Questa settimana: Ma Charlie Hebdo sarebbe legale in Italia?; la bestemmia di cui abbiamo bisogno; quale istituto di sondaggi ha fatto meglio alle scorse europee?; Jeffrey Sachs e il paleokeynesianismo; quando abbandonerete i buoni propositi.
Buona lettura e buon fine settimana
- L'articolo 403 del codice penale italiano afferma: ''Chiunque pubblicamente offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di chi la professa, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. Si applica la multa da euro 2.000 a euro 6.000 a chi offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di un ministro del culto.'' Offendere più o meno tutte le confessioni religiose, naturalmente, è ciò che Charlie Hebdo fa continuamente. Quindi, mi verrebbe da pensare, una interpretazione letterale della norma implicherebbe che chiuque pubblicasse in Italia i contenuti di Charlie Hebdo sarebbe passibile di condanna penale, anche se la pena è una multa relativamente contenuta. Poi magari nella prassi questa norma viene ignorata e non fa tanti danni. Però, nel dubbio, non sarebbe meglio abolire l'articolo?
- ''La bestemmia di cui abbiamo bisogno'' è il titolo del pezzo di Ross Dohuat sul New York Times. Discute tre premesse sul ruolo della bestemmia in una società libera. Di particolare rilievo la prima: 1) The right to blaspheme (and otherwise give offense) is essential to the liberal order, il diritto di bestemmiare (e in generale di offendere) è essenziale per l'ordinamento liberale. Dohuat è un cattolico devoto; invito tutti a leggere il suo pezzo per intero. Poi ritornate con la mente all'art. 403 del codice penale italiano, e chiedetevi se è compatibile con l'ordinamento liberale.
- Termometro Politico valuta la performance degli istituti di sondaggio principali con riferimento alle ultime elezioni europee. Informazione interessante, ma purtroppo di utilità limitata dato che non si discutono gli aspetti metodologici che possono aver causato gli errori. Però è abbastanza impressionante come gli istituti tendano a sbagliare tutti nella stessa direzione; alle ultime europee tutti hanno sottostimato il PD e sovrastimato il M5S. Ma cose simili sono successe in altre elezioni (sottostima del M5S alle politiche del 2013, sovrastima del PdL alle precedenti europee ...).
- Nella blogosfera economica questa settimana ha fatto rumore la ferma presa di posizione di Jeffrey Sachs contro quello che lui chiama ''crude aggregate demand management''. Sachs non dice niente di particolarmente innovativo, ma è bene capire che il dibattito in questione è più politico (nel senso più deteriore della parola) che scientifico. Quindi la presa di posizione di Sachs è importante non per il contenuto di quello che dice ma per chi lo dice, ossia un accademico famoso decisamente schierato a sinistra. John Cochrane si chiede se la ''eresia'' di Sachs verrà trattata con benevolenza (''dopotutto è uno che sta dalla parte giusta'') o con maggiore astio (''traditore!''). La reazione di Brad DeLong sembra puntare alla seconda alternativa. Io, per parte mia, ho deciso di smettere di leggere questa roba. Non mi sembrano temi di cui discutere sui blog e non imparo niente.
- Chiudiamo con un po' di leggerezza un post iniziato con il cuore pesante. C'è chi ha fatto un'analisi statistica di quanto a lungo durano i buoni proponimenti di inizio anno. Tutti i dettagli su Fivethirtyeight.
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Al di là dei toni polemici, la parte più eloquente, soprattutto per noi europei e in particolare italiani, è proprio la risposta di J. Bradford DeLong:
inscì aveghen :-)