Una legge "inutile, demagogica e ipocrita" per il rientro dei talenti

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Su iniziativa bipartisan è passata al Senato la cosidetta ''legge sul rientro dei talenti''. Primi firmatari Enrico Letta e Maurizio Lupi, inedito dinamico duo della politica italiana. I dettagli esatti della legge non siamo riusciti a trovarli: probabile non siano ancora definiti, dato che a quanto pare occorre attendere un decreto attuativo.

[UPDATE (26 dicembre). Grazie ai validi lettori abbiamo ora il testo della legge. ]

Comunque, stando a quanto ci racconta Repubblica la legge prevede ''fino a 25 mila euro di credito di imposta l'anno per un massimo di tre, per i talenti comunitari, con almeno due anni di residenza in Italia, non solo ricercatori, che vogliano tornare a lavorare nella Penisola.'' La versione di Beppe Severgnini sul Corriere è un po' diversa; la legge interessa ''chi è nato dopo il 1° gennaio 1969, possiede una laurea, ha lavorato negli ultimi due anni all'estero e decide di rientrare in Italia godrà di un forte incentivo fiscale: i maschi verranno tassati sul 30% del reddito, le femmine sul 20%'', mentre non menziona il tetto dei 25 mila euro. Sempre Severgnini ci informa che solo Futuro e Libertà ha votato contro la legge ''trascinata da un tonitruante Mario Baldassarri («un provvedimento inutile, demagogico e ipocrita!»)''. Qualche informazione in più si trova sul sito di controesodo, l'associazione formata da alcuni parlamentari e che ha promosso la legge. Lì non si parla dei 25mila ma di una ''riduzione dell'imponibile'' secondo le percentuali descritte da Severgnini.

Con tutte le cautele del caso, dato che la legge non l'abbiamo letta, vorremmo spiegare perché pensiamo che Baldassarri abbia ragione al 100% e tutti gli altri torto [UPDATE Continuiamo a pensarlo anche dopo aver letto la legge].

Il provvedimento è inutile. Aggiungiamo, e argomenteremo,  che nostro avviso il provvedimento è anche dannoso. Il provvedimento è inutile perché convincerà pochissima gente a tornare. Provate a fare due conti. Immaginate di essere emigrato all'estero e che siate in una condizione tale che, in assenza della legge, non tornereste. Ci sono tante ragioni per stare (o non stare) all'estero: ambiente di lavoro, salario, condizioni familiari etc. Proviamo a monetizzare tutto questo dicendo che per il nostro simpatico emigrato stare all'estero vale Y euro l'anno in più che stare in Italia. In altre parole, per convincerlo a tornare in Italia il reddito annuale che riuscirebbe a percepire in tale paese dovrebbe crescere almeno di Y.

Qual è il valore di Y per cui l'emigrato sceglie di non tornare? Supponiamo per semplicità che il nostro emigrato abbia 35 anni, che pensi di lavorare fino a 65 e che il tasso a cui scontiamo i flussi futuri di reddito sia il 4%. In tal caso il valore attuale di un flusso annuale Y per trent'anni è circa (17,3)x(Y). Assumiamo che, ritornando in Italia, il vantaggio addizionale indotto dalla legge in questione sia di 25.000 euro all'anno, per tre anni. Il valore di un flusso di 25.000 euro per tre anni, sempre scontando al 4%, è di 69.377. Quindi l'emigrato tornerà solo se Y è minore di 4010 (ossia 69.377 diviso 17,3).

