Fellini e la scuola

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Commenti e citazioni pop riguardo al dibattito sulla riforma Gelmini.

Una versione ridotta di questo testo è stata pubblicata su la Stampala settimana scorsa. L'articolo ha generato moltissime email, 10 a 1 positive. Faccio riferimenti sotto a quelle negative che, in un certo senso, sono più istruttive, ma ringrazio anche quelli che hanno mandato complimenti, che fanno sempre piacere.

La scuola italiana è una tragedia. Se le elementari appaiono lacunose soprattutto in matematica e scienze (indagine TIMMS, 2003), le medie superiori sono ancora peggio, specie al Sud (indagine PISA, 2006; si vedano anche le interessanti analisi qui e qui). L’università, infine, è fallimentare sia in termini di didattica che in termini di ricerca, come ampiamente documentato ad esempio da Roberto Perotti, L’Universita’ truccata, Einaudi, 2008. A fronte della tragedia della scuola, le discussioni di questi giorni sono invece unacommedia, surreale e cacofonica. Parlano tutti assieme, confusamente, incoerentemente, a voce alta, come i concertisti di Prova d’orchestra di Fellini.

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Gli studenti in piazza non hanno capito nulla. Lamentano correttamente che l’educazione che ricevono garantirà loro un futuro senza opportunità. Giusto. Si stanno preparando a una vita di rivendicazioni vane. Ma hanno una visione classista della società.

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Brandiscono questa visione come un randello, senza capire che se lo danno in testa (sta diventando una moda randellare queste teste - ma non voglio scherzare troppo su questo che le squadracce con poliziotti al fianco non sono per nulla divertenti).

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I genitorisono fieri dei propri figli che protestano e occupano. Tutti papà e mamma i nostri bei ragazzi. Per non parlare deglianziani professori che inneggiano al sessantotto che ritorna, nella speranza di aggrapparsi al traino della gioventù altrui: “prenditi pure quel po' di soldi quel po' di celebrità / ma dammi indietro la mia seicento, i miei vent'anni e una ragazza che tu sai”. Ma i più intelligenti tra noi lo hanno capito 37 anni fa (proprio così, 1971) che non c’è niente da fare: “stavo scherzando, luci a San Siro non ne accenderanno più”.

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Nè studenti, né genitori, né professori chiedono direttamente un sistema educativo di qualità. Chiedono piuttosto solo maggiori finanziamenti per l’educazione. Ma non è affatto di fondi che il sistema necessita. L’Italia spende per la scuola, dalla materna alle superiori, una percentuale del PIL essenzialmente pari alla media OCSE (dati riferiti al 2005, da OCSE, Education at a Glance, Settembre 2008). Per l’università la spesa annuale per studente, depurata dal numero eccezionale di fuori-corso, è addirittura inferiore solo a quella di USA, Svizzera, e Svezia.

[Nota: Per capire bene cosa ci dicono i dati sulla spesa relativa dell'Italia per la scuola è necessario osservare che l’Italia

è diversa dagli altri paesi Ocse in tre importanti dimensioni: i) bassa

fertilità, ii) pochi laureati (meta’ della media Ocse tra 25 e 34 anni),iii) tanti fuori-corso. È opportuno quindi

disaggregare l’università dal resto della scuola. Per le scuole primarie e secondarie è meglio

usare spesa su Pil, che è la statistica classica (nonostante la bassa

fertilità). Per l‘università invece, la spesa su Pil è pessimo indicatore a

causa del basso numero di laureati. La spesa per studente è meglio ma va

depurata dai fuori corso (usando studenti “full time equivalent”, come fanno Stefano Giagliarducci, Andrea Ichino, Giovanni Peri, e Roberto Perotti). Questo è

necessario perché i) i fuori-corso non consumano servizi come gli studenti a

tempo pieno, ii) non depurare significherebbe usare un aspetto deleterio del

sistema universitario per far apparire il sistema a più bassa spesa per

studente. Questo motiva le statistiche usate nell’articolo e fornisce una

immagine accurata della spesa relativa dell’Italia nella scuola. Ringrazio Alessandro Feis e Giancarlo Pizzuttelli, le cui email di reazione sconcertata al mio articolo sulla Stampa mi hanno indotto a questa precisazione.]

Il ministro Gelmini, da parte sua, invoca una «scuola della serietà, del merito». Parole sante. Ma poi finisce per tagliare i fondi indiscriminatamente. Per le scuole che funzionano così comeper quelle che non funzionano. Per il Nord, dovele superiorisono in media a livelli europei, così come per il Sud, dove sono peggio di moltipaesi in via di sviluppo (PISA, 2006). Il ministro propone inoltre di trasformare le università in fondazioni. Ottimo. Ma poi prevede di garantire fondi pubblici di perequazione per le università peggiori, quelle che non riescano ad attrarre fondi privati attraverso le fondazioni stesse. Ne abbiamo parlato qui, in un certo dettaglio.

Nota: C'è di peggio. Ecco cosa dice sulla questione l'Associazione Nazionale Docenti Universitari (ANDU):

 

Il grande movimento di protesta, che chiede l'ABROGAZIONE (non la sospensione come chiede invece ora il PD) della Legge 133 e con particolare forza dell'articolo sulle Fondazioni, ha ben chiaro che, trasformandoli in Fondazioni private, si regalerebbero gli Atenei statali ai gruppi di potere accademico-politici, ai quali si elargirebbero ulteriori risorse pubbliche.

 

E non voglio nemmeno iniziare a parlare dei grembiulini e del 7 in condotta, per carita' di patria. 

I rettori universitari minacciano le dimissioni di gruppo per protesta. Lo fanno ogni volta che sentono parlare di tagli. Nel Novembre 2006 lamentavano una insufficiente crescita del fondo di finanziamento, che avrebbe portato a «il blocco degli atenei, dei servizi, la cancellazione del futuro per i nostri giovani».Oggi si legge nella mozione della Conferenza dei Rettori, approvata all’unanimita nel Luglio 2008: «L’università non reggerà l’impatto. Una situazione che […] porterà inevitabilmente l’intero sistema universitario pubblico al dissesto». Davverole amministrazioni universitarienon hanno alcuna colpa della lievitazione dei costi del sistema? Qualcuno ha sentito i rettori minacciare le dimissioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che lenuove regole per i concorsi inducano a promozioni in massa (dal 1999 al 2006 il numero di professori ordinari è cresciuto del 54%)?E sul fatto che nuovi atenei sorgono come funghi nelle sedi più improbabili? E sulla proliferazione di inutili corsi di laurea?Qualcuno ha sentito i rettori minacciare le dimissioni per richiedere finanziamenti basati sulla qualità dei loro atenei? Nel 2007 la quota percentuale dei finanziamenti assegnata sulla base dei "risultati” era del 2.2%; il 97.8% distribuito invece sulla base della spesa storica, cioé favorendo chi ha speso di più, e non meglio, in passato. Insomma, questi rettori, come già suggeriva Sandro tempo fa,

 

hannolafacciacomeilculo1_0

 

Nota: Su questo punto, non sorprendentemente, ho ricevuto varie email che definire critiche è dir poco. Ne cito una (da un professore universitario, firmata). Lo scambio di email successivo ha chiarito le rispettive posizioni. Ma la lettera resta interessante e rappresentativa per il tono, per la richiesta di una "rettifica" (di che?) e per il timore di essere considerato un "barone" (excusatio non petita.... diceva la mia professoressa di Latino e Greco; allora sì che la scuola funzionava - e i treni arrivavano in orario):

 

Egregio prof. Bisin,


ho trovato il suo fondo, come purtroppo molti commenti sull'Università, basato su parole d'ordine e non su fatti.

