Introduzione
La prima cosa da decidere in questo tipo di analisi è il termine di paragone che si intende utilizzare. La maggior parte dei commentatori si è concentrata sulla comparazione dei risultati delle europee 2009 con le politiche 2008. Io invece mi concentrerò sulla comparazione con le europee 2004. Visto che questo è un blog di professori pedanti, fatemi spendere due parole per difendere questa scelta.
Comparare i risultati di una elezione con quelli della elezione più recente ha il vantaggio, in principio, di catturare le ultime informazioni sui movimenti di opinione del corpo elettorale. In questo caso, per esempio, la comparazione tra europee 2009 e politiche 2008 mette chiaramente in luce il declino del PD e l'aumento di IdV, un cambiamento che possiamo presumere sia avvenuto nell'ultimo anno. Il prezzo che si paga per incorporare queste informazioni è l'imprecisione delle stime quantitative sugli spostamenti. Si tratta infatti di due elezioni molto diverse, sia per il sistema elettorale adottato sia per la partecipazione al voto. Comparare europee e politiche è quindi, in certa misura, comparare mele con pere. Due osservazioni in particolare sono rilevanti:
1) Le elezioni europee tendono a favorire le forze piccole contro le forze grandi. Questo è dovuto in parte al fatto che il sistema elettorale è più proporzionale (lo resta anche dopo l'introduzione della soglia del 4%) e in parte al fatto che gli elettori sono meno preoccupati dalla governabilità e dagli equilibri parlamentari. Di fatto gli elettori si comportano in modo diverso nelle due elezioni; l'episodio più famoso fu l'espolosione dei radicali nelle europee del 1999, in cui ottennero il 8,46%, un risultato mai ottenuto né prima né dopo alle politiche. Questo fatto andrebbe tenuto in conto, per esempio, quando si afferma che PdL e PD hanno perso rispetto alle politiche.
2) Alle elezioni europee la partecipazione al voto è sostanzialmente inferiore, per cui di fatto gli elettorati sono diversi. A priori è difficile dire se la differenza di partecipazione favorisce l'uno o l'altro partito o schieramento, ma questo non significa che gli effetti non ci siano.
Per queste ragioni credo valga la pena di concentrarsi sulla comparazione di elezioni omogenee, europee su europee. Come vedremo di fatto le tendenze principali appaiono comunque nitidamente, e le stime quantitative dei fenomeni risultano essere più precise.
La partecipazione al voto
Cominciamo con una valutazione della partecipazione al voto. I media italiani hanno la pessima abitudine di valutare la partecipazione al voto guardando all'affluenza alle urne. Questo è errato perché ciò che conta è la percentuale di voti validi, non la percentuale di gente che si presenta alle urne. In Italia la differenza è sostanziale, dato che le schede bianche e nulle sono di solito una percentuale rilevante. Questi sono i dati su partecipazione al voto e voti validi nelle elezioni più recenti.
Europee 2009 |
Politiche 2008 |
Politiche 2006 |
Europee 2004 | |
Affluenza alle urne | 66,5 | 80,5 | 83,6 | 72,9 |
Percentuale voti validi | 60,79 | 77,50 | 81,10 | 66,54 |
C'è una notevole differenza di partecipazione al voto tra europee e politiche. C'è inoltre una tendenza discendente nella partecipazione. Comparando europee con europee vediamo che la percentuale di voti validi è diminuita del 5,75%. Si tratta però di una diminuzione meno forte di quella dell'affluenza alle urne, pari al 6,4%. Visto che in due anni la partecipazione alle politiche era scesa del 3,6%, questo calo sembra essere abbastanza normale e in linea con le tendenze recenti.
C'è da aggiungere però che la partecipazione al voto è stata favorita dalla concomitanza delle elezioni provinciali e comunali in molte parti del paese. Senza tale fattore è presumibile che la crescita del non-voto sarebbe stata più marcata. Per esempio, in Basilicata la percentuale di voti validi è addirittura aumentata di 3,58 punti, grazie alle elezioni provinciali di Matera e Potenza. Di converso, in Sardegna c'è stato un crollo di 25,18 punti; nel 2004 le elezioni europee erano abbinate alle regionali, cosa che non è avvenuta quest'anno.
