Allora, il nostro inizia l'articolo parlando di cash, che in italiano è contante, ossia circolante, moneta. Dice che ve ne sono 9000 miliardi, quasi 10mila. È fuori di un fattore di dieci.
Due righe dopo parla di "conti correnti" come se della stessa cosa si trattasse. Va bene, è solo un dettaglio, non impuntiamoci. È comunque fuori di un fattore fra quattro e cinque.
Poi si lancia in elucubrazioni teoriche quindi, prima di arrivare alle medesime, lasciate che vi sveli il numero che il nostro ha sentito a qualche cocktail party e che menziona, ossia i $9-10 trillions. Trattasi di M2: cosa sia M2 lo scoprite leggendo la didascalia a fine pagina e, se proprio non sapete l'inglese, usando Google Translate. Risolto il mistero, dunque: Federico Rampini scrive cose a caso.
Fatemi un favore, guardatelo quel grafico di M2 (per quelli di voi inclini a tecnicismi guardate anche questo, nel caso dovesse uscire la questione nei commenti) perché il suo comportamento nel tempo è rilevante. Aumentava da ben prima della crisi, è aumentata durante la crisi ed è aumentata dopo che la recessione è finita. Vi sono variazioni nell'inclinazione della curva (ci arriviamo) ma la sostanza è che era a 7,500 miliardi prima della recessione, nel 2007, ed è ora a poco meno di 10mila. Son passati 4 anni ed è cresciuta di 2300 miliardi circa. Nella precedente espansione, che durò 6 anni, era cresciuta di un pelino di più, quindi M2 è di circa un 30% più alta di quanto sarebbe dovuta essere sulla base del passato.
Insomma, c'è un'accelerazione nel tasso di crescita di M2; per niente sorprendente alla luce di quanto è successo e delle scelte di policy adottate. Rampini, dal fondo dell'ignoranza più profonda, parla di trappola della liquidità ed invoca la Grande Depressione e gli anni '30. Il poveretto non si rende conto che M2 sta facendo l'opposto di quanto fece nella Great Depression (ho messo quel link del piffero apposta: lo trovi in un attimo su Google facendo "M2 Great Depression"; ossia: se provava lo trovava anche Rampini!) e che il suo argomento non ha alcuna coerenza logica! E se ne esce con il paragone con la Great Depression giusto la settimana in cui ci comunicano che, mal che vada, il PIL USA cresce ad un ritmo di circa il 2% annuo. Immaginatevi se Tremonti potesse dire che l'Italia cresce al 2 (infatti, al 2,5) per cento annuo!
Ovviamente, il contante (vedi sopra), i depositi a vista e le riserve bancarie in circolazione sono aumentati sostanzialmente dal 2008 ad oggi grazie a due gigantesche operazioni di QE (Quantitative Easing) decise dalla FED. Le operazioni della FED hanno alterato la composizione dei portafogli del settore privato, assorbendo titoli di vario tipo e sostituendoli con dollari o ben in contanti o ben in forma di depositi bancari o ben sotto forma di riserve delle banche presso la FED stessa. Queste cose sono lì in sostituzione dei titoli privati e pubblici che la FED si è comprata.
Il punto rilevante, che il nostro non coglie, è che la differenza dal previous peak nell'ammontare dei demand deposits è di circa $300 miliardi, ossia circa 1/10 della quantità di nuovo "contante" che la FED ha immesso nel sistema, in linea con il comportamento delle famiglie in precedenti situazioni di simile natura. Insomma, da questo punto di vista non è successo NULLA! Ma il nostro ci fa l'articolo lo stesso rimasticando, malamente, le cazzate che ha letto Paul Krugman scrivere alcuni mesi fa.
Mi fermo qui, il resto (ci sono un paio di altri numeri completamente assurdi nell'articolo di FR) lo lascio ai lettori. È domenica, dopo tutto, ed abbiamo tutti bisogno d'un passatempo.
Chiudo con due noterelle.
Sul fatto che le imprese, negli USA ma anche altrove, abbiano abbondante cash e se lo tengano abbiamo già discusso. Se lo tengono sia perché c'è in giro molto più cash del normale (per le ragioni di cui sopra) sia perché in situazioni di incertezza politica stai ben attento a metterti a fare grandi spese. E l'incertezza c'è tutta, sia di politica fiscale, che di politica monetaria, che di politica "industriale" in senso lato. Barro & Kydland [non mi sto riferendo ad un articolo dei due, che non esiste, ma a editoriali ed argomenti verbali in istanze separate. Finn ha anche un paper con Carlos Zarazaga sul tema policy inconsistency] credo abbiano colto nel punto, in questo. (Incertezza sulle politiche future) + (Edilizia in coma per qualche anno ancora) = espansione lenta.
Quelli come Rampini, che non capiscono l'economia, sognano disastri per poter scrivere sinistri articoli dove continuano a straparlarne con esiti purtroppo deleteri sulla testa della gente. Ma quelli che devono produrre reddito, creare posti di lavoro, evitare di perdere i soldi che sono stati loro affidati, prima di investire qui o là ci pensano due volte.
L'ho detto mille volte e lo ripeto: PRATICAMENTE TUTTO IL COMPORTAMENTO CICLICO DELL'ECONOMIA USA DAL 2007 AD OGGI È ATTRIBUIBILE A, E SPIEGABILE CON, LA CRISI DEL SETTORE COSTRUZIONI. Il resto dell'economia è back on track e sta crescendo più o meno, quarter in quarter out, al ritmo a cui è cresciuta, in media, negli ultimi 20 anni. L'eccesso di disoccupazione (data la fase ciclica, diciamo dal 9% al 6,5%) è dovuto tutto alla crisi delle costruzioni e dei settori ad essa collegati.
P.S. Mi son talmente rotto di questa diatriba pubblica che, dopo tre anni, ho convinto dei colleghi al Fed di St Louis di scriverci un paper per spiegare l'ovvio. Sarà pronto prima degli orrendi tacchini di fine Novembre. Ma basta guardare i dati senza avere gli occhi foderati di krugmaniano prosciutto e si capisce tutto da soli. Il dibattito di politica economica sta diventando davvero stucchevole. Buona domenica a tutti.
Grazie prof.
Soprattutto per il "ps" (spiegazioni autorevoli sull'ovvio sono una cosa di cui si sente parecchio la mancanza, ultimamente, almeno per quei campi, come l'economia, che sono diventati fondamentali per le scelte comuni).