Letture per il fine settimana-09-01-2010

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In questo numero: una valutazione del bailout, un commento all'episodio Balotelli, la saga di Sartori e l'Islam.

Buona lettura e buon fine settimana.

  • Cosa ha ottenuto il TARP? (in inglese). Il Troubled Assets Relief Program è il nome ufficiale di quello che è stato ufficiosamente battezzato bailout, il salvataggio delle banche americane. Elizabeth Warren, professoressa di legge ad Harvard, presiede il comitato parlamentare per il controllo dell'uso di questi fondi. Il link fornito fornisce un breve riassunto del ben più ponderoso rapporto completo emesso nel dicembre 2009, che trovate qui (pdf).
  • L'affaire SuperMario. Beppe Severgnini offre un'analisi equilibrata di quanto successo a Verona il 6 gennaio. Il ragazzo forse è impulsivo e arrogante, ma è anche esasperato. E in Italia, ovviamente, si risponde molto debolmente agli episodi di inciviltà che regolarmente si verificano sugli spalti. Perché non si sospendono le partite? Perché non si estirpa il tifo becero e violento?
  • La saga di Sartori e l'Islam. Tutto iniziò il 20 dicembre quando Sartori scrisse un pezzo sul Corriere sulla (impossibile, a suo dire) integrazione degli islamici. Da subito, vari commentatori trovarono il pezzo estremamente superficiale e male informato. Per gli appassionati, una raccolta di interventi si trova qui e un'altra si trova qui (e qui c'è un pezzo assai divertente). Sartori ignora il tutto (magari non legge i blog) e risponde solo a una lettera di Tito Boeri sempre sul Corriere. La risposta, come minimo, non brilla per pacatezza e buon gusto. A questo punto uno si attende che il Corriere dia spazio anche alle altre opinioni, che so, magari una replica di Boeri che è stato pesantemente insultato. Invece De Bortoli non sembra sentire questa esigenza, e fa intervenire di nuovo Sartori sul tema. Ci verrebbe da dire che l'ultimo intervento di Sartori è una sostanziale marcia indietro, ma in tutta onestà non possiamo dirlo perché non siamo sicuri di capire quello che scrive. Siamo certi che ciò è a causa della nostra bassa cultura e non del fatto che il pezzo è circonvoluto e confuso.
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Commenti

Ci sono 53 commenti

Prima di tutto linko questo articolo che è scritto ancora una volta da Severgnini, penso una delle migliori firme che abbia tutt'ora il Corsera. E vorrei anche citare un passaggio presente nella Bussola di Phastidio: "Il liberale ama la tolleranza, che egli considera “la necessaria conseguenza della convinzione di essere uomini fallibili”. Tuttavia, egli è tollerante con i tolleranti, ma intollerante con gli intolleranti." Oso pure dire che Sartori sta diventando veramente vecchio: oltre a questi tre articoli che ritengo davvero banali per un politologo che ha anni di esperienza alle spalle e ha scritto "Democrazia in trenta lezioni", un libro che invito tutti a leggere e che è ben lontano da queste schifezze, ultimamente ha fatto delle uscite che non mi sono piaciute più di tanto.

Non sono un grande perbenista nei confronti degli immigrati, anzi, sono dell'idea che se qualche immigrato, senza asilo politico, commetta qualche reato grave sia anche giusto mandarlo a casa; come sono d'accordo che gli immigrati non dovrebbero godere di un welfare state che molto spesso non li fà nemmeno lavorare; come infine sono favorevole all'idea che l'immigrazione sarebbe da regolare se davvero c'è più gente che forza lavoro richiesta (anche se, a quanto ho capito da letture passate, gli industriali ne chiedono ancora). Ma da qua a chiudere le frontiere come fà capire Sartori (perchè reputo sia l'unica conseguenza dopo che si è appurato che l'Islam non sia integrabile) o i Leghisti è veramente troppo. Gli immigrati con richiesta d'asilo valida devono essere fatti entrare, per una questione di dignità e di buon senso, musulmani o non. Potrei essere pure d'accordo con un più severo "esame di ammissione" alla cittadinanza Italiana, ma pure le pratiche burocratiche devono necessariamente snellirsi: un mio amico Albanese è qui da 17 anni (ne ha 20), i suoi genitori lavorano, sua sorella studia al liceo locale, e lui studia alla Bocconi, e non gli hanno ancora validato la richiesta di cittadino Italiano, nè a lui nè ai suoi.

