L'eclettismo della Banca d'Italia: vigilanza e avanspettacolo

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Recentemente la Banca d'Italia ha indetto la gara d'asta per la vendita del Salone Margherita, un teatro sito a due passi da Piazza di Spagna. Perche' nessun giornalista e' andato in Banca a chiedere cosa ci facessero, con un teatro?

L'agenzia Ansa e' stata tra le poche fonti che hanno riportato la decisione della Banca d'Italia di disfarsi del Salone Margherita. Secondo quanto riportato dall'agenzia, la Banca e' giunta alla determinazione che il locale rientra tra gli immobili di proprieta' per i quali e' venuta meno l'esigenza di utilizzo per attivita' istituzionale. Dato che negli ultimi anni il Salone e' stato affittato alla Compagnia del Bagaglino, devo dedurre che il sostegno dell'avanspettacolo e' risultato essere, per molti anni, uno dei compiti istituzionali della Banca. E' proprio vero che non si finisce mai di imparare!


Ieri uno dei telegiornali RAI, non ricordo quale, ha intervistato alcuni attori della Compagnia, che ovviamente lapidavano la Banca per la mancanza di sensibilita' culturale. Il giornalista, evidentemente in vena di piaggerie, ha poi ricordato che fino ad oggi la Banca ci ha guadagnato tanto, dall'affitto del teatro al Bagaglino, il canone risultando essere la fantasmagorica cifra di 10mila Euro al mese. Ipotizzando che in futuro il canone sarebbe cresciuto al tasso d'inflazione, il valore capitalizzato dell'affitto, assumendo un modesto costo-opportunita' del 3% annuo, e' di 4 milioni di Euro. Visto che la Banca, come proprietario, avrebbe dovuto investire nel mantenimento dell'immobile, 4 milioni e' un generoso upper bound del valore atteso dei profitti che la Banca stessa avrebbe realizzato continuando ad affittare il teatro al Bagaglino. Beh, la base d'asta per la vendita dell'immobile e' stata fissata in 15 milioni di Euro. Ne consegue che il sussidio della Banca d'Italia versava al Bagaglino era maggiore di 330 mila Euro l'anno. E' ovvio che questi due conti non sono necessari per concludere che un affitto di 10mila Euro per un teatro in via Due Macelli e' un autentico regalo. Basta avere un'idea degli affitti a Roma.


Concludo con tre quesiti. 1) Perche' in Italia nessuno sembra meravigliato dal fatto che la Banca e' proprietaria di un teatro? 2) Quanti altri immobili di proprieta' di Stato o para-Stato sono concessi in affitto a individui ed enti 'amici', a canoni ridicoli? 3) Come si fa ad avere la faccia tosta di aumentare le tasse, senza prima arginare lo spreco immane di risorse di cui lo Stato e' protagonista?


 

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Commenti

Ci sono 2 commenti

... son certo che vi e' la sua saggia e discreta mano in questa dismissione.

Fosse rimasto quell'altro (l'ex studente di Albert Ando che credo avesse avuto qualche problema con i prelims ad MIT) l'avanspettacolo sarebbe continuato, ed il teatro sarebbe quindi risultato funzionale alle attivita' della Banca ... se non a quelle "istituzionali" a quelle "de facto".

Grazie Mario, dunque. Attendiamo fiduciosi la progressiva decimazione del personale Banca d'Italia. 

 

 

 

... perche' non e' possibile. Al peggio non c'e' limite, ma io a questo non voglio crederci. Il teatro della BdItalia... No, perche' se ci credessi, dovrei cominciare a immaginare di cosa e' proprietaria, chesso', la societa' FFSS, o le Poste, o il Ministero della Difesa... o ALITALIA. O di cosa diventera' proprietaria la societa' Stretto di Messina spa, ora che le e' stato dato il compito di " svolgere all’estero,

quale impresa di diritto comune ed anche attraverso società

partecipate, attività di individuazione, progettazione, promozione,

realizzazione e gestione di infrastrutture trasportistiche e di opere

connesse"...