Questa settimana: può l'Italia cambiare?, perché non si creano posti di lavoro, gli economisti hanno sempre ragione; recensione dell'ultimo libro di Tremonti; le aspettative elettorali di Rifondazione Comunista;
- Tim Parks sulla New York Review of Books (in inglese) offre la sua prospettiva sulle promesse di cambiamento in Italia da parte di una classe politica che le promette da decenni.
- Andor Jakob, (in inglese) un imprenditore ungherese ci spiega perché non gli conviene creare posti di lavoro. Una provocazione che ha fatto il giro del mondo, ma che contiene molte verità valide anche per l'Italia.
- David Levine ci spiega con questo articolo sull'Huffington Post perché gli economisti hanno ragione. Qui la seconda parte. Pubblicheremo a breve sul sito una traduzione in italiano a cura di Tommaso Aquilante e Luca Mazzone, che ringraziamo per l'aiuto.
- Massimo Famularo si è preso la briga di leggere l'ultimo libro di Voltremont, e ne fa la recensione per Linkiesta. Lo ringraziamo di cuore per averci risparmiato la fatica. I temi non saranno particolarmente nuovi ai lettori di questo blog, ma a tanti altri sì. Visto che in questi giorni Tremonti svolazza da una trasmissione televisiva all'altra, ottienendo pubblicità gratuita, la controinformazione resta tanto necessaria come prima.
- Paolo Ferrero, che come ricoderanno i più attenti è il segretario di Rifondazione Comunista, ha un blog sul Fatto (e va beh). L'ultima entrata l'ho letta perché [sono Sandro] leggo tutto quello che ha ''legge elettorale'' nel titolo. Mi stavo pentendo ed ero quasi convinto di aver sprecato il mio tempo, Ferrero comincia con la solita sbrodolata e poi dichiara, sorpresa sorpresa, che il sistema elettorale migliore è quello che più favorisce il proprio partito (il proporzionale senza sbarramenti, nel caso di Rifondazione). Ma l'ultimo paragrafo invece è una notizia: Ferrero vorrebbe dar vita ''a una grande lista di sinistra in cui confluiscano la Federazione della Sinistra, Sel, l’Idv'', Traduzione: non solo ho paura di non prendere il 4% se mi presento fuori dalla coalizione di centrosinistra, ma ho addirittura paura di non prendere il 2% se mi presento in coalizione. Queste sono infatti le soglie di sbarramento. E visto che il suo primo atto come segretario fu quello di favorire l'uscita di Vendoia per creare un partito di duri e puri, la conclusione è una sola: gli anni al freddo senza poltrone riducono tutti a più miti consigli.
Indietro
Mi permetto di aggiungere un tema: http://www.ilpost.it/2012/02/11/la-riforma-del-lavoro-in-spagna
A me ha subito fatto pensare a questo: http://noisefromamerika.org/articolo/mamma-li-sussidi-turchi
Sbaglio?