[...]

In particolare, le faccio notare che lo stop all'agenzia di valutazione viene da _questo_ ministero.


Sull'argomento "fondazioni":

"Il ministro propone inoltre di trasformare le università in fondazioni. Ottimo."

Perché "ottimo"?

Perché la contabilità è più agile? Ma già adesso è estremamente

agile! (questo è uno dei problemi: chi parla di Università spesso ha

ricordi relativi a venti, trenta o più anni fa).

Perché "privato è meglio"?

Non voglio discutere qui se sia meglio o peggio. So (dati MIUR) che i

privati in Italia non investono. Neanche negli Atenei non statali.

[...]

Non spero in una rettifica, ad ogni modo la saluto cordialmente


P.S.: per favore, non mi appicichi l'etichetta di "barone". Sarebbe veramente ridicolo.

 

Gli insegnanti di elementari, medie, e superiori si preoccupano di difendere le proprie prerogative sindacali senza considerazione alcuna per la qualità del servizio educativo che sono pagati per offrire.

[Nota: Andrea dice che esagero, ma se l'iperbole è passata alla Stampa, passerà a nFA, che con le iperboli fa meraviglie.]

Gli insegnanti rifiutano ogni meccanismo di valutazione del proprio operato, e quindi ogni meccanismo di premio per la qualità dell’insegnamento. Nel 2007,ad esempio, hanno osteggiato con successo i test dell’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione (INVALSI), voluti dall’allora ministro Moratti.Qui si trovano informazioni sui test e si vede un esempio della pochezza argomentativa degli oppositori.

Infine l’opposizione ha da tempo affrontato i problemi della scuola in modo ideologico,proteggendo le rivendicazioni egualitarie degli insegnanti, in effetti favorendo la mediocrità del sistema educativo. Il precedente ministro Mussi, ad esempio, ha lasciato inutilizzato il sistema di valutazione dell’università CIVR, nonostante questo avesse funzionato con successo (o forse proprio per questo). La riforma del sistema di reclutamento dei ricercatori di Mussi era oscena, nel suo tentativo di accettare formalmente meccanismi meritocratici svuotandoli di ogni rilevanza.

La scuola e l’università pubblica in Italia non hanno bisogno di più fondi. Hanno bisogno di fondi distribuiti in funzione della qualità. Per questo è necessario un sistema di valutazione di scuole e insegnanti, e meccanismi efficienti di incentivo basati su queste valutazioni. Purtroppo nessuno degli attori principali della commedia che si sta svolgendo oggi in Italia sembra comprenderlo.

A pensarci bene non è nemmeno poi così divertente la commedia: gli studenti si calano i pantaloni ed alzano le gonne davanti al senato; i genitori fanno la coda del pavone davanti ai figli rivoluzionari; gli anziani professori cercano le emozioni della prima volta; i rettori potrebbero ben dimettersi una buona volta, ma non si sognano di farlo; il ministro non ha nemmeno il coraggio di emanare una bella circolare che vieti le mutande fuori dal grembiulino...

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... e l’opposizione vuole ma non può chiedere la nazionalizzazione della Bocconi, la Cattolica, e la LUISS.

Tutta roba già vista nel teatrino della politica, come si dice. Non ci è rimasta nemmeno la speranza che tutti gli attori ora sul palco a dire stupidaggini siano seppelliti da una risata

risata_0.

 

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Commenti

Ci sono 129 commenti

La metto qua; in un certo senso non è fuori tema: è un'altra misura del livello di inciviltà in cui è caduta l'Italia.

Io non solo mi vergogno, in quanto italiano, dell'affermazione fatta da BS su Obama; mi vergogno anche, in quanto italiano, del fatto che il popolo italiano ci abbia fatto sopra, in media, una risatina sarcastica, come di chi avendole viste tutte può scherzare anche su questa.  

Non ho particolare simpatia per Barack Obama, mi sembra chiaro. E delle sue origini razziali mi importa un pepino, l'ho già detto. Ma agli americani, molto giustamente, importa assai. A quelli che lo hanno votato perché sono fieri di avere eletto un uomo di razza africana; a quelli che non lo hanno votato perché (come mostra la geografia elettorale in cui gli stati del GOP sono quelli vuoti e quelli confederati) a parecchi di loro dava alquanto fastidio la razza di suo padre.

Il primo ministro di un paese rappresenta il paese intero. Affermazioni razziste profferite in pubblico, giusto nella capitale di uno dei paesi più razzisti e xenofobi che siano mai esistiti, non è indice solo di cattivo gusto. È indice di pochezza morale, stoltezza mentale ed incompetenza politica. Un uomo così piccolo non può essere il primo ministro, neanche di Lilliput.

In un paese civile tutti chiederebbero le dimissioni di uno stolto come BS. In Italia non succederà perché, piaccia o meno, ha smesso da tempo d'essere un paese civile. 

 

Mi attacco all'OT, portandolo decisamente OT, sorry, perché la spiritosaggine di BS a me ha fatto venire in mente la dietrologia del caso.

Chiaramente è una battuta figlia del becerume da parvenu provinciale, fiorito nella testa di uno che ha evidenti problemi di percezione di sé e della realtà, ma il timing mi ha fatto pensare. Detta in Russia, di fronte al pupazzetto di Putin (che rideva, chiaramente). Non è che il BS, ora che l'amico Bush non c'è più, pensa di fare il salto della quaglia atlantica e regalare all'Italia un bel patto di ferro con la Russia? Io già mi immagino lo spin: "Risolviamo i problemi energetici! Ci alleiamo col più forte che in America stanno con una scarpa e una ciavatta! Imprenditori, vi regalo una via diretta per la Cina!", mentre nella sua testa già si elegge come il più fine stratega del secolo... O forse continuo solo a dargli credito di un'intelligenza e di una logica inesistenti, non so. E' che i narcisi mi preoccupano, specialmente quando la demenza senile avanza. Un po' come il vecchio nonno che esce fuori al balcone per orinare in testa ai passanti.

