Perché occuparsi
di un’intervista fondamentalmente minore ed in cui l’intervistato non dice
nulla di nuovo? Perché questa intervista è un capolavoro del MinCulPop – che è
ciò che il Corriere è diventato da quando la scommessa su VW è andata buca e i
padroni del vapore hanno ordinato a Mieli di lavorare per la Grosse Koalition e
la stabilità a ogni prezzo – e permette di capire quale sia lo scheletro
ideologico della sequenza di balle su cui le politiche economiche di questo
governo si fondano, e si fonderanno.
L’intervista mi
ha stuzzicato anche per una seconda ragione: sono in Italia da due mesi (non
temete, in meno d’una settimana me ne vado) ed ho letto i giornali con attenzione;
ultimamente ho anche cominciato a guardare le notizie alla televisione. L’impressione
di un regime è fortissima, asfissiante. Questo vale soprattutto per i due
principali canali RAI (con il TG3 che conferma la regola mettendo in onda solo
veline del loft PD) visto che a tutti sembra ovvio che i canali Mediaset
facciano propaganda per il loro proprietario (a Fede ho resistito solo 4 minuti,
poi basta: ma come fate?). La parte piu grave, però, sono i grandi giornali
cosidetti “indipendenti”: Corriere, Stampa e Sole in testa, con dietro
Messaggero, Gazzettino, Mattino di Napoli, eccetera: il coro esegue
polifonicamente lo stesso spartito, quindi meglio dare un’occhiata allo
spartito.
Eccone l’impianto.
Il capitalismo mondiale è in crisi e gli USA ne sono l’epicentro. Le cause
della crisi sono da un lato la globalizzazione e dall’altro la speculazione
mercatista, il libero mercato, la concorrenza. Sta agli stati, ai governi,
rispondere a queste cause di crisi riacquistando un protagonismo fondamentale
nella gestione dell’economia: libero mercato e concorrenza portano alla crisi,
serve altro. Riscopriamo il corporativismo cristiano-europeo, al centro delle
quali stanno governi forti e paternalisti che coordinano associazioni di
produttori nazionali e ne difendono i mercati e le prerogative. Tale politica
oggi non puo essere svolta solo a livello di nazione, va svolta a livello di
Europa continentale (nella perfida Albione hanno sede alcuni dei nemici
peggiori). Per ottenere tale risultato occorre la cooperazione di tutte le
parti sociali e risulta quindi necessario, sulle questioni fondamentali della
politica economica, superare la dicotomia governo/opposizione: esistono supremi
interessi nazionali che vanno difesi dall’aggressione esterna, sia essa
americana, cinese o della speculazione internazionale. In una situazione come
questa, una situazione straordinaria con cause tutte esterne, diventano
secondarie le cause nazionali di divisione. Vanno quindi accantonate la
questione morale, anzitutto, ma anche l’evasione fiscale da un lato e l’oppressione
fiscale dall’altro, la mancanza di crescita nei redditi effettivi di settori estesi della popolazione e della produttivita del lavoro in generale, l’assistenzialismo
meridionale e l’illegalità che governa quella fetta di paese, lo sfasciarsi progressivo dell’apparato dello
stato, l’accelerarsi della decadenza del sistema scolastico ...
Questo copione ha
ovviamente vaste implicazioni che riguardano sia l’ordine pubblico, che il sistema
di valori dominante, che la distribuzione del reddito e del potere politico,
economico e mediatico all’interno del paese - sembrano essersene accorti
persino a Famiglia Cristiana, seppur nel loro stile predicatorio-buonista - ma
discutere questi aspetti ci porterebbe troppo lontano, ed è ancora troppo
presto per dire dove si finirà esattamente. L’asse portante, in ogni caso,
rimane quello economico come articolato nell’intervista in questione.
Il giornalista,
tale Mario Sensini, offre imbeccate servil-strumentali che permettono al signor
Ministro d’esibire la sua enorme sapienza. La quale non si fa desiderare:
linguaggio ampolloso, latinorum a go-go, metafore ardite, affermazoni epocali
sin dalla prima riga. L’intervista non si apre con una domanda ma con una sentenza: agosto, apparentemente, ha scalzato aprile ed è il più crudele dei
mesi, quello nel quale esplodono le crisi. Il nostro ci ricorda che quella dei
mutui si manifestò l’anno scorso di questi giorni ma si scorda di notare che
lui, a quel tempo, prediceva il 1929 e l’imminente fine del mondo, mentre un anno
dopo il mondo gode di decentissima salute. Fa niente.
La parte di
politica internazionale fa tristezza, ed anche la voglia di dire cose troppo cattive,
ma non è questo il punto. Il punto essendo che gli USA sono fuori gioco e sta
alla ritrovata Europa giocare la partita con la ritrovata Russia imperiale: il
quadro di riferimento è quello della seconda metà del XIX secolo.
