pari a circa 10 Miliardi di Euro, pari a circa 0.7% del PIL. Aggiungendolo al valore in (I) arriviamo ad un "buco da colmare" pari a circa il 2.2-2.5% del PIL. Questo è il minimo assoluto, direi.
(III) Come si colma un buco pari al 2.5% del PIL in un colpo solo? Devo ammettere che, senza licenziare alcune decine di migliaia di ministeriali e dipendenti pubblici, e senza cancellare, diciamo, tra mezzo milione ed un milione di finte pensioni d'invalidità io non saprei come fare. Alcuni membri di questo governo, invece, sembra lo sappiano.
(IV) La parola d'ordine del momento è che occorre tassare le rendite. Suppongo non si riferiscano alle "rendite di posizione" - questo implicherebbe cominciare con i licenziamenti ed i tagli di pensione di cui sopra, liberalizzare l'educazione, smantellare le associazioni professionali, liberalizzare gli orari dei negozi, e via liberalizzando. Se debbo giudicare dalla prolusione del signor D'Alema in fronte ai giovani imprenditori in vacanza vicino alla villa estiva del nostro Alberto, l'idea è che vogliono tassare le "rendite accumulate". Io non amo molto le rendite, ma prima di giudicare vorrei capire cos'ha in mente. Detta così sembra un classico invito alla tassazione del capitale (non del reddito da capitale, del capitale accumulato) che, come sappiamo, non è una buona idea in un paese che ha bisogno di gente che investa. In ogni caso: pensate credibile che si possa tassare d'un colpo la ricchezza finanziaria accumulata per una quantitàa pari a, diciamo, circa 25 Miliardi di Euro?
(V) Il "sindacalismo" italiano, e nel "sindacalismo" includo tutte le associazioni di categoria sino alla confindustria inclusa, crede fermissimamente in vecchie follie keynesiane, secondo cui le politiche per lo sviluppo e la crescita economica corrispondono a politiche di spesa pubblica, investimenti, trasferimenti, sussidi, incentivi, e via elencando. Se gli vengono offerti solo tagli di spesa (non ancora specificati da nessuno) ed aumenti della tassazione sul capitale, come reagirà? Il sindacato degli imprenditori "grandi" - al secolo: Confindustria - ha detto che loro vogliono tagli generalizzati della tassazione sul reddito d'impresa e sul reddito da lavoro dipendente. Difficile dargli torto. Gli altri al momento non han detto nulla. Previsioni?
(VI) L'altro leit-motiv corrente è che occorre fare la politica industriale attraverso gli incentivi fiscali sul costo del lavoro. Lo vanno dicendo un pò tutti, Bersani e Padoa Schioppa in primis ma anche vari giornalisti con cattedra universitaria che in Italia vengono presi per economisti. L'dea è che si offranno i tagli menzionati in (II) solo a quelle imprese che "investono in ricerca e sviluppo" ed "alte tecnologie" e via andando. Insomma, il governo ed i burocrati di stato pensano di poter decidere quali sono gli investimenti buoni da premiare e quali quelli cattivi da penalizzare. Non che sia particolarmente sorprendente - in fin dei conti alcuni mesi fa il trio Bersani-D'Alema-Fassino andava in giro spiegando che loro sapevano che il "piano industriale" del progetto Unipol-BNL era sano e valido - ma va messo in conto per capire la politica che questo governo farà. Invece di liberalizzare e basta, sceglieranno di dare incentivi alle cose che a loro sembrano "buone" e disincentivi a quelle che appaiono "cattive."
(VII) E' chiaro, per esempio, che per quanto riguarda il mercato del lavoro si va verso quello che in Italia, impropriamente, viene battezzato come "modello spagnolo", ovvero dare incentivi fiscali alle imprese che passano lavoratori dal contratto temporaneo a quello a tempo indeterminato. E' molto probabile che, vista la mancanza di soldi, questo diventi un tutt'uno con (II) e (VI). Qualcuno riesce a fare previsioni quantitative sul possibile impatto?
Altro sul piatto, al momento, non vedo. Quindi, ripeto, non vedo come possano colmare il buco a meno che, appunto, non si portino via over night un 25 Miliardi di Euro da conti correnti bancari, buoni del tesoro ed altre cianfrusaglie finanziarie; creando, oltre ad un fuggi-fuggi, le premesse per un ritorno rapidissimo del pagliaccio di Arcore. Al momento sembra che l'intenzione del mega governo sia di far sì che la politica fiscale, quella industriale e quella del mercato del lavoro vengano tutte mischiate insieme in un coacervo di incentivi e incentivini che tenderanno a fare il micro-management persino della carta igenica delle imprese. Più che spaventarmi mi sembra una perdita di tempo. E dire che la mortadella parlante aveva annunciato, prima della loro festina in convento, che ci avrebbero stupito.
E` singolare notare come da qualche settimana a questa parte, come mette bene in evidenza al punto IV, si parli di tassare le "rendite" senza specificare esattamente di cosa si stia parlando. Fino a prima delle elezioni l'Unione si riferiva esclusivamente alle rendite finanziarie, adesso vi allude (forse) in maniera piu` generica, in perfetta accordanza con il suo ormai famoso programma, cosi` lungo e vago da dir tutto e nulla allo stesso tempo.
Personalmente penso che si tratti ancora delle solite due voci: attivita` finanziarie in genere (bisognera` vedere quali nel particolare) e, probabilmente, tasse di successione. Anche se non vengono piu` nominate esplicitamente.
Sara` interessante vedere se Padoa Schioppa si fara` trascinare (difficile, almeno spero) nel vortice delle teorie della sinistra su fisco etico ed altre amenita` di pari livello.