Secondo l'ISTAT gli italiani che avevano 25 anni nel 2007 erano 676mila.
Secondo il motore di ricerca del MIUR
(che sembra avere in linea tutti i dati necessari) abbiamo:
Tipo Laurea:
Triennali e C.U.;
Anno accademico:
2006/2007; Totale Laureati: 109479
Tipo Laurea:
Specialistiche;
Anno accademico:
2006/2007: Totale Laureati: 52230
Sommando si ottiene un totale di 161709 laureati. Se capisco bene, questo totale evita il conteggio doppio che dava percentuali amerikane di laureati. Mi sbaglio? Se non mi sbaglio, poiché 162/676= .239, la percentuale di laureati sulla popolazione di riferimento è, nell'Italia del 2007, uguale al 24%, al più.La qualificazione "al più" è importante, come dovrebbe risultare chiaro da quanto segue.In ogni caso, a me sembra un numero davvero piccolino - specialmente se questo è il frutto di una "grande crescita"! - ed è senz'altro molto inferiore al 33% dato da AFT.
Sul sito del MIUR uno può ricostruirsi anche la distribuzione per età e sesso dei laureati, che è pure molto interessante.
Gruppo di eta' | Numero laureati | % su Totale | Uomini | Donne |
---|---|---|---|---|
Età inferiore a 23 | 26.378 | 16,31% | 9.913 | 16.465 |
23 e 24 anni | 63.467 | 39,25% | 23.812 | 39.655 |
25 e 26 anni | 35.576 | 22,00% | 15.273 | 20.303 |
27 anni e oltre | 36.289 | 22,44% | 19.140 | 17.149 |
Totale: | 161.710 | 100,00% | 68.138 | 93.572 |
Se considerate che l'età in cui i giovani italiani dovrebbero finire l'università è, al più, di 24 anni, le conclusioni sull'efficienza del
sistema (e sulla percentuale di laureati) seguono da sole ... e non sono delle belle conclusioni. Notare anche
quante di più siano oramai le donne che si laureano e quanto più rapidamente lo facciano rispetto agli uomini!
Visto
che c'ero mi sono divertito (all'IMF sono andati tutti via e sono
troppo stanco per dedicarmi a cose serie ...). Allora ho calcolato
(usando i due siti indicati sopra) un po' di altri dati. Eccoli, parlano da soli ...
Iscritti Al Primo Anno - 2007/2008 - Fasce di età - Tutte le lauree
Fascia di Età | Iscritti | % sul totale | Maschi | Femmine |
---|---|---|---|---|
Età inferiore a 18 | 21 | 0,00% | 12 | 9 |
18 anni | 2.681 | 0,54% | 1.115 | 1.566 |
19 anni | 117.832 | 23,53% | 48.061 | 69.771 |
20 anni | 133.647 | 26,69% | 56.849 | 76.798 |
21 anni | 41.805 | 8,35% | 20.416 | 21.389 |
22 anni | 36.273 | 7,24% | 16.820 | 19.453 |
Età compresa tra 23 e 30 anni | 129.454 | 25,85% | 58.143 | 71.311 |
Età compresa tra 31 e 40 anni | 24.020 | 4,80% | 10.593 | 13.427 |
Età maggiore di 40 anni | 14.975 | 2,99% | 7.017 | 7.958 |
Totale: | 500.708 | 100,00% | 219.026 | 281.682 |
L'Italia è un paese strano, per cui si può essere iscritti al primo anno senza essere del primo anno, anzi: ci dice il glossario del MIUR che si può essere iscritti al primo anno pur essendo al terzo o al quarto. Ecco dunque che è meglio dare un'occhiata a quanti sono davvero, più o meno, gli studenti al primo anno, e questi, in Italia, si chiamano "immatricolati". Il sito MIUR ci fornisce anche questo secondo dato, che è molto utile per dare un'idea precisa di quanti siano i giovani italiani che davvero frequentano l'università, invece di far finta di farlo perché tanto non costa nulla e non si sa mai. Gli iscritti, ovviamente, contengono i famigerati "fuori corso" e sembra siano parecchi assai: mentre gli iscritti al primo anno sono 500708, gli immatricolati, al primo anno, sono 315946, ossia circa il 63% degli iscritti! Non male, no? Vediamo la loro distribuzione per gruppi di età:
Immatricolati - 2007/2008 - Fasce di età - Triennali e C.U.