In altre parole, torneranno solo quelli per cui il valore annuale di stare all'estero anziché in Italia è di circa 4.000 euro. Si tratta di una cifra estremamente bassa (si ricordi che la legge è rivolta unicamente a laureati). Abbiamo fatto l'ipotesi che l'emigrante di ritorno sia in grado di usufruire di 25.000 euro di sconto fiscale. Se in realtà lo sconto si applica come abbattimento dell'imponibile questa cifra si applica solo a chi ha redditi sufficientemente elevati (per chi ha redditi moto elevati può essere di più, a meno che non ci sia un tetto; aspettiamo di leggere la legge per i dettagli). La cosa più importante però è la certezza dello sconto; per altri sussidi mascherati da riduzioni fiscali il modus operandi dello Stato italiano è stato quello di ''limitare i danni'' fissando ex ante l'ammontare totale della spesa (i recenti ''incentivi'' su motorini e motori fuoribordo hanno per esempio seguito questa logica). Quando la legge venne approvata alla Camera lo scorso febbraio, il Sole 24 ore scrisse

 

Il limite massimo di spesa per i bonus fiscali in questione è fissato in 100 milioni per il 2009 e 150 milioni, a decorrere dal 2010. È previsto, anche, un co-finanziamento regionale.

 

Quindi, molto probabilmente, gli aspiranti emigranti di ritorno si troveranno a decidere se tornare o meno senza la certezza di poter usufruire degli incentivi (tra parentesi: spero che il riferimento ai fondi per il 2009 sia un errore di stampa del Sole 24 Ore; se gli sgravi li danno retroattivamente a chi è già tornato è ovvio che non servono a nulla per incentivare a tornare). Aggiungiamo gli inevitabili costi di spostamento e adattamento che si pagano ogni volta che ci si sposta, e che sono tipicamente più alti quando ci si sposta tra paesi diversi, e si arriva facilmente alla  conclusione che di queste agevolazioni godranno unicamente quelli che avevano deciso di tornare in Italia comunque.

Avevamo detto che in realtà il provvedimento è più che inutile, è dannoso. Per capire perché si parta dal seguente pezzo estratto dall'articolo di Severgnini.

 

In quanto alla copertura finanziaria - hanno ricordato Alessia Mosca e Guglielmo Vaccaro, due tra i parlamentari che più si sono battuti per questa legge - «la questione non esiste: se questi italiani non rientrassero, il fisco non avrebbe nulla. Il rientro porta comunque un gettito extra. Senza contare che rientrerebbero talenti, capaci di muovere l'economia».

 

Allora, cari onorevoli: vi è mai venuto in mente che comunque c'è sempre gente che viene e gente che va? Anche se il nostro saldo migratorio per i laureati è negativo, un po' di persone che, per svariate ragioni, decidono di tornare in Italia ci sono sempre. Su questi signori i soldi il fisco li perderà, eccome, grazie alle vostre agevolazioni. Siccome quelli che verranno convinti a tornare specificamente in conseguenza della legge saranno pochissimi, il beneficio netto per l'economia sarà nullo. Quindi si sarà introdotta l'ennesima bizzarra distorsione nel sistema fiscale (perché il laureato che è sempre rimasto in Italia deve pagare di più del laureato che è stato due anni all'estero? Perché il non-laureato che ritorna deve pagare di più del laureato che ritorna? Perché chi è nato nel dicembre 1968 deve pagare di più di chi è nato nel gennaio 1969?). Per non farsi mancar nulla, la distorsione andrà a vantaggio in modo abbastanza casuale di un gruppo di persone il cui reddito è tipicamente ben più alto della media.

Il provvedimento è demagogico. E' il tipico provvedimento che serve solo a ingraziarsi le masse grazie a qualche titolo ad effetto. Hey, chi è contro il rientro dei cervelli? I nostri politici hanno fatto credere che, in perfetta armonia bipartisan-natalizia, si siano messi d'accordo e, per ''il bene del paese'' e dei poveri emigrati a cui manca tanto il ragù come lo fa la mamma, hanno fatto una legge che senza costo alcuno fa ritornare i dispersi figliol prodighi. Peccato che la legge non sia senza costo e che i figliol prodighi non torneranno. Siamo troppo cattivi? Forse, però il pezzo di Repubblica conclude così:

 

Altre iniziative simile al ddl approvato oggi, in passato hanno sortito infatti risultati modesti.  L'Italia riesce ad attrarre solo il 2% della mobilità internazionale di studenti. I provvedimenti promossi dall'ex ministro Moratti, prima nel 2001 e poi nel 2004, hanno riportato, e molti solo per qualche anno, appena 500 ricercatori.