I risultati nazionali
Il sistema politico italiano ha subito importanti modificazioni negli ultimi anni, con continue aggregazioni e disaggregazioni delle forze politiche. Disgraziatamente questo costringe l'analista a operare scelte soggettive quando si tratta di comparare i risultati elezione su elezione, dato che le forze politiche che si presentano sono diverse.
In alcuni casi le cose sono facili. Le forze del PD si presentarono nel 2004 come ''Uniti nell'Ulivo'', e i risultati appaiono perfettamente confrontabili. Lo stesso vale per Italia dei Valori (si presentava nel 2004 come Di Pietro-Occhetto; quest'ultimo è sparito ma era chiaro già allora che era abbastanza irrilevante), Radicali, UDC e Lega Nord, tutte forze che nel 2004 si presentarono sostanzialmente con lo stesso simbolo. È semplice anche per la ''lista comunista''. Comparo in questo caso i risultati 2009 con con la somma di PRC e PdCI nel 2004.
Per il PdL il discorso è un po' più complicato. Chi ha comparato i risultati 2009 con quelli del 2004 ha semplicemente guardato alla somma di Forza Italia e AN. Questo trascura il fatto che la Mussolini, ora organicamente inserita nel PdL, capeggiava nel 2004 una lista (Alternativa Sociale) che prese lo 1,23%. Inoltre in questa tornata il PdL ha candidato Mastella, la cui lista (UDEUR) prese lo 1,29% dei voti nel 2004. È giusto sommare questi voti a quelli di FI e AN per il 2004? Ho abbastanza pochi dubbi che sia giusto farlo per Mastella. Si tratta di voti personalistici e clientelari che sicuramente Mastella si è portato dietro da una elezione all'altra. Meno chiaro è il caso di Alternativa Sociale. Non voglio però fare ipotesi su quanta parte del voto neofascista ha seguito la Mussolini nel PdL, quindi lo aggiungerò tutto. Chi pensa che questo sia eccessivo, riduca di un punto il risultato 2004 del PdL.
Complicato è anche il discorso per Sinistra e Libertà. Nel 2004 si presentarono alle elezioni le liste dei Verdi e dei Socialisti Uniti. I Verdi sono confluiti in S&L, ma seguire i turbinosi movimenti delle varie correnti socialiste è cosa che va al di là delle mie capacità. Ho semplicemente ipotizzato che i voti della lista socialista 2004 si riversassero in S&L. Peraltro, il capolista e figura più visibile, Nichi Vendola, nel 2004 militava in Rifondazione, quindi in nessuna delle due formazioni. Prendete quindi con le pinze la comparazione con il 2004.
Con grosse pinze va anche considerato il risultato del cartello MpA-Destra-Pensionati. Ho comparato con la somma di Pensionati e Lista Sgarbi (il quale ha aderito, in una delle tante giravolte, a questa lista). Ma è ovvio che il grosso del voto viene dal MpA, che nel 2004 non esisteva. Ha quindi poco senso comparare, ma metterò i numeri per completezza.
2009 | 2004 | Differenza | |
PdL | 35,27 | 34,95 | 0,32 |
Lega Nord | 10,20 | 4,97 | 5,23 |
PD | 26,13 | 31,09 | -4,96 |
IdV | 8,00 | 2,13 | 5,87 |
UDC | 6,52 | 5,89 | 0,62 |
Prc-Pdci | 3,39 | 8,48 | -5,09 |
Sin e Lib. | 3,13 | 4,49 | -1,37 |
MpA-Destra.Pens. | 2,23 | 1,87 | 0,36 |
SVP | 0,47 | 0,45 | 0,02 |
AutLibDem (V. Aosta) | 0,09 | - | 0,09 |
Vallee (v. Aosta) | 0,11 | - | 0,11 |
Radicali | 2,43 | 2,25 | 0,18 |
Part. Com. Lav. | 0,54 | - | 0,54 |
Fiamma | 0,80 | 0,73 | 0,07 |
Forza Nuova | 0,48 | - | 0,48 |
Lib Dem (ex diniani) | 0,23 | - | 0,23 |
(Nota: la somma delle percentuali 2004 non è 100 perché non riporto i risultati di varie liste minori che non si sono ripresentate)
Se guardiamo agli spostamenti elettorali maggiori ci sono tre cose che balzano all'occhio. La prima è la netta avanzata della Lega. La seconda è il travaso di voti tra PD e IdV. In realtà la somma PD+IdV aumenta, anche se di poco, dal 33,22 al 34,13. La terza infine è il tracollo dei comunisti, che perdono più del 5%.
