Fini ha ragione

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Prodi dovrebbe dimettersi, e trasferirsi in qualche spiaggia tranquilla e lontana. Suggerimenti ne avrei, ma lascio a lui la scelta.

A me sembra ovvio che debba dimettersi: la favola del signor Angelo Rovati, che invece di lavarsi i denti e dormire, faceva per diletto piani di ristrutturazione industriale-finanziaria del settore delle telecomunicazioni nella stessa maniera che noi giochiamo a Monopoli o facciamo nFA, e' una tale baggianata che sarebbe da prenderlo a sberle anche solo per avere pensato che gli italiani siano un popolo di 'si' grandi fessi da bersi anche questa ennesima fandonia!

In un paese civile il consigliere personale del presidente del consiglio (tutto minuscolo, questo finto studioso di organizzazione industriale e vero maneggione, da 30 anni a questa parte, d'aziende pubbliche non merita le maiuscole) non passa tempo a far piani per cambiare la proprieta' di aziende private; che gestiscano servizi strategici per concessione dallo stato o che facciano mozzarelle di bufala nel sottoscala, non fa differenza. E' cosa gravissima, con possibili implicazioni ancor piu' gravi, alcune gia' evidenti, altre solo suscettibili di congettura - favori reciproci tra gruppi politici ed economici che, come abbiamo appreso dal passato, finiscono piu' volte che no in mazzette e regalie, uso della Cassa DD PP a fini impropri ed economicamente dannosi per il paese, traferimento a privati di soldi che lo stato dovrebbe farsi prestare all'uopo dai

risparmiatori (come spiega lucidamente Francesco Giavazzi sul Corriere), intralcio alla concorrenza e al libero mercato, uso del potere regolatore a fini politici di parte, turbativa dei valori di borsa con conseguente danno ai risparmiatori, ... manca solo il rapimento a fine d'estorsione!

Mi frega un beato pepino che qualche anima pia - di quelli, per capirsi, che teorizzano l'autonomia del politico - mi replichi che allora Berlusconi avrebbe dovuto dimettersi cento volte per questo e quello! Certo che avrebbe dovuto farlo, infatti: non avrebbe mai dovuto essere eletto! Peccato l'abbiano eletto e che poi lui, un interesse privato dietro all'altro, non si sia mai dimesso: ignominia su di lui, i suoi seguaci ed i suoi difensori. Ma che un intrallazzatore abbia governato impunemente l'Italia per cinque anni non implica che ora dobbiamo lasciare che il suo successore faccia lo stesso, in nome del democristianissimo "una a te, una a me, aam ...", con filo di saliva unta di grasso che cola sul ventre deformato dai troppi cotechini ingurgitati (si, mi piace Altan, e allora?) La democrazia e la divisione dei poteri si fondano su regolette semplici

semplici, che sarebbe bene far applicare aldila' della convenienza

politica di breve periodo. Al potere ora ci sta Prodi, ed e' quindi lui che dovrebbe dimettere perche' cosi' non si deve governare. Poi, sotto a chi tocca.

P.S. Sospetto che toccherebbe al signor professor Mario Monti, che si scalda silente in panchina. Se questo e' un bene o un male non lo so; vedremo, se gli tocca il turno, come si comportera'. Tanto non succedera': faran quadrato come sempre. Ad ogni modo, a me sembrerebbe salutare se Prodi se ne andasse, e per sempre. Il rinnovamento d'Italia passa anche dalla cacciata, si': cacciata, definitiva di un'intera classe politica e, in primis, di quei personaggi che, buoni per tutte le stagioni, sono sopravissuti a Mani Pulite per poter ricominciare, il giorno dopo, a governare esattamente come governavano Craxi, De Mita, Forlani e, appunto, Prodi.

 

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Commenti

Ci sono 19 commenti

Il cambio radicale della classe politica italiana mi sembra alquanto improbabile. Basta vedere quello che è accaduto nel governo del calcio. Inizialmente tutti a pretendere punizioni esemplari e rinnovamento. Uscita di Moggi e Guido Rossi alla Federcalcio. Oggi, dopo soli 4 mesi, Moggi batte ogni record di share in televisione, pontificando senza contraddittorio e Guido Rossi si dimette tra l'esultanza malcelata di Matarrese (sì, proprio lui) e dei presidenti di serie A. Come ha detto Berlusconi -riferendosi a se stesso- in Italia è sempre molto forte il grido "aridatece er puzzone".

 

"A me sembra ovvio che debba dimettersi: la favola del signor Angelo Rovati, che invece di lavarsi i denti e dormire, faceva per diletto piani di ristrutturazione industriale-finanziaria del settore delle telecomunicazioni nella stessa maniera che noi giochiamo a Monopoli o facciamo nFA, e' una tale baggianata che sarebbe da prenderlo a sberle anche solo per avere pensato che gli italiani siano un popolo di 'si' grandi fessi da bersi anche questa ennesima fandonia!"... clap clap clap... meno male che c'e' qualcuno che le dice senza mezzi termini...

 

Anche quando Berlusconi diceva che lui - mentre era Presidente del Consiglio - non si occupava delle sue aziende stava raccontando una palese fandonia. Avresti applaudito anche alla richiesta di dimissioni di Berlusconi?

 

Una differenza c'è dallo spartiacque di Mani Pulite. L'utilizzo conclamato della Magistratura come artiglieria pesante, che guarda caso in questi giorni sta bombardando sul territorio Telecom.

Il Sole di oggi sul paginone in seconda e terza pagina imposta così:

A sinistra con il sottotitolo "Le indagini giudiziarie", una bella foto di Tavaroli.

A destra con il sottotitolo "Le polemiche politiche", una bella foto di MTP.

Su tutto capeggia il titolo: "Lo scontro per le tlc"

....e noi stiamo a parlare di libero mercato....

 

Se ancora crediamo al complotto della magistratura contro berlusconi, siamo a posto. Sul caso Telecom, mi sembra che stiano venendo fuori cose piuttosto gravi. Tavaroli spiava vari individui - da Della Valle a Bobo Vieri (per vedere se si faceva di coca, immagino) - e pare che riferisse solo a Tronchetti. Mi sembra che la magistratura debba intervenire per fare luce. Cosa c'entra questo con il libero mercato?

 

 

La prima mossa (offerta del capro espiatorio, Rovati) e' andata decentemente, ma non troppo (nessuno ci crede che uno cosi' faccia tali cose senza parlarne con il capo di tutta la vita).

La seconda mossa e' andata bene (MTP rimpiazzato con un uomo fintamente neutro e previamente testato).

La terza e la sua continuazione nel sottogioco sono miseramente fallite (rifiuto di comparire in Parlamento, poi rifiuto di andare al Senato) ed hanno segnalato che gli alleati cominciano a fare conti strani ... le jene, si sa, hanno l'olfatto fino.

La quarta, di conseguenza, richiede che si comincino ad inviare messaggi trasversali, come quello riportato dal Corriere della Sera di oggi in chiusura d'un articolo su intercettazioni e ricatti: «Io sono convinto che se non ce la faccio vado a casa, ma sono anche convinto che non vado mica a casa da solo». Nonostante il visibile passaggio dal parrucchiere, Sansone calcola d'avere i capelli ancora lunghi abbastanza da poter sepellire un numero piuttosto alto dei suoi compagni di branco. Ne vedremo di carine, temo (o spero?)