 

Alla luce dei calcoli fatto al punto precedente la cosa non stupisce affatto. Molto semplicemente, riduzioni anche consistenti delle tasse che però sono solo temporanee è molto difficile che annullino il vantaggio permamente dello stare all'estero, per quelli che hanno deciso di emigrare. Si attribuisce ad Einstein l'affermazione secondo cui ''la definizione di stupidità è continuare a fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi''. Ci pare calzi perfettamente.

Il provvedimento è ipocrita. I difensori del provvedimento dicono cose come: «Certo, è una legge parziale. Basta, però, aspettare la palingenesi che non arriva. Questo è un contributo per aumentare l'attrattività dell'Italia» (Tiziano Treu, PD); «Questo è un primo passo confortante e una dimostrazione di responsabilità da parte di tutto il Parlamento. La classe dirigente non può più permettersi di alzare le spalle rispetto alla dissipazione delle sue migliori energie» (Enrico Letta, PD). In altre parole, il provvedimento magari non è quantitativamente molto importante ma almeno va nella direzione giusta.

No, signori onorevoli, non va nella direzione giusta. Lo sapete che non è con le mancette, con gli sgravi fiscali mirati e ridotti nel tempo che potete sperare di invertire la tendenza alla fuga dall'Italia per le persone di talento. Non fate finta. Questo è un provvedimento che va nella direzione esattamente contraria a quella necessaria. Complica ulteriormente il sistema fiscale e introduce prebende sponsorizzate dai politici che verranno allocate in modo più o meno casuale. Se volete veramente fare un primo passo per richiamare i talenti lasciate perdere le leggine di sgravio fiscale ad hoc fatte per pochi intimi e iniziate da subito a semplificare il sistema fiscale e a ridurre le tasse sul serio e per tutti. Lo sappiamo che è difficile, perché significa ridurre anche le spese. Ma questa è proprio la differenza tra un provvedimento serio e utile e un provvedimento stomachevolmente inutile, dannoso e ipocrita.

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Commenti

Ci sono 56 commenti

Perdonami Sandro, perdonatemi tutti ma non capisco da dove esce il 17,3.

Scrive Sandro:

 

35 anni, che pensi di lavorare fino a 65 e che il tasso a cui scontiamo i flussi futuri di reddito sia il 4%. In tal caso il valore attuale di un flusso annuale Y per trent'anni è circa (17,3)x(Y).

 

Sommatoria per i che va da zero (o uno, non ho controllato il dettaglio) a 30 di (1/1.04)^i (il simbolo "^" denota esponente). Dovrebbe dare 17,3.

È una maniera per calcolare il valore presente scontato del flusso di reddito che questo signore si aspetta di ricevere dall'età di 35 a quella di 65, ossia durante i 30 (31?) di lavoro che gli rimangono.

 

http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/35470_testi.htm

Il testo approvato al senato dovrebbe essere questo.

Grazie! Ho trovato anche il testo che venne approvato alla Camera a febbraio e ho capito da dove è sorta la confusione del giornalista di Repubblica. Il bonus di 25.000 era presente nel testo della Camera. Il giornalista non si è accorto che il testo approvato al Senato era diverso!

C'è una cosa che a questo punto non son ben sicuro di capire. Quando si acquisiscono i diritti a queste detrazioni? L'art. 1, Capo I, punto 2 afferma

 

I benefıci fiscali di cui alla presente legge spettano dalla data di entrata in vigore della medesima legge fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013. Hanno diritto ai predetti benefıci i cittadini dell’Unione europea che, alla data del 20 gennaio 2009, siano in possesso dei requisiti di cui all’articolo 2.