 

 

BS, ormai è noto a tutti, dice un sacco di stronzate (bullshit). In Italia è solito giustificarsi dicendo di essere stato frainteso (e che i principali giornali ce l'hanno con lui). All'estero il giochetto non funziona perchè la stampa reputa che quando parla lo faccia avendo "la capacità di agire".

Il problema è che essendosi circondato di adulatori e yes-men, grazie ad una legge elettorale ad hoc da lui espressamente voluta, questi fanno sempre quadrato attorno a lui, qualsiasi cosa dica o faccia. Chiederne le dimissioni è completamente inutile. Anzi gli strilli dell'opposizione di fronte alle stronzate quotidiane del governo hanno solo l'effetto di mettere in risalto la mancanza di argomenti dell'opposizione stessa, che vorrebbe ma non può. Come hanno infatti dimostrato gli ultimi due anni di governo Prodi, che dava spesso l'impressione di avere una comprensione degli eventi assai superiore al governo attuale, ma che non riusciva quasi mai a tradurla in provvedimenti coerenti e conseguenti. Abbiamo una opposizione che saluta festante la vittoria di Obama, ma si guarda bene dal fare ciò che Obama fa o rappresenta, ovvero rinnovarsi profondamente (il lifting non basta egregio signor Veltroni). A cominciare dai propri principali rappresentanti politici.

Temo proprio che dovremo tenerceli ancora, tutti quanti. In fondo si reggono a vicenda, tutti assieme, spalla contro spalla. Il costo dei politici italiani è il più alto d'Europa. La qualità è tra le peggiori. Tanto basta, non credo serva aggiungere altro.

Con BS e relativo governo credo che l'unico antidoto sia quello invocato da Bisin al termine del suo intervento: ridergli in faccia.

 

avesse detto "è un negro" gli avrebbono dato del razzista lo stesso.

avesse detto "è di colore" anche, con patate.

non avesse fatto accenni si sarebbe preso del provinciale ipocrita. su di lui (che personalmente non stimo più di tanto, anche se trovo che abbia delle uscite geniali) e sui suoi ministri ne hanno dette di molto ma di molto peggio, e pure passando di volta in volta per fini umoristi o baluastri (baluardi pilastri) della demograzia.

oltretutto Obama non è africano, né asiatico, né altro: è un americano di colore leggermente più scuro della media attuale, e la sua personale componente razziale se l'è giocata molto bene, con tutti quelli che ne fanno una questione importante, sieno essi neri incassati o bianchi bifolchi. l'unica cosa che conta, ora che è presidente, è come lavorerà, e quello potranno dirlo tutti solo dopo che avrà cominciato (e per il poco che l'ho seguito, saranno sorprese amarissime per gli obamiani italioti E per tanti mericani).

Purtroppo Berlusconi stavolta e' arrivato secondo, dopo Gasparri:

http://www.informazione.it/a/9a54a962-4c09-4f3b-9e34-c6bde2832c73/Obama-gaffe-sprint-di-Gasparri-Al-Qaeda-ora-forse-e-piu-contenta

 

Ora, diciamo che quella di BS e' meno "esplicita" di quella di Gasparri. Cio' non toglie che non mi sarei  mai sognato di mettermi a fare una classifica di questo genere.

E Michele, forse piu' che una risatina sarcastica si ride per non piangere. Perche' io di sarcasmo non ce ne trovo nemmeno un po', e nessuno che si informi su qualcosa di diverso da Rete4 probabilmente lo fa.

 

 

La solita, totale, figura di merda. Mi associo al sentimento espresso da Michele. Son sicuro che Obama a BS non piaccia granche', e che si sentisse piu' a suo agio con GWB, ma la leggerezza della battuta e conseguente risatina esprimono solo stoltaggine.

 

L'ottavo nano ne ha sparata una nuova (da Repubblica.it): "Eppoi noi stiamo tutta l'estate a cercare di abbronzarci al sole e d'inverno ci mettiamo sotto le lampade. Anche lui ci scherza: avete visto che sta cercando un cane che sia un "incrocio" come lui?"...ora, cosa devo fare? Ridere? Piangere? Ignorare il tutto (come sembra aver fatto il giornalista)?

Apriamo un dibattito: qual è il livello di Alzheimer del nostro BS? E' lo stesso livello dell'Italia e degli italiani?


 

 

Ma io è da tempo che rido in faccia alla politica e ai politici italiani. Ma NON BASTA PIU'! perchè abbiamo da vivere una quotidianità che diventa sempre più insopportabile. E' umiliante sentire certe cose. Ed è umiliante anche che non sappiamo uscire da questa situazione stagnante. Ancora una volta leggervi mi fa cadere le braccia...sarò imbecille per davvero e non lo capisco il BS?

 

 

Ecco si riferiva a questo il mio commento sopra. Scusate ma non sono tanto pratica di siti e pc in generale. Intanto ho corretto il titolo sopra e non vale questo. Scusate il pasticcio.

 

 

 

I genitorisono fieri dei propri figli che protestano e occupano. Tutti papà e mamma i nostri bei ragazzi. Per non parlare deglianziani professori che inneggiano al sessantotto che ritorna

 

Primo ... c'è una differenza enorme tra oggi e il '68 ... l'unità di tutta la "gente" della scuola, dagli studenti, ai docenti e personale ATA,  ai genitori.

 

 

Gli insegnanti di elementari, medie, e superiori si

preoccupano di difendere le proprie prerogative sindacali senza

considerazione alcuna per la qualità del servizio educativo che sono

pagati per offrire.

 

Questa è una "bugia" bella e buona. ... Nessun docente di ruolo protesta per difendere un posto di lavoro che hanno garantito (a subire i tagli sono i precari) si peoccupanoproprio della qualità del servizio scuola. Io parlo più per le elementari perchè sono una mamma di due bambini di 6 e 9 anni, ed è chiaro dalle loro motivazioni che le maestre difendono il tempo scuola di qualità. Ho fatto molta ricerca per il mio blog scolastico (viva la scuola). Il rifiuto del maestro unico è proprio in difesa di scelte pedagogiche.

Forse da parte vostra c'è un po' di disinformazione o informazione di parte.

 

 

Questa è una "bugia" bella e buona. ... Nessun docente di ruolo protesta per difendere un posto di lavoro che hanno garantito (a subire i tagli sono i precari) si peoccupanoproprio della qualità del servizio scuola.

Ok, allora mostrami quando i docenti sono scesi in piazza per chiedere che le scuole con bassi test Invalsi fossero chiuse/ristrutturate/costrette a cambiare e quando gli insegnanti le cui classi fossero sotto media nella scuola stessa fossero "incentivati a cambiare".

