Questa settimana: i conti pubblici spagnoli; la perdita di autonomia finanziaria degli enti locali; una valutazione storica della politica dei poli di sviluppo; la produttività dei docenti di economia in Italia; si vota in Australia.
Buona lettura e buon fine settimana.
- Edward Hughes, su fistful of euros, discute la ''doppia contabilità'' dei conti pubblici spagnoli. E' un fenomeno generalizzato in Europa: i governi usano trucchi contabili (per esempio, far indebitare società formalmente private ma controllate dallo stato; ricordate la Cassa Depositi e Prestiti, una delle furbate di Voltremont?) per abbassare il debito ''ufficiale'' calcolato da Eurostat ai fini del patto di stabilità. La cosa carina è che la banca centrale spagnola mantiene esplicitamente una doppia contabilità, una destinata alle misure ''ufficiali'' del debito e una destinata alle misure ''vere''. Mi chiedo se la Banca d'Italia fa qualcosa di simile.
- Antonio Misiani analizza i dati Istat sull'andamento della finanza locale e mostra come nel 2008 e 2009 vi sia stato un ritorno al vecchio modello di finanziamento via trasferimenti dal centro. La fonte dei dati è qua. Misiani è un deputato del PD, l'intervento è apparso sul sito di Nens, il centro studi di Bersani e Visco, quindi un po' di bias nell'analisi è possibile. Ma, a dir la verità, la drastica riduzione dell'autonomia impositiva degli enti locali durante l'ultimo governo è cosa che è stata osservata da chiunque sia interessato a federalismo e finanza locale.
- In tempi di furiosa discussione sugli investimenti Fiat nel mezzogiorno può tornare utile guardare con un po' più di calma agli effetti che la politica dei ''poli di sviluppo'' ha avuto nel dopoguerra. Lo fa Elio Cerrito in un quaderno di ricerca storica della Banca d'Italia.
- Maria Cristina Marcuzzo e Giulia Zacchia analizzano su La Voce la produttività scientifica dei docenti di economia in Italia. Anche qui, a dir la verità, niente che sorprenda chi osserva abitualmente queste cose. Ma vedere i numeri esatti è sempre utile.
- Oggi si vota in Australia, paese dall'affascinante sistema elettorale. Una introduzione, un po' smilza ma in italiano, è fornita da Andrea Mollica su Giornalettismo. Se volete sapere come votereste se foste in Australia, andate qui.
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Sull'argomento riguardante le leggi sul lavoro ho dovuto scegliere la meno peggio: ma sono così sensibili a regolamentare il loro mercato del capitale umano?
Comunque 56,3% Liberal Party, 37,5% Greens, 6,3% Labor.
Io sarei pare un liberale verde...
ma sul serio in Australia sotto elezioni parlano di politica? Le domande del quiz erano concrete e precise, come se i candidati avessero - tipo - delle idee. Non ci sono abituato...
Per quanto ne sappia si'
68,8% green, 25% labor, 6,2% liberal