 

Mi sbaglio o questo implica detrazioni retroattive, che ovviamente non danno alcun incentivo al ritorno?

Una domanda ai lettori. Sono l'unico a trovare irresistibilmente comica la promessa di una casa popolare per almeno due anni di cui all'art. 5 del capo III?

 

«Certo, è una legge parziale. Basta, però..................

Questo della parzialità ovvero del meglio possibile è il nuovo mantra da utilizzare per provare a dare lustro ad una normativa. Anche per la Riforma Gelmini il metodo è analogo.

 

Avevamo detto che in realtà il provvedimento è più che inutile, è dannoso. Per capire perché si parta dal seguente pezzo estratto dall'articolo di Severgnini.

 

In quanto alla copertura finanziaria - hanno ricordato Alessia Mosca e Guglielmo Vaccaro, due tra i parlamentari che più si sono battuti per questa legge - «la questione non esiste: se questi italiani non rientrassero, il fisco non avrebbe nulla. Il rientro porta comunque un gettito extra. Senza contare che rientrerebbero talenti, capaci di muovere l'economia».

 

Si conferma che l'Italia ha molti parlamentari che non hanno una sufficiente alfabetizzazione logica e scientifica, e nemmeno la capacita' di reclutare, stipendiare e farsi spiegare da qualche alfabetizzato, possibilmente non parente e amico, che abbia un decente livello di conoscenza logico-scientifica...

 

Per quello che vale, sono totalmente d'accordo. Che pena. Viene voglia di votare Lega, e distruggere questo paese il più presto possibile.

Severgnini cita dati OCSE per sostenere che i laureati italiani all'estero sono tre volte i laureati inglesi all'estero. Mi sembrano dati incredibili. C'è qualcuno che può confermarli? Il problema per l'Italia nn è quello dei laureati che cercano e trovano lavoro all'estero (che sarebbe un ottimo segno per i laureati italiani) ma piuttosto è l'incpacità di attirare laureati stranieri, anche perché la burocrazia italiana, per i laureati, ha fatto proprio il mormorio del Piave: "non passa lo straniero". Non si contano le difficoltà nel riconoscimento dei titoli accademici stranieri, nel superamento del requisito di cittadinanza, ec. ecc. ecc.

 

Severgnini cita dati OCSE per sostenere che i laureati italiani all'estero sono tre volte i laureati inglesi all'estero. Mi sembrano dati incredibili. C'è qualcuno che può confermarli? Il problema per l'Italia nn è quello dei laureati che cercano e trovano lavoro all'estero (che sarebbe un ottimo segno per i laureati italiani) ma piuttosto è l'incpacità di attirare laureati stranieri, anche perché la burocrazia italiana, per i laureati, ha fatto proprio il mormorio del Piave: "non passa lo straniero".

 

Anche a me la situazione torna come da te descritta, se ho tempo approfondisco. Pero' credo che la situazione che descrivi valga per l'ambiente accademico e per chi ha titoli oltre la laurea, mentre e' possibile che i dati sui laureati siano anche quelli riassunti da Severgnini, bisognerebbe controllare.

I dati non li ho sotto mano e ricordo di averli cercati senza successo su web.  La materia e' stata approfondita nel convegno "brain drain, brain gain" organizzato da T.Boeri per la fondazione De Benedetti a Pisa nel 2009 se ricordo bene. Per quanto ricordo i numeri concordavano col tuo quadro, almeno per chi aveva il dottorato di ricerca, ma non ricordo se c'erano dati anche sui semplici laureati.

Concordo. Di brain drain, praticamente assente, non ne parla nessuno. E' rivelatore della superficialità della discussione su questi temi, e coerente con la demagogia di cui si parla.

