Alcuni lettori ricorderanno che, nell'analisi dei dati, si era rilevato che le categorie usate per suddividere i contribuenti apparivano non essere una partizione esatta dell'universo dei contribuenti. La somma dei contribuenti appartenenti alle diverse categorie era inferiore al totale, il qual fatto suggeriva che solo un sottoinsieme dei contribuenti era stato assegnato a delle categorie. Inoltre, la somma dei contribuenti con un reddito superiore agli 80.000 euro appartenti alle diverse categorie era superiore al totale dei contribuenti con reddito superiore agli 80.000 euro, suggerendo che alcuni contribuenti appartenevano a più di una categoria. Il dibattito sviluppatosi in seguito al post, grazie agli interventi di Francesco Lovecchio e Corrado Tizzoni in particolare, aveva aiutato a chiarire un po' le cose.
La lettera della Signora Lapecorella conferma quanto emerso nel dibattito. In essa inoltre si afferma:
A seguito della lettura del dibattito sul vostro sito, per favorire un corretto utilizzo dei dati delle dichiarazioni dei redditi, il Dipartimento delle Finanze nei prossimi giorni renderà ancora più chiara la descrizione delle tipologie di contribuenti già presente sul sito del Dipartimento.
Non è stato, però, riscontrato alcun tipo di incoerenza tra i dati.
Ci fa piacere che il Ministero si preoccupi di rendere meglio comprensibili le statistiche che pubblica dando così il buon esempio ad altri comparti della Pubblica Amministrazione; ci fa, ovviamente, eguale piacere che la discussione sul nostro sito possa stimolare una migliore presentazione dei dati. A riprova che vale la pena non solo ragionare seriamente sulle cose, ma anche contribuire con serieta' alla discussione, come Lovecchio e Tizzoni hanno fatto in quell'occasione. Verificheremo, e invitiamo i lettori a verificare, nei prossimi giorni i cambiamenti effettuati.
Cogliamo l'occasione per ringraziare Fabrizia Lapecorella sia per la sua attenzione al merito della questione che per la cortese comunicazione dei chiarimenti.
In un raro momento libero, ho approfittato di una mia script per OCR su Linux e ho convertito la lettera del ministero in testo e la includo nel seguito, completa di link.
Alla Redazione di noiseFromAmerika
OGGETTO: post del Prof. Sandro Brusco del 16 aprile 2009
Gentile redazione di “noiseFromAmerika",
in relazione al post del Prof. Sandro Brusco del 16 Aprile 2009 dal titolo "Chi sono i ricchi che pagherebbero la Bossi—tax?", invio una nota sulle statistiche delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche, predisposta dalla Direzione studi e ricerche economico-fiscali di questo Dipartimento delle Finanze.
Fabrizia Lapecorella
Nota sulle statistiche relative alle persone fisiche
Gentile redazione di "noiseFromAmerika", scriviamo in relazione al post del Prof. Sandro Brusco del 16 Aprile 2009 dal titolo ”Chi sono i ricchi che pagherebbero la Bossi-tax?" in cui si utilizzano i dati delle statistiche sulle dichiarazioni dei redditi prodotte dal Dipartimento delle Finanze (Ministero dell’Economia e delle Finanze — MEF).
A seguito della lettura del dibattito sul vostro sito, per favorire un corretto utilizzo dei dati delle dichiarazioni dei redditi, il Dipartimento delle Finanze nei prossimi giorni renderàancora più chiara la descrizione delle tipologie di contribuenti già presente sul sito del Dipartimento.
Non è stato, però, riscontrato alcun tipo di incoerenza tra i dati. L’amministrazione pone tutta la dovuta attenzione nel pubblicare ogni anno una mole cosi consistente di dati, lavoro che richiede un notevole impegno operativo.
Occorre sottolineare la complessità del mondo delle dichiarazioni dei redditi che mal si presta ad eccessive semplificazioni e che richiede l’adozione di opportune cautele nell’utilizzo dei dati.
Sono oltre 40 milioni le persone fisiche che dichiarano redditi al fisco e pertanto le modalità di esposizione dei dati, per quanto chiare e coerenti al loro interno, possono risultare di non immediata e facile lettura.
Una prima classificazione dei dati distingue i contribuenti in base alla tipologia del reddito dichiarato, in particolare, sono state selezionate alcune categorie di reddito non esaustive dell'intero universo delle dichiarazioni:
1. Lavoratori dipendenti;
2. Pensionati;
3. Lavoratori autonomi occasionali;
4. Percettori di reddito da partecipazione;
5. Percettori di altri redditi.
L’obiettivo è la rappresentazione di ciascun "mondo" nella sua interezza, indipendentemente dalla prevalenza dei redditi dichiarati; un’analisi per reddito prevalente avrebbe lo svantaggio di una perdita di informazioni. In questa classificazione lo stesso contribuente può essere presente in più tipologie. Ciò spiega perché secondo la suddivisione per categorie di reddito, il totale dei dichiaranti con più di 80.000 euro risulta essere 753.200, valore più elevato del totale dei contribuenti (tabella 1.1.2). Ad esempio un contribuente con reddito superiore agli 80.000 euro che ha sia redditi da lavoro dipendente sia redditi da partecipazione viene registrato in entrambe le categorie di reddito. Inoltre nella somma di 753.200 contribuenti rimangono fuori i contribuenti titolari di partita IVA, a meno che non abbiano dichiarato anche un reddito rientrante in una delle cinque categorie sopra elencate.
in sintesi, la somma del numero dei contribuenti delle diverse tipologie di reddito non può, ovviamente, coincidere con il totale dei contribuenti, sia perché trattiamo solo alcune tipologie che non rappresentano l’intero universo (sottoinsieme dei 40,7 milioni di contribuenti), sia perché alcuni soggetti vengono conteggiati più volte nei casi in cui dichiarino redditi di diverse categorie.
Separatamente vengono poi analizzati i soggetti che svolgono un’attività per la quale è necessaria una partita IVA. In questo caso si analizza l’universo dei percettori di reddito "con partita IVA", e si analizzano i dati in base alla prevalenza del reddito dichiarato:
1. Imprenditori;
2. Professionisti;
3. Agricoltori.
In quest’ultimo caso, i contribuenti sono considerati una sola volta nell’ambito degli insiemi sopra individuati. Ad esempio un contribuente che svolge un’attività di libera professione e contestualmente ha un'impresa sarà classificato fra i professionisti se il reddito da lavoro autonomo risulterà superiore a quello derivante dall’attività di impresa, ovvero tra gli imprenditori nel caso contrario. In questo caso la perdita di informazioni è limitata dal fatto che si ha comunque una visione completa del "mondo" delle partite IVA.
Quanto qui precisato è esplicitato nella descrizione di "alcune tipologie di contribuenti" presente insieme alle tabelle sul sito internet del Dipartimento delle Finanze: PDF.
Tale descrizione non è sfuggita ad alcuni degli utenti che hanno commentato il post (si vedano ad esempio i commenti di Corrado Tizzoni), ma, come già accennato, essa verràresa ancora più chiara nei prossimi giorni.