Eroi italiani

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Perché, alla fine, questi sono gli eroi veri e sconosciuti del nostro povero paese.

Mentre gli accoliti di BS cercano di distruggere la stato di diritto per evitare che il loro "capo" venga legalmente e doverosamente processato, svariate dozzine di persone per bene pagano di tasca propria e rischiano la vita per difendere quel poco che rimane, in Italia, dello stato di diritto.

Costoro a Palazzo Grazioli o nelle ville in Sardegna non verranno invitati. Nè, presumo, il Principe di Napoli conferirà loro le onorificenze che si meriterebbero in apposita cerimonia al Quirinale. Corrono, anzi, il rischio d'essere puniti, oltre che ammazzati dai mafiosi di turno. Perché i soldi per dare la scorta a chi ha servito lo stato non ci sono; le scorte son più utili altrove, evidentemente.

Non possedendo né palazzi, né ville, né aerei privati, né reti televisive, io posso solo dire che è per gente come il colonnello De Caprio e gli uomini che volontariamente lo proteggono che vale la pena di continuare a parlare e resistere.

Per una volta, solo per questa volta, permettetemi di fare sommessamente il patriota, alzarmi in piedi e rendere l'onore che spetta alla gente per bene.

Finché ce ne sarà in Italia di gente così, io in piedi cercherò di starci.

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Commenti

Ci sono 74 commenti

Conosco Boldrin solo per i suoi post e immagino che la retorica gli provocherà prurito ma ci sono tanti, in Italia, che si fanno un mazzo così per far mandare avanti questa barca.

Grazie per averne ricordato qualcuno.

 

Non dimentichiamoci, caro Boldrin, che questi militari rischiano (e ne sono stati "avvisati") un procedimento disciplinare per la volontaria protezione al Colonnello Di Caprio. Legga:

"Chissà, dunque, se il ministro Roberto Maroni (Interno), nel rispondere a questa interrogazione, dovrà anche affrontare il tema delicato della «tutela privata» assicurata a De Caprio dal reparto scorte di Palermo fuori dall’orario di servizio e con mezzi propri. Un’iniziativa, questa, che potrebbe imbarazzare il Viminale. Al punto da far scattare richiami e sanzioni disciplinari all’interno dell’Arma."Veda l'articolo da lei citato

Come se mi dovessero imporre di non curare un paziente, volontariamente e gratuitamente, al di fuori della mia attività istituzionale di medico dipendente del SSN: ma io gli sparo!

 

 

permettetemi di fare sommessamente il patriota, alzarmi in piedi e rendere l'onore che spetta alla gente per bene.

Finché ce ne sarà in Italia di gente così, io in piedi cercherò di starci.

 

Mi unisco all'omaggio.

Anche questo è bello e gratificante che venga detto.

In effetti è colpa di Berlusconi. Indirettamente. Eh sì, perché nel quadro più ampio della caccia grossa tra non molto ventennale che i nostri valorosi giustizieri democratici danno al supercinghialone brianzolo, e in quello più ristretto delle supercervellotiche ricostruzioni a posteriori dei fatti di mafia imbastite al solo scopo di farci credere che il Berlusca è anche il capo della Mafia, al colonnello De Caprio è capitata la sfortuna di dover far la parte del traditore, e in ultima analisi dello scagnozzo berlusconiano. E lì sono cominciati i guai. Tanto che i giustizieri democratici l'hanno voluto pure processare, insieme al suo superiore, Mori, il comandante - diciamo il boss - del Ros dei Carabinieri. Tanto che uno degli eroi preferiti fra i devoti del culto assai intransigente della legalità, il PM Ingroia, con la freddezza straordinaria propria dei giacobini invasati, disse nella sua requisitoria che i due manigoldi, Mori e De Caprio, avrebbero "dovuto chiedere scusa agli italiani".

http://temi.repubblica.it/micromega-online/mori-e-de-caprio-assolti-per-aver-trattato-con-la-mafia/?com=7139#scrivicommenti

Si capisce bene il silenzio e l'imbarazzo della sinistra. Mentre, nel covo del male berlusconiano, almeno qualcuno si muove:

http://www.ilpopolodellaliberta.it/notizie/arc_16628.htm

 

Ah zama', ma a treviso o dove te nascondi, "zamax" se traduce con "sciacallo" o con "pagliaccio"?

Nun me so decidere ...

I fatti allusi in questo commento e descritti nei links indicati, son tutti già riportati nell'articolo che ho linkato. Prima di usare un articolo io leggo cosa c'è scritto, non lo faccio né al buio né a caso.

