Alcune premesse doverose per capire su che basi è montata l'attenzione inusitata dei giorni scorsi. La nomination di Sarah Palin è arrivata con sorpresa per chiunque: democratici, repubblicani, media.
È un personaggio politico di pochissimo spessore e con quasi nessuna esperienza. Vedere spuntare il suo nome come candidato per la seconda carica del paese ha fatto cadere non poche mascelle, sia tra le frange blu (democratrici) che quelle rosse (repubblicani). Esulta invece la compagine più conservatrice del partito repubblicano che il suo nome già lo conosceva da tempo: anti-abortista, a favore della diffusione libera delle armi, creazionista e piena zeppa di small town values. Per tutti gli altri, la Palin è un interrogativo e il suo nome è saltato così inatteso che i media, presi come dai turchi, hanno perso settimane ad investigare aspetti della sua vita assolutamente secondari: dalle gravidanze sue a quella della figlia, ai tradimenti alle presunte censure sui libri della biblioteca comunale della cittadina di cui era sindaco, passando per il passato di reginetta a Miss Alaska. Insomma, un sacco di tempo speso (comprensibilmente) a chiedersi “chi diavolo è questa? Da dove spunta fuori?”. Fino a stasera la Palin aveva rilasciato soltanto due interviste all'acqua di rose, che mai sono entrate nel merito delle questioni. Per questo motivo, l'incontro di oggi era così atteso: finalmente il primo confronto reale! Talmente atteso, in verità, da essere stato ampiamente analizzato e programmato su ogni fronte giorni prima che si verificasse. Basti leggere questo editoriale su slate.com, che profondamente dispiega l'ipotetico susseguirsi di domande e risposte come fossero le mosse di una partita a scacchi.
Come è andata?
Il pubblico si aspettava un'intervista interamente focalizzata sul candidato e questo ha avuto. Non si è parlato d'altro che della sua figura come vice presidente: non della famiglia, non di McCain, non del ticket democratico. Gli USA tutti fremevano dalla voglia di conoscere qualcosa di più su Sarah Palin e questo hanno ottenuto. In quest'ottica Charles Gibson ha fatto un ottimo lavoro, mantenendo assolutamente fermo il riflettore ben puntato sulla donna di cui tutti parlano ma di cui nessuno sa nulla e soprattutto resistendo professionalmente alla tentazione di infilarsi in aspetti più leggeri, assolutamente inappropriati. Come esercizio di analisi proverò a scorrere attraverso il botta e risposta di questa sera (che potete rivedere qui e leggere qui) cercando di capire quali fossero le domande reali dietro quelle di facciata e quali le giuste risposte. Lo faccio per due motivi. Primo, per capirne un po' di più sui protagonisti delle elezioni. Secondo, perché trovo affascinante assistere a del buon giornalismo, cosa che purtroppo in Italia non vedo da anni.
L'esperienza di Sarah Palin
Mi lasci cominciare ponendo la domanda che già ho posto al Sen. McCain e che di fatto è la domanda più importante. Si sente in grado di guardare il paese fisso negli occhi e affermare “Ho l'esperienza è le capacità non soltanto di essere vice presidente ma, dovesse accadere, presidente degli Stati Uniti d'America?
Mettetevi nei panni della Palin. La risposta a questa domanda non può che essere “Si', assolutamente” (e infatti questo lei ha risposto). Ma la domanda non è lì per ottenere una risposta scontata ma per mettere ben chiaro un fatto non tanto a lei quanto agli spettatori: questo è il punto. Tutto il resto, tutto ciò di cui si è parlato nelle ultime settimane non ci interessa e non ci deve interessare. Quello che deve interessare al cittadino americano è solo questo. La Palin ha l'esperienza e la capacità di essere vicepresidente o presidente(*)? La risposta a questa domanda verrà dal resto dell'intervista. E le prime staffilettate arrivano pochi secondi dopo.
Qui non parliamo soltanto di riformare un'idea di governo. Parliamo soprattutto di governare, e di governare sull'enorme palcoscenico internazionale in un mondo decisamente pericoloso. Quando ho chiesto a John McCain di parlarmi delle sue credenziali in campo di sicurezza nazionale, egli ha parlato del fatto che lei ha comandato la guardia nazionale dell'Alaska e del fatto che l'Alaska quasi confina con la Russia. Sono credenziali sufficienti?
Qui la Palin non risponde e tira dentro il discorso energia (sulla quale evidentemente si sente molto preparata). Gibson le fa notare che sicurezza nazionale vuol dire ben altro che energia e lei risponde che lo sa, ma che è comunque importante. Al ché Gibson, come fa il professore che vuole cambiare argomento quando capisce che lo studente non è preparato, cambia registro e chiede:
Ha mai viaggiato fuori dagli Stati Uniti prima del viaggio che ha fatto in Kuwait e Germania [a visitare I soldati ndr] l'anno scorso?
Questa domanda mi dice una cosa: quanto è effettivamente facile incalzare questa donna. La Palin ha preso il suo primo passaporto due anni fa. È una donna di campagna. Gli unici viaggi che ha fatto in precedenza, infatti, sono, confessa ella stessa, Messico e Canada.
