Questa settimana; forse devo darmi alla politica; Emma Bonino sui vantaggi fiscali del Vaticano; la manovra e il monopolio delle ferrovie; cosa pensano gli immigrati dell'immigrazione?; Carlo Scarpa sulla tassazione del settore energetico.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Qualcuno si è preso la briga di verificare se agli elettori piacciono di più i candidati quando questi sono sovrappeso. La risposta è sì, per i maschi. Per le femmine, il peso non sembra far differenza (qui il blog post, qui il paper completo per i secchioni). Improvvisamente, ho un vantaggio comparato in un'area in cui non mi sarei aspettato di averne! Per l'Italia ho l'impressione che questi risultati siano abbastanza irrilevanti, dato il sistema elettorale e l'attaccamento degli elettori ai simboli di partito. Però, se cambia il sistema elettorale ...
- In un articolo su Il Post Emma Bonino chiarisce i termini della proposta (ovviamente respinta) presentata in Commissione Bilancio del Senato per la tassazione della attività commerciali gestite dal clero. E tanto che c'è parla un po' anche dell'otto per mille.
- Mario Seminerio segnala una piccola chicca delll'ultima versione della manovra: in un articolo si impone l'applicazione del contratto di lavoro delle Ferrovie dello Stato a tutte le imprese di trasporto ferroviario. Così, giusto per assicurarsi che la concorrenza non concorra troppo. Poi uno, se vuole pensare male, può anche osservare che il buon Montezemolo, potenziale concorrente, ultimamente non è stato troppo tenero con il governo. Informazioni più dettagliate sulla vicenda sono fornite da Andrea Moizo su Linkiesta. Moizo ci informa che i senatori della maggioranza cui dobbiamo la simpatica iniziativa sono Massimo Garavaglia (Lega Nord), Gianvittore Vaccari (Lega Nord) e Paolo Tancredi (PdL). Come sempre, ricordare i nomi per le prossime elezioni.
- Un post di Bryan Caplan discute l'evidenza sull'attitudine nei confronti dell'immigrazione da parte dei nativi e dei figli di immigrati. Sembra esserci un puzzle: l'evidenza mostra che, almeno per gli USA, nuovi immigranti tipicamente abbassano il salario degli immigrati già nel paese, mentre non fanno scendere (anzi, fanno aumentare di poco) il salario dei nativi. Con elettori egoisti quindi il gruppo più opposto all'immigrazione dovrebbe essere proprio quello dei recenti immigrati. Invece sembra accadere il contrario (Caplan però ha solo dati sui figli degli immigrati, che non è la stessa cosa). Il tema è abbastanza ricorrente in scienza politica ed economia. Gli elettori spesso non votano in base all'interesse individuale, ma con riferimento al benessere di un gruppo d'appartenenza. Quindi un immigrato, quando pensa a restrizioni all'immigrazione, pensa alle opportunità negate alla gente come lui, anziché al suo salario. C'è anche evidenza che le società più etnicamente omogenee tendono ad avere livelli di welfare più alto (non ho il link, ma si veda la survey di Alesina e La Ferrara sul Journal of Economic Literature, September 2005). Non credo ci sia ricerca sull'effetto della diversità etnica e nazionale delle unioni monetarie (per esempio l'area euro vs. i 50 stati USA, che sono molto più omogenei) ma a questo punto sarebbe interessante.
- Su lavoce.info Carlo Scarpa esamina rapidamente i provvedimenti in materia di tassazione del settore energetico, trovandoli quantomeno incoerenti. D'accordo, si spara sulla croce rossa, ma certe cose è bene ricordarle. Il punto che vorrei sottolinerae è questo. A livello macroeconomico da un lato esiste disaccordo nella scienza economica e dall'altro il vincolo di rispetto dei saldi di bilancio lascia pochi spazi di manovra. Quindi accetto di dare il beneficio del dubbio ai policy makers. Ma a livello micro il consenso scientifico è solitamente molto più marcato. Per esempio, si può discettare sull'opportunità di tassare le fonti energetiche alternative al petrolio, ma tutti sono d'accordo che non ha senso tassarle e sussidiarle allo stesso tempo. Ragionamento analogo vale per la concorrenza nel settore ferroviario discussa sopra. Questi interventi dunque denotano o pura ignoranza o proterva volontà di difendere interessi di parte contro il buon senso e la migliore dottrina.
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Io non trovo scandalosa la norma in sè per sè. Io trovo scandaloso che esistano i CCNL di settore (addirittura 3, come evidenziato nell'articolo), che il contratto ferrovieri è un piacere leggerlo (si fa per dire), che l'orario settimanale è di 38 ore, elevabili a 44 ore, che per contratto si deve riposare almeno 11 ore nelle 24 ore (marchionne, dove sei ? qui ha firmato anche la CGIL...), che però si pensa anche al riposo ,soprattutto a quello:
Il primo capitolo è dedicato alla cosa più importante. Il salario ? No, i diritti dei sindacalisti.
Comunque chi ha voglia si legge le 169 pagine del contratto, visto che hanno previsto anche gli orari per la pausa pipì.
Poi ci stupiamo che non cresciamo...
Non conosci Bob Crow ... dubito ci sia una persona più odiata e detestata in tutta Londra, se non proprio in tutto il RU, e però sta facendo la fortuna economica dei membri del suo sindacato!