Non c'è, quindi, nessun "rest of the story". C'è solo un quaquaraqua (come è probabile sia conosciuto in altri circoli) che tenta, malamente, di far pubblicità alla parte politica per cui lavora ed all'ometto del destino che la possiede.

Per il resto, anche se costui non sembra meritare il tempo che gli dedica, dice bene pasquino dal quale mutuo il titolo del commento.

Mi unisco all' omaggio.

Ma solo dopo aver dato una bacchettata sulle dita a chi tira in ballo guelfi e ghibellini.

Disgraziato il paese che ha bisogno di eroi

Io invece analizzo il post di Michele sotto un altro punto di vista, perchè non credo che Michele all'improvviso aderisca alla retorica de "l'eroe solitario" che lotta contro il male.

Io invece ho capito (forse male) che Michele voglia dire che in un momento come questo, in cui la tirrannia dolce di BS sta cominciando a mostrarsi definitivamente in quello che è, e pur di salvare il suo sedere sta mandando in quel luogo in cui lui ci va spesso (a p......e) ogni elementarissimo principio dello stato di diritto e liberale (separazione dei poteri!), c'è bisogno di "eroi".

Di gente che ci metta la faccia e dica: eh no, caro mio, questo non lo faccio, non lo voto, e non fa niente che si va ad elezioni, meglio quelle che questo. Ma forse bisognerebbe essere eroi per fare questo (o presunti tali), e Michele per l'appunto ci ricorda che, tutto sommato, eroi ce ne sono ancora, ovvero c'è ancora gente che rischia la vita e la carriera per un ideale, ma in Parlamento c'è gente che non rischia assolutamente la vita (anche se superprotetta..), e non vuole assoluatemente rischiare la CARRIERA.

O io mi sono fatto una masturbazione cerebrale, dato il periodo in cui viviamo, e ho capito fischi per fiaschi.

Se a qualcuno interessa la storia nazionale recente. E vuole cercare di capirla.

Meglio Mafiosi che carabinieri (di Davide Giacalone)

 

Meglio fare il mafioso, piuttosto che il carabiniere. Lo Stato ti tratta con più riguardi. Visto che la giustizia è tornata di moda, attiro l’attenzione su questioni minori, bazzecole per fissati, relative alle schifezze che la malagiustizia produce. Se fai il mafioso ti godi il potere e i soldi. La cosa che più devi temere è che una cosca avversaria ti spari, ma, fatta salva questa ipotesi, assai più probabile fra gente senza regole e rispetto, come i camorristi, l’altro pericolo, quello che a prenderti sia la giustizia, non è poi così spaventoso. Se è possibile, si limitano i danni: te ne stai zitto, lasci che il processo scorra e se c’è da fare qualche anno di galera, pazienza, poi passa. Se, invece, le cose si mettono davvero male, se le accuse assommano a numerosi omicidi, allora è il momento di rilanciare ed uscirne alla grande, facendo il pentito.
Da quel momento, ti trattano con tutti i riguardi. Un po’ pendono dalle tue labbra e un po’ ti corteggiano, affinché tu dica cose utili a questo o a quello. Partecipi al concorso per riscrivere la storia. Che è divertente, per quel che può fregartene. Confessi tutti i tuoi reati gravi, ammetti di avere ammazzato, scannato e sciolto nell’acido, perché questo aumenta sia la tua credibilità che il tuo peso criminale, sicché più le tue mani sono sporche di sangue più è verosimile che tu stessi personalmente trattando con i capi dello Stato, e forse anche con qualche pontefice. Taci, invece, su reati e aspetti legati ai piccioli, alla munita, ai soldi che hai messo da parte in anni di disonorato servizio. Quelli servono, a te, alla tua famiglia e agli amici. Se proprio devi, ti fai sequestrare qualche campo d’ulivi, o qualche vecchia casa, tanto è evidente che non ci tornerai più.