 

Se mi mostri qualcosa del genere, hai ragione. Senno', mi spiace. Il lavoro lo hanno garantito, ma si puo' spostarli, aumentarne le ore,.... Non a tutti, a quelli che fanno male. Qualcuno lo propone? Se non lo fanno, la storia del preoccuparsi della  qualita' e' aria fritta.

 

Sul maestro unico: non ci sono dati  che sia peggio. A occhio anche a me sembra sia peggio, ma non ci sono dati. Nessuna ragione di fare la rivoluzione per una cosa di cui non si sa nulla. 

 

 

Sono di fretta e in viaggio...ma lo devo dire perchè mi viene dal cuore.

 

E adesso cosa diranno studenti e professori? C'è più ironia e dissacrazione nelle parole di un economista (ALberto) che scrive da NY rispetto a quanto loro dicono e ripetono stancamante da anni...e tutte  quelle citazioni che fai, Alberto? E Fellini? E Cuore? Ma questo è "situazionismo " applicato al commento delle vicende quotidiane!!! ma non per dire sempre la solita demagogia, ma per parlare seriamente dei problemi  e senza parlare a vanvera.

Secondo me anche questo è un segno di quanto sia imbolsito il modo che "il movimento" ha di "fare protesta".

 Altro che scienza triste e aridi numeri...un altro poco di spiritosaggini come queste e il movimento degli studenti passa dalla vostra parte.

 

I ragazzi son ragazzi e, quando scendono in piazza, parlano per slogan. Un po' per pigrizia mentale (parlare per slogan è MOLTO più semplice) ed un po' perché qualunque ragionamento un minimo articolato avrebbe visibilità nulla nei TG della sera (che, come ben sappiamo, si limitano a dare 30 secondi di celebrità). Gli slogan sono, per loro natura, ipersemplicistici e spesso contengono anche contraddizioni e/o idiozie vere e proprie. Tuttavia pensare che in mezzo a tutta quella folla che grida slogan non ce ne sia nemmeno uno capace di ragionare con la propria testa mi sembra un tantinello presuntuoso.

Io alle assemblee di studenti e ricercatori ho partecipato ed ho sentito fare un sacco di ragionamenti pacati ed intelligenti. Certo, non tutti sono d'accordo su quali siano le priorità o su quale sia il modo migliore per ottenere una università meritocratica e funzionante (del resto nemmeno i redattori di nFA la pensano tutti allo stesso modo nonostante appartengano ad un gruppo relativamente omogeneo). Però quello che viene chiesto nelle varie petizioni che son venute fuori dalle assemblee non è molto diverso dalla petizione messa su dai redattori di questo blog.

Insomma: nonostante quello che appare in tv non siamo propriamente una manica di raccattati che ha dato il cervello all'ammasso e difende acriticamente privilegi di casta. Quando ci viene dato il tempo ed il modo di esplicitare con calma il nostro pensiero siamo perfettamente in grado di anallizzare i pro ed i contro e formulare proposte costruttive. Gradiremmo (penso di poter parlare a nome della "categoria") che non ci se ne dimenticasse. Grazie

 

La figura retorica del

 

pensare che in mezzo a tutta quella folla [...]  non ce ne sia nemmeno uno capace di ragionare con la propria testa [...]

 

non val la pena di essere commentata, mi spiace. 

La sostanza si'.

Ma io rispondo allo stesso modo a te come a tutti quelli che vedono pacatezza e ragionamento in questa farsa: tu fammi vedere gli studenti universitari in piazza contro Mussi che distribuisce fondi in base alla spesa storica invece che non alla qualita' e io cambio idea. 

Senno' ..... any chance che la cambi tu?

 


Dunque, qual'e' l'epiteto piu' carino che la sinistra (basta scorrere qualche blog o rivedersi qualche trasmissione arricchita da qualche satiro) ha appiccicato a BS? Nano maledetto? Tralascio tanti altri esempi storici (Cossiga, ecc.) e si potrebbe continuare fino all'oggi con Brunetta, ecc. L'insulto fisico è una caratteristica della sinistra. Stop.

BS perche' ha detto quella frase? Beh!, number one, come dice Obama, intanto quest'ultimo non se lo e' filato quando e' venuto in Europa e oggi, mi risulta, che abbia chiamato tutti i capi di stato importanti (compreso quello messicano e coreano) meno BS. Un po' di voglia di vendicarsi potrebbe anche averla. No? Number two: la chiave per capire la frase potrebbe innanzitutto trovarsi in un riconoscimento di BS verso Obama "e' come me sa usare il mezzo televisivo". Quindi l' "abbronzato"  non e' casuale. E' un mezzo per tornare, almeno per un giorno, al centro dell'attenzione (perfino Le Monde -che in genere lo ignora per quanto puo'- lo ha messo in prima pagina). Number three: la frase viene detta a Mosca. E BS ha attaccato e continua ad attaccare la Georgia (il che' ha fatto vomitare Guzzanti [padre: blog], ma non tanta sinistra, malata di antiameranismo). Mi pare che non siamo proprio di fronte ad uno sprovveduto. Basta approfondire la faccenda.

Sulla scuola. Tutto vero quello che dice Bisin. Nelle universita' (lo si legge ogni giorno) c'e' forse il piu' grande esempio di parentopoli e di sprechi da tempi immemorabili. Conosco poco le misure della Gelmini, ma d'istinto sto con lei. Nelle scuole elementari si portano i bimbi sulle pizze. Siamo sicuri che c'entri il '68? e non invece un certo sindacato, il cui nome lo lascio all'intuizioe di chi legge. Nelle scuole elementari, con questa jacquerie, non si sta difenendendo neppure la didattica. Va bene i tempi sono cambiati, ma i cervelli no. Ricordo che nei miei primi tre anni di scuola elementare per una situazione particolarissima mi ritrovai con un solo maestro e tre classi in una sola aula. Ebbene il maestro gestiva benissimo il tutto. E quando mi toccava di fare i compiti perche' lui spiegava agli altri, cercavo di terminarli il piu' presto possibile per seguire quello che diceva. Nessuno di noi ne ha risentito, anzi (chissa! che non si trovi qualche pedagogo bastian contrario che lo proponga come metodo rivoluzionario, citare please). La creativita'? Nelle strade, a giocare coni compagni. Il computer? Meglio toglierlo alle elementari. Oltretutto mi diceva una maestra, scesa in piazza con i bimbi, che nella sua scuola sono inutilizzati, perche' pieni di virus.

Come sempre la realtà non è lineare.

 

Mi sento un po' in colpa ad andare off topic, scusa alberto; picchia michele la prossima volta che lo vedi.

