Martedi' Hillary non ha vinto. Ha stravinto, ottenendo il 68% del suffragio, praticamente tanto quanto il popolarissimo neo-governatore dello Stato, Elliot Spitzer.
Lo Stato di New York, che Hillary rappresenta al Senato, e' composto da due parti: l'area metropolitana di New York City e il resto. A New York City, i simpatizzanti del partito democratico sono la stragrande maggioranza. Nel resto dello Stato invece, i Democratici sono competitivi solo nei centri urbani (Rochester, Buffalo, Syracuse, Albany). Nelle campagne e nei ricchi sobborghi delle citta', i Repubblicani la fanno da padrone. Sei anni fa, quando Hillary venne eletta per la prima volta, vivevo ancora Upstate, a Rochester. Ricordo bene l'odio che i molti elettori Repubblicani che abitano da quelle parti ostentavano nei confronti della Signora Clinton. Per la maggior parte era come il fumo negli occhi: l'esempio di quella estrema sinistra (estrema per gli Stati Uniti, che sarebbe molto moderata in Italia) che detestano. Hillary correva contro l'ex Sindaco di New York Rudy Giuliani, allora all'apice della popolarita', e molti pronosticavano la vittoria di quest'ultimo. Si credeva che Hillary non avrebbe riscosso favore al di fuori di New York City. Poi, all'inizio della campagna, al "buon" Rudy fu diagnosticato un tumore alla prostata. La notizia porto' alla sua sostituzione con un Italo-americano un po' scarso, che risponde al nome di Lazio. Hillary vinse, ma con margine ridotto. E, come ci si aspettava, raccolse la stragrande maggioranza dei suoi suffragi nei centri urbani.
Nel corso di questi sei anni, la Nostra ha saputo riposizionarsi nello spettro politico, riuscendo a perdere quell'immagine di estremista che l'aveva sempre contraddistinta. Per esempio, in materia di guerra in Iraq, e' stata tra gli ultimi democratici a prendere una decisa posizione contraria. Ha anche girato lo Stato in lungo e in largo, diventando una figura familiare. Quest'anno, nonostante fosse la grande favorita sin dall'inizio, ha speso tanti soldi, e ha fatto una campagna molto aggressiva. Il motivo e' che voleva dare all'intero Paese la sensazione che le sue posizioni e la sua dialettica si fossero moderate al punto di riscuotere molto favore anche in zone tipicamente Repubblicane. E cosi' e' stato.
A questo punto, anche sulla scorta della vittoria democratica in pressoche' tutto il Paese, non ci sono piu' dubbi. Hillary si candidera' per le presidenziali, e probabilmente la vedremo a far campagna in Iowa sin dalla primavera prossima. Tra i concorrenti alle primarie ci sara' probabilmente il giovane senatore di colore dell'Illinois, Barak Obama, e qualche vecchione del partito, come Durbin o Reid, per esempio. Tutti sanno che Barak e' troppo inesperto per diventare Presidente. Correra' nelle primarie per aumentare la sua visibilita'. Poi Hillary lo scegliera' come suo Vice-Presidente. Un ticket Clinton-Obama avrebbe ottime possibilita' contro chiunque, soprattutto perche' avrebbe il potenziale di spronare al voto le minoranze etniche che propendono per i candidati democratici, ma che molto spesso si astengono.
Il primo Presidente donna con il primo Vice-Presidente di colore. Non sarebbe davvero male, dopo i terribili sei anni di oscurantismo targati G.W. Bush. Continuiamo a sognare. Dopotutto, non costa nulla.
Il commento e' il titolo ...
A quando la cena tete-a-tete? (gli accenti non li trovo) ...
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