La donazione forzata del 5 per mille

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Al momento della denuncia dei redditi, i contribuenti hanno la facolta' di scegliere la destinazione del 5 per mille delle proprie contribuzioni IRPEF. Destinatari di queste somme sono gli enti che svolgono attivita' socialmente rilevanti (non profit, ricerca scientifica e sanitaria). Siccome la scelta e' facoltativa e non aumenta il carico fiscale per il contribuente, deduco che le attivita' di questi enti non sono cruciali per il bene comune (altrimenti lo stato le finanzierebbe direttamente). Quindi, sarebbe possibile eliminare il 5 per mille e ridurre parimenti la tassazione IRPEF. La misura corrisponde, sostanzialmente, ad una beneficienza forzata. Una contraddizione in termini, ma di questo si tratta. Ma la scelta, come vedrete, non e' fra fare la carita' ai missionari congolesi e due pizze extra con la morosa. Tutt'altro ...

Di quanti soldi stiamo parlando? Non molti. Per chi guadagna la

cifra simbolo dei mille euro (lordi) mensili, il 5 per mille

corrisponde (per 13 mensilita') a 65 euro l'anno. E tuttavia questa

cifra, per piccola che possa apparire, e' praticamente uguale a quanto

la Finanziaria super-progressista del 2007 e' riuscita a redistribuire,

al netto, a percettori di redditi similari. Abbastanza per un'uscita

mensile al ristorante o per un paio di biglietti allo stadio. Ho scelto come

esempi attivita' ludiche non per caso.

Sfogliando gli elenchi dei soggetti ammessi alla destinazione della quota nel sito dell'Agenzia delle entrate si trovano, per esempio, moltissime associazioni sportive. Inserendo nel motore di ricerca dell'agenzia

la parola "calcio" si trovano 179 associazioni. Ce n'e' davvero per

tutti: si puo' scegliere fra 37 associazioni tennistiche e persino fra

11 club e associazioni golfistiche. Per i piu' audaci, c'e' anche

un'associazione dal nome Xtreme racing. A

questo punto, ho voluto osare inserendo nel motore la parola "yacht".

Ebbene si', anche industriali e banchieri possono scegliere fra lo Yacht club adriaco e lo Yacht club cupa associazione sportiva dilettantistica (curiosamente, nell'elenco alfabetico gli Yacht club si trovano appena sotto Ya basta per la dignita' dei popoli contro il neoliberismo, che credo appartenga ad un diverso target demografico).

Poi si trovano i rotary club (cinque), i lions (undici, compreso il Centro

italiano lions per la raccolta degli occhiali usati di Chivasso), Optima l'associazione culturale per la formazione e l'aggiornamento del dottore commercialista, la Scuola superiore dell'avvocatura... per i nostri amici geologi che recentemente hanno visitato a frotte nFA c'e' l'Associazione geologia senza frontiere.

Ovviamente la mia ironia e' in buona misura gratuita, non saremo certo noi di nFA

a dare patenti di generosita' e di altruismo. Gli yacht club, i Rotary ed i raccoglitori di occhiali usati hanno tutto il diritto di far parte di quegli elenchi, cosi' come le centinaia di

associazioni di volontariato, le associazioni culturali, le cooperative

di lavoro per portatori di handicap, le associazioni a sostegno dei missionari e cosi' via.


Sorgono dunque due domande.

  1. E' auspicabile che yacht clubs e circoli boccistici vengano finanziati con soldi pubblici?
  2. Se bisogna farlo, perche' farlo in questo modo?

Alla prima domanda non riesco a

rispondere affermativamente, per quanto mi sforzi di assumere che

sarebbe utile incentivare la formazione di un non meglio precisato

"capitale sociale" Se davvero ci fosse un interesse generale a

finanziare queste attivita' un legislatore illuminato garantirebbe a

queste associazioni un finanziamento stabile e continuo, non soggetto

alle bizze del contribuente: l'ordine pubblico non lo finanziamo con il

5 per mille, lasciando a noi la scelta fra polizia, vigili urbani,

carabinieri e guardie costiere ... Ed infatti la finanziaria 2007

limita la spesa imposta dalla destinazione del 5 per mille a 250

milioni di euro (Art. 1, comma 2037)... come dire, siate generosi, ma non esagerate, che i soldi dell'IRPEF servono ad altro.

Anche ammettendo che sia interesse comune finanziare certe attivita'

"socialmente rilevanti" il modo in cui questo viene fatto e' alquanto

curioso. Il ragionamento sembra essere il seguente: attraverso il voto

deleghiamo al parlamento e al governo la decisione di come spendere le

entrate fiscali. Tuttavia, il voto politico non basta, occorre rivotare

al momento della denuncia dei redditi per decidere su una misura molto

piccola della nostra contribuzione; e per quanto riguarda questa

decisione, il "voto" di chi guadagna di piu' pesa di piu'. Un

interessante esempio di no representation without taxation.

Ci sono anche enti destinatari del 5 per mille per i quali il

finanziamento pubblico e' generalmente accettato: enti che svolgono

ricerca medica e scientifica, fra i quali tutte le universita', i

centri di ricerca, e le venti regioni. Proprio cosi', e' possibile

destinare il 5 per mille anche ad una regione (essendo le regioni enti

di ricerca sanitaria). Strano modo per ripartire le risorse fra le

varie aree del paese. E ancora piu' strano come modo per finanziare la

ricerca scientifica: ora i nostri colleghi ricercatori oltre a scrivere

domande per ricevere fondi dal CNR dovranno anche scrivere annunci

pubblicitari sui giornali per sollecitare la destinazione del 5 per

mille alle universtita' e centri presso cui lavorano.