BS perche' ha detto quella frase? Beh!, number one[...]

guarda non serve a nulla che troviamo scuse campate in aria. BS ha detto cosi' perche' e' fondamentalmente un tamarro provinciale. Il fatto che la sinistra sia ipocrita con gli insulti (da brunetta a giuliano ferrara) non lo scusa a meno che non giochiamo ai bambini dell'asilo che dicono alla maestra "non ho iniziato io".

BS e i suoi amici non sono nuovi a figure di merda di questo tipo. amen. andarsene non se va di sicuro; io aspetto che schiodi e amen. riguardo al contenuto in se': secondo me berlusconi veramente voleva fare una battutina simpatica, come quando bonariamente prendi in giro il vicino di ombrellone per la panzetta. Il che va forse bene in spiaggia e con l'amico, appunto. 

 

 

L'insulto fisico è una caratteristica della sinistra. Stop.

 

Oddio, stop mica tanto. Non è che la destra scherzi in quanto ad insulti. Anche tralasciando le uscite della Lega direi che SB ha una lunga storia di insulti (anche pesanti) sparati a destra e a manca (talvolta smentiti il giorno dopo nonostante la palese evidenza). I suoi seguaci fanno un filo meno notizia ma anche loro non è che si siano trattenuti. Se poi come "destra" prendiamo l'estrema destra allora troviamo anche le minacce personali. Insomma, se la sinistra non brilla di luce propria non è che la destra sia un astro del cielo riguardo a bon-ton e rispetto per l'avversario.

N.B. Gradirei si evitasse di far partire una guerra "la sinistra è più bella della destra" vs. "la destra è più bella della sinistra". A questo mondo è anche possibile aver torto da entrambe le parti.

 

Mettiamola così, semplice semplice: né tu, né il signor litron avete capito la questione!

E siccome non credo abbiate alcuna voglia di capire (qualcuno ha detto che il vostro capetto è un ignorante, razzista e provinciale: questo proprio non lo potete accettare) io nemmeno ci provo.

Sorrido solo alla logica che vi muove: poiché il capo va sempre difeso, le baruffe provinciali alla tv di regime fra guitti che si insultano a vicenda sono ragione sufficiente per giustificare l'uso di una battuta razzista rivolta da un primo ministro ad un altro capo di stato nel mezzo di un incontro ufficiale in un terzo paese chiaramente ostile al precedente! Nel provincialismo cieco e partigiano state per raggiungere abissi mai visti prima.

Io, si sa, sono uno che dopo un po' le discussioni con quelli affetti da sindromi religiose che impediscono l'utilizzo appropriato del neurone le abbandono.

P.S. Scherzavo, eran solo battute, neh ...

 

 

Chiedo scusa ma mi ero dimenticato di questo post, e poi non e' che ne faccia molti. Ho poco tempo e torno a controllare anche due/tre giorni dopo. Qundi ringrazio MicheleB che ha risposto in parte per me. Riprendo brevemente l'argomento. So che qui non c'entra, che e' out, ma non c'e' un altro spazio nel sito dove trattare la cosa. Quindi metto una replica e non mi attendo risposte. L'argomento "abbronzato" continua a tenere banco, ora anche Carla' si vergogna di essere italiana, quindi. Bene, vediamo:

1) A fare per primo la battuta su Obama, e' stato Zucconi, quello di Repubblica, che piu' sinistra non si puo' [articolo] e, ovviamente, quando lo ha detto nessuno si e' scandalizzato. Nessuno allora lo ha definito "tamarro provinciale" o qualcosa del genere. Evidentemente e' nella morma, di che ti meravigli. Ora si puo' dire, si va be' pero' lui, Zucconi, mica e' primo ministro, ... ok, ok.

2) L'obiettivo di B. questa volta non era la battuta, aveva altri finalita' ed era legato allo spazio mediatico da riconquistare e ad una telefonata che non era arrivata. Gli eventi successivi lo hanno dimostrato ampiamente (quando B. ha saputo di quello si diceva in Italia -ha osservatori attentissimi evidentemente- era a Bruxelles, non scherzava piu' e ha detto, tirato, "so che in Italia si parla di una certa telefonata..."). Se si entra dentro i problemi si rischia di essere anche utili.

3) B. quando ha detto "abbronzto" era con Putin e l'altro, che ora non ricordo come si chiama. Gente che, a quanto sembra, per rafforzare la democrazia (come dice Le Monde, riportando senza commentare la velina russa) vuole riformare la costituzione e portare la presidenza da 4 a 6 anni. Cosi' l'altro magari da le dimissioni e Putin torna presidente per altri due mandati (li si puo' fare dopo una interruzione). La cosa (con chi abbiamo a che fare) ovviamente in Italia a quanto pare, a parte Guzzanti (vedere intervista di domenica), non interessa a nessuno.

4) La situazione ora, nonostante la crisi, la General Motor, ecc., politicamente e' flat, ma sta per entrare in trend (intanto a livello internazionale e poi anche in Italia). Che sia un bene o un male non lo so (per questo avevo delle riserve su Obama), ma ormai cosi' e'. E allora, dato che la politica e' una scienza, bisognera' prenderne atto e adeguarsi. E non saranno rose e fiori. E gli happenings e l'euforia di questi giorni, saranno presto solo un ricordo. Lontano quasi come quelli dei figli dei fiori degli anni sessanta/settanta.

Ora pero' vado a cena.

 

 

La scuola e l’università pubblica in Italia non hanno bisogno di

più fondi. Hanno bisogno di fondi distribuiti in funzione della

qualità. Per questo è necessario un sistema di valutazione di scuole e

insegnanti, e meccanismi efficienti di incentivo basati su queste

valutazioni.

 

Beh sì, anche la Gelmini ha depositato un disegno di legge per la valutazione e l'incentivazione del merito. In esso il merito è definito più o meno come "l'essere dimostratamente più bravo degli altri".

Vorrei che Alberto Bisin fornisse almeno un esempio, argomentato, di come si possa valutare la qualità scolastica in funzione di un efficace sistema di incentivi. Un esempio che io non sia in grado di demolire in 10 parole, possibilmente. Io ci provo da 20 anni, senza risultati. Forse il motivo sta nel fatto che lavoro nella scuola e capisco un minimo (sindacale :) di gestione delle risorse umane. Lo ammetto, dall'interno è molto più facile farsi un'idea dei meccanismi reali.

 

 

 

 

Forse il motivo sta nel fatto che lavoro nella scuola e capisco un

minimo (sindacale :) di gestione delle risorse umane. Lo ammetto,

dall'interno è molto più facile farsi un'idea dei meccanismi reali.

 

Secondo te, noi dove lavoriamo? In pescheria? 

Lascio ad Alberto il resto, che si diverta. Devo andare ad insegnare. 