Ah, dimenticavo, da pentito ti è assicurata la protezione e la scorta, in modo da proteggerti dai tuoi colleghi, ma non è escluso che tu possa frequentarli, adeguatamente spalleggiato. Quando il lavoro sarà finito, come capitava a quel fimminaro di Tommaso Buscetta, potrai accedere al chirurgo estetico, ti saranno forniti documenti compiacenti e potrai andartene in crociera con la tua bella. Se sei carabiniere, invece, sono cavoli tuoi. Sergio De Caprio, noto come “Ultimo”, creò unità operative dei Ros e, nel 1993, arrestò Totò Riina. Per questa ragione la cupola mafiosa lo condannò a morte, mentre la procura tentò di condannarlo alla galera, assumendo che sia stato, assieme a Mori, un complice di Riina medesimo, non avendogli subito perquisito la casa. Lo assolsero, ma, nel frattempo fu spedito a prestare servizio presso il Noe di Roma: Nucleo Operativo Ecologico. Funzione utile, non ne dubito, ma leggermente diversa da quella che gli aveva permesso di rendere preziosi servizi allo Stato.
Siccome, di tanto in tanto, deve tornare a Palermo, per testimoniare in alcuni processi, è evidente che a proteggerlo non basta il fatto che si occupi d’ecologia, perché anche i mafiosi hanno una loro teoria, circa l’ambiente. Ma al carabiniere De Caprio non danno la scorta. Il mafioso si presenta scortato, il carabiniere abbandonato a se stesso. Hanno rimediato, si fa per dire, i suoi colleghi del servizio scorte: lo proteggiamo noi, quando non siamo in servizio. Bello, non vi pare?

Trattamento non meno riguardoso è stato riservato a Carmelo Canale, il carabiniere che Borsellino chiamava “fratello”, il quale prima è stato accusato di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, ed è stato assolto. Poi, dovendosi discutere l’appello, la procura ha pensato bene di accusarlo direttamente d’essere mafioso. E anche questa volta è stato assolto, con motivazioni che stracciano la pelle agli accusatori e polverizzano le loro teorie e supposizioni. Anzi, nelle motivazioni hanno proprio scritto per quale motivo s’è beccato anni d’inquisizione: ha un cattivo carattere. E, adesso, cosa fa la procura? Non paga degli anni passati, e non dovendo pagare le spese, ricorre in cassazione, allungando l’agonia di un processo infondato e inutile, e prolungando le sofferenze di un innocente.
Anche qui, non si trascuri un particolare: i pentiti che accusano Canale, già sbugiardati in tribunale e dai giudici, continuano a essere protetti, mentre il carabiniere è solo, ma anche senza la pensione che gli spetta, perché la sua carriera è stata bloccata dalle accuse e dai processi, e tale rimane, visto che la procura non sente il peso dell’ulteriore grado di giudizio.
Morale della favola: meglio fare il mafioso che il carabiniere. Se alla politica restano cinque minuti di tempo, ove mai l’universo non si esaurisca in un paio di processi con i quali fucilare il capo del governo e in leggi che servano a bagnare le polveri di quelle cartucce, ci sarebbe un dettaglio di cui occuparsi: i servitori dello Stato presi a pernacchie dallo Stato.

Ma la sostanza è che le scorte vengono decise dai prefetti, su indicazione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica (del quale non è membro di diritto mezzo magistrato [NdR]). I prefetti sono alle dirette dipendenze del Ministro dell'Interno. Quindi, se viene data la scorta a Francesco Speroni, Vittorio Sgarbi e Barbara Berlusconi mentre viene negata a chi rischia la vita, la responsabilità, nonostante le insinuazioni di Giacalone, è del Ministro dell'Interno,

Chi dà la colpa alla magistratura è semplicemente un ignorante. [O una persona in malafede, NdR]

 

Forse vi interessera' sapere chi e' Davide Giacalone, autore del dotto articolo su riportato. Fu uno dei protagonisti (dimenticato e adeguatamente riciclato) di Tangentopoli nelle cui maglie incappo' perche' come consigliere del Ministro Mammi' favori' (per usare un eufemismo) una legge (ancora ricordata con il nome del Ministro) a misura degli interessi di Berlusconi nel settore radiotelevisivo.

Il tenore di questo dibattito lo dimostra: sembrano non esserci punti di vista condivisi di NESSUN TIPO? Io dico che un capitano dei Carabinieri che fa bene il suo dovere dovrebbe essere patrimonio di tutti, o no?

Quindi non capisco, Zamax: perchè devi subito definire le geometrie politiche intorno al post di Michele?