Il PdL appare sostanzialmente stabile, ma va aggiunto che il risultato del 2004 non fu particolarmente brillante. FI ottenne il 29,43% alle politiche 2001 (parte proporzionale, allora c'era il Mattarellum) e il 20,92% alle europee 2004. Anche per AN il risultato non fu molto entusiasmante, 11,51% contro il 12,02%. Ho già detto che è scorretto comparare i risultati delle europee con quelli delle politiche, ma ci sono pochi dubbi che le europee del 2004 mostrarono una erosione dei consensi del centrodestra, erosione che poi si manifestò in forma ancor più decisa nelle regionali del 2005. Tutto questo per dire che il PdL, anche se non ha perso, non pare avere particolari motivi per gioire.
Stabile appare anche Casini, che si è precipitato a dichiarare la fine del bipolarismo. Un po' presto direi. Le elezioni europee sono sempre più favorevoli alle forze minori, e un aumento del 0,62% non appare una buona ragione per predire cambi epocali.
Lo spostamento a destra dell'asse politico è evidente, con PdL e Lega che aumentano complessivamente di 5,5 punti. Questo spostamento sembra avvenire a spese della sinistra radicale più che del centrosinistra propriamente detto, ossia l'alleanza PD-IdV. Naturalmente questo spostamento è probabilmente il risultato di flussi più complessi, che però in questa sede non abbiamo gli strumenti per valutare.
I risultati regionali: il centrosinistra
Il PD ha perso voti un po' in tutta Italia, ma non in modo omogeneo. Questa è la tabella dei voti regionali.
Voto al PD | 2009 | 2004 | Differenza |
Val D'Aosta | 12.84 | 13.58 | -0.74 |
Piemonte | 24.68 | 28.99 | -4.30 |
Lombardia | 21.34 | 26.22 | -4.88 |
Trentino AA | 17.58 | 25.40 | -7.81 |
Veneto | 20,30 | 26,57 |
-6,28 |
Friuli VG | 25,60 | 30,17 | -4,57 |
Liguria | 29,78 | 38,94 | -9,16 |
Emilia R. | 38,86 | 42,96 |
-4,10 |
Toscana | 38,70 | 41,67 | -2,96 |
Umbria | 33,91 | 35,90 | -1,99 |
Marche | 29,94 | 35,87 | -5,35 |
Lazio | 28,14 | 31,63 | -3,49 |
Abruzzi | 22,30 | 28,51 | -6,21 |
Molise | 12,31 | 24,00 | -11,69 |
Campania | 23,38 | 31,31 | -7,93 |
Puglia | 21,68 | 28,90 | -7,22 |
Basilicata | 29,38 | 36,53 | -7,16 |
Calabria | 25,42 | 27,19 | -1,78 |
Sicilia | 21,88 | 28,72 | -6,84 |
Sardegna | 35,60 | 23,53 | 12,08 |
A parte Abruzzi e Molise, dove il PD soffre del ''fattore locale'' di Pietro, tra le regioni grandi segnaliamo che il calo supera il 6% sia in Veneto sia in Sicilia. In Lombardia il PD mantiene le perdite nella media nazionale, ma dato il basso livello di partenza si trova ad essere un partito con poco più del 20%. Abbastanza atteso il calo in Campania, che però si accompagna a cali simili in Puglia e Basilicata. La Sardegna è un outlier con un +12,1%; il risultato è poco siginificativo data la diversità di partecipazione al voto nelle sue elezioni.
È stato più omogeneo l'aumento dell'IdV.
