Siccome è rilevante per eliminare il sospetto d'un conflitto d'interessi dichiaro di essere - solo teoricamente, perché in pratica c'è il feasible set che è alquanto binding per uno sfigato morto di fame come me - un libertino.
Detto altrimenti, non ho alcuna simpatia per coloro che passano il tempo a spiegarci cosa dovremmo fare con il famoso "nostro corpo" o che vorrebbero legislare ciò che uno, due o trentadue adulti consenzienti dovrebbero considerare legittimo, naturale, liofilizzato, perverso, controverso o estroverso quando fanno sesso. Anzi, tanto per dirla tutta, penso che la condizione di "adulto", in questioni di sesso, fosse più appropriatamente compresa quando la si faceva precedere alla maggior "maggior età legale", quella in cui si vota e cose del genere. Ma tant'è ...
Nonostante questo, nella vicenda in questione, io sto con la prof e trovo la reazione della ragazzina e dei suoi genitori patetica e sintomatica di un mondo in cui trovo sempre meno interessante vivere. Idem per il fanciullismo da soap-opera (la magliettina comprata al mercatino ...) che ha ispirato l'autrice dell'articolo. A mio avviso, sulla base di quello che racconta la giornalista, la professoressa ha fatto il suo lavoro, degnamente.
Siccome che, che non si dice, è fine settimana e questo è un articolo di "costume", non mi dilungo. Osservo solo due cose:
1) Negli anni del liceo non si acquisiscono solo nozioni più o meno utili, ma anche stili di vita, autocoscienza, capacità critiche (ed autocritiche), volontà e capacità di osservare analiticamente il mondo e ciò che in esso succede, senso della responsabilità individuale per i propri atti. Se coloro che oggi attaccano la professoressa moraleggiante vogliono la scuola USA, asettica, PC e fondamentalmente non formativa, non sanno quel che fanno.
2) La professoressa può avere torto o ragione nella sostanza (nel caso di specie, non so decidermi ed oscillo fra libertinismo ideale ed un'avversione al velinismo puttanesco imperante) ma è formativo DIBATTERLA. Al liceo ho avuto svariati professori che si esibivano in plateali apologie del fascismo, del comunismo, della religione cattolica e del qualunquismo più sfacciato. Dibattendo ognuno di loro, senza tema di perdere (ovviamente "perdevo") e senza correre a casa a lamentarci con mamma e papà che il "Rossiello mi ha offeso" o "il Puppa ha detto che sono tonto", io ed i miei compagni di classe siamo diventati delle persone molto migliori e più capaci di vivere criticamente.
Michele volevo scrivere un commento scherzoso che dicesse che stai invecchiando ma mi hai preceduto quando hai chiuso l'articolo con "ai miei tempi era diverso". :-)
Secondo me i professori a scuola dovrebber limitarsi alla propria materia a meno di non possedere quel certo carisma che ispiri autorevolezza anche al di la' di cio' che sono pagati per fare. Non c'e' nulla di piu' patetico di un professore di liceo che gli alunni disistimano che cerca di farti la morale.
Sul valore intrinseco dello scontro verbale e il dibattimento non potrei che essere piu' d'accordo ma sono convinto che e' una di quelle cose che non si impara: o ci nasci con la faccia tosta o niente.
D'accordo che con la faccia tosta si nasce, però secondo me lo spirito critico si può e si deve insegnare. Anzi magari educando ad avere un punto di vista critico anche chi nasce senza la faccia tosta è possibile che in seguito sia motivato ad esprimere la propria opinione in modo deciso.