Ma soprattutto, ritengo che il passo fondamentale debba essere fatto da noi, sia dai cittadini comuni che dai nostri rappresentanti. Noi Italiani siamo dei delinquenti in piena regola: evadiamo le tasse e appena possiamo non rispettiamo le regole. Pensate ad un immigrato che arriva qui in Italia: appena arriva, l'unico lavoro che riesce a trovare nella maggior parte dei casi è in nero, sia al sud che al nord, e in alcuni casi anche con un trattamento non certo dei migliori; esce per strada, e trova noi, che non rispettiamo neppure le regole basilari; che cosa imparerà da questo un immigrato? Non sto assolutamente giustificando i comportamenti sbagliati, ma ribadisco, non possiamo nemmeno pensare che gli immigrati stiano buoni se noi per primi non rispettiamo le norme. C'è anche da chiedersi: perchè non rispettiamo le regole? Perchè la giustizia non funziona, e finchè abbiamo dei rappresentanti (i quali alla fine non fanno che rispecchiare noi stessi) che pensano, sia da una parte che dall'altra, a farsi leggi ad personam (aggettivo molto di moda ultimamente) per pararsi il loro sederino, beh, allora è pure inutile che stiamo qui a discutere.

PS Sì, ho generalizzato, continuando a ripetere "noi italiani" perchè tutti siamo responsabili dello stato della nostra nazione, dal primo all'ultimo.

PPS Scusatemi lo sfogo finale.

 

Ma soprattutto, ritengo che il passo fondamentale debba essere fatto da noi, sia dai cittadini comuni che dai nostri rappresentanti. Noi Italiani siamo dei delinquenti in piena regola: evadiamo le tasse e appena possiamo non rispettiamo le regole. Pensate ad un immigrato che arriva qui in Italia: appena arriva, l'unico lavoro che riesce a trovare nella maggior parte dei casi è in nero, sia al sud che al nord, e in alcuni casi anche con un trattamento non certo dei migliori; esce per strada, e trova noi, che non rispettiamo neppure le regole basilari; che cosa imparerà da questo un immigrato?

 

Concordo sul fatto che vi sia illegalita' diffusa in Italia ma come ho mostrato in altri interventi riguardo specificamente all'evasione fiscale almeno il 45% degli italiani che abita dall'Emilia Romagna in su evadono piu' o meno come in Francia e Germania, pur sottoposti ad una pressione fiscale superiore.  Inoltre i lombardi in media evadono meno che in Francia e Germania e paragonabilmente ai Paesi piu' virtuosi, seppure sottoposti ad una pressione fiscale estremamente superiore.

Pertanto considero errato attribuire agli italiani un demerito che mediamente una buona parte di loro semplicemente non ha.

Rimane comunque vero che anche nel Nord Italia esiste illegalita' diffusa, e lo Stato e' generalmente incapace di fare leggi condivise ed utili e di farle rispettare decentemente. Siccome e' empiricamente accertato che gli italiani non possono abbandonare velocemente i loro vizi, sarebbe opportuno limitare l'immigrazione perche' lo Stato italiano e' una specie di antitesi della "open society" propizia all'integrazione di culture diverse: l'Italia non ha poche e semplici leggi, non riesce a farle rispettare efficacemente ed equamente, e il suo Stato e' invasivo e ingombrante nell'intermediazione economica.

 

Non l'ho visto in TV, me l'hanno segnalato.

Travaglio spiega come funziona il rimborso elettorale per i partiti...(dal minuto 2:30 in poi) associazione a delinquere di stampo politico.

