Il documentario ci ripropone, a raffica, le immagini della donna valletta-velina o, nel migliore dei casi, soprammobile-decorazione che la televisione italiana ci rifila, unica al mondo, io credo. La ripetitività delle sequenze ha un impatto smorzato solo dall'assuefazione cui siamo oramai soggetti. Il blog, abbinato ad un canale di youtube, illustra alcune scene televisive indicative del fenomeno, analizzandole sequenza per sequenza. Mi sembra un'iniziativa meritevole.
Gli autori sembrano chiedersi perché non ci sia una reazione più attiva ed energica da parte del pubblico femminile, che conta il 60 per cento dell'audience televisiva. Il mio cruccio invece, come notai in un passaparola di due anni fa sullo stesso tema, è che non siano i maschi a ribellarsi. Di riflesso infatti è proprio l'immagine del maschio italico ad uscirne svilita, più di quella delle donne.
Non é solo un problema di immagine, del maschio o della donna italiana, é un problema di sostanza e di role models. Ma attenzione perché qui si entra in unchartered territory e qualcuno subito la butterà in vacca dicendo che é di destra o di sinistra, appunto un problema di sostanza, dell'italiano.
non direi. basta per iniziare con Dalla parte delle bambine e il recente, anche se diverso e superficiale nell'impostazione, Ancora dalla parte delle bambine.