I dati usati da Severgnini sono presi di peso dalla relazione illustrativa della proposta di legge presentata lo scorso febbraio alla Camera. La trovi qui. Ci sono anche le referenze esatte agli studi OCSE, che peraltro risultano essere riferiti agli anni '90. Non so se ci sono studi più recenti.

Che bello trovare questo post così in linea con la mia inca... di ieri. Qui trovate il testo della legge come è stata presentata al Senato bit.ly/i1DqS6. Si offre, udite udite, uno sconto fiscale (20% per le donne, 30% per gli uomini - il provvedimento è anche incostituzionale per inciso) per tre anni, 2011 - 2013. Più (forse) una casa IACP per 24 mesi. A proposito, questo vale solo DOPO l'emanazione dei decreti attuativi ...

Quale è il ‘cervello in fuga’ che lascerebbe una brillante carriera estera per paracadutarsi in un ambiente (accademico o industriale) che lo osteggerà in tutti i modi, con una remunerazione certamente inferiore a quella che potrebbe avere (attuale o futura), difficoltà burocratiche di ogni sorta e quindi prospettive reali molto inferiori, in cambio di un incentivo fiscale a breve termine (il 2013 è domani pomeriggio) che serve semmai a bilanciare il carico fiscale aggiuntivo ???

Ennesima legge inutile che serve a farsi belli e riempirsi la bocca. Cominciando da quel genio di Enrico Letta, primo firmatario. Perfettamente d’accordo con Baldassarri e FLI che al Senato hanno votato contro.

Probabilmente sperano che mare e montagna completino l'attrattiva. Non sapevi che l'Italia è il più bel paese del mondo? ;)

Mater and Back è la versione Sarda della polpetta con ripieno di ipocrisia, che avrà anche i suoi lati positivi, ma diventa ridicola in un contesto di totale mancanza di strategia economica di sviluppo della Sardegna e di futura morte di Unica a causa del suo vecchio boiardo (rettore per  quasi venti anni), che approvava un accordo sindacale che equiparava il numero di dipendenti amministrativi al numero di dipendenti del corpo docente.

MASTER and BACK:

Master and Back è uno strumento che permette di aumentare le competenze dei giovani laureati sardi, accrescendone il potenziale professionale e occupazionale.
Il programma dà valore al percorso di studi compiuto e ne sostiene il perfezionamento presso università di eccellenza operanti al di fuori del territorio regionale. La Regione Sardegna intende premiare gli studenti sardi che, attraverso un percorso di alta formazione qualificato, scelgono di rendere eccellente un ottimo curriculum per poi mettere a disposizione del territorio sardo le competenze e le professionalità acquisite. Tutte le informazioni contenute nel presente sito sono riportate a titolo informativo. I requisiti, le modalità e i criteri utilizzati per il finanziamento dei percorsi sono contenuti negli Avvisi pubblici di riferimento.

Mi chiedo se Sevregnini adesso tra una pizzata e l'altra con i suoi italiens avrà il tempo di:

a) riconoscere che ha commentato senza avere ben capito/compreso che cosa rappresentava davvero la misura adottata;

b) riportare nel suo blog il link a questa discussione;

c) intervenire qui per chiedere chiarimenti.

Ma ovviamente figurarsi se questi tuttologi....

 

 

 

Sono una banda di delinquenti specializzati nella presa per il culo del popolo.

La legislazione di questo tipo lo prova.

Siccome escludo che, messi assieme, Letta e Lupi siano così deficienti da pensare che una tale buffonata abbia il men che minimo effetto su gente seria (non perché i due siano particolarmente intelligenti ma perché, come il dibattito qui prova, ci arriva anche un subnormale a capire che questa cosa è una pagliacciata) non rimane che l'altra soluzione.

Questi giocano intenzionalmente a prendere per i fondelli i loro elettori, militanti, seguaci. Disgustoso.