Per quanto riguarda la querelle Sartori-Boeri, forse la cosa più triste è il punto della risposta del primo in cui si appella al principio di autorità:

 

Ultima perla. Boeri sottintende che io la pensi come «quei sindaci leghisti» eccetera eccetera. No. A parte il colpo basso (che non lo onora), la verità è che io seguo l’interpretazione della civiltà islamica e della sua decadenza di Arnold Toynbee, il grande e insuperato autore di una monumentale storia delle civilizzazioni (vedi Democrazia 2008, pp. 78-80). Il mio pedigree di studioso è in ordine. È quello del mio assaltatore che non lo è.

 

 

Dunque aver letto Toynbee supplisce per la totale superficialità dell'analisi contemporanea dell'immigrazione musulmana, l'imbarazzante rilettura paternalista della storia indiana del secolo scorso e soprattutto per il fatto di confondere induisti e buddisti (tanto sempre "indiani paciosi" rimangono: difatti quando Alessandro Magno provò a invadere il Punjab, lo accolserò offrendogli collane di fiori e gli cedettero la loro terra in cambio di specchietti e perline).

Diciamo che la permanenza nel mondo anglosassone (dove peraltro, credo, anche i columnist più blasonati sono sensibili al feedback sulla rete) non gli è giovata molto, se non per l'incameramento acritico della teorizzazione sull'Eurabia eloquentemente sorta tra pensatori statunitensi che di Europa non sanno niente (vedi l'interpretazione d'oltre oceano delle rivolte parigine, o la bufala della bomba demografica islamica).


Il caso di Hina e tanti analoghi che passano sotto i radar per l'assenza di una conclusione altrettanto tragica ci dicono chiaramente che un problema esiste. Le analisi storiche un tanto al chilo (e non dico che non ne esistano anche di segno opposto, ad esempio sul colonialismo o sulle sorti meravigliose e progressive dell'Islam medievale) fanno però parte del problema, non della soluzione.

Io ho letto questa intervista intervista a Raghu Rajan sul sito della Fed di Minneapolis. Lunga, ma molto interessante.

 

Grazie. Effettivamente per chi si interessa al sistema finanziario vale la pena leggerla.

Ovviamente, le espressioni di razzismo sono sempre inaccettabili, ma occorre anche fare lo sforzo di vedere le cose per quello che sono, anziché affibbiare superficialmente etichette. Ad esempio, ci si deve render conto che il becero ed ignorante tifo da stadio porta al limite estremo la "sindrome dell'appartenenza", e bersaglia l'avversario mettendo in risalto gli elementi di diversità che possono costituire un appiglio per l'insulto: non sarei così certo che tale atteggiamento sia semplicisticamente definibile razzista – pur se una componente è innegabile - e mi pare anche assimilabile a talune espressioni della lotta politica che sono sotto gli occhi di tutti e dipingono l'avversario utilizzandone veri o presunti difetti in modo spesso stupido, anziché discuterne e contrastarne le posizioni tramite opportuna argomentazione. Nel caso specifico, poi, non v'è dubbio che il personaggio in questione sia soggetto ad indecenti trattamenti ululanti più frequenti della media, però si dovrebbe anche riflettere sul fatto che ciò avviene pressoché ovunque il nostro eserciti la sua arte pedatoria (persino nel corso di un torneo amichevole di calcetto!), spesso senza che i numerosi compagni di squadra con la pelle del medesimo colore abbiano a patire simili offese. Ribadendo, allora, che occorre senza dubbio trovare il modo di evitare fatti di quel tipo, a me pare - senza offesa per i numerosi fedeli nerazzurri presenti in questo luogo, Severgnini compreso, che vedono il ragazzo con un comprensibilmente affettuoso occhio di riguardo - che i comportamenti imbecilli non stiano solo dalla parte degli ululanti e che, forse, i deboli di mente in qualche modo si attirino vicendevolmente.