Il principio per cui il cittadino possa decidere di contribuire al

finanziamento (e determinare il successo) di enti culturali, sportivi e

di ricerca non e' ovviamente sbagliato. Anche negli USA, una buona

fetta della ricerca e del finanziamento delle universita' viene da

donatori privati: la capacita' delle maggiori universita' e centri

scientifici di produrre risultati concreti li rende appetibili da parte

di donatori che cercano di comprarsi un posto in paradiso (o lo status

di mecenate qui sulla terra). Lo stesso vale per il finanziamento di

molte attivita' culturali. E queste donazioni sono spesso esenti dalle

tasse, il che significa che anche zio Sam contribuisce (in proporzione

alla generosita' dei contribuenti). In questo caso, il contributo

governativo e' proporzionale non al reddito del contribuente, ma alla

sua donazione. Ma nessuno decide dall'alto quale debba essere il

contributo minimo di ciascun contribuente.

Insomma, mi pare si possa concordare che questo pateracchio combini

alcuni classici ingredienti della gestione del paese. In esso si

mescolano buonismo cattolico-prodiano, paternalismo dirigista, ed una

burocrazia onnivora che non e' ancora riuscita, in un anno, a fare i

conti e distribuire i fondi del 5 per mille dalle dichiarazioni del

2006. Non solo, c'e' l'ennesimo incentivo ad evadere il fisco: il 5 per mille non altera le decisioni di contribuenti generosi che

avrebbero comunque donato una somma equivalente all'ente di loro

scelta, ma equivale sostanzialmente ad un trasferimento di risorse dagli

individui "non

generosi" che pagano le tasse (obbligati a malincuore a versare questo

obolo), ai loro amici "non generosi" che evadono tasse (che trovano

cosi' un motivo ulteriore per evadere).

Purtroppo c'e' di peggio, come si

puo' capire leggendo le seguenti disposizioni tratte dall'articolo 1

della legge finanziaria 2007:

 

 

 

1235. Una quota pari allo 0,5 per cento del totale determinato dalle

scelte dei contribuenti [...] e' destinata all'Agenzia per le organizzazioni non lucrative di

utilita' sociale ed alle organizzazioni nazionali rappresentative degli

enti di cui alla lettera a) del comma 1234 riconosciute come parti

sociali.

 

 

 


1236. Con decreto di natura non regolamentare del Presidente del

Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della solidarieta'

sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze,

sono stabilite l'individuazione dei soggetti e le modalita' di riparto

delle somme di cui al comma 1235.

 

La traduzione mi sembra chiara: le istituzioni non si fidano molto

della capacita' dei contribuenti di scegliere i destinatari della

forzata generosita', pertanto la destinazione del 5 per mille (0.5%)

del 5 per mille la decide un decreto del Presidente del Consiglio,

chiedendo al Ministro dell'Economia e a quello della Solidarieta'

sociale. Un bell'assegno da 1.25 milioni di euro in mano al Presidente del consiglio. Ma davvero serviva chiedere l'opinione dei contribuenti?

 

 

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Commenti

Ci sono 4 commenti

Interessante.

Anch'io, dovendo (potendo) scegliere, avevo dato una scorsa agli elenchi delle associazioni "accreditate" e pure io mi ero stupito della presenza di molti club calcistici etc. con finalità e bisogni per me discutibili.

 

Le cose che sembrerebbero più valide sono quelle indirizzate a ricerca, sanità, ma come dice Andrea dovrebbero essere (sono) già finanziate dallo Stato in modo stabile e continuo.

 

 

Credo, però, che, ad esempio, la ricerca medica sia finanziata  più per progetti grandi o con più interessi economici (farmaci, cure...); per i "piccoli", quindi, quella del 5x1000 assume un certo interesse, pensando alle malattie rare, a quelle complesse come l'autismo, disturbi dell'alimentazione (per le quali non esistono forti interessi farmaceutici).

 

 

E' vero che, ultimamente, grazie a forti campagne di sensibilizzazioni, le malattie rare sono maggiormente considerate e la ricerca maggiormente finanziata; ma la storia si ripete, tra le varie malattie rare vengono considerate maggiormente quelle "meno rare" con più pazienti e con maggiori margini di interessi economico-farmaceutici.

 

 

Ecco quindi che piccoli o piccolissimi gruppi si costituiscono in mini associazioni per finanziare direttamente il loro micro-settore, altrimenti troppo spesso snobbato.

 

Penso allo stesso modo la piccole associazioni sportive, quelle di sport minori tipo atletica leggera dove non scorrono fiumi di sponsor e soldi. Anche a loro il CONI riserva solo le briciole e anche a loro il 5x1000 forse è utile.

 

Certo che per dare la possibilità a questi piccoli di accedere a questa forma di finanziamento si devono aprire le porte anche ai grandi col rischio di vedere negli elenchi cose ridicole, assurde, dubbie e/o di vedere troppo disperse le quote a disposizione.

 

 

Ma a questo proposito credo che rispetto lo scorso anno ci siano delle novità con ridimensionamento delle concessioni in termini di requisiti, numeri etc (ma su questo non sono bene informato).

 

ho scoperto il vostro interessante blog leggendovi nel Fol in merito al 5%.

Mi trovo d'accordo in linea di massima con quanto scritto, anzi avete sollevato un polverone salutare, anche se dissento sulla "forzosità" della donazione.

Il fatto che più mi ha incuriosito è il punto di vista di chi come voi vedete dall'esterno i fatti e i misfatti dell' Italia.

Evidentemente l'ambiente in cui si vive a volte condiziona i giudizi e crea pregiudizi, per cui leggerò con piacere e curiosità i vostri scritti.

Cordiali saluti.

Fabry 

 

Grazie, una cosa mi sfugge, che cos'e' il Fol?