Ha mai incontrato un capo di Stato?
Secondo esempio di quanto sarebbe facile continuare su questo registro. La Palin qui cerca di sottolineare il fatto che insomma, lei alla fine si candida solo come vice presidente e che molti altri candidati alla vicepresidenza avrebbero risposto così. Gibson non ribatte. Chissà se sa che non è vero e che tutti i candidati VP degli ultimi anni avevano ben più bagaglio in relazioni internazionali. Ad ogni modo, il punto non è contraddirla ma semplicemente dimostrare quanto è facile esporre la sua inesperienza.
Sarah Palin e lareligione
Lei ha recentemente affermato, nella sua vecchia chiesa che “i nostri capi di governo stanno inviando soldati statunitensi a compiere una missione che ci è stata assegnata da Dio”. Vuol dire che stiamo combattendo una guerra Santa?
Qui Gibson tocca l'argomento religione. Lo fa molto rapidamente, quasi come se lo dovesse fare perché tutti se lo aspettano. Passa veloce però sull'argomento, concentrandolo tutto sui rapporti tra Dio e la guerra in Iraq. La Palin ne esce bene. Non si comporta da maniaca religiosa e nicchia. Gibson forse capisce che il discorso non lo porterebbe lontano e passa oltre.
Sarah Palin e la politica estera.
Se c'è un campo in cui l'inesperienza si fa sentire è quello dei rapporti internazionali. È anche un campo fondamentale per il futuro degli Stati Uniti perché è quello in cui (assieme all'economia **) le cose sono andate peggio negli ultimi 8 anni. Obama e' decisamente preferito a McCain dai non american, non solo in Europa. Gibson quindi decide di affondare tutto il resto dell'intervista su questo aspetto: la politica estera.
Dal momento che siamo vicino alla Russia, cominciamo da Russia e Georgia. L'amministrazione [Bush] ha dichiarato che dobbiamo impegnarci per mantenere l'integrità territoriale della Georgia. Lei pensa che gli USA dovrebbero impegnarsi per ristabilire la sovranità territoriale della Georgia sopra sud-ossezia e Abkhazia?
Domanda semplice. Il lettore più attento l'ha già re-interpretata nell'ottica corretta che è: gli Stati Uniti devono continuare a fare lo sceriffo del mondo? Dobbiamo continuare a urlare contro chi, secondo noi, non si comporta bene? C'è abbastanza consenso, anche tra i repubblicani, che la risposta a questa domanda è: no, non ce lo possiamo più permettere. Sono finiti i tempi in cui possiamo fare tutto di testa nostra e abbiamo bisogno di un forte legame internazionale. Questo è ciò che il mondo sta chiedendo all'America ed è ciò che gli americani stessi chiedono alla loro amministrazione. Alla Palin questa cosa forse non l'han detta; agisce facendo la voce grossa dicendo che “occorre tenere sott'occhio la Russia che ultimamente ha dimostrato di voler tornare sui propri passi riguardo agli sforzi di diventare una nazione più democratica”.
Gibson ha capito di aver beccato il punto giusto ma prima di continuare su questa solfa si vuole togliere una soddisfazione, e vuole toglierla a tutti coloro che seguono la trasmissione.
In che modo la vicinanza dell'Alaska alla Russia l'ha aiutata, soprattutto nelle ultime due settimane, a capire meglio le strategie dietro le azioni Russe?
Già McCain aveva portato avanti questo argomento ridicolo e risibile secondo il quale la Palin avrebbe esperienza sul terreno internazionale perché governatrice di uno stato confinante con la Russia. È un argomento suicida. Nemmeno il più idiota degli idioti lo tirerebbe fuori (***). Messa di fronte a questa idiozia, la Palin riconferma e risponde:
Sono proprio vicini a noi e addiritura c'è un'isola dell'Alaska da cui si può vedere la Russia.
Gibson cala il velo pietoso e torna a ciò di cui voleva parlare prima: i rapporti degli USA con il resto del mondo. Ma la Palin continua a non capire.
Sarebbe in favore di far entrare Georgia e Ucraina nella NATO?
L'ingresso di Georgia e Ukraina nella Nato è argomento recente, già avanzato da Bush tempo fa ed è un argomento di fuoco perché l'ingresso di Georgia e Ukraina nella NATO creerebbe una tensione incredibile con la Russia e sarebbe il modo migliore per far ricominciare una guerra fredda. La Palin sembra saperlo e sembra non essere spaventata dall'eventualità di una guerra con la Russia.
Non deve necessariamente sfociare in una guerra o non deve necessariamente portare, come ho già detto, ad una guerra fredda; ma sanzioni economiche, pressioni diplomatiche, appoggio dei nostri alleati per aiutarci a tenere sott'occhio la Russia e Putin e i suoi desideri di controllare ben altro che semplici piccoli paesi democratici. La sua missione, se è quella di controllare rifornimenti energetici che passano o che arrivano dalla Russia, beh, è una posizione pericolosa che il nostro mondo non può permettere che accada.