Scusate, ma dopo 10 giorni d'Italia (sono arrivato il 14 sera, ma sono scappato per due giorni a Madrid :-)) ne ho un tale disgusto che mi sa che nemmeno le piste delle dolomiti riusciranno a compensare in futuro.

 

Questi giocano intenzionalmente a prendere per i fondelli i loro elettori, militanti, seguaci.

 

ma a che pro? in analoghe leggine incentivanti (fuoribordo, cucine, biciclette anche da corsa...tacchi,dadi e datteri, insomma) la manina delle lobbies era evidente e le cronache delle complicazioni penali ci allieteranno per lunghi anni a venire. ma non c'è una lobby degli espatriati, non hanno certo peso economico o elettorale.

io non escluderei affatto la coglionaggine semplice: fare danno per arricchire il curriculum personale di legislatori. per affermare di esistere, bipartisan.

 

 

 

ci arriva anche un subnormale a capire che questa cosa è una pagliacciata

 

E io che mi credevo di esser furbo con i miei conti del valore attuale netto :-).

Però, ecco, Severgnini non mi pare ci sia arrivato...

 

mi sa che nemmeno le piste delle dolomiti riusciranno a compensare in futuro.

 

Adesso non esagerare.... e poi ci si può sempre unire a quei finti tirolesi, ma autentici terroni, che propugnano l'indipendenza...

permalinkato sul mio profilo facebook :) (edit: non so usare questo coso, in realtà su fb ho linkato il primo commento di Michele Boldrin).

 

Due osservazioni:

  1. in valore assoluto questa legge è propaganda ma non credo "dannosa" nel senso stretto del termine (riduce il benessere?). probabilmente in valore relativo (e sempre da un punto di vista di impatto sul benessere sociale) è una delle migliori leggi dell'anno (in effetti è sconfortante).
  2. sandro parla di effetti ridotti e io mi fido, ma come facciamo a sapere quanti italiani all'estero si trovano "al margine" (ovvero tornerebbero grazie a questo sgravo fiscale)? in fondo non sappiamo qual è il valore soggettivo di mangiare la lasagna di mamma tutti i weekend, quindi magari la mancetta potrebbe far effettivamente tornare un numero non trascurabile di emigrati.

 

No, ciò che dice Sandro mi pare differente: non è che gli effetti siano ridotti, è che a tornare - e sfruttare i modesti incentivi, tanto più irrilevanti quanto più alta è la professionalità individuale - saranno sostanzialmente coloro che già lo farebbero.

Il risultato, dunque, non è solo l'inefficacia del provvedimento, ma pure un costo per la collettività: costoro non pagheranno imposte che avrebbero pagato, tornando senza godere delle nuove agevolazioni.

Se anche qualche laureato in più si facesse tentare - e non entro nel merito della qualità intellettuale, la laurea in sé vuol dire molto poco - il bilancio sarebbe in perdita. Almeno se, come mi sembra qui siamo (quasi) tutti convinti, queste decisioni aggiuntive fossero molto poche, semplicemente per la scarsa convenienza che le banali operazioni aritmetiche riportate dimostrano.

La proposta di legge ha avuto un iter abbastanza complicato. O forse è l'iter di tutte le leggi.

Anyway: la time line è la seguente

- a febbraio la proposta ha cominciato l'iter alla Camera (è di questo che parla l'articolo del Sole linkato, non del testo apporvato).

- alla Camera la legge è stata approvata a maggio.

- al Senato, testo approvato a dicembre.

Nella sua prima versione (quella di cui parla il Sole, quindi), ho avuto modo di commentarla in Commissione finanze, sollevando dubbi del tutto simili a quelli esposti qui sopra (in questo link, si trova il testo della versione approvata alla Camera - che quindi NON è il testo che ho commentato io, nè ovviamente quello di cui parla il Sole: però si possono leggere i commenti miei e di altri alla proposta, se interessa...).

