Ora, per acclamazione unanime del Senato degli Stati Uniti, lo stimolo di Obama contiene anche un credito fiscale per chi acquista una casa (fino a ieri lo conteneva solo per chi si compra un'automobile nuova: BS ed OB sono, da quel lato, pari e patta).
Funziona così: per case di valore minore o uguale a $150mila, l'acquirente riceve un credito fiscale pari al 10% del valore pagato per la casa. Per case di valore uguale o superiore a $150mila, l'acquirente riceve un credito fiscale pari a $15mila. Si applica solo alle case acquistate nello spazio di un anno dall'approvazione e solo se si tratta di prime case.
Secondo coloro che tale provvedimento hanno proposto e poi approvato servirà per bloccare la caduta dei prezzi delle case, anzi per ritornare a farli crescere. Così ci assicura il gustoso senatore repubblicano della Georgia, Johnny Isakson. Egli testimonia che un simile credito fiscale di $2mila, nel 1974-75, fece uscire il paese dalla recessione. Lui sa di cosa parla, sembra che al tempo facesse l'agente immobiliare.
Ora mi chiedo, cosa c'è di sbagliato in me? Perché, se dovessi comprarmi una casa, io ragionerei così.
Più di $X quella casa non ero disposto a pagarla, ma ora c'è un credito d'imposta uguale a min{X/10, 15000}. Se X≤150mila, ora son disposto a pagare 1.1X, se X>150mila, son disposto a pagare X+15000. Possibilmente un pelino di meno, non è mica giusto che tutti i soldi che lo stato è disposto a scontarmi sulle tasse finiscano in tasca dell'attuale proprietario, no?
Implicazione: i prezzi delle case cresceranno, al massimo massimo massimo, di 15mila dollari, e solo per il prossimo anno. Poi ritorneranno al valore che prevarrebbe in assenza di credito d'imposta (anzi magari un pelino più sotto, ché il credito al margine induce a comprare adesso gente che di suo avrebbe comprato fra un anno). I prezzi medi e mediani li trovate qui, mentre qua trovate informazioni su quanto siano scesi i prezzi nelle varie aree del paese. L'aumento massimo, quindi, è pari a circa il 5% del valore medio attuale ed al 6,5% di quello mediano. Questo valore, massimo lo è davvero, perché solo una piccola frazione delle case verrà acquisita durante l'anno prossimo come prima casa di residenza.
Infatti, i veri prezzi delle case rimarranno dove sono ora, solo che il governo invierà un assegno pari a max{X/10, 15000} a tutti coloro che riusciranno a vendere la loro casa al prezzo di X a qualcuno che l'acquisti come prima residenza. A cosa servirà tale assegno? Non riesco a capirlo. Se il problema è evitare default sui prestiti ipotecari, l'assegno in tasca ad uno che la casa l'ha appena venduta, quindi ha estinto il mutuo, non serve un piffero! Non è nemmeno ovvio che questa mossa faciliti la compravendita, rendendola più spedita. Il venditore avrà convenienza ad aspettare che il potenziale acquirente sia uno che sta cercando la casa di residenza, scartando quindi chi va in cerca di seconde case o vuole fare un investimento.
Quale magico moltiplicatore, dunque, produrrà il miracolo di stabilizzare il mercato e far recuperare terreno ai valori immobiliari generando la nuova fase espansiva?
Il senatore che ha spinto questa misura è repubblicano, quello che l'altro ieri aveva spinto una misura simile per gli acquisti di auto, è democratico: la madre degli idioti, come suggeriva oggi qualcuno in un commento, è sempre incinta ed il Senato USA dev'essere un posto dove la signora in questione viene spesso chiamata "Mamma".
tutto questo presuppone che gli acquirenti siano persone perfettamente consapevoli, come in teoria dei giochi. Dubiterei di ciò.
.mau. mi ha tolto le parole di bocca. In un mondo dove gli operatori di borsa (che, in astratta teoria, dovrebbero sapere ciò che fanno) corrono a comprare o vendere a seconda dei gossip sullo stato di salute di Steve Jobs o sulle prevedibilissime affermazioni di questo o quel CEO di una grossa ditta, non mi stupirei di vedere che un piccolo inentivo possa scatenare grosse reazioni. Alla fin fine l'economia è un sistema fortemente non-lineare no?