Il paese (e il mondo, mi sembra) ne ha letteralmente le palle piene della guerra in Iraq e Gibson riesce a far dire alla Palin che potremmo anche prepararci ad una guerra con la Russia. Non a caso questa affermazione ha creato un'esplosione nel lancio di agenzie della tarda serata, prima ancora che l'intervista venisse trasmessa. Già che andiamo in guerra, penserà Gibson, facciamola nucleare!
Mi lasci spostare il discorso sull'Iran. Lei considera che un Iran nuclearizzato è una minaccia effettiva all'esistenza di Israele?
La Palin risponde che lo è, almeno sotto la guida di Ahmadinejad.
E quindi che ne facciamo di un Iran nuclearizzato? John McCain ha affermato che l'unica cosa peggiore di una guerra con l'Iran sarebbe un Iran con la bomba. John Abizaid dice che potremmo doverci convivere. Chi ha ragione?
La risposta a questa domanda sarebbe: lo devono decidere le Nazioni Unite, o qualcosa del genere. Invece la Palin decide di rivisitare un grande classico e risponde
Insomma la posizione della Palin è chiara. Gli americani sono americani e non possono certo sopportare affronti di questo tipo.Dobbiamo assolutamente assicurarci che queste armi di distruzione di massa, queste armi nucleari, non arrivino tra le mani di Ahmadinejad; magari non le userebbe lui ma consentirebbe ai terroristi di usarle. Quindi dobbiamo fare pressione sull'Iran e dobbiamo contare sui nostri alleati per aiutarci, in una pressione diplomatica.
Gibson: Ma governatore, è già un bel po' che minacciamo sanzioni sempre più grandi verso l'Iran. Non è servito a nulla. Non ha fermato il loro programma nucleare.
Palin: Dobbiamo insistere e adottarle. Non possiamo tirarci indietro. Non possiamo semplicemente pensare che “oh, cavoli, forse avranno le armi nucleari, cosa possiamo fare”. No. Per niente al mondo. Noi americani no. Non possiamo sopportarlo.
Il gran finale.
A Gibson non rimane che toccare l'ultimo punto. Dicono che la Palin abbia di positivo il fatto di essere completamente nuova all'ambiente politico di Washington. La sua esperienza è un vantaggio, non una pecca. Porta aria nuova e idee nuove. Da ciò che ha sostenuto finora non sembra proprio, almeno in materia di politica estera e guerra, cioé proprio i due campi in cui gli americani vorrebbero vedere i cambiamenti più sostanziali. Gibson vuole concludere sottolineando questo fatto e le chiede se, in campo di politica estera e sicurezza nazionale, la pensa come Bush, sostenendo quella che viene chiamata la dottrina Bush (dottrina dell'attacco preventivo). La Palin non sa cosa sia. Si inceppa, si impapera, parte con una risposta fuori tema. Gibson la riprende come si riprende uno scolaretto, riformulando la domanda e mettendogliela semplice semplice, come a volerle far vedere chiaro su che cosa l'ha interrogata negli ultimi dieci minuti:
Mi lasci finire con questo. Mi ha frastornato in un vortice di parole. Voleva dire di sì? Che lei pensa che noi abbiamo il diritto di passare i confini [del Pakistan] con o senza l'approvazione del governo del Pakistan per andare a cercare terroristi nella regione del Waziristan?
Indovinate la risposta.
(*) Gli americani sono incredibilmente cinici quando si parla di salute e hanno calcolato, freddamente, che avendo McCain 72 anni e tre tumori sul groppone, le sue chances di non sopravvivere al mandato sono del 33%.Quindi una su tre che la Palin diventerebbe presidente.
(**) Qui non credo vada troppo lontano dal vero chi sostiene che gli scivoloni nell'economia sono in gran parte una diretta conseguenza del fatto che il mondo abbia perso fiducia negli USA durante l'amministrazione Bush. [Mah ... Nota dei Redattori]
(***) Ha ironizzato bene al proposito Jon Stewart dicendo “L'Alaska è molto vicina anche al polo Nord. Dobbiamo dedurne che la Palin conosce bene Babbo Natale?"
Per rispondere al titolo: non so dove vanno i Repubblicani, ma a vedere come risponde costei so bene dove li manderei e dove spero li mandino gli elettori a novembre. Non conosco Obama, ma difficilmente penso che potrebbe essere peggio.
Mi si perdoni la presa di posizione assolutamente draconiana, ma visto quello che riporta nell'intervista oltre al fatto che sia creazionista e piena di "small town values" (che nei commenti al video sono riportati come "self-righteousness, xenophobia, homophobia, greed, ignorance, and hypocrisy") e' un assurdo per una persona che deve ricoprire incarichi di governo a qualsiasi livello in una nazione composita e del peso internazionale degli USA. Figurarsi ad essere il governatore di uno Stato di frontiera, che per quanto sottopopolato e' pieno di risorse naturali e in posizione strategica....
Dalla sua formazione, al massimo l'avrei messa a governare la sua cucina, e prego le signore di astenersi dall'accusarmi di essere sessista: quella non e' una donna, e' un insulto all'intelligenza.