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Bonus dai social
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... non sono proprio usati correttamente. I fattori che influenzano il cambiamento in meglio di una serie di dati sanitari sono moltissimi (nutrizione, vaccini, fogne, etc. etc.) , e la temperatura influisce pochetto pochetto, semmai può creare picci di mortalità come probabilmente in Italia un paio d'anni fa.
Per il resto, non so, mi pare che il paper sia chiaramente orientato, mi piacerebbe a commentarlo fosse uno competente che la vede diversamente.
Ho mandato una copia del report di Ramella a un collega che si occupa professionalmente (nel senso che proprio lavora e pubblica su riviste scientifiche del campo) della questione dei cambiamenti climatici. Opinione assolutamente negativa, Giusto come informazione aggiuntiva, per quel che può valere.
Maurizio
Già che ci sono come lettura consiglio vivamente:
Reason in a Dark Time: Why the Struggle Against Climate Change Failed ― and What It Means for Our Future (Dale Jamieson) , OUP USA.
Veramente profondo e illuminante, secondo me.
Maurizio
Nelle conclusioni, a pagina 15, l'autore scrive:
"The *poorest* and potentially most vulnerable countries enjoy life conditions better than those enjoyed a *few decades* ago by today’s rich countries".
Lascio a voi i commenti.
E' precisamente questo il punto che volevo evidenziare nell'articolo. L'evoluzione della temperatura influisce "pochetto pochetto" sulle condizioni complessive di benessere. Evidenzio come il 2016, presentato "apocalitticamente" come anno più caldo di sempre, è stato anche quello nel quale è stato battuto ogni record a livello mondiale in termini di reddito pro-capite, mortalità infantile, speranza di vita, accesso all'acqua potabile, ecc. E, anche con riferimento al futuro, per un incremento di temperatura intorno ai 2,5 °C i costi del cambiamento climatico sono paragonabili ad un anno di (mancata) crescita (http://voxeu.org/article/economic-impacts-climate-change-new-evidence)