Il Family Day

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Sono in Italia per pochi giorni, e ieri, come tutti gli altri Italioti, ho subito il tormentone televisivo sul Family Day (ho anche assistito ad un arbitraggio indecente, ma questo probabilmente non interessa).

Da quello che se ne e' compreso attraverso la televisione, i fini della

manifestazione erano 1) di operare una partizione tra coloro che si

chiamano in linea con la CEI, e tutti gli Altri e di 2) di mostrare

ancora una volta al Governo che molti tra i politici che

a vario titolo lo sostengono, si schierano decisamente nel primo

gruppo. Gli Altri, a loro volta, si sono divisi in due: quelli che

hanno partecipato alla manifestazione alternativa tenutasi a Piazza

Navona (organizzata dai radicali) e coloro che se ne sono stati a casa

o, come il Presidente del Consiglio (che era a Stoccarda),

fortunatamente avevano altri impegni. Qui avanzo poche e brevi

considerazioni, che spero possano fornire spunti per il dibattito.


Family Day e Pizza Day. A

tutti piace la pizza, e nessuno ce la tocca. Pertanto, a nessuno viene

in mente di andare in piazza per manifestare in sua difesa. Credo di

poter affermare che a tutti piace anche l'istituto della famiglia.

Quasi tutti noi ne abbiamo avuta una, e molti di noi ne hanno formata

almeno un'altra. Se siamo d'accordo su questo, che senso ha organizzare

un family day? E' ovvio che ne avrebbe, se fosse un'occasione per

riflettere sulla natura degli interventi di politica pubblica ad essa

indirizzata. E' altrettanto ovvio, comunque, che una manifestazione di

popolo quale quella organizzata ieri non può avere questo obiettivo.

Allora? Facciamo un passo indietro e, da bravi scienziati, o presunti

tali, iniziamo con il definirla, la famiglia. Qui ci areniamo subito,

perché e' proprio dalla diversa accezione che si vuole dare a questo

termine, che deriva la motivazione del Family Day. Gli organizzatori

definiscono la famiglia come una coppia eterosessuale unita in

matrimonio (possibilmente religioso), e la prole che essa genera

(chiamiamola CEI-family). Il sentire laico impone una definizione ben

più estesa, comprendente unioni non suggellate da alcuna tipologia di

matrimonio, tra cui quelle tra omosessuali. I promotori del Family Day,

e non solo, hanno sancito che qualsiasi riconoscimento da parte dello

Stato di diritti a famiglie che non rientrano nella loro definizione,

nuocerebbe proprio alle CEI-families. E' ovvio che il riconoscimento di

diritti quali quello di visita in ospedale, di subentro in certi

rapporti contrattuali,... che peraltro sono ottenibili in via indiretta

con atti giuridici di diritto privato, non avrebbero alcun impatto sulla

vita delle CEI-families. L'oggetto del contendere deriva, come spesso

accade, da un vincolo di bilancio. Allargando il numero dei beneficiari

di certi trasferimenti e di certi servizi forniti dall'amministrazione

pubblica (ad esempio, attraverso la concessione della reversibilità

della pensione a coppie non sposate) diminuirebbero i denari a

disposizione per le CEI-families. E' palese, dunque, che tale

allargamento e' una losing proposition per gli organizzatori del Family

Day e dei loro accoliti. Si tratterebbe infatti di una politica

redistributiva (e anche distorsiva, viste le maggiori entrate che si

renderebbero necessarie) a beneficio di soggetti che con alta

probabilità fanno riferimento alla parte politica avversaria.


Ipocrisia.

Tra gli altri, erano in piazza San Giovanni per il Family Day i signori

Berlusconi Silvio e Casini Pierferdinando. Al momento in cui si sono

separati dalle rispettive mogli per unirsi ad altre donne, tali signori

hanno abbandonato le rispettive famiglie. Per quanto mi concerne, i

privati cittadini Berlusconi e Casini possono organizzare le rispettive

sfere personali nel modo che più considerano opportuno. Invece, le

persone pubbliche, nonché parlamentari della Repubblica Berlusconi e

Casini, presentandosi al Family Day non fanno altre che dare ulteriore

segno della loro conclamata ipocrisia. Quello che rattrista e' che

nessuno, tra i media italiani, ha pensato di fare una tale,

semplicissima considerazione. O semplicemente, di chiedere ai due per

quale motivo fossero al Family Day senza le loro (originali) famiglie.


Penosa strumentalizzazione.

L'apoteosi della giornata si e' avuta quando Berlusconi si e' sentito

in dovere di dirmi che io non sono un vero cattolico. O che, alternativamente, non sono di sinistra. E' si', perché

secondo il nanetto da Arcore, un cattolico non può essere di sinistra. E' chiaro

che se qualcuno urla per strada che la Gobba (juventus) non ha mai

rubato nulla a nessuno, io lo ignoro. Per lo stesso motivo, ignoro

Berlusconi. Quello che mi da' fastidio, e non posso ne' voglio

ignorare, e' il silenzio assordante della CEI, i cui portavoce (in

primis il suo presidente) non si sono cataminati (scusatemi il

camillerismo) per definire una tale affermazione come una grande offesa

per la Chiesa e, principalmente, per nostro Signore. Offesa, perché

equivale a confinare il Signore in una scatola definita da mere

diatribe di carattere politico.

 

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Commenti

Ci sono 20 commenti

Parlando di ipocrisia e dell'aspetto pensionistico, vale la pena ricordare che il morticino noto come ddl sui Dico (peraltro ipocritamente abbandonato al proprio destino parlamentare, cioè all'affondamento) prevede che la la discussione sulla reversibilità potrà aprirsi solo "nell'ambito del riordino complessivo della materia previdenziale". Cioè mai, visto il fecondo dibattito di questi mesi in materia.