Voto a IdV | 2009 | 2004 | Differenza |
Val D'Aosta | 4,12 | 1,42 | 2,70 |
Piemonte | 8,70 | 2,40 | 6,30 |
Lombardia | 6,51 | 1,67 | 4,84 |
Trentino AA | 6,72 | 1,38 | 5,34 |
Veneto | 7,20 | 2,11 |
5,09 |
Friuli VG | 7,29 | 1,80 | 5,49 |
Liguria | 8,64 | 2,09 | 6,55 |
Emilia R. | 7,24 | 1,97 |
5,27 |
Toscana | 6,78 | 1,76 | 5,02 |
Umbria | 5,89 | 1,63 | 4,27 |
Marche | 8,92 | 2,04 | 6,88 |
Lazio | 8,32 | 2,12 | 6,20 |
Abruzzi | 13,76 | 3,88 | 9,88 |
Molise | 27,97 | 7,78 | 20,19 |
Campania | 8,90 | 2,08 | 6,82 |
Puglia | 8,92 | 2,82 | 6,10 |
Basilicata | 12,35 | 3,97 | 6,74 |
Calabria | 9,07 | 2,34 | 6,74 |
Sicilia | 7,13 | 1,87 | 5,26 |
Sardegna | 8,84 | 2,69 | 6,15 |
Se si escludono Abruzzi e Molise, dove c'è un ovvio effetto ''favorite son'', la crescita è quasi ovunque nella forchetta tra 5% e 7% (ignorate la Val d'Aosta che è piccola e ha un sistema politico a parte). Si percepisce un risultato migliore della media nelle regioni meridionali, ma si tratta comunque di differenze relativamente lievi.
Vediamo infine cosa è successo alla somma di IdV e PD, alleati di coalizione alle ultime politiche.
Voto a PD+IdV | 2009 | 2004 | Differenza |
Val D'Aosta | 16,96 | 15,00 | 1,06 |
Piemonte | 33,39 | 31,39 | 2,00 |
Lombardia | 27,85 | 27,89 | -0,04 |
Trentino AA | 24,31 | 26,78 | -2,48 |
Veneto | 27,49 | 28,68 |
-1,19 |
Friuli VG | 32,89 | 31,97 | 0,92 |
Liguria | 38,42 | 41,03 | -2,61 |
Emilia R. | 46,10 | 44,93 |
1,17 |
Toscana | 45,48 | 43,43 | 2,06 |
Umbria | 39,80 | 37,52 | 2,27 |
Marche | 38,86 | 37,91 | 0,95 |
Lazio | 36,46 | 33,74 | 2,72 |
Abruzzi | 36,06 | 32,39 | 3,66 |
Molise | 40,29 | 31,78 | 8,50 |
Campania | 32,28 | 33,39 | -1,11 |
Puglia | 30,60 | 31,72 | -1,12 |
Basilicata | 41,73 | 40,50 | 1,22 |
Calabria | 34,49 | 29,53 | 4,96 |
Sicilia | 29,01 | 30,60 | -1,58 |
Sardegna | 44,44 | 26,22 | 18,22 |
Quello che sorprende di questa tabella è il valore relativamente piccolo degli spostamenti. Escludiamo la Sardegna, per le ragioni già spiegate, e scontiamo l'effetto ''favorite son'' di Abruzzi e Molise. Come abbiamo visto, tra il 2004 e il 2009 la coalizione PD+IdV ha leggermente aumentato i voti, grazie a una forte crescita dell'IdV che ha compensato la secca perdita del PD. A livello nazionale le perdite per la coalizione si sono particolarmente forti in Veneto e Sicilia. La Liguria, che però è relativamente piccola, segna il minimo. È interessante il dato della Puglia. Mentre il dato negativo in Campania ha un'ovvia spiegazione nel discredito della classe dirigente regionale di centrosinistra, il dato negativo pugliese si accompagna al dato positivo di Sinistra e Libertà, che passa da 5,49% a 6,94%. Questa può essere la spia di un fenomeno più diffuso, ossia la tenuta complessiva della coalizione è probabilmente almeno in parte dovuto all'assorbimento dei voti dell'estrema sinistra. In Puglia, la candidatura Vendola ha probabilmente deviato verso una formazione alternativa i voti comunisti che sarebbero andati alla coalizione PD-IdV.
I risultati regionali: il centrodestra
La comparazione dei dati europee 09/europee 04 conferma una tendenza già osservata nelle elezioni politiche, ossia la forte meridionalizzazione del PdL.