Ciò detto, vorrei prender spunto dall'ennesimo e stucchevole – nel commentario di rito - "affaire Balotelli" per introdurre un argomento a mio avviso molto importante, che mi preme di più affrontare: la responsabilità delle proprie azioni. L'approccio comune, che ci si trova a leggere sul tema, rimane la richiesta di sospendere le partite, a fini punitivi nei riguardi delle società calcistiche tra i cui sostenitori si verificano episodi scorretti di qualunque tipo. A mio avviso è una soluzione sbagliata, dal momento che non si basa sulla responsabilità individuale e finisce per provocare un danno anche a quella grande maggioranza di persone che nulla hanno a che fare con il misfatto, sia esso ululato o lancio di missili terra-aria. Siamo, ormai, nel XXI secolo e disponiamo di tecnologie che permettono d'individuare e colpire i singoli comportamenti, che riguardano sempre un esiguo numero di spettatori, senza colpevolizzare chi ha l'unico torto di trovarsi nel medesimo luogo e – legittimamente – non ritiene di doversi ergere a sceriffo per impedire a qualche imbecille di dimostrarsi tale, magari rischiando l'incolumità personale. La mia opinione è questa da ben prima che nascesse il problema della cosiddetta “discriminazione razziale”, riguarda ogni ambito della vita, e non è in accordo con qualunque responsabilità di gruppo, persino quando tutti i membri di una congrega commettono insieme un reato. Per meglio chiarire, sono contrario anche al reato di “associazione per delinquere” ed alle relative aggravanti (per non parlare del ridicolo “concorso esterno in …. vattelapesca): come potrei accettare un'impostazione che punisce allo stesso modo colpevoli ed innocenti solo perché condividono uno spazio fisico (o anche virtuale, peraltro)?

Dunque - ferma anche restando l'altra grande questione del diritto d'esprimere le proprie idee pure se sgradite a molti o a tutti, e di dove porre eventuali paletti – io vorrei che, finalmente, si perseguisse unicamente chi è personalmente responsabile di qualcosa, e solo a termini di legge. Ben sapendo, tra l'altro, che una norma è il frutto di un compromesso trovato nell'ambiente che la genera e normalmente cambia al variare di questo, non l'incarnazione di un immutabile principio di verità. Quest'ultimo, lasciamolo alle farneticazioni del pastore tedesco .......

Premesso che il concorso in reato comporta che TUTTE le persone coinvolte abbiano parteciapato attivamente all'esecuzione di un reato, anche nel caso di un "concorso esterno" è necessario dimostrare che l'imputato abbia agito personalmente e concretamente, e quindi è abbastanza diverso dall'associazione a delinquere, che viene punita anche indipendentemente dai reati commessi, nel caso dell'associazione a delinquere il bene protetto è costituito dall’ordine pubblico, che risulterebbe minacciato dalla sola esistenza dell'associazione, si può anche criticare un simile orientamento giuridico, ma sostanzialmente è lo stesso che sta alla base del  reato di immigrazione clandestina, di fronte all'ordine pubblico e all'allarme sociale le responsabilità personale passa in secondo piano.

 

 

Ma è vero che un avere un cane in casa è equivalente, in termini di consumo di energia e quindi di inquinamento, a possedere un SUV? No, è solo una leggenda metropolitana, come si argomenta in questo articolo.

 

Gli articoli segnalati mi hanno fatto riflettere parecchio, in particolare il secondo sulla questione Islamica.

Mi piace questa nuova rubrica settimanale, tuttavia avrei un piccolissimo, forse insignificante, appunto da farvi. Ma perchè quando mettete i link non li fate aprire in un'altra scheda? Mi pare che ci sia l'opzione _blank (open in a new window).

 

Perchè molti (me incluso) lo trovano irritante.

E perchè basta aprire il link col pulsante centrale per ottenere lo stesso effetto (a meno che tu usi un mac ovviamente).

C'e' un malcelato collegamento tra punti due e tre, riassumibile nella prima pagina di oggi del ilGiornale:

 

Non e' tanto la questione razzista, quanto l'eccesso di semplificazione. Sembra che ormai i giornalisti si siano abituati ad avere a che fare con dei bambini di due anni per cui non vale piu' la pena di spiegare le cose o creare un contesto: esistono di solito due fazioni (islam e cristiani; veronesi tutti e balotelli; calabresi e "negri"; noi e loro; giusto e sbagliato).

Sempre in tema di semplificazioni, segnalo che il corriere non pago del temino di terza elementare scritto da sartori dal titolo "i buddisti paciosi e paciocconi", ha aggiunto ieri un editoriale di panebianco nella sezione che riguardava i fatti di Rosarno. Credo che il messaggio sia cercare di spiegare le rivolte degli immigrati africani partendo dal fatto che nelle scuole elementari non si fa piu' il presepe.