 

In realtà la prima candidata a proporre un metodo di valutazione accettabile dei propri risultati e dei propri dipendenti dovrebbe essere la scuola stessa. Non deve essere perfetto, basta che funzioni un pochino. Sempre meglio di adesso. Un po' di accountability, per favore. E' un atto dovuto nei confronti dei contribuenti che pagano le tasse ed hanno il diritto di sapere se i loro soldi sono ben spesi.

 

Pensa a quando frequentavi le medie e le superiori: io credo che tu ti ricordi benissimo quali fossero i professori bravi e quelli scadenti, e che ci fosse quasi unanimita' fra i tuoi compagni di classe su questo. Io proporrei di finanziare le scuole in base al numero di alunni che riescono ad attirare. I genitori sanno benissimo quali sono i maestri bravi  e quelli meno bravi. Se accetti questo, non c'e' bisogno di nessun test. Si da ai genitori  un "buono" da spendere nella scuola che vogliono, e si chiudono le scuole che non riescono ad attirare abbastanza studenti. Ai presidi, si da potere di assumere i maestri/professori che vogliono, ed un certo grado di flessibilita' su quanto pagarli. 

ERB.  OSS

A quanto pare leggendo tutti i giornali, l'Università italiana è fatta di Docenti e Studenti.

Esiste invece anche una categoria sconosciuta ai più, che per quanto si ostini a farsi chiamare "tecnici-amministrativi" o addirittura "tecnostruttura" densa di laureati (per osmosi, probabilmente), son tutti chiamati "bidelli".

A loro dedicherò questa parabola.

Un padrone aveva due gatti: un gattone forte e feroce e un micino piccino e debole.

Mise da mangiare per entrambi in una sola ciotola dicendo loro "fate un pò per uno". Naturalmente il gattone si mangiò tutto il cibo e non lasciò niente al micino. Col tempo il gattone diventava sempre più grosso e aveva sempre più fame e chiedeva al padrone sempre più cibo, fregandosene del fatto che anche il micino avrebbe dovuto vivere. Alla fine il micino morì di fame mentre il gattone continuava a leccare la ciotola.

Ecco spiegata la regola del 90% del FFO. Ovvero, la quota di spesa per il "personale" che i gattoni al potere hanno mangiato a spese dei micini.


Volete i numeri? Eccoli (fonte: Miur.it)

anno 1999: 49.000 docenti di cui 14.000 ordinari;

anno 2008: 62.000 docenti (+ 26,5%) ((19.0000 ordinari, + 35%)

anno 1999: 50.000 tec-amm.vi 2008: 49.000 (-5%)

anno 1999: 1.800.000 studenti

anno 2008: 1.800.000 studenti

Volete far due conti?


Costo medio di un docente 1999: 55.000 euro;

(costo docenti Italia 1999: 2.695.000.000 di euro)

Costo medio di un docente 2008: 77.000 euro (+40%)

(costo docenti Italia 2008: 4.774.000.000 euro; dal '99: +77%)


Costo medio di un T.A. 1999: 20.000 euro

(costo T.A. Italia 1999: 980.000.000 euro)

Costo medio di un T.A. 2008: 26.000 euro (+ 30%)

(costo T.A. Italia 2008: 1.225.000.000 euro; dal '99: +39%).

Una mappa eloquente del potere. Pardon, dell'Autonomia.


Domandina finale: visto che la cd. "offerta formativa" è quesi triplicata (cdl da 2.200 a 5.500) ma gli studenti son rimasti sempre quelli e i fuori corso pure, a cosa sono servite tutte queste migliaia di miliardi?

O meglio: in quali tasche sono finiti?

Risposte che non competono a un bidello, il quale ricorda però Montesquieu: Chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti...

 

Grazie per i dati! Ai tuoi numeri vanno aggiunti - per capire meglio - due altri dati, l'inflazione e la crescita del PIL italiani dal 1999 al 2008. Dal rapporto OEDC Economic Outlook 2008 (file MS Excel) se ho fatto bene i conti ricavo che dal 1999 al 2008:

  • il PIL reale aumenta del 12%
  • il PIL nominale aumenta del 36%
  • l'inflazione e' 21%

Per quanto capisco di economia, l'aumento "naturale" dei salari (nominali) corrisponde all'aumento del PIL (nominale), questo significa che lo stipendio sale "naturalmente" per tener conto dell'inflazione piu' l'aumento di produttivita' media nazionale. Con questa premessa ricavo che:

  • il salario medio dei docenti universitari e' aumentato del +4% reale oltre l'aumento "naturale"
    (probabilmente anche a causa della maggiore anzianita' media e di un diverso rapporto numerico tra ordinari, associati e ricercatori)
  • il salario medio dei tecnici amministrativi e' diminuito del 6% reale rispetto all'aumento "naturale"
  • la spesa totale per i docenti universitari e' aumentata del 30% rispetto all'aumento "naturale", questo 30% risulta da +4% di retribuzione media e +26% du aumento del numero dei docenti (62000 vs 49000)
  • la spesa totale per tecnici amministrativi e' aumentata del 39%, +3% rispetto all'aumento "naturale"

A questo punto mi fermo perche' i tuoi dati appaiono inconsistenti, se il salario medio dei TA aumenta del 30% e il loro numero diminuisce del 5% come scrivi, non appare possibile che il loro costo totale aumenti del 39%, dovrebbe aumentare piuttosto in prima approssimazione del 25%.

In ogni caso, in attesa di correzione tua (o del MIUR se hai riportato correttamnente) io concludo che dai dati esposti appare effettivamente che i docenti universitari abbiano usato l'autonomia universitaria per ripartire in misura maggiore verso la loro categoria il finanziamento statale, tuttavia la misura reale di questa operazione, dal 1999 al 2008 appare essere composta da due elementi: i docenti universitari sono aumentati di numero del 26% e il loro stipendio medio e' aumentato del 4% oltre l'aumento "naturale". Nello stesso periodo - se assumo valido il dato della spesa totale per i TA) la spesa totale per i TA e' diminuita del 6% rispetto all'aumento "naturale.

Non ho i dati per l'estero, tuttavia devo anticipare subito un sospetto personale.  Avere  49000 TA rispetto a 62000 ricercatori e docenti mi sembra eccessivo. Qualcuno conosce i dati per l'estero? Subodoro che specie le universita' meridionali abbiano assunto numeri eccessivi di TA (come ho letto altrove) a basso salario medio per via del solito vizio italiano di addossare alla spesa per l'impiego pubblico l'assistenza e la spesa politico-clientelare del Sud Italia. In attesa di approfondire questo non sono sicuro se quanto e' avvenuto nel rapporto tra spese per TA e spese per docenti universitari sia positivo.  Personalmente mi pare positivo.