La cosa curiosa è che nel primo testo:

- gli incentivi fiscali avevano forma di deduzione di un tot dalla base imponibile, se non ricordo male: in pratica, veniva estesa la no tax area a un livello di reddito pari a 24/25.000 euro (vado a memoria, ma il Sole sembra confermare); il che non mi sembrava poi così poco: ma nessuno sapeva, e forse ancora sa, quanti individui "mordesse" questo incentivo

- erano previsti incentivi doppi a chi fosse tornato (lavoratore dipendente o imprenditore) in una regione del sud. Il presidente della Commissione (D'Antoni) nella controdiscussione disse chiaramente (o almeno così mi era parso di capire) che la legge doveva servire a fermare l'impoverimento del sud;

- non ricordo alcun riferimento al titolo di studio nella proposta di legge!

Inoltre: la legge si riferisce a tutti i cittadini comunitari perchè se fosse rivolta solo quelli italiani sarebbe impugnata dall'UE (così me lo hanno spiegato in Commissione, almeno).

Per i più curiosi, dovrei anche avere il testo della proposta d qualche parte. Ma mi pare che l'articolo del Sole la racconti abbastanza fedelmente.

 

 

Questa legge indica solamente un fatto noto: la classe politica italiana è fuori dalla realtà. Se un "cervello" è emigrato, ha acquisito lo stato di migrante perchè alla ricerca di un futuro, di una opportunità tecnica o scientifica. Ma è mai possibile che ritorni in Italia: un paese sporco, inquinato, con una qualità di vita molto bassa rispetto a tanti paesi; un paese  dove l'università o i centri di ricerca privati danno pochissime possibilità di compiere il proprio lavoro ed avere un futuro professionale soddisfacente.Quindi la leggina ha solo lo scopo di fare un pò di demagogia.

Non so se e' gia' stato detto, ma nell'ambito piu' ristretto della ricerca esistono gia' delle agevolazioni fiscali per favorire la mobilita' sovranazionale.

Quando sono arrivato in Francia, ad esempio, ho usufruito per i primi due anni di un accordo bilaterale italo-francese che ha detassato il mio salario. Visto che dall'imposizione francese sono esclusi i contributi sanitari, quelli pensionistici, l'assicurazione disoccupazione e quanto altro ancora, le imposte sul reddito vere e proprie incidono in maniera limitata sul salario. Pero' il risparmio fiscale mi ha comunque permesso di meglio assorbire alcune spese connesse alla mobilita.

Inoltre, in Italia esiste gia' una normativa che detassa gli stipendi di chi, proveniendo da paesi UE (per ovvi motivi la norma non puo' essere ristretta ai soli italiani), si trasferisce in Italia per motivi di ricerca presso un ente pubblico. Si tratta delle norme citate all'articolo 3.3 della legge Letta-Lupi, che riducono al 10% l'imponibile tassato per i primi tre anni. Se non mi sbaglio, senza limiti d'eta' e senza le demenziali cause di decadenza di cui all'articolo 6 della Letta-Lupi.

Senza dubbio non e' una norma che possa attirare ricercatori affermati (e confermati) in prestigiose universita' straniere. Tuttavia contribuisce a rendere concorrenziali sul mercato europeo alcune posizioni temporanee italiane, che altrimenti risulterebbero drammaticamente sottopagate. Senza queste agevolazioni fiscali, dubito che sarebbe possibile attirare post doc di qualita' (italiani e non) dal resto dell'Europa verso l'Italia.

Purtroppo la situazione e' ulteriormente ingarbugliata dal fatto che la forma piu' bassa del precariato universitario italiano, l'assegno di ricerca, e' detassato per legge. In pratica si tratta di una cifra ridicolmente bassa (intorno ai 16.000 euro/anno) che non e' soggetta ad IRPEF ma solo alla contribuzione INPS in gestione separata. Quindi, di fatto, gli assegni di ricerca non possono beneficiare degli sgravi fiscali come invece i posti di ricercatore a tempo determinato.