 

Di Sartori condivido l'opinione quasi sempre quando scrive di Costituzione, sistemi politici e meccanismi elettorali.

Per questo ero rimasto esterrefatto alla lettura del famigerato articolo sul Corriere. Mi sono trasferito da piu' di tre anni in paesi islamici, prima in Qatar adesso negli Emirati Arabi Uniti. Quindi posso offrire la prospettiva abbastanza inedita di un "emigrato" (qui si dice "expatriate") italiano in un paese musulmano.

Tanto per cominciare, sia in Qatar che negli EAU circa l'80% della popolazione residente e' straniera e piu' della meta' non e' di religione islamica. A Dubai il 90% della popolazione e' immigrata. Non esistono tensioni religiose, etniche, o razziali di alcun tipo. Sia a lavoro che nella vita sociale mi trovo a ogni giorno ad intergire con colleghi o amici provenienti da tutti i continenti e non ho mai avuto (e nemmeno percepito lontamente) il minimo problema. Ne' ho mai sentito o letto di fatti incresciosi tipo cori a Balotelli o, peggio, rivolte a Rosarno.

Tra la popolazione locale si sentono talora discorsi sulla perdita della identita' in un paese dove diventati in pochi anni un' esigua minoranza, ma in definitiva trovo che si e' svulippata una societa' multiculturale e multirazziale di cui i primi ad essere fieri sono proprio i locali.  

Non ignoro che ci sono ambienti piu' conservatori che provano un senso di fastidio verso questa improvvisa apertura della loro societa', ma in definitiva la maggioranza, soprattutto dei giovani, e' estremamente favorevole a questa integrazione e se la gode alla grande.

Propongo di fare una colletta per pagare a Sartori un viaggio in Arabia. Magari i suoi prossimi articoli (e quelli di Panebianco che batte sullo stesso tasto) sulle questioni di integrazione potrebbero beneficiare di una prospettiva meno provinciale.

Temo che il nostro ti risponderebbe che quello che tu osservi non conta molto rispetto alle immortali verità contenute nelle pagine di Toynbee.

 

A Dubai il 90% della popolazione e' immigrata. Non esistono tensioni religiose, etniche, o razziali di alcun tipo. Sia a lavoro che nella vita sociale mi trovo a ogni giorno ad intergire con colleghi o amici provenienti da tutti i continenti e non ho mai avuto (e nemmeno percepito lontamente) il minimo problema.

 

Sarebbe interessante conoscere, per questo caso cosi' felice di integrazione, quali sono le regole per immigrare, sia nella forma sia nella prassi, e quali siano le norme per la concessione della cittadinanza e dei diritti politici.

Ma Fabio,

ma mi sembrava che ci fossero tensioni fra i lavoratori edili che vivono in baraccopoli e sono del tutto privi di diritti sindacali...avevo letto di riots...dico fesserie?

 

A Dubai il 90% della popolazione e' immigrata.

 

A quanto mi raccontavano, il visto lavorativo per Dubai e' legato all'avere un posto di lavoro e dopo un mese dall'essere stati licenziati, si viene espulsi per davvero, per cui di immigrati non in regola ce ne sono veramente molto pochi. Mi puoi confermare o smentire questa voce?

Inoltre mi risulta che col timbro di Israele sul passaporto ci si possa scordare di avere il visto di ingresso per Dubai. Mi confermi o smentisci pure questo?

 

 

Ecco qua

Non so perché, ma il post mi puzza di Stato etico.

E' vero, il web ha dato la possibilità di comunicare tra moltissime persone e una delle conseguenze è che si è inondati da tante informazioni. Tuttavia non capisco bene dov'è il problema: data una complessità maggiore che in passato, ognuno deve imparare un modo per discernere il valore di ciò trova, se lo vuole.

Ripeto: se uno non crede allo Stato etico, ci vuole tanto ad arrivare a questa conclusione e vivere in pace?