Poi viene
l’associazione chiave del Tremonti-pensiero a quello di Ratzinger. Di nuovo, tralasciamo
la baggianata sui grandi passaggi epocali che la chiesa sa correttamente interpretare
(il pensiero rinascimentale e poi scientifico, la rivoluzione francese, quella
industriale, l’unità d’Italia, l’avvento dei fascismi europei ...)
accontentiamoci di questa falsità:
«L’aspetto
orrendo della speculazione è sul grano, sul mais, sugli alimenti. Anche sul
petrolio. Nel giro di sei mesi il prezzo è salito vertiginosamente e poi
precipitato. E’ la prova che dietro c’era la speculazione. Da un lato questa ha
divorato se stessa, causando recessione, dall’altro ha subito i colpi
dell’azione forte di molti governi».
Sì: dice proprio
così, ed il Sensini-Rigoletto non gli chiede di dare qualche esempio d’azione
“forte” dei “molti governi” ma continua chiedendogli di parlare della crisi
USA. Sì, di quella USA, non di quella italiana! GT racconta una balla grande
come una casa ed il Sensini non riesce nemmeno a chiedergli: scusi, signor
ministro, mi spiega come una variazione di un 20% nello spazio di sei mesi
possa causare una recessione che negli USA ancora non c’è e che invece c’è in
Italia, Germania e Francia dove, grazie all’apprezzamento dell’euro, il prezzo
del petrolio è cresciuto molto meno e la speculazione finanziario-mercatista
non s’è vista, come dice lei?
No, il nostro gli
chiede degli USA, e GT ne approfitta per spiegarci che sono oramai allo
sfascio, tutto per colpa della scienza economica triste fatta con le formule
matematiche. La prova: i giudici hanno ordinato a due banche fraudolente di
ricomprarsi i titoli piazzati con sporchi trucchi. In Italia, quando già governava
lui, le varie Cirio, Parmalat e il sistema bancario nel complesso (buoni
argentini) fregavano i piccoli risparmiatori con titoli di cacca senza che
nessuno ordinasse loro di ricomprarseli. Morale: le crisi epocali si evitano lasciando
che i banchieri nazionali truffino impuniti. Non scherzo: l’ingegneria
finanziaria sporca era una passione del GT prima maniera, nonostante le
prediche odierne.
Aggiunge poi, il
vostro ministro, che invece in Europa la situazione è più equilibrata. Strano,
oggi lo stesso giornale ci informa in prima pagina che l’area euro è già in
recessione ... Ah le statistiche: prodotti del diavolo matematico e triste. Ma
le perle vengono dopo: le pensioni italiane sono sicure e gli unici settori
dell’industria italiana dove le cose non vanno bene sono quelli delle
privatizzazioni sbagliate (esempi non dà, cosa intenda chi lo sa, ma di certo
le privatizzazioni gli sembrano una jattura), e l’unico punto debole (come lo
imbecca il Mario Rigoletto) sono i conti pubblici che GT ha messo in ordine con
la finanziaria anticipata. E dentro i conti pubblici che lui ha messo in
sicurezza trovano la medesima anche i risparmi delle famiglie. Cosa vuol dire?
Non lo so, ma il giornalista deve aver capito perché non chiede chiarimenti.
Qualcuno mi illumina? Mi illumino da solo: occorre far passare il messaggio che
i conti dello stato e quelli delle famiglie sono la stessa cosa, la corazza
dello stato paterno protegge (non dice “dentro” a caso) i risparmi delle
famiglie. Competitività, produttività, crescita, concorrenza non servono a
nulla, lo stato conta.
Poi viene tutta
una parte in cui GT maramaldeggia spiegando ai sinistri cio che
dovrebbero fare e non fanno. Cosa dovrebbero fare? Glielo suggerisce il
Rigoletto, e lui felice condivide
La commissione Attali in
Francia, il ruolo di Giuliano Amato nella consulta per Roma, dimostrano che c’è
terreno per coltivare esperienze bipartisan.
«Ed è la via
giusta. [...]».
Avevo notato anch'io l'intervista. Mi e' sembrata cosi' allucinante da farmi venir voglia di leggere il libretto di Tremonti che apparentemente tutti hanno letto questa primavera. Non so se l'hai visto. E' una cosa allucinante. Non e' leggibile (non e' vero che la gente lo ha letto; non puo' essere vero), e' barocco all'inverosimile, ed errato in ogni argomentazione di fondo. Adesso cerchero' ma non credo che abbia ricevuto recensioni oneste nella stampa (a parte Gianluca qui da noi , naturalmente).
Sulle recensioni, consiglio questo leggendario editoriale di Mieli.
Main highlight:
Manca solo...
Confesso di averlo letto. Me lo mandò un caro lettore del nostro blog e direttore di giornale, chiedendomene una recensione. Non ci son riuscito, sembra scritto da una combinazione convessa di Lacan e Vattimo, con spruzzate di Cacciari. È un libro-buffonata, che prova tra l'altro l'inanità culturale dell'autore: vuole fare il grande uomo politico di centro-destra e scrive con lo stesso stile, lo stesso vocabolario, la stessa superficialità e la stessa logica dei peggiori filosofucci postmoderni comunist-cretinoidi.
Se riesci a farne una recensione comprensibile sei bravo, perché non ha alcun senso. Idem per il precedente, Rischi fatali: avevamo appena iniziato a fare il blog quando lo lessi e credo di avere delle note da qualche parte. Un'altra cosa allucinante, senza capo né coda. Ma La paura e la speranza è peggio, pura impostura pseudo-intellettuale.