Questa settimana: settimana decisiva per le riforme; la chiusura de ''l'Unità''; in difesa dell'anarchia grammaticale; ancora sugli interventi sul diritto societario; google translate e la disoccupazione intellettuale:
Buona lettura e buon fine settimana.
- Anche questa settimana era iniziata nel solito modo, con il governo che spiegava che sarebbe stata quella decisiva per l'epocale riforma istituzionale, i pentastellati che ci spiegavano che era in atto il novantasettesimo colpo di stato/furto di democrazia/whatever dall'inzio del mese etc etc. Poi, all'improvviso, la settimana è risultata decisiva sul serio. Per usare una metafora pallavolista, parte Giavazzi alzando la palla facendo notare in un articolo sul Corriere che la revisione della spesa non sta andando da nessuna parte. Interviene immediatamente Cottarelli con una poderosa schiacciata, lamentandosi sul suo blog che il governo sta già spendendo i presunti e futuri tagli di spesa. Ma a questo punto si alza invincibile il muro dell'altra squadra. Con un prodigioso balzo Francesco Boccia e Matteo Renzi bloccano la palla e la rimandano in campo avversario, dove tocca inesorabilmente terra. Settimana dunque decisiva sul serio perché ha fatto chiarezza su un punto cruciale: il governo Renzi non ha alcuna intenzione di tagliare la spesa. Le vicende settimanali consentono anche di rispondere a un altro interrogativo: Boccia è soprattutto un cretino oppure un viscido politicante democristiano, di quelli che fanno carriera comprando voti con i soldi pubblici? La risposta è: viscido politicante democristiano, alla grande.
- Quando perfino Michele Serra si rende conto che ''l'Unità'' non ha più ragione d'essere, non c'è molto altro da aggiungere. Segnalo però questo commento di Gabriele Casagrande, giovane giornalista con fugace esperienza all'edizione modenese dell'Unità. Di particolare interesse il link che mette nell'articolo al database sulla diffusione regionale dei quotidiani italiani.
- È estate ed è tempo di cazzeggio. In una spedizione time-wasting sul web ho trovato questo vecchio articolo di New Republic con un bellissimo video di Stephen Fry contro la pedanteria grammaticale. Il messaggio è stato immediatamente colto dai nostri senatori, che anche in questa occasione si sono dimostrati all'avanguardia.
- La settimana scorsa abbiamo segnalato i possibili rischi dei cambiamenti del diritto societario, in particolare le regole che permettono di dare più voti agli azionisti di lungo termine. Un articolo su Manifest, la proxy voting agency, conferma questi dubbi. La frase chiave è la seguente: ''According to sources close to the Ministry, one of the primary purposes of the ''Development Decree'' is to allow the government to sell significant holdings in State-owned companies (Enel, Eni and Finmeccanica) without losing the control of the AGM'' [Annual General Meeting]. Tutto come al solito dunque. Meno male che si doveva cambiar verso.
- Un giorno, nella redazione di Repubblica, qualcuno si accorgerà che ormai esistono programmi automatici che permettono di tradurre articoli da altre lingue. Quel giorno, alcuni giornalisti inizieranno a rischiare il posto. La faccia, invece, se la sono giocata da tempo.
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Grazie, come sempre, per questa rubrica. La prima lettura suggerita mi fa sorgere una domanda: se Renzi non vuole tagliare la spesa cosa ha intenzione di fare? Intendo dire, il ragazzo è probabilmente più furbo che intelligente, ma non è comunque un cretino. Quindi cosa ha in mente? Perchè se non abbassa la spesa, ergo non abbassa la pressione fiscale, cosa spera di fare per la situazione economica che, nel caso non se ne fosse accorto, è veramente tragica come forse mai in passato (almeno dal punto di vista delle potenzialità)?
Io ho già sbagliato una volta a prevedere cosa avrebbe fatto Renzi, non mi sarei aspettato che facesse cadere Letta. Pensavo che rischiava di mettersi esattamente in questa situazione, incapace di ridurre le spese e impantanato come al solito in una economia che non cresce e un bilancio pubblico intrattabile. Invece ha fatto cadere Letta e ha beccato il famoso 40,8% alle Europee.
Provo a sbagliare ancora: Renzi non può aspettare il 2018, perché il bluff alla fine si scoprirebbe. Deve tornare a votare il prima possibile. Vorrebbe votare con una legge elettorale nuova, perché quella attuale è proporzionale e garantisce che anche se becca il 40,8%, o il 43% for that matter, resterà comunque ostaggio di partitini. Cercherà quindi di completare la riforma del Senato e l'approvazione della legge elettorale per poi votare. Se riesce a farlo in tempi rapidi, con la luna di miele con l'elettorato non ancora evaporata, gli può anche andare bene. In alternativa, si vota con il proporzionale e si scaglia contro la casta che gli ha impedito di fare le riforme. Not great, ma almeno rimpiazza gli attuali parlamentari PD con gente di sua fiducia. Poi il tipo ha culo. Magari con il 45-46% e un po' di partiti che restano sotto la soglia becca la maggioranza.