Voto al PdL | 2009 | 2004 | Differenza |
Val D'Aosta | 14.53 | 23.67 | -9.14 |
Piemonte | 32.41 | 32.25 | 0.17 |
Lombardia | 33.87 | 34.25 | -0.38 |
Trentino AA | 19.57 | 22.39 | -2,82 |
Veneto | 29,34 | 35,20 |
-5,87 |
Friuli VG | 31,85 | 36,95 | -5,10 |
Liguria | 34,41 | 32,61 |
1,80 |
Emilia R. | 27,37 | 29,25 |
-1,88 |
Toscana | 31,45 | 29,76 | 1,69 |
Umbria | 35,78 | 32,84 | 2,95 |
Marche | 35,24 | 33,81 | 1,43 |
Lazio | 42,74 | 38,78 | 3,96 |
Abruzzi | 44,54 | 38,26 | 6,28 |
Molise | 41,85 | 37,24 | 4,61 |
Campania | 43,52 | 39,19 | 4,33 |
Puglia | 43,17 | 40,13 | 3,04 |
Basilicata | 33,51 | 36,89 | 6,61 |
Calabria | 34,88 | 33,60 | 1,29 |
Sicilia | 36,45 | 39,72 | -3,28 |
Sardegna | 36,64 | 36,53 | 0,12 |
Come abbiamo visto, il PdL mantiene sostanzialmente invariata la sua percentuale tra le due elezioni. Questo è però il risultato di un drastico calo di consensi (presumibilmente a favore della Lega) nel Nord-Est del paese cui fa fronte un aumento nelle regione meridionali, particolarmente importante in Campania.
L'unica eccezione è la Sicilia. Si è discusso del ruolo dell'astensionismo in Sicilia. In questa regione la percentuale di voti validi è passata dal 53,28 al 44,20, un calo di 9,09 punti. Questo va comparato a un calo di 5,75 a livello nazionale. Si tratta di 3,31 punti in più, che a dir la verità non appaiono tantissimi se si tiene conto che la densità di elezioni provinciali e comunali era nettamente più bassa in Sicilia. È stato probabilmente più importante il ''fattore Lombardo'', che con la sua lista ha preso più del 15% a livello regionale. Si aggiunga che il PdL siciliano sta dando un bruttissimo spettacolo in termini di lotte intestine, ed il quadro è completo.
Non metterò, per pigrizia, le tabelle relative alla Lega. La storia qua è nota e simile a quella che si ottiene comparando politiche 08 con politiche 06. Un fatto nuovo degno di nota è l'avanzata della Lega nelle regioni rosse. In particolare la Lega guadagna il 7,7% in Emilia Romagna, portandosi allo 11,08%.
Conclusioni
Cosa ci possiamo aspettare dopo le elezioni europee?
Per quanto riguarda il centrodestra si ha una conferma del radicamento e del consenso. Il paese sembra essersi stabilmente spostato a destra. Berlusconi ha gestito le aspettative in modo disastroso, millantando miracolosi avanzamenti del PdL che non ci sono stati e trasformando un risultato stazionario in una sconfitta, ma il dato di fatto è che al momento non appare esservi alcuna coalizione credibile in grado di sconfiggere l'alleanza Lega-PdL. Il governo, c'è da attendersi, sarà ancora più paralizzato ed inetto di quanto è stato finora. La rivalità tra Lega e PdL, piaccia o no e a dispetto di tutte le rassicurazioni, non potrà non farsi sentire e sortirà probabilmente l'effetto di metter la sordina a tutti i tentativi di avviare riforme serie in campo economico.
Sul versante sinistro dello schieramento si conferma la crisi probabilmente irreversibile dell'estrema sinistra. La vera domanda è che fine faranno quei voti che, al momento, il PD non sembra essere stato in grado di intercettare in modo massiccio. D'altro canto l'elezione pone una pietra tombale sulle aspirazioni maggioritarie del PD. Durante il governo Prodi il centrosinistra sembrava provasse un gusto perverso nel perdere consensi nel Nord del paese, particolarmente in Lombardia e Veneto. La tendenza, almeno per quanto riguarda il PD, non è cambiata in questo anno di opposizione. Se il PD ha una strategia per la riconquista del governo, cosa di cui si può legittimamente dubitare, tale strategia non sembra includere un robusto sforzo per conquistare un consenso decente nella parte più produttiva del paese. Al momento il PD ottiene a malapena un quarto dei voti. Anche nel caso improbabile in cui i referendum elettorali assicurassero la vittoria del Si, è chiaro che il PD alle prossime elezioni dovrà come minimo contrattare una coalizione con l'IdV, in cui quest'ultimo partito partirà da posizioni di forza.
Direi che questo è tutto per il momento. Ci risentiamo alle regionali del 2010.
Una domanda un po' OT: nei dati dei votanti all'estero per la repubblica ceca nella circoscrizione centrale si trova questo:
Elettori 370
Votanti 383 103,51%
http://europee2009.interno.it/europee/euro090607/EE3225.htm
Secondo voi è un errore o c'è una spiegazione che mi sfugge?