 

Sono d'accordo con l'osservazione, ma non vedo cosa c'entri l'ipocrisia. Il disegno di legge sui DICO, che era essenzialmente vuoto di contenuti, non ha fatto altro che porre in evidenza quanto assurda possa essere la posizione della CEI.

 

Non credo che alla CEI interessi tanto la questione pensionistica quanto la promozione della famiglia tradizionale, sia perchè ritengono peccaminose le altre unioni, sia per rinforzare la propria influenza sulla società.

Quanto all' ipocrisia dei politici, è la solita storia: il voto cattolico è minoritario ma corposo, gli unici che se ne infischiano sono i radicali.

Ancora peggio quella della CEI che si lascia strumentalizzare da Berlusconi.

 

L'ipocrisia mi sembra generalizzata, anzi mi sembra considerata quasi ovunque un merito, un plus non una cosa di cui vergognarsi. Il pezzo seguente viene da un articolo di tale signora Rodota', sul Corriere di oggi

 

- Vivere simpaticamente. E' lo spiraglio — la politica, la vita

italiana è spesso fondata sugli spiragli — generosamente, astutamente

offerto da Clemente Mastella.


Intervistato sulla presenza di Berlusconi, matrimonialmente non un

giglio, ha risposto: «Una volta mi ha detto simpaticamente che lui ama

talmente la famiglia da averne due». Ecco qua. Allora si può essere

simpaticamente fedifraghi, simpaticamente bigami, abbandonare

simpaticamente il coniuge, forse essere simpaticamente gay intestandosi

case e facendo figli in provetta all'estero. Spesso non è gratis,

bisogna essere simpaticamente benestanti per farlo (i politici pro

famiglia ma assai simpatici a San Giovanni erano la maggioranza; la

piazza era più seria, ai normali le famiglie costano, perché lo Stato

non le aiuta? Anche quelle irregolari, però, in futuro, magari).

 

Notate l'elogio tutto italiano al savoir-faire, che noi chiamiamo, calvinisticamente, ipocrisia. Lei lo chiama "vivere simpaticamente": aggiorniamoci. Notate anche l'asserzione, brutale ma vera, che attribuisce il potere di vivere simpaticamente solo a chi e' molto ricco, gli altri che s'arrangino, sostengano la CEI, paghino l'obolo e vadano ai family days.

Il Family Day era, in effetti, un Hypocrisy Day squisitamente italiano ed a cui han partecipato tutti, direttamente o indirettamente. Quelli che ci sono andati (fatti salvi i gia' menzionati, vale la pena segnalare questo Pezzotta: da grande capo dei parassiti statali a longa manus della CEI per continuare a discriminare gli omosessuali, una intera vita dal lato sbagliato), quelli che ci sarebbero andati se non fossero ministri (Rutelli), quelli che non ci sono andati ma si son vergognati di dirlo (Fassino e quasi tutti i DS), quelli che se ne sono lavati pilatescamente le mani, tanto loro la CEI la servono comunque (Prodi).

Nello stesso giorno, in Turchia , un milione e mezzo di turchi scendeva in piazza per proclamare e difendere la laicita' dello stato. Il confronto parla da solo: a Piazza Navona, attorno ai radicali, c'erano al piu' diecimila persone. E scommetto che la signora Rodota' non c'era.

 

 

Oddio... l'articolo della Rodotà a me è sembrato un commento leggero, ironico, non certo un elogio all'ipocrisia... Per rimanere sul Corriere di oggi, trovo assai più interessante questo:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/13/messori_fatima.shtml

Socci che si scorna col Cardinal Bertone è un cammeo davvero incredibile!

 

 

Nello stesso giorno, in Turchia , un milione e mezzo di turchi scendeva in piazza per proclamare e difendere la laicita' dello stato.

 

Appunto: io trovo un po' buffe tutte queste paure associate all'ingresso della Turchia nell'UE (e tutti i Turchi che ho conosciuto di persona erano piu' laici di me -- e trangugiavano piu' alcool di un Irlandese, alla faccia dei precetti dell'Islam). Forse sarebbe il caso, invece, di espellerne l'Italia... :-)

(Comunque credo che la Rodota' fosse sarcastica).

 

affrettato, molto affrettato, nonche' profondamente ingiusto mi sembra il tuo giudizio sulla direzione arbitrale cui hai assistito. Non a caso, quello che ormai resta l'unico organo di stampa ancora indipendente ed al di sopra di ogni sospetto nel nostro paese cosi' si esprime sulla performance del signor Marelli da Como:

"Fuori luogo ci sono sembrate, anche e soprattutto fuori dal campo, le proteste dei romagnoli per i presunti torti arbitrali. Proteste riguardanti in particolar modo una rete e un rigore annullati e le mancate espulsioni di Pianu e Belmonte. Anche il Bari inoltre avrebbe potuto recriminare su un rigore non concesso per l'atterramento di Santoruvo in area e sulle tante ammonizioni accordate" (da www.solobari.it)

 

Ma gian luca si riferiva - credo - (anche) all'arbitraggio di Ayroldi in Juve-Bologna

 

 

Sono appena tornato dal Bel Paese. Pepe aveva private information. Glielo avevo detto che sarei andato a vedere Rimini-Bari. La cosa divertente e' che l'arbitro aveva convalidato il gol del Rimini e aveva anche assegnato il rigore. In entrambi i casi, il guardalinee gli ha ricordato che erano stati pagati, e se non volevano essere gambizzati... comunque la cagnotta (come in Romagna chiamiamo la bustarella) veniva dal Napoli, non dal Bari.

Poi a casa ho visto l'incredibile rigore assegnato da Ayroldi ai Gobbacci. Non ci sono parole per stigmatizzare il suo comportamento.