Visto che questa rubrica sostituisce "Una chiappa ciascuno", ecco il mio suggerimento per il premio chiappa della settimana:

Chi: il sottosegretario Bonaiuti

Citazione: "non si tratta di leggi ad personam, ma di giustizia ad personam"

Spiegazione: "Cioè di una risposta a una giustizia politicizzata che ha colpito il presidente del Consiglio in quella maniera. Se l'opposizione dà segno di recepirlo, abbiamo fatto un passo avanti."

Influenze: il deputato Ghedini che diceva "la giustizia è uguale per tutti, ma non la sua applicazione."

Link: www.corriere.it/politica/10_gennaio_11/berlusconi-torna-roma_2baab79e-fe8b-11de-a5d5-00144f02aabe.shtml

Senza offesa, ma ubi maior, minor cessat:

Berlusconi e le norme ad personam: "Sulla giustizia solo leggi ad libertatem"

www.repubblica.it/economia/2010/01/11/news/riforme_entro_anno-1904662/

Come canta qualcuno, "La stagione dell'amore viene e va..."

Quella nostrana, inaugurata dal martirologio Urbi et Orbi Demonstratum, volge al termine, un termine che è sempre lo stesso.

Il Capo, che come i  veri banditi può ora esibire una cicatrice sulla guancia (roba che l'immaginazione di Stevenson in confronto è robetta da romanzi Harmony), dichiara che i giudici sono peggio di Tartaglia. Nel frattempo avanza inesorabile la riforma, l'unica che conti veramente: non di tagliare le aliquote si tratta, ma di tagliare con la lima le sbarre.

Nel frattempo, questo paese di pensionati che è l'Italia rimira ancora una volta le sue glorie passate: fra corrotti da riabilitare e glorie che sarebbero da nascondere.

Ps: questa discussione su Craxi è vomitevole. Si metteva i soldi in tasca era un ladro e basta e pensano di riabitarlo a colpi di toponomastica. Lo paragonano a Khol che certo i soldi non se li metteva in tasca e che comunque, a scanso di equivoci, la Merkel non ha nemmeno invitato alle celebrazioni per la caduta del Muro di Berlino. Poi dice che uno fa l'antiitaliano a fare sempre paragoni con gli altri.

 

 

Hai ragione.

Allora perchè resti in Italia?

Più che riabilitare un personaggio del passato si vuol riabilitare un personaggio del presente, ma soprattutto, e questa è la cosa che più scandalizza per le sue conseguenze nel lungo termine, si vuol riabilitare un certo modo di far politica.

Non a caso la scorsa domenica a "in mezz' ora" la figlia stefania sosteneva che c' è un parallelo evidente fra il complotto giudiziario contro BS e quello contro BC (chissà se abbia mai fatto considerazioni in termini di colpevolezza in relazione a questo paragone...).

A volte mi domando cosa succederebbe se BS facesse un discorso in parlamento del tipo "Si, è vero sono colpevole. Ma di sicuro non sono l' unico qua dentro"...quali sarebbero le reazioni di quel mitico 70% di italiani che lo stimano? Quanti si scandalizzerebbero anche stavolta? E quanti invece cederebbero alla misera rassegnata accettazione del "si è sempre saputo, cosi fan tutti, ma almeno lui....etc.." ?

 

 

Mi sembra da segnalare l'allargamento del pizzo SIAE fino a circa 100M€/anno, determinata proporzionalmente alla capacità (quindi in presumibile crescita esponenziale futura), a tutti i dispositivi di memorizzazione.

Per una questione di etica, mi asterrò dal comprare tali prodotti in Italia.

 

Per una questione di etica, mi asterrò dal comprare tali prodotti in Italia.

 

Non c'e' solo la SIAE a fare la sanguisuga. C'e' anche la La SCF (Società Consortile Fonografici) che riscuote una ulteriore tassa in ottemperanza alla legge sui diritti di autore del 1941, anche nota come legge grammofono.

iltirreno.gelocal.it/dettaglio/il-balzello-sulla-musica-va-pagato/1746498

La SCF si accanisce in particolare contro negozi, supermercati e aziende che hanno filodiffusione (anche musica da ascensore) e riscuote soldi OLTRE alla siae.