La questione vera è: perché questo capitano dei Carabinieri non è un patrimonio di tutti? E' questa la vera, grande questione, non facciamo gli ingenui. Io l'ho spiegato. E' la stessa macchina mediatico-politica che crea demoni e eroi, ai quali bisogna allinearsi firmando appelli un giorno sì e uno no, sennò entri nel cono d'ombra del sospetto, quella che ha isolato il nostro capitano. L'articolo e la vicenda sono emblematici di una certa temperie culturale-politica italiana, sulla quale evidentemente si continua a chiudere gli occhi. Dando del servo di partito a chi non ha mai avuto una tessera di partito in vita sua. O dando la colpa sempre e comnque al berlusconismo.

al fianco di SB 1 o SB 2 (visto che il segretario del PD ha le stesse iniziali),

 

ma il segretario del pd fa pier luigi

 

se era ironia mi è sfuggita

Nessuna ironia, puro errore.

 

La questione vera è:

 

sarà il Boldrin così sprovveduto? no, sapeva che un zamax sarebbe spuntato e ora se la ride sotto i baffi

 

 

mi spiace zamax, ma sei vittima di presa per i fondelli preventiva

Aiuterebbe a riflettere una trafedia di Sofocle?

http://it.wikipedia.org/wiki/Filottete_(Sofocle)

A volte ho l'impressione che sì ...

Ma guai a dirlo, che noi siamo una banda di anarchici anti-PdL ...

D'altra parte, oramai si sa, non sono i soli a "leggerci".

Sembra pratica sempre più diffusa in svariati circoli. Vediamo se, in tempo debito, anche quell'altra pratica anglosassone, del dar credito là dove dev'esser dato, si diffonde nei circoli medesimi. :-)

 

...anche io ho la medesima impressione.....

Per rispondere a questa domanda avremmo bisogno di una bella lezione di Axel Bisignano sulla differenza tra "collaboratore di giustizia" (alias "pentito") e "confidente di polizia". Provo io con una provocazione: il primo è controllato dai pubblici ministeri e si adegua alle loro esigenze, il secondo è controllato dalla polizia o dai carabinieri e si adegua alle esigenze di polizia o carabinieri. L'esempio tipico è il mafioso Siino (spero di non sbagliare nome) che è stato prima confidente di polizia e poi collaboratore di giustizia. Nella sua prima veste ha accusato magistrati, nella seconda carabinieri. Naturalmente la mia è una provocazione. Aspettiamo lumi da Axel.

La mia opinione, per ora, è che lo Stato non dovrebbe mai trattare con la mafia né attraverso confidenti di polizia né attraverso collaboratori di giustizia. Ma forse è una posizione troppo astratta.

 

La mia opinione, per ora, è che lo Stato non dovrebbe mai trattare con la mafia né attraverso confidenti di polizia né attraverso collaboratori di giustizia. Ma forse è una posizione troppo astratta.

 

 Tale politica sarebbe ottima in un ASTRATTO first best scenario in assenza di asimmetria informativa tra "guardie" e "ladri", dove quest'ultimi non abbiano alcuna opzione di uscita (i.e. fuggire in altri lidi, anzichè finire in galera). In un'ottica di second best colma di vantaggio informativo per i componenti di Cosa Nostra, anche ipotizzando che non esista via di fuga, è improbabile convincerli ad ammettere le proprie responsabilità, offrendo loro minimi sconti di pena: il loro "risultato" ex ante sarebbe carcere certo, causa ammissione di colpevolezza, nessuna copertura economica ai familiari da parte della mafia e rischi per il reo confesso e familiari di morte "accidentale". Non parlando, minimizzerebbero i rischi di lutti familiari e ridurrebbero la probabilità di essere condannati (e durante gli ipotetici anni di carcere, la mafia aiuterebbe la famiglia del carcerato), anche a pene più severe (perchè presumo siano processi alquanto ardui per l'accusa). Qualche incentivo sostanzioso va necessariamente dato. (Per i gestori del blog, ben più esperti di me in teoria dei contratti (e tanto altro...): "ipersemplificando", occhio e croce dovremmo essere in un gioco dinamico in cui vi sono due tipologie di cittadini (ladri ed onesti) e il social planner (la polizia). In un periodo è superiore l'equilibrio separatore mediante l'"incentivo" (concesso, tra l'altro a solo una parte dei ladri, i colaboratori). rispetto a quello pooling (nessuno parla e il solo strumento della ricerca di prove è insufficiente per riconoscere i ladri). In più periodi, se la polizia (e il governo) riesce ad essere credibile nel mantenere l'impegno di concedere incentivi e protezione ai collaboratori e pugno di ferro verso i restanti ladri, l'equilibrio di cui sopra è sempre preferibile (astrattamente, fino all'estinzione di Cosa Nostra)). E' una completa baggianata? :-)

 

"collaboratore di giustizia" (alias "pentito") e "confidente di polizia".

