I giornali hanno infatti riportato la notizia di tre progetti di legge, presentati in Senato dalla corrente "laico-finiana" del partito al governo e relativi a questioni di diritto più volte dibattute, vale a dire la tutela delle coppie di fatto - anche omosessuali - e la velocizzazione dei divorzi.
I disegni di legge, che portano la firma della senatrice Maria Ida Germontani, per anni responsabile per le Pari opportunità in Alleanza nazionale e dei colleghi Salvo Fleres e Bruno Alicata, rappresentano un tentativo, tra le file della maggioranza, di riportare al centro del dibattito politico temi controversi che gli ultimi mesi hanno lasciato in disparte. Vediamo di cosa si tratta.
- La prima proposta riguarda la modifica dell'articolo 29 della Costituzione, che disciplina il matrimonio e che nel suo testo attuale, così dispone
«La Repubblica riconosce e tutela i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».
Secondo la proposta, all'articolo attuale si aggiungerebbe la specificazione «tra uomo e donna» ed un ulteriore comma per il quale «La Repubblica garantisce i diritti individuali scaturenti dai rapporti di coppia come stabiliti dalla legge». Questo sarebbe dunque il nuovo articolo 29 della Costituzione
La Repubblica riconosce e tutela i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna;
La Repubblica garantisce i diritti individuali scaturenti dai rapporti di coppia come stabiliti dalla legge
- La seconda proposta di riforma attiene alla pensione di reversibilità, che oggi compete al coniuge superstite e che, per testamento, potrebbe venire estesa anche al “convivente”, senza specificazione del fatto che questi sia o meno dello stesso sesso, purchè ricorrano determinate condizioni, ossia che la convivenza duri da almeno cinque anni, che vi siano meno di vent’anni di differenza fra i conviventi e che i due non risiedano all'estero da più di cinque anni.
- La terza proposta attiene alle separazioni ed ai divorzi e prevede che per le coppie senza figli minorenni l'intera procedura possa essere svolta non più in Tribunale, ma davanti ad un notaio.
Lo sforzo è stato salutato come un segnale che ""La destra dei diritti esiste" e che non ha paura di misurarsi con questioni che attengono alle libertà civili e di sfidare i tabù dei diritti omosessuali e dei conviventi. Lo sforzo laicista è encomiabile, anche se insufficiente e, comunque, pare che i proponenti siano stati da subito riportati nei ranghi. Le proposte, infatti, dovevano essere presentate in una conferenza stampa il 24 novembre, ma i tre onorevoli hanno disdetto la cosa perchè, come spiega una nota diffusa alle agenzie di stampa
'Abbiamo deciso dopo un incontro con il presidente Gasparri e con il vicepresidente vicario Quagliariello, di annullare la conferenza stampa prevista per oggi alle ore 12 in Senato sulla disciplina dei diritti individuali nelle coppie. Riteniamo infatti che la nostra proposta debba innanzitutto contribuire ad alimentare il dibattito interno al gruppo nella prospettiva di raggiungere una linea comune sui temi della centralita' della famiglia e dei diritti civili''.
I capi del partito, infatti, non hanno preso bene l'iniziativa e così ha bollato la cosa Gaetano Quagliarello in una intervista:
«E evidente che, per avere la possibilità di andare avanti, certe cose devono essere prima discusse all`interno dei gruppi politici che le propongono. Non è che un parlamentare può svegliarsi una mattina, sganciare una bomba atomica e pensare poi anche di poter essere preso in considerazione».
Insomma, per Quagliarello si tratterebbe addirittura di "bombe atomiche", a mio parere, invece, si tratta di proposte tutto sommato conservative e, nonostante l'apparenza, sostanzialmente timide.
Senza voler fare una analisi di quelli che sono solo disegni di legge e quindi poco più che progetti di massima, destinati sicuramente ad essere emendati - se mai approvati - a lasciare maggiormente dubbiosi è la prima delle tre riforme, vale a dire la modifica dell'art. 29 della Costituzione.
La specificazione, infatti, che il matrimonio è solo quello "tra uomo e donna", vuol dire portare, a livello di rango costituzionale, il divieto di matrimoni tra omosessuali, con ciò ponendo l'Italia in posizione nettamente conservatrice rispetto ad altri stati, come la Spagna, il Belgio, la Norvegia, il Canada o il Sud Africa e sbarrando definitivamente la strada al riconoscimento di tale diritto, quando invece, proprio invocando la Costituzione, se ne sta cercando la tutela.
Vero è che si tenta di far entrare dalla finestra ciò che si è cacciato dalla porta. La proposta di riforma dell'art. 29, infatti, prevede anche che la Repubblica debba garantire i diritti individuali scaturenti dal rapporto di coppia. Si tratta però di una terminologia ambigua e scarsamente tecnica, dato che, in primo luogo, è poco chiaro cosa e quali dovrebbero essere i "rapporti di coppia" e, poi, non si specifica che, qualsiasi cosa essi siano, tali sarebbero anche quelli tra omosessuali. In definitiva, si riproporrebbero nuovamente i dubbi in merito a tale tipo di unione, con l'aggravante che la modifica del primo comma dell'art. 29 avrebbe definitivamente bandito ogni possibilità di matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Delle altre due proposte, la seconda attiene alla pensione di reversibilità, che diventerebbe una sorta di bene ereditario che, a determinate condizioni, potrebbe essere lasciato anche al convivente. Ancora una volta, se è encomiabile lo sforzo, non pare adeguato il risultato. Si lasciano infatti troppi elementi nel vago - come per esempio la prova della convivenza da oltre i cinque anni - e ci si chiede se, piuttosto che limitarsi a tutelare un elemento tutto sommato marginale, come la pensione di reversibilità (con oneri oltretutto sui bilanci dell'INPS), non sarebbe stato il caso di pensare, se proprio ritenuta necessaria la disciplina delle convivenze extra-matrimoniali, ad un quadro più ampio di diritti e di doveri reciproci tra i conviventi, ammesso e non concesso, ovviamente, che tale disciplina sia utile o auspicabile. Della terza delle riforme proposte, ossia la semplificazione delle procedure di separazione, attraverso l'affidamento ai notai, se ne era parlato già su nFA e su questa proposta è il caso di sospendere il giudizio, perchè il diavolo si nasconde notoriamente nei dettagli e la materia è alquanto complessa.
Insomma, la destra (o almeno una parte di essa) ha provato a dire qualcosa di laico, lo ha fatto con voce timida che, per il momento è stata anche messa a tacere, vedremo, nei prossimi mesi, come evolverà la questione e se la voce guadagnerà in coraggio.
Sabino, non mi sembra che ci sia un progetto laico. Tutto procede molto alla rinfusa, il PDL non ha una linea condivisa sul tema dei diritti, ma sa bene che vuole tenersi buona la Chiesa:
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200911articoli/49768girata.asp
insomma poche idee ma confuse.