Riguardo all'aumento degli ordinari, e' vero che i concorsi interni hanno creato ordinari in eccesso agli aumenti delle altre categorie: i numeri che mi sembrano piu' corretti per quantificare l'effetto e' il +35% dell'aumento del numero degli ordinari contro +23% dell'aumento numerico di ricercatori e associati.

 

 

Madonna mia, ma quanti numeri, quanti dati ... e poi vi chiedete perchè le "femmine" non commentano i vostri post!!! ma vi capite solo voi :D   Come il governo che ti rovescia addosso così tante cifre che ti sommerge, e ti lascia senza parole per rispondere!

La scuola è anche più umana di così.

Verissimo che ci sono moltissime cose da cambiare a tutti i livelli, non ho sentito dire a nessuno lasciamo tutto com'è, ma quello che Tremonti ha studiato e che la Ministra Trasparente ha messo in atto non penso proprio possa migliorare le cose!

Poi io sono mamma, che ne so io di economia :P

 

 

Articolo di G.A. Stella sul Corriere di oggi. Mi piace assai meno del solito, ma tant'e'...

 

ciao a tutti.

Io sono rimasto impressionato da questo articolo: www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-5/padova-google/padova-google.html: Massimo Marchiori, un genio dell'informatica nostrano, inventa un algoritmo per la ricercadelle pagine nel web, e successivamente due signori (tali Brin e Page ...) lo impiegano per fare Google!

Non so a voi, ma a me mi ha fatto questo effetto: nonostante tutti i problemi che tanti sottolineano, la ricerca Italiana in questo caso ha funzionato, non ha partorito il solito topolino. Ma c'e' un ma. In Italia forse non c'era nessuno in grado di capire cosa era stato prodotto! E il semino ha attechito in USA. Come al solito. Voi riuscite a immaginare la trama alla rovescia? Un semisconosciuto ricercatore americano inventa qualcosa che diventa innovazione mondale qui da noi?

Tutto questo per dire che: ma alla fine, se anche la ricerca Italiana fosse a livelli di eccellenza mondiale, sarebbe veramente in grado di incidere in una società come la nostra?

Cioe', magari e' in grado di incidere a livello individuale, puo' formare ricercatori che trovano meritato successo all'estero, come voi, ma puo' andare oltre questo?

Scusate se puo' sembrare un po' offtopic, nella mia testa non lo e' ma non vorrei farla lunga.

Un saluto a tutti

 

Non descriverei quanto e' successo con l'affermazione "la ricerca Italiana in questo caso ha funzionato". Piuttosto concluderei: geneticamente gli italiani non sono inferiori agli altri abitanti della Terra, anche tra loro ci sono individui assolutamente geniali, tuttavia lo Stato italiano e in generale il settore della ricerca scientifica e tecnologia italiana sono organizzati in maniera iignobile: reclutano e promuovono in modo talmente scorrelato col merito che emarginano o espellono all'estero proprio gli italiani piu' validi e geniali, in modo che tutti i benefici della loro inventiva non ricadono sulla societa' italiana ma sulle societa' piu' aperte e intelligenti che riconoscono il merito, li hanno accolti e li hanno valorizzati.

 

 

Mi permetto un paio di considerazoni.

 Da un lato, non dubito che la parte piu' organizzata di questo movimento sia basata su di una difesa dello status quo da parte di sindacati, insegnanti e giovani studenti di estrema sinistra (che fanno da manovalanza come e' sempre successo). E non dubito, davvero, che la critica principale alla Gelmini sia l'aver introdotto una riforma (come osa!) addirittura usando l'odiato termine meritocrazia.

Pero':

1. Sinceramente ho passato molto tempo a chiedermi perche' si protestasse cosi' tanto per una riforma che, al momento, prevede alcuni tagli ed il maestro unico. Mi sembravano, entrambe, offese assai poco proporzionate all'enorme reazione. Ma poi, parlandone anche con degli interessati, il punto di fondo sembra essere: la scuola ha bisogno di una riforma profonda e questi tagli NON sono la soluzione. Ossia, non ci spacciate per riforma una serie di tagli e qualche vaga idea cretina. E questo mi sembra condivisibile assai. Che poi le proteste sarebbero ancora piu' forti (ed ancora piu' sindacali) se la riforma fosse vera, sono daccordo: ma cominciamo a capire che serve una riforma, e discutiamo sul come.

 2. Sulla meritocrazia, sinceramente, non c'e' neanche da discuterne, e' ovvio che e' quello che dovremmo implementare. Il problema pero' e' il metodo di valutazione. Si e' suggerito che vi sono diversi metodi proposti che, seppur non perfetti, sono almeno correlati con l'effettiva qualita'. Il problema, pero', e qui lo sappiamo tutti benissimo, e' che questi metodi possono molto facilmente introdurre incentivi perversi e finire con il ridurre la qualita' effettiva. Mi stupirei di sentire qualcuno qui che mi dica che non e' un rischio concreto. Allora il problema e' la scelta di un metodo che dia gli incentivi corretti, tenendo conto del sistema italiano e delle sue peculiarita'. Non dubito che esistano, ma sinceramente non ho ancora sentito un'analisi seria di questo punto (e gia' lo so che qualcuno adesso posta qui sotto qualcosa tipo "ecco qui, l'ho fatta io e postata 2 giorni fa"..), che mi sembra fondamentale. Come al solito, se si vuole cambiare lo status quo la strada e' in salita, e servono argomentazioni molto piu' solide che quelle necessarie a mantenere lo status quo. 

 

3. Eppur qualcosa si muove. Alla fine dei conti, e' vero che e' un casino, e' vero che ha un sacco di ragioni sbagliate, e' vero che il 99% dei partecipanti non capisce un cazzo. Ma almeno e' qualcosa che succede in italia. Qualcuno che dice, a me cosi' fa un po' schifo. Qualcuno che, all'ennesima cazzata di BS protesta un po' e va nelle piazze. Il motivo non mi piacera' tanto, ma almeno qualcosa si muove. E di questo non riesco a dispiacermi.

 

riassunto: insomma nessuno ha capito nullla. a parte l'autore.

della serie: «Li conoscevamo già ma non pensavamo fossero così tanto imbecilli»

fine analisi, non c'è niente da dire.


 

Che ne direste se un capo rivoluzionario egualitarista, Castro, comparisse nelle classifiche di Fortune come uno degli uomini piu' ricchi al mondo o qualcosa del genere?

E che ne direste se i capi effettivi di una jacquerie nostrana, tanto per cambiare, predicassero bene e razzolassero male? Purtoppo su questo, e con riferimento alla scuola, non ho trovato alcuna pezza di appoggio.

C'e' pero' questo articolo che mi ha incuriosito. Giuro, non e' una provocazione, ho trovato solo qui, ...Tutti alle scuole private, qualcosa che somiglia a quelle che una volta si chiamavano inchieste. Non e' proprio un articolo disinteressato, pero' in questa mattinata di pigro ma caldo sole pre-invernale non mi si attiva il neurone giusto per inquadrarlo, non il perche' dell'articolo ma la sostanza.