Fascia di Età | Immatricolati | % sul totale | Maschi | Femmine |
---|---|---|---|---|
Età inferiore a 18 | 21 | 0,01% | 12 | 9 |
18 anni | 2.674 | 0,83% | 1.113 | 1.561 |
19 anni | 117.249 | 36,27% | 47.798 | 69.451 |
20 anni | 121.180 | 37,49% | 51.325 | 69.855 |
21 anni | 25.945 | 8,03% | 13.081 | 12.864 |
22 anni | 9.762 | 3,02% | 5.223 | 4.539 |
Età compresa tra 23 e 30 anni | 23.470 | 7,26% | 12.023 | 11.447 |
Età compresa tra 31 e 40 anni | 13.525 | 4,18% | 6.835 | 6.690 |
Età maggiore di 40 anni | 9.424 | 2,92% | 5.022 | 4.402 |
Totale: | 323.250 | 100,00% | 142.432 | 180.818 |
I pignoli noteranno che il totale qui è leggermente maggiore di quello riportato sopra per gli immatricolati al primo anno: la differenza, minima, è dovuta a coloro che si immatricolano al secondo o terzo o quarto anno. Poca roba che non cambia la sostanza.
Quanti sono i residenti in Italia in quei gruppi di età, in particolare in quelli fra i 19 ed i 21 anni? Dall'altro sito, quello dell'ISTAT sulla demografia nazionale, ricavo la seguente tabella:
Popolazione residente al 1 Gennaio 2007 per età, sesso e stato civile Italia
Eta' | Totale Maschi | Totale Femmine | Maschi + Femmine |
19 | 298199 | 281242 | 579441 |
20 | 299578 | 284245 | 583823 |
21 | 307732 | 297044 | 604776 |
TOTALE | 905509 | 862531 | 1768040 |
Dalla tabella concludo che la percentuale di giovani italiani iscritti al primo anno di università, rispetto alla popolazione nel gruppo di età di riferimento, è MOLTO bassa: uniformemente inferiore al 25%. Se poi dovessi guardare agli immatricolati (che sono i veri iscritti al primo anno) si scende a qualche decimale sopra il 20%. Notate che questi sono quelli che iniziano non quelli che finiscono e si laureano! Se a voi questa sembra l'università di massa, stiamo freschi ...
Son erronei i dati del MIUR? In Italia, si sa, tutto è possibile quindi non lo posso escludere. Ma questi, non altri, sono i dati ufficialmente forniti dal sito ufficiale del ministero preposto.
Poiché l'appetito vien mangiando, mi sono incuriosito e mi son detto: cosa succede negli anni successivi? Purtroppo è vero che l'appetito non viene solo mangiando ma anche quando non si mangia da tempo, come nel mio caso, quindi lascio ad altri il diletto dell'analisi disaggregata ... e mi affretto a finire per scappare a cena.
Per avere un'idea globale di quanti siano i giovani italiani che vanno all'università, si può provare a guardare al totale degli iscritti, astraendo dal fatto che siano o meno iscritti al primo, al secondo, o al diciottesimo anno. Il sito del MIUR dice che:
Iscritti - 2007/2008 - Fasce di età - Tutte le lauree
Fascia di Età | Iscritti | % sul totale | Maschi | Femmine |
---|---|---|---|---|
Età inferiore a 18 | 21 | 0,00% | 12 | 9 |
18 anni | 2.693 | 0,19% | 1.120 | 1.573 |
19 anni | 120.075 | 8,50% | 48.929 | 71.146 |
20 anni | 221.876 | 15,71% | 91.732 | 130.144 |
21 anni | 212.232 | 15,03% | 89.104 | 123.128 |
22 anni | 198.549 | 14,06% | 83.728 | 114.821 |
Età compresa tra 23 e 30 anni | 530.699 | 37,59% | 234.692 | 296.007 |
Età compresa tra 31 e 40 anni | 77.342 | 5,48% | 35.163 | 42.179 |
Età maggiore di 40 anni | 48.412 | 3,43% | 23.908 | 24.504 |
Valore non coerente | 2 | 0,00% | 0 | 2 |
Totale: | 1.411.901 | 100,00% | 608.388 | 803.513 |
Sottolineo di nuovo la presenza femminile: da quanto tempo è così grande la differenza? In ogni caso, la domanda a cui sono interessato è: quanti sono gli iscritti, rispetto ai giovani italiani nelle medesime fascie di età? Ecco i dati demografici ISTAT per le età tra 19 e 30:
Popolazione residente al 1 Gennaio 2007 per età, sesso e stato civile Italia
Eta' | Totale Maschi | Totale Femmine | Maschi + Femmine |
19 | 298199 | 281242 | 579441 |
20 | 299578 | 284245 | 583823 |
21 | 307732 | 297044 | 604776 |
22 | 315201 | 303767 | 618968 |
23 | 324521 | 312852 | 637373 |
24 | 336571 | 328242 | 664813 |
25 | 342119 | 334282 | 676401 |
26 | 352852 | 344232 | 697084 |
27 | 368358 | 359387 | 727745 |
28 | 391769 | 381017 | 772786 |
29 | 405493 | 396784 | 802277 |
30 | 426978 | 416991 | 843969 |
TOTALE | 4169371 | 4040085 | 8209456 |
Calcoliamo, data la tarda ora e la fame, solo due percentuali:
- studenti universitari età [19,22] in percentuale della popolazione età [19,22] = 752/2387 = 31.5%
- studenti universitari età [23,30] in percentuale della popolazione età [23,30] = 531/5822 = 9.1%.