Parto dal secondo, perché si va in ordine cronologico.

Il confidente o fonte confidenziale é un informatore di polizia. La regola processuale vuole che il poliziotto non possa essere costretto a fare il nome del suo confidente. Se non lo fa, ció che il confidente gli ha detto non é processualmente utilizzabile. In altre parole, la fonte confidenziale costituisce un semplice impulso investigativo, ma non é prova né indizio. E´un´entitá inesistente sotto il profilo probatorio. Da che mondo é mondo tutte le polizie hanno fonti confidenziali. Fa parte del corredo del bravo poliziotto.

Altra cosa é il collaboratore di giustizia. Si tratta di una persona che chiama in correitá altre persone. Il mafioso che racconta quali sono i membri della cosca. Questi é un tizio che, per cosí dire, ci mette la faccia, nel senso che rende dichiarazioni che hanno valore probatorio, assumendosi la responsabilitá delle stesse. Poiché lo stato si fida meno che di un testimone normale, per condannare una persona, non considera sufficienti le dichiarazioni del collaboratore, ma richiede altri elementi di prova che ne confermino l´attendibilitá.

I chiamanti in correitá si distinguono in coimputati (nello stesso processo), imputati di reato connesso (imputati in un processo parallelo, ma collegato), e testimoni assistiti. Le prima due categorie, potendo danneggiare sé stessi con le loro dichiarazioni, possono, successivamente ad esse, avvalersi della facoltá di non rispondere. Il testimone assistito, semplificando, é persona la cui posizione é giá stata definita con una sentenza passata in giudicato, per cui é tenuto a rispondere alle domande con obbligo di veritá. La differenza rispetto ad un testimone normale sta nel fatto che é assistito da un difensore e che anche le sue dichiarazioni necessitano di riscontri probatori per essere utilizzabili.

E sapete cosa vi dico, anche se salto di palo in frasca? Che se vi decidete a chiedere soldi ve li do pure, metto anche la quota di zamax...

 

Che se vi decidete a chiedere soldi ve li do pure, metto anche la quota di zamax...

 

Lo sapevo io che anche uno come "zamax" doveva pur essere utile a qualcosa!

Il prossimo 29 Agosto, cadrà il 20° anniversario dell'assassinio di Libero Grassi, avvenuto a Palermo, in via Vittorio Alfieri.

Molto probabilmente, a lui sarebbe piaciuto continuare a fare l'Imprenditore, anziché essere arruolato nell'esercito degli eroi. Ad arruolarlo, però, ci ha pensato, vent'anni fa, il Geometra Anzalone, personaggio-fantoccio, estortore di professione, che, appunto, nelle sue richieste estorsive ai danni della Sigma, l'azienda fondata da Libero Grassi, si presentava come Geometra Anzalone, che aveva a cuore le sorti dei carcerati...

L'11 Aprile del 1991, a Samarcanda, Michele Santoro chiese a Libero Grassi come mai si rifiutasse di pagare il pizzo, come, invece, facevano molti suoi colleghi Imprenditori. La risposta, che trovo formidabile, fu

 

 

                                                                            (...) E' una rinunzia alla mia dignità di Imprenditore (...) 1.


 

 

 

Temo che, non solo al Sud, o, perlomeno, non solo in Sicilia, ci siano in giro non pochi Geometra Anzalone. Speriamo che, l'isolamento che costò la vita a Libero Grassi, non abbia a ripetersi, per il futuro. Sarebbe davvero una gran vittoria se, per il futuro, l'esercito degli eroi, non vedesse arruolato più nessuno...

 

Ultima modifica, 4 Luglio 2011, h. 2117.

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1  Al momento, il link al video, almeno a me, non funziona. Si può provare inserendo nella casella di ricerca di You Tube, le parole "Libero Grassi".  La risposta citata nel commento, comincia dal minuto 3:03.

 

 

Siamo stati, e lo siamo tuttora, assai soddisfatti per il fatto che, Totò Riina, il 15 gennaio 1993, sia stato  - finalmente! - assicurato alla giustizia. E siamo tutti grati al Capitano Ultimo, per aver efficacemente contribuito alla cattura del boss corleonese. Tuttavia, credo non sia il caso di passare sotto silenzio, la circostanza che, lo stesso Capitano Ultimo, a quanto pare, un anno prima della cattura di Riina, sia stato coinvolto nell'arresto di Daniele Barillà, vittima di un errore prima investigativo, e poi giudiziario, abbastanza clamoroso.