Questa settimana: sociologia: omicidio o suicidio?; l'economia politica di Jose Mourinho; l'incredibile vicenda del metro di Parma; Powerpoint fa perdere le guerre (e danneggia gli Space Shuttle); libertà di parola negli usa; la ''privatizzazione'' dell'acqua; il libertarismo dei raccoglitori di rifiuti nigeriani; Stefano Fassina: Dr. Jekyll o Mr. Hyde?
Buona lettura e buon fine settimana.
- Sul sito della Treccani il sociologo Guido Martinotti, docente all'Università di Milano-Bicocca, si interroga sulla scomparsa della sociologia dalla scienza ufficiale italiana, chiedendosi in forma provocatoria se si tratti di suicidio od omicidio. Molto interessanti sia l'articolo sia il dibattito sviluppato nel forum.
- Chris Dillow usa Mourinho come scusa per parlare di cose meno importanti, tipo il ruolo del merito e della fortuna nel formare i destini umani. Nota per i lettori: ''Manyoo'' è slang per ''Man U'', una squadra di calcio di Manchester recentemente esclusa dalla Champions League.
- Andrea Boitani e Carlo Scarpa narrano su lavoce.info la grottesca vicenda del metro di Parma, una (purtroppo) ordinaria storia di spreco di danaro pubblico e di irresponsabilità amministrativa.
- Un interessante articolo del New York Times (in inglese, ovviamente) racconta come l'abuso di Powerpoint nelle forze armate americane finisca per distogliere la pianificazione delle operazioni da dettagli importanti. Di particolare interesse alcuni articoli linkati: il saggio del capitano Crispin Burke che spiega i vantaggi e gli abusi di Powerpoint, e, da esso linkati, il documento di analisi sul disastro del columbia Shuttle, nel quale Edward Tufte sottolinea i difetti di comunicazione generati da Powerpoint, e, dal lato opposto, la particolare efficacia espositiva di un divertente documento prodotto dal capitano Travis Patiquin che ha contribuito a cambiare il corso della guerra in Iraq.
- Sempre sul New York Times, Stanley Fish ci racconta come la storia della giurisprudenza costituzionale USA sulla libertà di parola sia giunta a permettere, in una decisione della scorsa settimana, la produzione e la distribuzione di video in cui si torturano animali (anche se l'atto della tortura è illegale).
- Carlo Stagnaro discute su chicago-blog la legge sulla cosidetta privatizzazione dell'acqua e in particolare l'atteggiamento del PD. Sempre su chicago-blog il parlamentare PD Federico Testa risponde.
- Sempre Chris Dillow riflette sul filmato della BBC Welcome to Lagos, in cui si narra l'organizzazione di una comunità di raccoglitori di rifiuti che vive accanto alla discarica di Olusosun. Si tratta essenzialmente di una comunità auto-organizzata, con perfino uno schema rudimentale di amministrazione della giustizia e senza intervento dello stato. La domanda finale del post è: come mai le società libertarie sembrano svilupparsi più frequentemente in condizioni di povertà? O, per porre la domanda in altri termini, come mai l'aumento del reddito pro-capite porta a una crescita del ruolo dello stato? In realtà questo è un vecchio dibattito mai ben risolto in economia. Mettete Wagner's Law in google e divertitevi.
- Stefano Fassina, responsabile economico del PD, in una intervista al Foglio, dice che bisogna abbassare le tasse, eliminare gli studi di settore, e che il suo compagno di partito Cesare Damiano ha sbagliato a proporre un incremento dell'IRPEF per finanziare la cassa integrazione. L'occhiello al titolo parla pure di ridurre la spesa pubblica, anche se questo punto non ci è parso molto sviluppato nell'intervista. A noi è rimasto un dubbio. Ma questo è lo stesso Fassina che poco più di un mese fa voleva buttare a mare il ''pensiero unico neoliberista''? Mah.
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In effetti, l'intervista attuale pare esser stata concessa dal fratello intelligente di Stefano Fassina. Certo, non tutto sembra in linea con un'impostazione liberale, e si nota una vicinanza alla visione tremontiana (definizione di tax dumping per le scelte fiscalmente competitive di alcuni Paesi, ipotesi protezionistica nei confronti dei Paesi "socialmente riprovevoli" ....), ma qui parla di pressione fiscale eccessiva, mentre prima continuava a porre l'accento sulla redistribuzione, ad esempio quando sosteneva che sia meglio costruire asili nido piuttosto che ridurre le aliquote.
Allora, alcune domande nascono spontanee (direbbe il vecchio Lubrano):
- vuol solo blandire un'audience differente oppure ha davvero (già) cambiato idea?
- se fosse (curiosamente) vera la seconda ipotesi, si tratta di un ripensamento post-elettorale?