Questi sono i dati, i freddi ed inumani numeri che saranno anche noiosi e poco creativi ma hanno una dote: sono verificabili e confrontabili, al contrario delle opinioni e dei "sentito dire". Mi sembra che parlino chiarissimo: l'accesso all'università in Italia - anche dopo il 3+2, l'esplosione delle sedi in ogni provincia e la crescita vertiginosa nel numero di professori - rimane un fenomeno relativamente di elite, riservato alle classi medio alte. Al più un giovane su tre si iscrive all'università (contro i più di due su tre negli USA) e non più di uno su quattro o cinque sembra riesca a laurearsi. Infatti, son convinto che, se qualcuno meno affamato di me studia con attenzione i dati disaggregati, si scoprirà che la percentuale di persone d'età compresa fra i 25 ed i 30 anni (andando oltre è peggio) in possesso di una laurea non supera, in Italia, il 18-20%.
Quando si fanno i confronti sulla spesa pro capite, o in rapporto al PIL, o quando si cerca di capire il livello di produttività dell'università italiana rispetto a quelle degli altri paesi, è meglio NON scordarsi questi fatti. Impietosi, e molto poco utili a sostenere che tutto va bene madama la marchesa, ma sempre fatti sono ...
P.S. Cercando questi dati sono incappato in questo.
L'avevo già visto, volevo farci un articolo tempo fa, poi è mancato il
tempo e me lo son scordato. Date un'occhiata alla distribuzione
territoriale della spesa per istruzione ed al rendimento della
medesima ... ma qui ci vorrebbe un altro post ed ho davvero una fame boia!
Molto interessante, adesso mi domando: come mai una tale differenza fra la popolazione maschile e quella femminile, intesa come popolazione residente ? 23 anni fa, all'esame di Demografia, mi ricordo che la differenza esisteva, ma non era così marcata, anzi c'era una curva di mortalità maschile all'età di 20-25 anni, per cui i due gruppi quasi si pareggiavano. C'entra forse l'immigrazione ? Penso di sì, anzi ne sono convinto, per cui questi dati andrebbero depurati dell'immigrazione, poichè i dati fanno riferimento alla popolazione "residente", non alla cittadinanza (penso), e gli immigrati o sono già laureati, o difficilmente sono in Italia per studiare.
Altri dati interessanti sarebbero sulla qualità media dei laureati, ovvero con quali votazioni noi produciamo laureati, e che fine fanno questi laureati nei due anni successivi, a me ad esempio arrivano curriculum di laureati(e) in Scienza della Comunicazione (???) con xx/110, la cui attività post laurea è sempre la stessa: Dal.... al.... ha lavorato presso il Call Center della... con posizione di addetto all'inbound (?) per la clientela affluent (?)...
Non ho dati, nè me li cerco, sulla distribuzione degli studenti fra le varie facoltà, penso che le donne siano distribuite più in facoltà "umanistiche", meno in quelle "tecniche", ma avendo amiche laureate in Ingegneria non mi pronuncio, ma sarebbe interessante anche questo.
Penso che quel quasi 10% di iscritti dopo i 30 anni sia l'effetto della sciagurata scelta di far partire i dipendenti pubblici e altre categorie con un alto numero di esami "sostenuti" grazie ai "crediti formativi", per cui è (in parte era) possibile laurearsi con pochissimi esami in alcune selezionate Università (?). Pochi quelli scemi che si prendono una seconda laurea per appendersi un secondo pezzo di carta alla parete, del cui valore è lecito dubitare.
Concludo con una nota per i giovani maschietti che seguono Nfa : è all'Università che dovete andare se siete interessati all'altra metà del cielo, non in discoteca, pistola !