Fra le scaramucce e sgomitate preliminari (si direbbe foreplay, in altro contesto) spiccano per ora due notizie:
1) la proposta di aumentare il rapporto alunni/docenti nelle scuole e' stata subissata di critiche. Poi si legge che la proposta prevedeva un aumento progressivo "nella misura dello 0,25 in ragione d'anno fino a raggiungere il rapporto di 11,5 alunni per ogni docente nell'anno scolastico 2012/2013." (dal sito del Corriere di ieri). Posto che non e' chiaro cosa voglia dire (stiamo parlando di elementari, medie o superiori? E come vengono contati docenti e alunni, "corpi" oppure ore?), la cosa non sembra cosi' scandalosa. Se si trattasse di elementari, la norma implicherebbe un passaggio da 20 a 23 alunni per classe (ci sono, in genere, due docenti per ogni classe). Gli studi sugli effetti della dimensione delle classi (class size) su risultati sono abbastanza concordi nel rilevare che l'impatto di una riduzione di class size e' molto piccolo, quasi insignificante. E d'altra parte, una riduzione del numero di alunni per docenti e' molto costoso. Ma ovviamente, non sia mai che dobbiamo licenziare qualcuno. Ne' dobbiamo preoccuparci di tagliare la spesa da qualche parte, perche'...
2) sempre il Corriere riporta che tale "Paolo Ferrero [Rifondazione, NdR] ha chiesto che a pagare il rigore della manovra 2007 siano i redditi più alti, le grandi rendite ed i grandi patrimoni. «Penso che sopra i 70.000 euro si debba tornare all'aliquota del 45% perché, se si vuole rientrare seriamente, bisogna fare così. Non penso che si possa risolvere con il taglio degli insegnanti di sostegno nelle scuole o con i ticket sanitario a tutti», ha detto il ministro per la solidarietà sociale di Rifondazione - a margine di un convegno sull'immigrazione. L'esponente di governo ha poi aggiunto: «Si è voluto tenere la manovra a 30 miliardi e non si accolta [sic] la richiesta di Rifondazione di farla più bassa o di spalmarla su un biennio. A questo punto chiediamo che il rigore lo paghino quelli che non l'hanno mai pagato in questi anni. Dovrà essere per forza di cose una manovra che va a prendere le risorse dalle grandi rendite, dai grandi patrimoni, dai redditi più alti. E quelli che invocano il rigore facciano il favore di pagarselo perché, certo, non possono pagarlo i lavoratori ed i pensionati»."
Come si diceva su questo sito in altro luogo , forse uno dei contributi piu' importanti degli economisti al discorso sui sistemi economici e' la sottolineatura dell'importanza degli incentivi. Aumentare l'aliquota al 45% per i redditi superiori ai 70.000 Euro non puo' che indurre tutta una serie di effetti perversi, dall'aumentare dell'evasione ed elusione fiscale, alla riduzione di ore lavorate, alla riduzione dello sforzo impiegato durante le ore lavorate. Detto in soldoni, se mi tolgono quasi la meta' del mio reddito, chi me la fa fare di dannarmi per produrre un cicinin di reddito in piu'??
Ma la teoria degli incentivi, a Rifondazione, non l'hanno mai neanche sentita nominare.
Giorgio, dubito che aver sentito nominare la teoria degli incentivi sia rilevante per le posizioni assunte da Rifondazione. Per esserlo, e' necessario che Ferrero & Co. abbiano a cuore il benessere dell'Italiano medio, o almeno quello futuro (prole inclusa) dei loro elettori. Invece quello che interessa loro e' mantenersi sul 5-8% dei voti, si' da poter continuare a fare la bella vita da parlamentare, alle spalle del proletariato che dicono di voler tutelare. Le posizioni che prendono sono coerenti con questo obiettivo.