 

 

 

le elementari appaiono lacunose soprattutto in matematica e scienze (indagine TIMMS, 2003),

 

Per curiosità sono andato a leggermi i siti statistici indicati ( TIMMS e PIRLS correlato al primo) e mi sembra che il giudizio sopra citato sia  assolutamente infondato e orientato solamente a sostenere le tesi dell' autore.

Per le scuole elementari ( classe 4 della scuola primaria), la posizione dell' Italia nella classifica TIMMS (conoscenze matematiche e scientifiche) è superiore alla media, collocandosi certamente dopo gli USA, Belgio, Olanda ma per esempio prima di Norvegia, Scozia, Slovenia.

Però, sempre per le scuole elementari, relativamente alle capacità di lettura e comprensione del testo (statistica PIRLS),  gli alunni italiani si pongono tra le prime  10  nazioni al mondo con punteggio di tutto rispettoe di gran lunga superiore a quello degli alunni tedeschi, francesi, spagnoli, austriaci e così via.

Una valutazione onesta e coerente con queste classifiche dovrebbe quindi far dire che la scuola elementare italiana funziona complessivamente bene  ma non tratta le materie scientifiche a livelli coerenti con l' insegnamento letterario.  

Se questo assunto è vero, allora è ancora più evidente che l' intervento Gelmini (dl 137 ) è rivolto in primis al contenimento dei costi a prescindere dal miglioramento pedagico, proprio perchè focalizzato sulla scuola  elementare e assolutamente privo di riferimenti al miglioramento dell' apprendimento tecnico scientifico.

 

Capisco. Ma guarda che siamo nel G8. Facciamo meglio della Slovenia? Comunque concordo che la scuola superiore appare molto peggio dell'elementare. Ed e' vero che in lettere facciamo meglio di paesi a noi simili come reddito etc. (Francia, Germania,..) Ma facciamo peggio di altri  (UK - credo - non ho i dati sottomano) e spendiamo di piu' per studente (anche se non molto di piu' se ricordo bene). In sostanza sono d'accordo che le elementari sono meno peggio delle superiori e dell'universita'. Qualcuno direbbe che sono ok. 

 

Per le scuole elementari ( classe 4 della scuola primaria), la

posizione dell' Italia nella classifica TIMMS (conoscenze matematiche e

scientifiche) è superiore alla media, collocandosi certamente dopo gli

USA, Belgio, Olanda ma per esempio prima di Norvegia, Scozia, Slovenia.

 

"Superiore alla media" qui significa superiore alla media mondiale, inclusa Africa, Sudamerica, India, Cina, e cosi' via, non e' un successo di cui gloriarsi per un paese ricco e industrializzato da tempo come l'Italia. Quello che ci dovrebbe interessare e' la media OCSE o la media europea: rispetto a queste medie siamo sotto a 10 anni e siamo pressoche' ultimi a 14 anni, in matematica.

 

Una valutazione onesta e coerente con queste classifiche dovrebbe

quindi far dire che la scuola elementare italiana funziona

complessivamente bene  ma non tratta le materie scientifiche a livelli

coerenti con l' insegnamento letterario.

 

Non sono d'accordo. La scuola italiana e' migliore della media mondiale ma questo non puo' essere considerato un successo. La scuola italiana e' buona per la lettura nei confronti di alunni di 10 anni, probabilmente anche a causa della semplicita' dell'italiano scritto, ma e' decisamente sotto la media gia' a partire da 10 anni rispetto ai paesi europei e ai paesi OCSE per matematica e scienze.

 

Non lasciarti fuorviare dalla media riportata: e' la semplice media dei paesi che hanno partecipato all'indagine. Se togli i paesi in via di sviluppo, o anche solo armenia, marocco, tunisia, iran, siamo ben al di sotto della media dei rimanenti. Vedi p.es. pag 35 del capitolo 1 del link riportato nel commento cui hai risposto.

...che una discussione senza nè capo, nè coda. Mi conferisco una medaglia, il primo a parlare di TIMMS sono stato io qui, ma da allora siamo entrati in una diatriba in cui la clava è stata usata dai partecipanti in ogni modo, addirittura la statistica (scienza imperfetta, ma pur sempre scienza) è stata interpretata, corretta, adattata.

Ho capito alcune cose, chi vuole dire che non ho capito niente è il benvenuto:

1. Maestro unico o plurimo, poco importa, l'importante è che i nostri figli imparino qualcosa. Nelle scuole primarie non siamo rovinati, ma non brilliamo in maniera particolare, visto che si è tornato ai voti io alla scuola primaria pubblica darei un 6-

2. L'Università italiana attuale è molto simile ad una fogna, puzza così come è, scoperchiarla è peggio. Io ho capito che, rispetto a quando mi sono laureato io l'ultima volta sono stati fatti ulteriori passi indietro, che quelli bravi se ne vanno, che il sistema non è premiante, nè disincentinvante, altrimenti non si spiegherebbe il pazzesco numero di fuori-corso presenti.

3. Nessuno (o quasi) ha parlato delle medie e dei Licei, autentico buco nero dell'istruzione in Italia.

Allora, che bisogno c'era della "riforma" Gelmini ? Nessuno per la scuola primaria, anche se razionalizzare i costi non è mai male, forse si poteva fare in maniera più soft, ma se è vero che un alunno costa € 5.200,00 annui (dato letto qui su Nfa ,non so se è vero) e a me una eccellente scuola privata me ne costa 3.500,00 qualcosa non va, e la scelta dell'efficienza economica mi porterebbe a dire: chiudete la scuola pubblica, date i soldi alle private (niente di scandaloso, WV invece di aprire asili pubblici a Roma, ha convenzionato il Comune con gli asili privati a € 900,00 mensili ad alunno). Allora parliamo di questo: analisi costi-benefici, qui la scuola primaria pubblica italiana non c'è proprio, un 3 lo darei solo per la stima. Ma la Gelmini comunque non ha mai parlato di costi-benefici, ma solo di misteriosi "qualificati studi pedagogici", per cui anche lei ha un bel 3.

Sull'attuale Università italiana non ho tempo da perdere, tutti gli ottimi redattori di Nfa ne hanno già analizzato i problemi, valga per tutti che persone come Alberto Bisin, Michele Boldrin, Sandro Brusco, Andrea Moro, insomma quei tipi là che bevono Prosecco con Cannonau e Lambrusco, dialoghino con noi (che non siamo studenti, nè tipi teneri)è la dimostrazione di come si possa insegnare, ma anche dare di più.

 

nelle mie semplici ricerche on line ho incontrato una pagina piena di numeri .... ho pensato a voi :D

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