- in questo caso, potrebbe essere un sintomo dell'ennesima faida interna al PD?
- anche la scelta di "mollare" il sodale Visco sugli studi di settore ne fa parte?
- interpreta la linea economica ufficiale del partito oppure, come sempre, si naviga a vista?
- vedremo proposte di legge coerenti con quanto qui affermato oppure dominerà il "maanchismo" di veltroniana memoria?
......... e molte altre simili. Inoltre, mi chiedo - ma con un sorriso amaro - come riuscirebbe a conciliare le due serie di dichiarazioni, messo davanti ad entrambe da un intervistatore dotato di un minimo di palle. I giornalisti non lo fanno, e generalmente si prostrano davanti a tutti gli esponenti della politica ai quali chiedono umilmente udienza - timorosi di essere esclusi, per ripicca, dal novero degli ammessi a corte - ma quello sarebbe il loro compito ....
Vorrei sottolineare, in particolare, un'affermazione. Ho riletto due volte per credere alla frase:
Sta cioè dicendo - cito sempre "Il Foglio" - che se un'impresa non distribuisce gli utili, ma reinveste internamente quanto guadagnato, le tasse non le deve pagare. Ecco, a me sembra da sempre un'ovvietà (perché un utile non distribuito non costituisce reddito e va a rafforzare le possibilità aziendali di creare ricchezza e lavoro), ma nell'immaginario collettivo del popolo socialista pare si tratti di una bestemmia, e non è credibile che un'ipotetica maggioranza di centro-sinistra possa formarsi - il che significa vincere un'elezione - con un simile programma. Allora, perché ipotizzarlo? Forse perché stando all'opposizione è facile sfidare il governo su posizioni che - teoricamente, solo teoricamente ..... - a questo competerebbero, ben sapendo che non se ne conseguirebbe alcunché di coerente nel caso di un cambio di maggioranza?
Ma sto Fassina neanche quando dice cose vagamente sensate lo vogliamo lasciare in pace? ;)
Seriamente: per una volta che uno dice qualcosa di vagamente liberale (e quell'uno è pure resposnabile economico di un partito) vogliamo dire "era ora!" oppure sindacare se lo dice sul serio, se ci crede veramente, se quelli del suo partito la pensano veramente così?
Va bene che il signore in passato ha detto cose discutibili (e pure quelle cose sono state ampiamente discusse), ma ora che ha detto qualcosa di più sensato vogliamo dargliene atto oppure fargli un processo alle intenzioni?
Non tassare gli utili non distribuiti è un'idea sensata e sana, chiunque la proponga oppure se ne parla uno del PD non vale? Dovremmo aspettare che ci pensi la Lega quando avrà finito di occuparsi delle pillole abortive o di fare la guerra ai centri commerciali?
Sia chiaro, non mi illudo che due parole dette da un tizio possano riscattare un partito dal coma irreversibile in cui versa, dico solo che viste le condizioni in cui versa il paese e considerato quella che è la classe politica ogni minimo spunto liberale, da qualunque parte venga, andrebbbe salutato positivamente.
Se neanche su NFA si da atto di questo allora mi viene una tristezza che neanche parole illuminate come queste [http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/505]* potranno mai sconfiggere.
PS per quello che possa interessare la mia personale opinione è che il signore idee non malvagie ne abbia, ma che alcune non le dica ai quattro venti perchè teme siano tabù(probabilmente a ragione) per molti dei sui compari. Parlando al Foglio magari si è lasciato un pò andare, mentre le esternazioni dell'altra volta erano puro opportunismo: tante volte un politico trova utile dire cose in cui non crede perchè pensa faccia parte del mestiere. Distinguo quali siano le idee vere e quali le parole di facciata dando per buono che in Italia Liberale=non gradito all'opinione pubblica e questo sarebbe coerente anche con la scelta del timing pre e post elettorale.
*perdonate ma con firefox non mi vanno gli hyperlink non so perchè.
mi puoi spiegare una cosa che forse è banale e su cui probabilmente io mi sbaglio? tu dici:
a me non è chiaro perchè la produzione di un reddito sarebbe condizione necessaria per pagare le tasse da parte di un'impresa.
Codizioni necessarie per l'attività d'impresa (a prescindere dalla produzione di utili e redditi) sono alcuni servizi che lo stato produce (infrastrutture, tutele legislative, tutele giudiziarie, sicurezza, ...): l'impresa ne usufruisce e ha convenienza affinchè si perpetuino e migliorino.
Tali servizi, essendo condizioni necessarie, possono essere visti come fattori di produzione per l'impresa. Pagare le tasse solo sul reddito equivarrebbe a passare parte del rischio d'impresa sullo stato. Perchè mai ciò dovrebbe avvenire?
L'incentivazione del reinvestimento degli utili è ovviamente altro discorso.