Il governo ha, comprensibilmente, altre gatte da pelare che occuparsi della faccenda, e così Renzi si smarca con un ammirevole scatto liberale:
se il governo volesse decidere anche sulle federazioni sportive sarebbe un errore; noi rispettiamo l’autonomia delle istituzioni sportive
Se non che la Federcalcio non è, di fatto, autonoma. Quasi la metà del suo bilancio da 180 milioni di euro infatti proviene da trasferimenti dal CONI, che a sua volta è quasi interamente finanziato da trasferimenti pubblici.
Si deduce dal bilancio della Federcalcio che il trasferimento pubblico ha come corrispettivo l'attività delle varie rappresentative nazionali di calcio, un bene pubblico privatamente fornito e pubblicamente sussiduato, si potrebbe argomentare (il che, si noti, rende il peso pubblico nel bilancio della Federcalcio ancora maggiore, sommando ai contributi diretti quelli indiretti provenienti da sponsorizzazioni e pubblicità derivanti dalle nazionali di calcio; a conti fatti, quindi, il contributo pubblico sussidia i club).
Il governo non è quindi affatto parte estranea alla faccenda come Renzi vuol far credere, e ha davanti due strade. Prima strada, esercitare appieno i diritti dell'azionista di maggioranza. Se misuriamo le quote coi contributi annuali (cosa sbagliata dal punto di vista strettamente contabile ma sensata dal punto di vista di chi sono gli stakeholders), allora il governo è al 75% circa e i club privati al 25% circa. Se il governo non vuole Tavecchio può imporre la propria volontà. Seconda strada, rendere la Federcalcio realmente autonoma e lasciare che i club privati facciano quello che vogliono coi loro soldi. Questa strada equivale ad azzerare il contributo pubblico alla Federcalcio, organizzando l'attività delle nazionali di calcio escusivamente in seno al CONI.
Personalmente preferisco la seconda via, che rende chiara la distinzione tra soggetto pubblico e soggetti privati nel calcio ed evita uno sconveniente sussidio pubblico ad aziende che possono permettersi di pagare stipendi milionari ai propri dipendenti. Quanto alla nazionale di calcio, viste le performance degli ultimi 8 anni sono sicuro che ci divertiremmo di più con una dirigenza estranea alla Federcalcio. Se invece il governo preferisse la prima strada potrebbe sempre usare la seconda come una minaccia credibile per percorrere con successo la prima.
...Tavecchio, rappresenta l'assoluto status quo, è il presidente di una Lega semiprofessionistica che è un buco nero totale nei conti del calcio, per cui non sarebbe male un intervento del Governo.
E anche io sono per la seconda via, le Federazioni Sportive (vedi quella ippica, ad esempio, 9 milioni di sussidi dello stato e spese per il solo presidente della federazione pari a metà del budget, come fece vedere Report) andrebbero semplicemente riviste, senza contributi statali, che possono invece essere indirizzati a finanziare gli impianti, e non i presidenti.
sì, non ha il bernoccolo per gli affari