Questa settimana: gli effetti delle sconfitte ai mondiali sulla borsa; le vicende di Tirrenia, l'Alitalia dei mari; una visione scettica del dibattito economico sui blog; Italia dei Valori e Pomigliano d'Arco; la riscossa dell'economia sudamericana (con una eccezione);
Buona lettura e buon fine settimana.
- Un paper (in inglese) di Edmans, Garcia e Norli sugli effetti (negativi) delle sconfitte ai mondiali sui rendimenti del mercato azionario. Come se essere stati buttati fuori prima degli ottavi non bastasse...
- Gianmaria Pica, giornalista de Il Riformista, ha prodotto un breve studio per l'Istituto Bruno Leoni sulle vicende di Tirrenia e della sua cosidetta privatizzazione. Leggetelo tutto, ma questo pezzo è particolarmente interessante: ''Infatti, Tirrenia-Siremar è stata messa in vendita blindata dallo Stato italiano: in pratica, chi la compra potrà usufruire degli aiuti di Stato – pari a 72,6 milioni di euro l’anno – per otto anni.''
- Kartik Athreya, economista alla Federal Reserve di Richmond, Virginia, ha scritto un pezzo in cui si dichiara molto scettico sul potenziale contributo di non-economisti o di economisti che semplificano troppo le cose al dibattito economico. Arnold Kling, che in passato ha lavorato per la Fed e ora fa il blogger, non è d'accordo. Per opinioni aggiuntive, vedere l'articolo su marginal revolution.
- Cosa pensa Italia dei Valori della vicenda di Pomigliano d'Arco? Oltre ad aderire come partito allo sciopero FIOM del 25 giugno, Antonio di Pietro e Maurizio Zipponi hanno scritto un pezzo estremamente critico della proposta Fiat. D'altra parte, Antonio Borghesi, Massimo Donadi e Sandro Trento hanno pubblicato sul sito del centro Folder un pezzo che, pur critico dell'atteggiamento Fiat, punta il dito sui gravi problemi di produttività della fabbrica di Pomigliano. L'impressione che si ha dall'esterno è che in IdV siano presenti diverse anime, almeno per le questioni di politica economica. Vedremo quale prevarrà, ma al momento non possiamo fare a meno di notare che la firma di Di Pietro resta la più pesante.
- Un interessante articolo del New York Times sulla forte ripresa che sta caratterizzando la maggioranza dei paesi latinoamericani. L'articolo elenca sia fattori di forza sia fattori di debolezza della ripresa in corso. L'eccezione è il Venezuela: ''In Venezuela, electricity shortages and fears of expropriations caused gross domestic product to shrink 5.8 percent in the first quarter''. Nonostante il Venezuela, la World Bank prevede che complessivamente il Sud America crescerà del 4,5% nel 2010.
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si potrebbe suggerire a Edmans, Garcia e Norli di studiare anche il viceversa....magari il mood di lippi e cannavaro era basso perchè negli ultimi due anni hanno perso in borsa...mah...non capisco, perchè -- forma a parte, che evidentemente è quella giusta -- un paper del genere passa sul JF?
Forse hai ragione, la prossima settimana mi metto a guardare un po' di dati su Bloomberg e faccio qualche verifica. Certo che qualche dubbio viene. Leggo la seguente frase:
e mi chiedo: ma il numero di vittorie e il numero di sconfitte in partite ad eliminazione non dovrebbe essere lo stesso? E poi davvero basano il loro lavoro su meno di cento osservazioni? E poi non e' che magari gli eventi sportivi in questione avvengono durante periodi di debolezza dei mercati (questo giugno, quello del 2006, quello del 2002: tutti deboli!) e pertanto le perdite sono semplicemente vicine alle medie del periodo? (insomma un sample bias...)
Poi la vera questione: se hanno ragione, come mai invece di scriverci un articolo non ci fanno soldi a palate? Quello, purtroppo, e' l'unico modo di sperimentare la teoria. E se avessero davvero ragione, i soldi li farebbero e non starebbero a racconare come (il mondo della finanza cosi' funziona).