La tesi dominante è che l'individuo, nella sua complessità,
sia imprevedibile ma che i gruppi umani seguano invece strutture, riconoscibili e
studiabili con la matematica e le leggi della fisica. In questo modo
diventano comprensibili fatti che altrimenti resterebbero inspiegabili e ci
si avvicina a modelli che sono in grado di fare alcune previsioni sul comportamento di aggregati grandi di individui.
La teoria di una "fisica sociale" mi pare un'evoluzione indipendente della teoria dei giochi e come tale appare fruttifera di ricadute positive in tanti settori, anche se l'economia è quello più indagato nel libro.
Francesco Forti
Lugano